Oggi non volevo inserire la frase celebre perché sono proprio incazzata e depressa, ma, per dispetto verso certi lettori, lo farò lo stesso.
Yogi Berra: "Se non andate ai funerali degli altri, loro non verranno al vostro"
Cronaca di una lunga assenza dal blog.
Da settimane che quasi ogni sera e a volte 4-5 volte nella stessa sera sono costretta a scendere dal portone e a sfilare un ferretto/graffetta infilzata nel citofono che fa suonare continuamente il mio campanello.
Stufa di questo e di dove stare in eterna veglia notturna per un imbecille, ecco l'idea del genio: non aspetto in casa ma faccio ronda intorno al palazzo.
La mia idea fu stroncata nel giro di sei notti (avevate notato che non vi scrivevo più di notte, vero?) quando scese su Monza un gelo siberiano.
Da qui il genio mostra il suo vero volto: attendo sì fuori casa ma sulle scale, dentro il portone.
Mossa astutissima, posizione felice e.... tanti cordiali saluti ai vicini di casa dagli occhi strabuzzanti e dalle frasi stupide come loro.
Ho trascorso quattro nottate con il cellulare in modalità
foto notturne in mano, la chiave di casa dall'altra e pronta a tutto come una 007 ormai in carriera.
Ero certa che la mia idea avesse la migliore fortuna quando vedo un tipo (descritto molto bene alla polizia) adulto che si avvicina al citofono e sembra armeggiarci su. Mi alzo, punto il cellulare e... scatto.
Scatto una sega di nulla perché quel figlio di p... che ha progettato il Nokia 6151 ha previsto che dopo una lunga assenza senza fare foto la modalità "
fotografia" si mette in stand by.
Il tipo mi vede dentro e fa
qualcosa, io giro i tacchi e procedo lestamente verso casa mia, al primo piano. Non appena mi volto puntando dritta verso la prima delle due rampe di scale sento che qualche vicino di casa, "furbacchione", ha aperto il portone.
La mia fuga si fa pazza, perdo una ciabatta sulle scale ma me ne infischio, mi infilo il cellulare negli slip e scelgo la chiave di casa; la infilo nella toppa di casa ma questa stronza non gira, si inceppa. Tiro fuori la chiave per vedere se è quella o l'ho sbagliata e la mia testa si infila a velocità 100 km/h contro lo stipite del portoncino di casa. Mi giro, guardo in faccia la morte e il bastardo che in quel momento la rappresenta e non capisco più nulla: so che l'ho morso, graffiato, tentato di accecarlo e lui mi ha sbatacchiata per terra. Ho un flash di me che sto per dare una clamorosa musata contro uno scalino e d'istinto decido di girare la testa e salvarmi i denti, ma a scapito dell'orecchia destra e del mento. Mi ricordo un fortissimo colpo ricevuto in pancia che mi ha lasciata a bocca aperta mentre lo guardavo e sapevo che stavo incontrando mia mamma. A meno che non uscisse quella deficiente che ha aperto il portone alle 5 di mattino a uno sconosciuto!
Il resto non lo so. Ho visto due foto di me a terra con un'aureola di sangue intorno alla mia testa, io sembro morta, bianchissima. Le foto sono state scattate dalla figlia dei miei dirimpettai, mentre l'ambulanza veniva a portarmi via.
Io riprendo a raccontare davanti a due medici che mi guardano dall'alto in basso e si parlottano tra loro.
Quando inizio a capire qualcosa sento dire che "
va tutto bene, tua nonna è in ingresso e
ti aspetta". Invece stava pregando: pregava per la mia vita, pregava per la mia testa che dopo certe botte così forti inizi a ragionare meglio di prima. Pregava San Gennaro e un santo dal nome buffissimo ma "potente assai" per mia nonna:
San Gaspare del Bufalo.
Ora sono a casa (da ieri pomeriggio) e sto bene, se ci eccettua metà viso gonfio e bluastro, tre fratture alle dita anulare e medio della mano sinistra, due costole incrinate, una "rima" nel bacino. Mi hanno rasata a zero in testa e bucata polsi, dita e avambracci peggio di una tossica. Dolore in ogni millimetro quadrato di me, dentro e fuori, soprattutto nel mio org

oglio di donna ferito a morte davanti e dietro lo specchio.
Un grande sabato mattina insomma.
Ora dopo una settimana dall'incontro di un vero assassino riprendo a scrivere. L'avvocato amico di mio padre deve pur vivere ed io gli sto dando più cause di molti suoi affezionatissimi clienti: sia civili che penali.
Mi dicono che ho una certezza: qualcuno prima o poi mi rimborserà tutto questo. A meno che non sia un nullatenente disperato......
E disperata, ora, lo sono io:
perché mia mamma non mi ha voluta con sè?