venerdì 2 aprile 2010

Il silenzio...

Desidero augurare delle serene feste di Pasqua a tutti voi offrendo le parole della mia sorellina Alice (chiacchierona ma sempre portata ad ascoltare tutti) riguardo al silenzio.

Nutriamo lo spirito come nutriamo il corpo: costantemente ed abbondantemente.
Ma come si fa a rinforzare le difese del nostro vero essere?

Occorre ritornare alla fonte, a Colui che ci ha pensati prima ancora che noi esistessimo; è solo Lui che ci può ricaricare e lo fa tutte le volte che noi vogliamo.
Ce lo ha detto Gesù con la sua vita e la sua missione, portata avanti fino in fondo, fino a mantenere ogni promessa fatta dal Padre nostro a tutti noi, per infinite generazioni: l'incontro con il nostro Creatore avviene con l'Eucarestia, il miracolo dell'Ostia che si trasforma in Carne e Sangue di Gesù appena viene in contatto con il nostro corpo, tempio di Dio.
Personalmente e in pratica per poter rimanere in contatto con Lui bisogna che dentro di noi ci sia silenzio.

Ma che cosa è il silenzio e come si ottiene?
Gesù, quando dovette scegliere che "Messia essere" (cioè in che modo manifestare l'Amore del Padre per noi uomini)  andò nel deserto e qui vi rimase 40 giorni, affrontando le tentazioni del diavolo (dal latino: divisione): cioè ciò che il corpo-mortale voleva imporre allo spirito-immortale e divino (che ognuno di noi ha ricevuto in dono nel momento del concepimento):
Gesù avrebbe potuto rivelarsi agli uomini come un "dio-giocoliere", se avesse seguito la tentazione di buttarsi da un dirupo e farsi sollevare da schiere di angeli? Decise che non "avrebbe tentato Dio", come è scritto nella Bibbia.
Poteva comprarci tutti, se avesse portato a compimento la tentazione di cedere al "dio-potere"; oppure avrebbe potuto soddisfare ogni sua "voglia" trasformando le pietre in pane...
Gesù sceglie la strada più difficile, quella che porta a compiere ogni passo verso la morte, più umile, più devastante per il corpo che potesse esistere all'epoca. Si sottomette agli uomini per poterli innalzare tutti con il Suo sacrificio di vero uomo e di vero Dio.
Questo è raggiunto solo riscoprendo se stesso, nel silenzio del corpo, ma soprattutto dello Spirito.

Il silenzio non è solo quello esterno (a volte non facile da trovare), ma quello che ci svuota dentro di ogni "parte di noi" come uomo-corpo e che ci fa emergere come uomini-spirito.
Il silenzio è preghiera senza parole, è richiesta di aiuto senza chiederlo  (Dio sa già cosa ci occorre), è aprirci a Lui, spontaneamente e senza tentennamenti ("dove andremo senza Lui?"); è la volontà attiva e reattiva di confrontarci con noi stessi, con il nostro sentirci deboli ma voler "camminare con Gesù verso la meta" (il Padre).
Quindi fare silenzio dentro di noi significa volerlo, desiderarlo tanto fortemente quanto la volontà di salvarci e di seguire l'unica via che ci porta alla Vita: seguire l'esempio che Gesù ci ha lasciato; ed i consigli che ogni volta che lo desideriamo ci offre.
Amiche care, fateci caso: ogni miracolo di Gesù avviene solo dopo che c'è stata una partecipazione umana (Dio non fa nulla "contro" o senza il nostro volere): moltiplica pani e pesci ma c'è un bambino che li mette in comunione; trasforma l'acqua in vino ma ci sono dei servi che, senza chiedersi i motivi, riempiono le orcie d'acqua; ecc...
Per poterci attivare a favore del miracolo che desideriamo Dio compia in noi occorre togliere da noi stessi tutti i fardelli (a me piace chiamarli "escrementi") che il Mondo terreno ci ha riempiti nella testa, nel cuore, nella volontà: prima avevo detto "svuotarci" dal di dentro. Questo perché non possiamo essere riempiti dello Spirito Santo, dono del Creatore, senza aver prima fatto spazio per Lui.
Qui il foglio diventa illeggibile e quindi evito di ricopiare cose che potrebbero essere stupidate.
Spero di avervi fatto cosa gradita e vi auguro ogni bene.
Un bacio
Flavia

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