
"Un angelo si è seduto accanto a me e quando mi sono voltata per chiedergli "perché?" ha aperto le sue lunghe e bianchissime ali ed è volato via..." Quell'angelo era mia sorella Alice. Flaviaccia
giovedì 30 ottobre 2008
15enne morta e reincarnata (da leggere: pazzesco)

Marco e Alice: come conoscersi giocando

mercoledì 29 ottobre 2008
Test: sei gelosa?

La morte di un motorino: il mio



martedì 28 ottobre 2008
Oggi parliamo di...


lunedì 27 ottobre 2008
Giada e il suo "lato B"
domenica 26 ottobre 2008
Poesia: La "suorella"

Avete visto mai una suora
ridere e scherzare?
E imboccare un bimbo
tutta piena della sua pappa?
o sottobraccio a un “tossico”
che minaccia morte al Mondo?
O passare ore seduta con la povera
a parlarle fitta di problemi e soluzioni?
Del Papa e del Governo?
Non certo vicina a un barbone
che ha avuto una maglia in dono
(e che la ringrazia regalandole del vino!).
Canta, balla, gioca
e fa le facce buffe
la suora che sol’io conosco.
Aspetta, Lachris, un anno ancora
e la vedrai anche tu
parlare di lei, di te e di Gesù.
Voglio dirlo a tutti

che il Mondo è proprio bello
e che Dio ci ama sempre
anche se, per noi,
valiamo poco... o niente!
sabato 25 ottobre 2008
Poesia: Amo
AMO (metrica: ABABCDC)
Mi chiedono spesso
cosa amo fare,
se il cibo oppure il sesso
mi fanno sognare.
O un bel paio di stivali
o molti soldi
che dicono a tutti quanto vali.
Ma a quelli
non penso neppure:
meglio vedere gli uccelli
nelle giornate più dure
volare felici,
cantando,
sopra i loro nemici.
Io amo te, donna,
come amo me stessa
quando porto una gonna;
o la Professoressa
che parla per ore
ignorando sempre
il nostro lungo dolore.
Amo i parenti
e chi mi invita a un giuoco,
a scuola amo anche i ripetenti
e chi accende in me un fuoco;
amo la musica ed i colori
e, inaspettatamente,
anche i più piccoli dolori.
Amo i ragazzi,
alti, bassi o brutti,
pure i più pazzi
e perfino quelli “distrutti”;
amo l’aria e la vita,
ridere con un bimbo
contando sulle sue dita.
Amo anche me
e chi incontro nella Rete,
amo il barbone e amo il re.
Ma voi non mi crederete
che amo le mosche quanto le formiche?
E, vi sembrerà strano,
amo perfino le mie migliori amiche!

Mi chiedono spesso
cosa amo fare,
se il cibo oppure il sesso
mi fanno sognare.
O un bel paio di stivali
o molti soldi
che dicono a tutti quanto vali.
Ma a quelli
non penso neppure:
meglio vedere gli uccelli
nelle giornate più dure
volare felici,
cantando,
sopra i loro nemici.
Io amo te, donna,
come amo me stessa
quando porto una gonna;
o la Professoressa
che parla per ore
ignorando sempre
il nostro lungo dolore.
Amo i parenti
e chi mi invita a un giuoco,
a scuola amo anche i ripetenti
e chi accende in me un fuoco;
amo la musica ed i colori
e, inaspettatamente,
anche i più piccoli dolori.
Amo i ragazzi,
alti, bassi o brutti,
pure i più pazzi
e perfino quelli “distrutti”;
amo l’aria e la vita,
ridere con un bimbo
contando sulle sue dita.
Amo anche me
e chi incontro nella Rete,
amo il barbone e amo il re.
Ma voi non mi crederete
che amo le mosche quanto le formiche?
E, vi sembrerà strano,
amo perfino le mie migliori amiche!
venerdì 24 ottobre 2008
Poesia: senza titolo ("Valeria ti amo")
mercoledì 22 ottobre 2008
Dal diario segreto di Alice: 7 agosto 2006
Otto giorni prima della sua morte e tre giorni prima di essere ricoverata, Alice scriveva:
Diario del 7/8/2006
Mi sono chinata sul mio angelo per accarezzarlo e mi ha scacciata piangendo. Il mio cuore soffre e la mia testa sta impazzendo: sto male e ho fame. Non desidero essere la schiava del mio stomaco ma la fisicità urla ed io la sento. Perché non urla anche l’anima e mi illumina su cosa mi sta accadendo? Perché anche chi mi hai donato per stare sempre con me mi manda via? Cosa sto facendo di sbagliato? Non c’è aria e sono sempre più sulle ginocchia. E queste le chiamano vacanze? Non vedo l’ora di riprendere la scuola… E finirla con un voto discreto e… sperare non mi rimandino ancora l’inizio della mia stupenda vita tutta dedicata a Te!
Nota (a cura di Flaviaccia):
"l’inizio della mia stupenda vita", cioè un ulteriore passo verso il diventare suora (Alice lo chiamava con un nome ben preciso ma io adesso non lo ricordo: noviziato???)
Diario del 7/8/2006

Mi sono chinata sul mio angelo per accarezzarlo e mi ha scacciata piangendo. Il mio cuore soffre e la mia testa sta impazzendo: sto male e ho fame. Non desidero essere la schiava del mio stomaco ma la fisicità urla ed io la sento. Perché non urla anche l’anima e mi illumina su cosa mi sta accadendo? Perché anche chi mi hai donato per stare sempre con me mi manda via? Cosa sto facendo di sbagliato? Non c’è aria e sono sempre più sulle ginocchia. E queste le chiamano vacanze? Non vedo l’ora di riprendere la scuola… E finirla con un voto discreto e… sperare non mi rimandino ancora l’inizio della mia stupenda vita tutta dedicata a Te!
Nota (a cura di Flaviaccia):
"l’inizio della mia stupenda vita", cioè un ulteriore passo verso il diventare suora (Alice lo chiamava con un nome ben preciso ma io adesso non lo ricordo: noviziato???)
Cronaca di vita vissuta insieme

1) Quando ho incontrato Sara (sorella maggiore di Alice) con lei c’era anche sua figlia di 3 anni, Tiziana. Ci ha sentiti parlare di Alice e a un certo punto ha preso la parola e ha detto: “mia zia Alice è volata in cielo andando con l’altalena. Si è data una spinta un po’ più forte… e voilà. Ora non c’è più ma poi ritorna appena si accorge che è in cielo e non più qui da noi”
2) Trovato un foglio di quaderno strappato con su queste frasi scritte una appresso all’altra, rimasta sotto il banco di Alice e da lei stessa regalatomi dopo l’ultimo sproloquio ricevuto.
17 maggio 2003 Alice, tu sei il mio amore più bello della mia vita. Dimmi di sì e io sono l’uomo più felice della terra. Riccardo Capitale della cultura brianzola,
19/05/’03 Riccardo, ti posso dire quanti “sì” desideri ma non a quello che pensi tu. Io sono già felicemente sposata e non credo possa essere il tuo tipo esatto di ragazza. Evidentemente non mi conosci bene e quindi non puoi dire che sono il tuo amore. Non trovi? Alice
21 maggio Tu sei bellissima e se ti tocco trovo il cielo, ti conosco meglio di ogni altra ragazza e a me basta solo poter uscire con te a mangiare una pizza o a fare un giro in centro. Ti amo mia bellissima ragazza. Riccardo
23/05/’03 Ho capito Riccardo, se io fossi una mela tu mi vorresti per tenerti la buccia e buttare via il tutta la mela. Non sono per te, credimi. Lascia perdere. Grazie infinite. Alice
24 maggio Sei tu che non capisci che io ti amo da impazzire e che voglio che tu diventi presto la mia ragazza. Io voglio solo che tu mi dai una possibilità e io sono più che certo che tu mi vorrai vedere ancora. Io sono un ragazzo gentile che sa ascoltare gli altri e sono molto generoso, tu con me potrai diventare una regina di quante cose preziose ti regalerò. Devi solo darmi una possibilità. Io sono un anno più grande di te [sbagliando: Alice era praticamente avanti di 2 anni su di noi e quindi aveva almeno 3 anni in meno di questo ragazzo] e devi fidarti della mia esperienza molto più vasta della tua. Capisci? TI AMO [parola ripetuta per 32 volte]
3) Sentita in diretta, Novembre 2005 (noi siamo in II Liceo):
Marcello, detto Marcellino per la statura (I Liceo), appena usciti da scuola: Alice lo vuoi un passaggio [in moto]? Alice: nemmeno morta, grazie Marcello: dai, lo sai che io posso farti felice Alice: questo è uno dei motivi del no, grazie infinite Marcello, ai suoi amici che gli stavano intorno, a bassa voce: che stronza Alice: sento che hai già iniziato a farmi felice. Potevi evitartelo, a me bastava il pensiero
4) Primi giorni di scuola del V Ginnasio (circa settembre/ottobre 2004), dentro l’anticamera del bagno delle femmine. Giuseppe: Alice, ma sei ancora nel bagno degli uomini? Ah ah ah ah Alice: ma dai, sei tu che sei nel bagno delle ragazze. Giuseppe: come vedi io sono qui e quindi tu sei nel bagno degli uomini Alice: acci, è vero: se tu sei qui sono finita nel bagno dei maiali. Un attimo che vado via subito
5) Inverno (forse Gennaio) 2006, in classe Alice era appena entrati in aula all’esterno rispetto a Valeria e ci fu un giorno che ad ogni lezione le professoresse chiedevano a lei di pulire la lavagna e poi di rimanere lì o per aiutarla a spiegare (scienze) o per scrivere (filosofia e storia) o per essere interrogata (matematica e greco) Ore 12,10 entra in aula la quinta professoressa (Greco): Alice per favore pulisci la lavagna Alice: bene Prof: sì, sì pulisci bene. Poi rimani qui così ti interrogo [mentre Alice pulisce la lavagna e la prof sta cercando sul registro gli altri tre da interrogare] Alice: di bene in meglio, grazie [e a bassa voce a quelli dei primi banchi]: un paio di giorni così e ho tutti i voti. Poi però tocca a voi [sorridendo e facendo la sua risatina da presa in giro]

Si inventa di fare la “professoressa al contrario”: noi la interroghiamo e lei risponde, poi noi le diamo il voto. Pretende il silenzio assoluto, una domanda alla volta e uno che scrive alla lavagna le sue risposte. Noi dobbiamo trascrivere domande e risposte e 15 minuti prima della fine della lezione ognuno deve dire che voto assegnarle.
Una delle domande che le viene posta è questa:
- Alice, tu parli tanto di dare amore agli altri, ma se io lo do a uno non ne rimane più a me e non posso darlo più ad altri. Non ti pare?
E Alice: - tu vedi l’amore come un fiore che si coglie per essere donato, cosicché dopo non lo possiedi più e non puoi più donarlo ad altri. Invece l’amore è un prato fiorito dove tu puoi cogliere interi mazzi di fiori e donarli a chiunque. Quando avrai finito tutti i fiori, voltati a vedere il prato: saranno spuntati nuovi fiori, ancora più numerosi e belli di quelli che avevi prima. Quindi: chi più ama e più amore avrà per se stesso e da donare agli altri
venerdì 17 ottobre 2008
Catechesi in pillole: La bestemmia

Innanzitutto bisogna chiarirci cosa significhi “catechesi”.
Vuole dire “annuncio”, “proposta”, cioè “comunicazione del Vangelo di Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio”. Quindi il Catechista è il comunicatore, il portavoce dell’annuncio più bello: Dio esiste e ci ama!
Domanda della settimana: LA BESTEMMIA: QUANTO GRAVE?
Nessuno sano di mente è contento quando viene insultato e Dio non è da meno.Secondo la Chiesa la bestemmia è un fatto “di gravità inaudita”, ma non è vero. Non vi parlo di cose astratte ma di ciò che fino a oggi ho imparato, discusso, chiarito e vissuto con le consorelle e, per alcuni argomenti, con la M. Superiora stessa. Quindi, risposte da prendere sul serio.
La bestemmia, dicevamo, è un insulto a Dio.
Ma non si insulta chi non esiste, quindi bestemmiare significa credere che Dio esiste.
Occorre, quindi, spiegare meglio chi è Dio e quanto ci ha amati: sacrificare per la nostra salvezza eterna il proprio Figlio unico, innocente, vuole dire amarci proprio molto, molto, molto.

Poi però va chiesto scusa: e anche a Dio va chiesto scusa dopo che lo abbiamo insultato.

Il mio consiglio è quello di recitare il S. Rosario almeno una volta al giorno, la sera prima di andare a nanna per riparare tutta una serie di offese (dette, fatte, perfino le “omissioni”: ciò che avrei dovuto dire o fare ed invece “ho evitato”)...
Un’importantissima nota va sull’unica bestemmia che la Chiesa non può perdonare: quella verso lo Spirito Santo.
Infatti avrebbe il significato di “andare contro la speranza”, cioè contro tutti i fondamentali su cui poggia la nostra fede.
Personalmente posso dirvi che so con estrema certezza che Dio è Amore e che è pronto a perdonarci tutto, solo se noi lo vogliamo e siamo seriamente (Lui legge nei cuori) pentiti.
Discussione argomento e Domande per la prossima settimana
Questo blog in musica
Sono solo canzonette
Edoardo Bennato
(1980)
Mi ricordo che anni fa
di sfuggita dentro un bar
ho sentito un juke-box che suonava
e nei sogni di bambino
la chitarra era una spada
e chi non ci credeva era un pirata!
... e la voglia di cantare
e la voglia di volare
forse mi è venuta proprio allora
forse è stata una pazzia
però è l'unica maniera di dire sempre quello
che mi va!
Non potrò mai diventare
direttore generale
delle poste e delle ferrovie
non potrò mai far carriera
nel giornale della sera
anche perché finirei in galera!
... mai nessuno mi darà
il suo voto per parlare
o per decidere del suo futuro
nella mia categoria
tutta gente poco seria
di cui non ci si può fidare!...
Guarda invece che scienziati,
che dottori, che avvocati,
che folla di ministri e deputati!
Pensa che in questo momento
proprio mentre io sto cantando
stanno seriamente lavorando!
... per i dubbi e le domande
che ti assillano la mente
va da loro e non ti preoccupare
sono a tua disposizione
e sempre, senza esitazione
loro ti risponderanno!...
... io di risposte non ne ho!
io faccio solo rock'n roll!
... se ti conviene bene
io più di tanto non posso fare!...
Gli impresari di partito
mi hanno fatto un altro invito
e hanno detto che finisce male
se non vado pure io
al raduno generale
della grande festa nazionale!
... hanno detto che non posso
rifiutarmi proprio adesso
che anche a loro devo il mio successo,
che son pazzo ed incosciente
sono un irriconoscente,
un sovversivo, un mezzo criminale!...
Ma che ci volete fare
non vi sembrerò normale
ma è l'istinto che mi fa volare!
Non c'è gioco né finzione
perché l'unica illusione
è quella della realtà, della ragione!
... però a quelli in malafede
sempre a caccia delle streghe
dico: no! Non è una cosa seria!
E così è se vi pare
ma lasciatemi sfogare
non mettetemi alle strette
o con quanto fiato ho in gola
vi urlerò: non c'è paura!
Ma c'è politica, che cultura,
sono solo canzonette!...


mercoledì 15 ottobre 2008
TEST / 2 SEI SEXY?


TEST / 1


L'anima e il corpo degli angeli



Marco, il mitico ODX di Managerzone




lunedì 13 ottobre 2008
Scusate ma ve la devo: vi presento mio padre



venerdì 10 ottobre 2008
Gli occhi di scarafaggio (beatle's eyes)



Il mio Matrimonio ideale


mercoledì 8 ottobre 2008
Appunti per una favola
Un'altra bellissima favola scritta da Alice: lei lo aveva intitolato "appunti"
La vecchina era immobile a guardare il tramonto e pensava a quando era ancora vivo il suo amato marito: erano stati una coppia davvero fortunata: i soldi non erano mai pochi e non avevano mai avuto grossi problemi. Avevano perfino acquistato una bella casetta in cima alla più bella montagna della zona e anche una buona parte di questa era diventata loro, comprata poco alla volta.
Dopo che era rimasta sola e così tanto anziana da non poter quasi più camminare aveva dovuto arrangiarsi. E lo aveva fatto in un modo proprio singolare, utilizzando le piccole bestiole del boschetto lì vicino: quando doveva spedire una lettera chiamava un passerotto e la consegnava a lui che la portava in volo direttamente al destinatario. Per prendere delle verdure per la minestra chiamava un coniglietto e gli indicava cosa avesse bisogno e poco dopo se lo ritrovava direttamente a casa. Su questo era stata proprio fortunata, ma perché era sempre stata buona e gentile con tutti e tutti la rispettavano e le volevano bene.
Un giorno che doveva mandare dei saluti ad una vecchia amica, anche lei molto anziana, che viveva al di là della seconda montagna chiamò il solito passerottino del bosco e gli diede la lettera da portare. Aveva già fatto molte altre volte quel tragitto e, anche se era particolarmente lontano, lo faceva sempre volentieri per rendersi utile a quella brava nonnina e per non farla sentire troppo sola.
Appena giunto a destinazione, consegnò la lettera ed aspettò un pochino per sapere se c’era una risposta da portare alla vecchina. In quel frangente il passerotto scorse un giornale aperto su una pagina, il cui titolo gli rimase terribilmente impresso: “ragazzina di 16 anni scappa di casa per farsi suora”. Non riuscì a leggere oltre il titolo ma già questo lo turbò moltissimo. “Come si può scappare di casa dall’amore dei propri genitori per andare a rinchiudersi in un convento a pregare e a pensare solo agli altri?”. Proprio non capiva.
Infatti appena ritornato dalla nonnina della montagna il passerotto le raccontò ciò che aveva letto e le chiese se anche lei la pensasse allo stesso modo. Anche la vecchina non trovava spiegazione a questo modo di agire.
“Sì, fare del bene è una cosa giusta. Ma come si fa a vivere pensando soltanto agli altri senza mettere da parte soldi per il proprio futuro?”. “Inoltre andare contro i propri genitori per fare certe scelte, che assurdità!”.
Lei era stata sempre una persona retta, giusta ed educata con le persone, perfino simpatica, ma aveva sempre pensato che ognuno si costruisce il proprio futuro mettendo da parte soldi solo per se stessi. E nella stessa logica che non hanno mai voluto dei figli: questi tolgono “sostanze” alla famiglia, sia come soldi che come energia fisica per farli crescere e seguirli nelle loro inclinazioni. E quelle energie le servivano per lavorare e poter guadagnare “per il futuro”. “Va bene, abbiamo molti soldi, ma cosa ne sappiamo se basteranno da qui alla nostra morte?” era lo slogan sia della nonnina che del suo defunto caro marito.
Ma ora quella notizia l’aveva sconvolta: “una ragazzina era un limpido esempio di scelleratezza, se non proprio di stupidità umana, mentre le persone anziane sono da sempre additate come la saggezza del Mondo”, questo si stava ripetendo già da un po’, quasi per convincersi che aveva ragione lei. “Che diamine, non posso aver vissuto così tanti anni sbagliando così tanto!”
Inoltre cosa fanno le suore? Pregano, lavorano e fanno del bene. Anche lei aveva sempre pregato, Dio doveva essere proprio contenta di lei; ed aveva sempre lavorato tanto e sodo per poter avere una vecchiaia dignitosa. E il bene lo faceva già abbastanza non procurando del male a nessuno! E poi se tutti le volevano bene voleva dire che lei aveva vissuto proprio come si conviene!
“Certo non c’era nessun poverello che poteva dire di aver ricevuto nemmeno un centesimo da lei”, “e nessun bimbo può ricordarsi di aver avuto nemmeno una carezza!”. “Va bene ma le cose importanti sono altre: sono lavorare ed essere in pace con se stesse, no?”
Ma lei era davvero in pace con se stessa? “Certo che sì”, continuava a domandarsi e a rispondersi da sola, “sono in pace con me stessa perché non sono mai stata allegra e non ho mai sprecato energie e soldi per essere felice; mai una festa o un regalo; mai un giorno di festa, nemmeno la Domenica per andare a Messa: che perdita di tempo prezioso è andare in chiesa, basta una preghiera mentre si lavora e Dio è contento lo stesso!”
“Ma allora perché vivo da sola? Perché nessuno mi viene mai a trovare o a scambiare due parole con me? Perché quella ragazzina correva verso il Convento? Doveva essere proprio felice per farlo spontaneamente! Se poi lo faceva contro il parere dei suoi genitori doveva vedere quella scelta come la scelta della vita, quella che ti cambia tutto, fin dentro il cuore e ti mostra addirittura più bella esteriormente!”
Per la prima volta si sentiva confusa e senza più riferimenti. Andò a dormire pensierosa e rabbuiata, forse aveva sbagliato tutto nella vita? Eppure lei era “così buona, gentile e lavoratrice!”. “Non bastava questo?”
Era notte fonda quando si svegliò di soprassalto: aveva capito che per essere felici nella vita bisognava che gli altri, tutti quelli che aveva incontrato nella vita, dovessero essere felici!
In effetti una festa riesce bene solo se tutti sono allegri: se anche solo un invitato si annoia o siede in un angolo la festa è andata male, è stata un fallimento!
E così è la vita: se incontri chi non è sereno ed in pace con se stesso e passi avanti lasciandolo nello stesso modo, anche tu sarai presto come lui: hai fallito la tua missione. Se invece ti fermi ed ascolti il suo problema e provi ad aiutarlo dandogli alcune soluzioni o solo gli fai sentire che vicino a lui ci sei anche tu, ecco, così hai utilizzato al massimo i doni che ti sono stati dati: il tempo, la parola, un buon cervello, la salute che ti fa muovere ed un cuore buono e puro che ti fa vedere l’infelicità degli altri.
“Puoi correggerti sempre, a qualsiasi età” urlava felice la buona nonnina, sempre più soddisfatta di essersi svegliata nel cuore della notte (in altre occasioni si sarebbe arrabbiata moltissimo perché l’indomani avrebbe reso poco per via del sonno rimasto). “La bontà di Dio è che hai sempre modo di ricominciare, anche quando sei a poche ore dalla morte del tuo corpo. Il Suo giudizio finale dipende solo da te, se hai capito o no questo facile concetto. L’unica cosa che cambia è che hai vissuto, tu, male tutti quegli anni; sei stata, tu, infelice tutto quel tempo che hai pensato solo a te stessa”. Ora era felicissima e lo diventò molto di più appena decise che la sua casa e tutto quel grande terreno pieno di alberi, ruscelli ed animaletti bellissimi e gentili doveva diventare un parco giochi per bambini, specie per quelli senza genitori e quelli poveri, quelli che avevano subito le violenze dei grandi e quelli che non ricordavano di avere mai sorriso o ricevuto un vero bacio di amore sulla testolina intelligente.
Ecco, aveva mandato subito il passerottino dal Notaio più vicino che andasse subito da lei per prendere questo nuovo testamento: soldi ed immobili erano sufficienti per dare un piccolo esempio di Paradiso sulla Terra a chi aveva vissuto solo l’inferno pur non avendo alcuna colpa...
Ancora oggi vive quella nonnina ed è felice a vedere come quei bimbi si divertono, ridono spensierati e corrono urlando e battendo le mani dove lei aveva trascorso il suo tempo a lavorare per accumulare sempre più denaro. Così felice, serena ed in pace con se stessa non lo era stata mai... in vita!



Arrivatami da Alice


Una favola scritta per "www.managerzone.com"
Trovata sul sito dove giocava ad essere una presidente di una squadra di pallone e dove si faceva chiamare “Toposeduto”.
Quella Domenica mattina Giovanni Rana si era svegliato particolarmente felice.
Difatti era giunto il giorno che doveva andare a trovare la sua nipotina di pochi anni: si lavò bene, si pettinò con cura i pochi capelli rimasti e scelse la migliore cravatta da abbinare al vestito. Poi uscì.
Appena trillò il campanello si sentì lo scalpiccio della cameriera che aprì prontamente la porta e Giovanni Rana si precipitò a cercare l’adorata nipote: “qui non c’è” si ripeté tra sé e sé entrando nella cameretta di lei. “Qui nemmeno” si disse uscendo dalla cucina. E poi dalla sala, dal salotto buono, dal terrazzo e persino la cercò nel ripostiglio: nulla. Della sua adorata non c’era traccia.”>Sconsolato andò nel giardino ad aspettare notizie, nel mentre si sarebbe preso un po’ di fresco.
Ed ecco che gli si illuminarono gli occhi: la nipotina cara era lì, in giardino.
Stava seduta a circa due metri di distanza da un muro e guardava in basso. Incuriosito Giovanni Rana le si avvicinò e stava per prenderla in braccio e riempirla di baci quando lei gli fece segno con il dito sul nasino di stare in silenzio. Nel mentre continuava a fissare il muro.
“Macché! Questa bimba è impazzita, ma forse con qualche buon tortellino ben cucinato potrò…” stava pensando questo quando, seguendo lo sguardo della nipotina, vide un piccolissimo buco nel muro: proprio tra il pavimento e la base del muro di cinta. Ci aveva guardato pochi secondi prima e non lo aveva visto.
“Perché?” si ripeteva. Doveva rifarsi gli occhiali nuovi, pensò. Ed andò in cucina a prendere una sedia, la mise accanto a quella della bimba, si sedette e anche lui iniziò a fissare il buco.
Passarono dieci minuti, nulla era accaduto. Si stava per stufarsi ed andarsene quando sentì una voce: lieve, quasi musicale, come di una bambina appena nata, se questa avesse avuto il dono della parola già così presto.
“Oibò!” disse a gran voce Giovanni Rana: “E chi ha parlato?” ripeté più volte…
Stava quasi per svenire quando vide uscire dal buchetto un minuscolo topino. E questi parlava alla nipotina: “Posso stare tranquillo che quell’omone non mi fa del male?” le chiese.
“Ma come!?” disse Giovanni Rana: “è certo che ti farò del male, brutto topo, portatore di malattie in casa della mia stupenda bambina!”. E cercò in giro un bastone per colpirlo.
Ma, prima ancora di potersi voltare alla ricerca dell’arma per aggredire quel piccolo mostriciattolo, sentì: “perché vorresti uccidermi? Non sono forse io come te?”
”In fondo sono anche io un essere vivente. E dotato di parola, proprio come te!
Guarda che, se è per via di quello che voi chiamate anima, anche io ne ho una.
Difatti io fui un essere umano. Ed un maleficio mi trasformò in topo!”
”Oh, questa è bella!” gli rispose Giovanni Rana, ormai placatosi dalla voglia di eliminare subito quel ratto impiccione: “e quali prove mi dai che tu sei o sei stato proprio come noi umani?”
“Tu dici di avere un’anima, ma questa non si può vedere. Dammi delle prove visibili di ciò che dici!” continuò il Re dei tortelli: “gli uomini non sanno solo parlare ma anche fare molte altre cose: per esempio lavorare. E tu lo sai fare?”
Finire la frase e vedere il topino che, con una minuscola ramazza in mano, scopava per terra fu un tutt’uno!
“Che il diavolo mi porti!” sbraitò Giovanni Rana. Ma non si diede per vinto: “gli uomini sanno anche leggere…”. E nel frattempo sentì il topino leggere ad alta voce, per quello che potevano i suoi piccoli polmoni, le insegne dei negozi in strada.
“… e fare di conto!”. Ed eccolo contare i sassolini intorno a lui.
“… e navigare su Internet!” disse Giovanni Rana sempre più visibilmente rabbioso, ma ormai convinto di avere la vittoria in pugno. “Anch’io lo so fare” gli fu risposto. “Collegati al forum di mzitalia.com e ne vedrai i risultati! Ed inoltre sono manager di una squadra di calcio su Managerzone.it!”
“… E UCCIDERE!” urlò come una furia Giovanni Rana e subito andò a prendere un grosso bastone poco distante da lui e minacciava di morte il piccolo sventurato che, lestissimo, si rifugiò dentro la sua tana.
“Ma perché mi aggredisci?” si udì dall’interno del piccolo foro nel muro. “Non ti ho forse dimostrato che anch’io sono come te?”
E continuò il topino: “in realtà io sono profondamente deluso da te. Tu che hai sembianze di un uomo, e di uomo famoso, consideri i tuoi simili solo capaci di lavorare, leggere, fare di conto, navigare su Internet ed uccidere i più indifesi! Guarda che gli uomini si distinguono dagli animali per ben altre cose, lo sai?”
Giovanni Rana intanto stava cercando di ingrandire il buco per infilarci dentro il bastone ed accoppare quell’esserino che gli aveva già bell’è rovinata la Domenica dedicata tutta alla sua nipotina. “Ora ti ammazzo, vedrai!” ripeteva in preda alla collera più nera che mai gli fosse capitata in vita sua. “Ora vedrai che ti prendo e ti ammazzo!”
“Allora non lo sai che gli uomini e le bestie sono diverse solo da pochi ma fondamentali qualità?” gli ripeteva il topino ormai visibilmente allarmato e spaventato: “gli uomini sanno ridere e gli animali no”. “Inoltre sanno inventarsi cose per divertirsi e fare divertire i suoi simili…” continuava il topino.
“Ma soprattutto sanno ascoltare gli altri e… AMARE!”
”Amare in modo gratuito, senza avere nulla in cambio. Senza aspettarsi nulla dall’amato. E senza perdersi d’animo! Perché sanno che è l’amore stesso, quello con la “A” maiuscola, che ricarica lo spirito ed il fisico come, e meglio, di qualsiasi altra cosa!”
“Riflettici sopra, Giovanni” furono le ultime parole che si udirono, poi uno schiocco ed il mattone cedette alla forza dirompente di Giovanni Rana e del suo bastone penetrò fin in fondo alla tana. Aprì il buco così tanto che sia lui che la nipotina poterono vedere interamente la tana dello sfortunato topo: piccolissima ed in ordine, come una minuscola cameretta.
Ma del topino nessuna traccia. Né all’interno della tana ormai divelta, nè sulla punta del bastone sotto forma di peli insanguinati.
Niente!
Nonno e nipote si scambiarono più di uno sguardo incredulo: quel piccolo animale era davvero sparito? Come era stato possibile?
Ancora oggi non se ne sa più nulla di quell’animaletto, un po’ saccente è vero; ma in fondo anche saggio e dolce. E tanto desideroso di aiutare il prossimo, anche e soprattutto senza ricevere nemmeno un “Grazie!”
E si narra che in molti lo stanno cercando ancora: nei vari forum di mzitalia e tra i manager di Managerzone. Almeno provano a vedere dietro le parole che leggono un po’ del tenero topino…
_________________
Aljce/Aliki

Marco Odx racconta Alice /2
Come un amico di Alice e mio, conosciuto tramite web, ricorda un angelo


Una vera amicizia è per sempre, ma quando un amico scompare, il vuoto che lascia in noi è immenso. Vogliamo ricordare per sempre una cara amica che non c’è più; ci ha lasciati ancor prima di compiere i suoi tanto sognati 16 anni; ora sta con il suo amato Gesù, o almeno questo è quello che il mio cuore da semi-ateo mi porta a sperare. La mia fede è legata solamente a questa mia grande speranza, che lei possa ancora da lassu’ guardarci, parlarci e aiutarci nella nostra vita di tutti i giorni. Termino qua questo primo post, perchè il senso e lo scopo di questo blog non è quello di creare nostalgia e malinconia, ma di ricordare una persona veramente speciale e cercare nel nostro piccolo di portare avanti qualche suo piccolo grande sogno: - Portare gioia a tutti i bimbi del mondo - Cercare di renderci tutti più buoni dentro - Renderci utili a tutti e tanto altro che ora mi sfugge … Da parte mia curerò l’aspetto del blog, mentre l’articolista principale sarà una cara amica comune. Alice vivrai sempre nei nostri ricordi, pensieri e cuori …
Dal diario segreto di Alice
Martedì 5 Marzo 2002 
Sono felice! Sono proprio tanto, tantissimo felice!!!
Da oggi sono ufficialmente la fidanzata di Gesù.
L’ultimo incontro (ultimo?), con tanto di domande “strane” e “colloquio” a sorpresa con il Vescovo, mi ha ufficializzata. Presto (mesi? Anni?…), molto presto, inizierò la strada per diventare Sua sposa e sarò ancora più felice di oggi.
Desidero vivere 100 anni (se non 1000) per poter parlare al Mondo intero (tutti…ssimi!) e dire cosa ha fatto Gesù per noi tutti. E cosa sta ancora facendo per noi e farà ancora in futuro, per la nostra salvezza. Per la nostra vita terrena e per quella vera, insieme a Lui.
Da oggi prometto che sarò diversa: metterò sotto i piedi il mio caratteraccio; non sarò più la solita chiacchierona (inutile) e seguirò il mio futuro (e prossimo!) Sposo sempre, sempre, sempre… E quando sarò Sua sposa non farò come tante mogli che criticano, insultano e mettono in ridicolo il marito: vorrò essere una delle mogli esemplari! E starò sempre con il mio Sposo, sarò con Lui sempre amorevole e fiduciosa anche se dovesse donarmi una croce che mi sembrerà davvero troppo pesante…
Problemi:
==> come dirlo ai Gens?
==> e alle amiche? Quali?
Nota (a cura di Flaviaccia):
Mia sorella Alice usava un diario scolastico come suo diario segreto e, questo, a fine pagina aveva qualche riga destinata alle "comunicazioni scuola/casa" e lei usava questo spazio per inserire le problematiche e come risolverle; le cose da fare; cosa e come dire certe cose (come in questo caso).
Stranissmo che non vi fossero le risposte ai quesiti che si poneva (non avendo io in mano questa pagina non riesco a completarvi il quadro, peccato che Giada non ha ritenuto giusto mettere per intero la pagina del diario, magari scannarizzarla....)

Sono felice! Sono proprio tanto, tantissimo felice!!!
Da oggi sono ufficialmente la fidanzata di Gesù.
L’ultimo incontro (ultimo?), con tanto di domande “strane” e “colloquio” a sorpresa con il Vescovo, mi ha ufficializzata. Presto (mesi? Anni?…), molto presto, inizierò la strada per diventare Sua sposa e sarò ancora più felice di oggi.
Desidero vivere 100 anni (se non 1000) per poter parlare al Mondo intero (tutti…ssimi!) e dire cosa ha fatto Gesù per noi tutti. E cosa sta ancora facendo per noi e farà ancora in futuro, per la nostra salvezza. Per la nostra vita terrena e per quella vera, insieme a Lui.
Da oggi prometto che sarò diversa: metterò sotto i piedi il mio caratteraccio; non sarò più la solita chiacchierona (inutile) e seguirò il mio futuro (e prossimo!) Sposo sempre, sempre, sempre… E quando sarò Sua sposa non farò come tante mogli che criticano, insultano e mettono in ridicolo il marito: vorrò essere una delle mogli esemplari! E starò sempre con il mio Sposo, sarò con Lui sempre amorevole e fiduciosa anche se dovesse donarmi una croce che mi sembrerà davvero troppo pesante…
Problemi:
==> come dirlo ai Gens?
==> e alle amiche? Quali?
Nota (a cura di Flaviaccia):
Mia sorella Alice usava un diario scolastico come suo diario segreto e, questo, a fine pagina aveva qualche riga destinata alle "comunicazioni scuola/casa" e lei usava questo spazio per inserire le problematiche e come risolverle; le cose da fare; cosa e come dire certe cose (come in questo caso).
Stranissmo che non vi fossero le risposte ai quesiti che si poneva (non avendo io in mano questa pagina non riesco a completarvi il quadro, peccato che Giada non ha ritenuto giusto mettere per intero la pagina del diario, magari scannarizzarla....)
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