sabato 2 marzo 2013

Una settimana all’Estero: in Italia.


Dopo oltre 30 mesi di “forzato esilio” (derivante da una sentenza italiana che mi imponeva di abitare a pochi metri da chi ha tentato di uccidermi) dalla mia Patria natia e conseguente peregrinazione in giro per il Mondo (Francoforte, Dubai, Wiwersheim, Bruxelles e Lille) eccomi pronta a tornare a “casa”: in realtà la mia destinazione non è Monza (dove ho vissuto la mia infanzia) e né Milano (dove sono nata), ma Genova.
Qui vive un mio zio, ma soprattutto c’è l’ospedale pediatrico più importante d’Europa.
Durante il mio “vagabondare” fuori dall’Italia sono riuscita a procreare una stupendissima bimba, pur rimanendo “single”; anzi, di più: durante una convivenza con un’altra ragazza!
Ok, ok, vi svelo il trucco: gli ultimi mesi di convivenza mi “consolavo” anche con un amichetto francese, di Lille (il suo nome lo evito, visto che si è defilato ben prima di sapere che ero incinta, accontentandosi di qualche “segnale sospetto”. E, adesso che mi vede con la bimba in braccio, al massimo muove la manina a mo’ di bambino delle Elementari come suo spassionato saluto.
La bimba si chiama Alice; a volte la chiamo “Alice junior” per via che non la vedo ancora la reincarnazione della mia gemellina, ma il frutto di una mia crescita (morale, spirituale e fisica) ancora in continua espansione…
Questa bimba ha una sequela interminabile di problemi, il più importante di questi è senza dubbio quello, anzi quelli, legati al cuore.
Cosicché, dopo aver consultato la “cream” degli specialisti francesi (Lille e Parigi) eccomi in procinto per tornare in Patria.
Pullman da dove abito (un conventino poco fuori città) a Lille, da qui treno per Bruxelles (che qui chiamano Brussels) e infine volo fino al “Cristoforo Colombo” di Genova: non mi ricordavo di aver mai visto aeroporti totalmente sul mare, in stile palafitta. Ma, per fortuna, il nostro pilota è riuscito a fermarsi ben prima del recinto che divide la terraferma dall’acqua. Applauso (tutto italico, che vergogna!) al pilota (in caso di schianto l’applauso non glielo si fa!) e tutti giù per terra: recupero del passeggino (lasciato nel vano-piloti) e della mega-valigia e via a trovare lo zio che ci aspetta.

Nel viaggio in auto fino a casa sua mi godo dei manifesti elettorali: sembra che ognuno voglia fare il politico, da magistrati a comici, a cassintegrati, no-TAV, no-global, no-tutto, saltimbanchi e ballerine…
Cerco di radunare le idee e riesco a dividere i candidati in tre gruppi: il primo possiamo nominarlo del “Kamasutra” visto che, con poco sforzo a modificarne il nome, possiamo definirlo composto da Prendola-Di Dietro, Bocchino e Ingoia; ovviamente all’interno di Casini Fini, o in altri modi detti “Bordelli di lusso”
Il secondo gruppo è mutuato dai cartoni per bambini, composto dal Grillo-sempre-parlante e da Gargamella e il Puffo blu (avete notato che Berlusconi è sempre vestito di blu?). Ovviamente Gargamella sembra sempre il più forte e vuole mangiarsi il Puffo ma questi, ben più furrrrrbo, riesce sempre a salvarsi la ghirba e a sbeffeggiarlo.
E’ successo anche questa volta!
Il terzo gruppo è senza dubbio il più macabro: la lista “ciNica” con MoRti come suo massimo esponente (e, visto cos’ha combinato nei suoi 13 mesi di disastri totali) sembra vantarsi dei tanti suicidi che ha provocato. Come a dire “se non ci fossi stato io tutti questi morti, un domani, avrebbero preteso una pensione!”
Un ragionamento filato, non c’è che dire!

Per fortuna ho goduto solo degli ultimissimi sprazzi della campagna elettorale e mi sono subito tuffata sugli incontri con i Medici del Gaslini.
Entrando in questo ospedale ci si domanda se si è finiti bel centro storico cittadino o in un luogo di cura: stradine strettissime, budelli con piccole siepi e auto parcheggiate quasi sugli alberi.
Poi spunta un complesso nuovisssssimoooo: sembrano gli alberghi di Dubai nel bel mezzo del deserto. Come l’hanno chiamato sto palazzotto nuovo? “Ospedale di giorno”! O_O
Ci si aspetterebbe anche un “ospedale di notte” e un calendario dove specificare quando inizia il giorno e quando la notte.
Ma chiamarlo, non so, “day hospital” sembrava troppo poco europeo?
Comunque è stupendo!
Avranno speso milioni di Euro, cioè tutto, visto che non sono rimasti nemmeno i 50-100 Euro per mettere un paio di cartelli al suo interno, che chiarisca dove andare e cosa fare.
Le Operatrici agli sportelli si dividono nelle categorie delle “professionali e gentilissime” e delle “zitelle e acide”. Io ho provato entrambe le categorie e posso ritenermi felice per questo: “bisogna provare di tutto nella vita” ripetevano a scuola. Beh, di mooolte cose preferisco far provare ad altri e poi me le faccio raccontare! :D hahahaha
I Medici sono in gambissima, questo va detto. Come va detto che seguono i bimbi in modo gentile e amorevole; molto meno gli adulti che vengono bistrattati e quasi allontanati, come se fossero un’appendice (per altro sgradita) del bambino.
Io ho “spalle grosse e forti” e non mi sono mai abbattuta per i modi con cui mi trattavano. Nemmeno quando, per allattare Alice, mi hanno messa in uno stanzino tipo quello per le scope, a fianco del gabbiotto delle infermiere che, passando, guardavano (tutte e tutti) dentro con molto stupore. Eppure era proprio quella la stanza adibita ad allattare!
In un enorme ospedale pediatrico, tra l’altro definito “di giorno”, hanno tenuto uno stanzino “2 metri per 2 metri” (ad essere generose) per cambiare i bimbi ed allattarli. Ah, ovviamente, il pannolino sporco va portato in un altro stanzino, a circa 50 metri di distanza, dove buttarlo. Mah!?!?
Almeno qui vige l’ottimismo sfrenato: va tutto bene, la bimba reagisce, non va operata. Va tutto così bene che “sarebbe meglio portarla all’ospedale San Martino per ulteriori accertamenti”
Mistero della fede!
In Francia erano tutti propensi per l’operazione chirurgica, in Italia tutti a scongiurarla: a questo punto mi sono sentita in obbligo a dire che, se era una mera questione di costi, io ero disposta a pagarla di tasca mia l’operazione. Non l’addebitavo alla Regione Lombardia (da dove provengo) e nemmeno alla sfasciatissima Italia. Poi, con gli esiti delle ultime votazioni politiche, si sente un’aria pesantissima di sfiducia, di “gran casino”. Siete riusciti a mettere fuori gioco l’unico che avrebbe avuto i mezzi e la forza per rimettere in piedi la nazione, complimenti! (Un motivo in più per non rimpiangere l’esilio forzato, specie se dovessi parlarvi dell’attuale italica magistratura: non tutta, ma di quella minoranza chiassosa e visibile sui “media”)

In ogni caso adesso sono tornata al conventino, dopo una settimana italiana trascorsa da un ospedale e l’altro, inframmezzata da una gita al “Porto Antico” di Genova (credo che di “antico” abbia solo il nome, visto che, a dir tanto, avrà 20 anni la sua costruzione) e all’Acquario:  prezzo al 100% ma le vasche aperte sono non più del 60-70%. Foto ricordo (lasciata ai miei zii) e una marea di “mosconi” (a Genova li chiamano “tacchini”, sarà la grandezza del “moscone”? Ahahah): ragazzi e signori (anche con i capelli bianchi) dediti a costruire frasi con parole mielose, a inviti per ognidove e ad aiutarti in ogni tua esigenza, addirittura a spingere la carrozzina, a scavalcare un ponticello, a spiegarti il tipo di animale si sta vedendo nella vasca (basterebbe leggere la descrizione in appositi cartelli). E poi a offrire caffè, aperitivi e cene…
Non ho accettato nulla di tutto ciò, anteponendo la mia dignità da zitellaccia al risparmio di qualche centesimo, ma mi ripropongo che, alla prossima “gita” in Italia potrei vivere spesata e coccolata da tutti questi “amici” dell’ultima ora. Ahahahah.
Dai, ragazzi ed ex-ragazzi: ormai sono una mamma, anche se ho 22 anni; ho un peso sulle spalle. E credo di saper distinguere gli esseri umani! Sono una (ex?) maschiaccia, non dimenticatelo.

Alla prossima, un bacio.
Flaviaccia


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