Ricevo, ringrazio il nostro lettore e pubblico:
Segnalo il libro di Richard Muller, professore di Fisica all'Università di Berkeley, California.
Il libro si può trovare anche in edicola
Vi si dice, in particolare:
"bisogna trovare una soluzione che consideri le fonti di energia alternative al petrolio e al carbone, vale a dire sia quelle rinnovabili sia quelle che rinnovabili non sono ma che per lungo tempo sono state riposte nel cassetto dell’oblio per questioni tecnologiche, economiche, o addirittura politiche, come nel caso del nucleare dopo gli incidenti di Chernobyl nel 1986 e di Fukushima nel 2011."
E proprio dall’incidente all’impianto giapponese e alla perdita di greggio dalla piattaforma Deepwater Horizon al largo delle coste statunitensi nel Golfo del Messico avvenuta ad aprile 2010 è dedicato il primo capitolo, in cui Muller traccia un bilancio dei due eventi sulla base di fatti, numeri e calcoli, dimostrando che i racconti dei mezzi di comunicazione (tragedie epocali al limite del biblico) non corrispondono affatto alla realtà. Fukushima e perdita del greggio nel Golfo del Messico hanno certamente provocato danni gravi, spiega il fisico statunitense, ma non sono state catastrofi assolute, che avrebbero potuto giustificare la feroce critica di politici e opinione pubblica riguardo al nucleare e all’estrazione di carburanti fossili con nuove tecnologie.
Questo il mio commento riguardante i cosiddetti "media":
noi li consideriamo "mezzi di informazione", ma in realtà si ispirano quasi sempre alle tecniche "pubblicitarie", cioè suscitano, già dai titoli, emozioni intese ad indurre comportamenti economici (comprare il giornale, la rivista, o fare audience ad un canale TV) oppure politici (votare per chi si dice preoccupato dai problemi "ecologici"). I testi scolastici e gli insegnanti si conformano alla moda: la scuola tradisce il suo compito principale, quello di sviluppare le capacità critiche dell'allievo.
Cordiali saluti,
P.S.
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