Dopo oltre 30 mesi di “forzato esilio” (derivante da una
sentenza italiana che mi imponeva di abitare a pochi metri da chi ha tentato di
uccidermi) dalla mia Patria natia e conseguente peregrinazione in giro per il
Mondo (Francoforte, Dubai, Wiwersheim, Bruxelles e Lille) eccomi pronta a
tornare a “casa”: in realtà la mia destinazione non è Monza (dove ho vissuto la
mia infanzia) e né Milano (dove sono nata), ma Genova.
Qui vive un mio zio, ma soprattutto c’è l’ospedale
pediatrico più importante d’Europa.
Durante il mio “vagabondare” fuori dall’Italia sono riuscita
a procreare una stupendissima bimba, pur rimanendo “single”; anzi, di più:
durante una convivenza con un’altra ragazza!
Ok, ok, vi svelo il trucco: gli ultimi mesi di convivenza mi
“consolavo” anche con un amichetto francese, di Lille (il suo nome lo evito,
visto che si è defilato ben prima di sapere che ero incinta, accontentandosi di
qualche “segnale sospetto”. E, adesso che mi vede con la bimba in braccio, al
massimo muove la manina a mo’ di bambino delle Elementari come suo spassionato
saluto.
La bimba si chiama Alice; a volte la chiamo “Alice junior”
per via che non la vedo ancora la reincarnazione della mia gemellina, ma il
frutto di una mia crescita (morale, spirituale e fisica) ancora in continua
espansione…
Questa bimba ha una sequela interminabile di problemi, il
più importante di questi è senza dubbio quello, anzi quelli, legati al cuore.
Cosicché, dopo aver consultato la “cream” degli specialisti
francesi (Lille e Parigi) eccomi in procinto per tornare in Patria.
Pullman da dove abito (un conventino poco fuori città) a
Lille, da qui treno per Bruxelles (che qui chiamano Brussels) e infine volo
fino al “Cristoforo Colombo” di Genova: non mi ricordavo di aver mai visto
aeroporti totalmente sul mare, in stile palafitta. Ma, per fortuna, il nostro
pilota è riuscito a fermarsi ben prima del recinto che divide la terraferma
dall’acqua. Applauso (tutto italico, che vergogna!) al pilota (in caso di
schianto l’applauso non glielo si fa!) e tutti giù per terra: recupero del
passeggino (lasciato nel vano-piloti) e della mega-valigia e via a trovare lo
zio che ci aspetta.
Nel viaggio in auto fino a casa sua mi godo dei manifesti
elettorali: sembra che ognuno voglia fare il politico, da magistrati a comici,
a cassintegrati, no-TAV, no-global, no-tutto, saltimbanchi e ballerine…
Cerco di radunare le idee e riesco a dividere i candidati in
tre gruppi: il primo possiamo nominarlo del “Kamasutra” visto che, con poco
sforzo a modificarne il nome, possiamo definirlo composto da Prendola-Di
Dietro, Bocchino e Ingoia; ovviamente all’interno di Casini Fini, o in altri
modi detti “Bordelli di lusso”
Il secondo gruppo è mutuato dai cartoni per bambini,
composto dal Grillo-sempre-parlante e da Gargamella e il Puffo blu (avete
notato che Berlusconi è sempre vestito di blu?). Ovviamente Gargamella sembra
sempre il più forte e vuole mangiarsi il Puffo ma questi, ben più furrrrrbo,
riesce sempre a salvarsi la ghirba e a sbeffeggiarlo.
E’ successo anche questa volta!
Il terzo gruppo è senza dubbio il più macabro: la lista
“ciNica” con MoRti come suo massimo esponente (e, visto cos’ha combinato nei
suoi 13 mesi di disastri totali) sembra vantarsi dei tanti suicidi che ha
provocato. Come a dire “se non ci fossi stato io tutti questi morti, un domani,
avrebbero preteso una pensione!”
Un ragionamento filato, non c’è che dire!
Per fortuna ho goduto solo degli ultimissimi sprazzi della
campagna elettorale e mi sono subito tuffata sugli incontri con i Medici del
Gaslini.
Entrando in questo ospedale ci si domanda se si è finiti bel
centro storico cittadino o in un luogo di cura: stradine strettissime, budelli
con piccole siepi e auto parcheggiate quasi sugli alberi.
Poi spunta un complesso nuovisssssimoooo: sembrano gli
alberghi di Dubai nel bel mezzo del deserto. Come l’hanno chiamato sto
palazzotto nuovo? “Ospedale di giorno”! O_O
Ci si aspetterebbe anche un “ospedale di notte” e un
calendario dove specificare quando inizia il giorno e quando la notte.
Ma chiamarlo, non so, “day hospital” sembrava troppo poco
europeo?
Comunque è stupendo!
Avranno speso milioni di Euro, cioè tutto, visto che non sono rimasti nemmeno i 50-100 Euro per mettere un paio di cartelli al suo interno, che chiarisca dove andare e cosa fare.
Avranno speso milioni di Euro, cioè tutto, visto che non sono rimasti nemmeno i 50-100 Euro per mettere un paio di cartelli al suo interno, che chiarisca dove andare e cosa fare.
Le Operatrici agli sportelli si dividono nelle categorie
delle “professionali e gentilissime” e delle “zitelle e acide”. Io ho provato
entrambe le categorie e posso ritenermi felice per questo: “bisogna provare di
tutto nella vita” ripetevano a scuola. Beh, di mooolte cose preferisco far
provare ad altri e poi me le faccio raccontare! :D hahahaha
I Medici sono in gambissima, questo va detto. Come va detto
che seguono i bimbi in modo gentile e amorevole; molto meno gli adulti che
vengono bistrattati e quasi allontanati, come se fossero un’appendice (per
altro sgradita) del bambino.
Io ho “spalle grosse e forti” e non mi sono mai abbattuta
per i modi con cui mi trattavano. Nemmeno quando, per allattare Alice, mi hanno
messa in uno stanzino tipo quello per le scope, a fianco del gabbiotto delle
infermiere che, passando, guardavano (tutte e tutti) dentro con molto stupore.
Eppure era proprio quella la stanza adibita ad allattare!
In un enorme ospedale pediatrico, tra l’altro definito “di giorno”, hanno tenuto uno stanzino “2 metri per 2 metri” (ad essere generose) per cambiare i bimbi ed allattarli. Ah, ovviamente, il pannolino sporco va portato in un altro stanzino, a circa 50 metri di distanza, dove buttarlo. Mah!?!?
In un enorme ospedale pediatrico, tra l’altro definito “di giorno”, hanno tenuto uno stanzino “2 metri per 2 metri” (ad essere generose) per cambiare i bimbi ed allattarli. Ah, ovviamente, il pannolino sporco va portato in un altro stanzino, a circa 50 metri di distanza, dove buttarlo. Mah!?!?
Almeno qui vige l’ottimismo sfrenato: va tutto bene, la
bimba reagisce, non va operata. Va tutto così bene che “sarebbe meglio portarla
all’ospedale San Martino per ulteriori accertamenti”
Mistero della fede!
In Francia erano tutti propensi per l’operazione chirurgica,
in Italia tutti a scongiurarla: a questo punto mi sono sentita in obbligo a
dire che, se era una mera questione di costi, io ero disposta a pagarla di
tasca mia l’operazione. Non l’addebitavo alla Regione Lombardia (da dove
provengo) e nemmeno alla sfasciatissima Italia. Poi, con gli esiti delle ultime
votazioni politiche, si sente un’aria pesantissima di sfiducia, di “gran
casino”. Siete riusciti a mettere fuori gioco l’unico che avrebbe avuto i mezzi
e la forza per rimettere in piedi la nazione, complimenti! (Un motivo in più
per non rimpiangere l’esilio forzato, specie se dovessi parlarvi dell’attuale
italica magistratura: non tutta, ma di quella minoranza chiassosa e visibile
sui “media”)
In ogni caso adesso sono tornata al conventino, dopo una
settimana italiana trascorsa da un ospedale e l’altro, inframmezzata da una
gita al “Porto Antico” di Genova (credo che di “antico” abbia solo il nome,
visto che, a dir tanto, avrà 20 anni la sua costruzione) e all’Acquario: prezzo al 100% ma le vasche aperte sono non
più del 60-70%. Foto ricordo (lasciata ai miei zii) e una marea di “mosconi” (a
Genova li chiamano “tacchini”, sarà la grandezza del “moscone”? Ahahah):
ragazzi e signori (anche con i capelli bianchi) dediti a costruire frasi con
parole mielose, a inviti per ognidove e ad aiutarti in ogni tua esigenza,
addirittura a spingere la carrozzina, a scavalcare un ponticello, a spiegarti
il tipo di animale si sta vedendo nella vasca (basterebbe leggere la
descrizione in appositi cartelli). E poi a offrire caffè, aperitivi e cene…
Non ho accettato nulla di tutto ciò, anteponendo la mia
dignità da zitellaccia al risparmio di qualche centesimo, ma mi ripropongo che,
alla prossima “gita” in Italia potrei vivere spesata e coccolata da tutti
questi “amici” dell’ultima ora. Ahahahah.
Dai, ragazzi ed ex-ragazzi: ormai sono una mamma, anche se
ho 22 anni; ho un peso sulle spalle. E credo di saper distinguere gli esseri
umani! Sono una (ex?) maschiaccia, non dimenticatelo.
Alla prossima, un bacio.
Flaviaccia
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