Riprendo un vecchio "post" per dare un altro contributo in merito.
Mia sorella Alice doveva essere stanca dentro, quello che io chiamo "a pezzi", per scrivere:
Sempre più spesso mi accade di non sopportarmi più.
Come posso chiedere agli altri di starmi vicino se anche io vorrei fuggire lontana da me?
Gesù non mi abbandonare anche Tu: perdonami e aiutami a seguire le Tue orme, ovunque esse vadano.
Io ti amo!
Ecco, la cosa che balza più agli occhi di chi la conosceva bene (nelle cose da lei scritte, ma soprattutto in come parlava), lei non usava mai il pronome "io": era come se lei venisse sempre dopo, o non ci fosse proprio; invece, in questa che potremo davvero definire preghiera (comunicazione con il Creatore) notiamo la frase "io ti amo", come se volesse imporre la propria persona, "io", non un altro "ti ama".
Come se volesse dire: "Dio, ehi Dio, qui ci sono io, sono io che Ti invoco, che ho bisogno di Te, che Ti amo"
E poi una frase che, a rileggerla meglio, mi terrorizza: "aiutami a seguire le Tue orme, ovunque esse vadano": la mia gemella sapeva dove andavano quelle orme? O dove sarebbe andata lei per seguirle?
Lo sapeva ma non aveva paura oppure aveva paura ed è per questo che chiedeva aiuto a Dio, proprio a Lui, per farsi aiutare a seguirLo?
Se fosse stata ancora viva glielo avrei chiesto di sicuro.
Mi manca una sua risposta in questo. Mi manca lei, ma intanto ho la certezza che è lei, mia sorella Alice, che non mi vuole con lei, almeno ora: vuole starsene "finalmente" in pace senza di me!
Mentre io, per esempio, sono sempre in mezzo, peggio del prezzemolo (anche se tento -azz, credetemi- ci tento davvero) a diventare migliore seguendo il suo esempio.
O cercando di cogliere le cose che trovo "carine" di come scrivono gli altri: voi, per esempio, o Giada, o... altri amici, meglio se diplomati al classico (però, ammettetelo anche voi, se la tirano un po', non trovate?)
Mia sorella Alice doveva essere stanca dentro, quello che io chiamo "a pezzi", per scrivere:
Sempre più spesso mi accade di non sopportarmi più.
Come posso chiedere agli altri di starmi vicino se anche io vorrei fuggire lontana da me?
Gesù non mi abbandonare anche Tu: perdonami e aiutami a seguire le Tue orme, ovunque esse vadano.
Io ti amo!
Ecco, la cosa che balza più agli occhi di chi la conosceva bene (nelle cose da lei scritte, ma soprattutto in come parlava), lei non usava mai il pronome "io": era come se lei venisse sempre dopo, o non ci fosse proprio; invece, in questa che potremo davvero definire preghiera (comunicazione con il Creatore) notiamo la frase "io ti amo", come se volesse imporre la propria persona, "io", non un altro "ti ama".
Come se volesse dire: "Dio, ehi Dio, qui ci sono io, sono io che Ti invoco, che ho bisogno di Te, che Ti amo"
E poi una frase che, a rileggerla meglio, mi terrorizza: "aiutami a seguire le Tue orme, ovunque esse vadano": la mia gemella sapeva dove andavano quelle orme? O dove sarebbe andata lei per seguirle?
Lo sapeva ma non aveva paura oppure aveva paura ed è per questo che chiedeva aiuto a Dio, proprio a Lui, per farsi aiutare a seguirLo?
Se fosse stata ancora viva glielo avrei chiesto di sicuro.
Mi manca una sua risposta in questo. Mi manca lei, ma intanto ho la certezza che è lei, mia sorella Alice, che non mi vuole con lei, almeno ora: vuole starsene "finalmente" in pace senza di me!
Mentre io, per esempio, sono sempre in mezzo, peggio del prezzemolo (anche se tento -azz, credetemi- ci tento davvero) a diventare migliore seguendo il suo esempio.
O cercando di cogliere le cose che trovo "carine" di come scrivono gli altri: voi, per esempio, o Giada, o... altri amici, meglio se diplomati al classico (però, ammettetelo anche voi, se la tirano un po', non trovate?)
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