

"Un angelo si è seduto accanto a me e quando mi sono voltata per chiedergli "perché?" ha aperto le sue lunghe e bianchissime ali ed è volato via..." Quell'angelo era mia sorella Alice. Flaviaccia
Per la Chiesa, intanto, correvano tempi duri: nella notte dal 5 al 6 luglio 1809 Pio VII fu fatto prigioniero e deportato. Il 13 giugno 1810 Gaspare rifiutò il giuramento di fedeltà a Napoleone e venne condannato all'esilio e poi al carcere, che sostenne con animo sereno per quattro anni. Tornato a Roma nei primi mesi del 1814, dopo la caduta di Napoleone, mise le sue forze e la sua vita al servizio del papa. Pio VII gli diede l'ordine di dedicarsi alle missioni popolari per la restaurazione religiosa e morale dell'Italia e Gaspare abbandonò la città, la famiglia ed ogni altro suo progetto per dedicarsi totalmente al ministero assegnatogli, al quale attese per tutto il resto della sua vita, con zelo instancabile. | |
| Morí a Roma il 28 dicembre 1837, in una stanza del palazzo Orsini sopra il Teatro di Marcello. S. Vincenzo Pallotti vide la sua anima salire al cielo in forma di stella luminosa e Gesú venirle incontro. |
Fu beatificato da s. Pio X il 18 dicembre 1904 e canonizzato da Pio XII il 12 giugno 1954 in piazza S. Pietro. Il suo corpo riposa a Roma nella chiesa di S. Maria in Trivio. Giovanni XXIII°, nel discorso tenuto in S. Pietro il 31 gennaio 1960 per la chiusura del sinodo romano, ha definito Gaspare: « Gloria tutta splendente del clero romano, che fu il vero e piú grande apostolo della devozione al Preziosissimo Sangue di Gesú nel mondo ».
Data: 18/10/2008 13:24 |
L'uomo aveva già intascato 650 mila euro con altri raggiri |
Truffa alla Totò, tedesco prova a vendere l'ambasciata Usa |
Arrestato il 57enne Wolfgang Kroll: aveva tentato di cedere ad un intermediario immobiliare di Montecarlo la sede diplomatica della capitale e il Palazzo della Fao |
Roma, 18 ott. - (Adnkronos) - Aveva proposto la vendita immobiliare di due centri commerciali e addirittura dei palazzi dell'Ambasciata americana (nella foto) e della Fao. L'uomo, il 57enne tedesco Wolfgang Kroll, colpito da un mandato di arresto europeo richiesto dalla Germania per truffa aggravata e uso di documenti falsi, è stato arrestato dalla Polizia. L'uomo, già conosciuto nella capitale come truffatore internazionale, lo scorso settembre era stato denunciato in stato di libertà, sempre dalla Squadra mobile romana, per una truffa milionaria in danno di un imprenditore tedesco residente nel Principato di Monaco. Alla vittima, un consulente ed intermediario nel campo delle compravendite immobiliari di una società con sede a Monaco, l'arrestato aveva infatti inizialmente proposto il mandato in esclusiva per la vendita immobiliare dei centri commerciali 'Porte di Roma' e di quello 'Auchan' di Cesano Boscone (Milano) ottenendo in cambio 650.000 euro. Poi aveva proposto anche l'esclusiva per la vendita di altri due immobili di prestigio, ossia l'ambasciata americana e la Fao. |
Narra una leggenda africana che, all'origine del mondo, l'elefante aveva la statura degli altri animali, nonostante ciò era il più prepotente, voleva comandare su tutti ed essere servito e riverito come un re.
Gli abitanti della savana, stanchi delle sue prepotenze, si riunirono di nascosto in assemblea e dissero:
- Non vogliamo più sopportare le angherie dell'elefante, tutti noi viviamo nel terrore, ogni protesta e ogni ragionamento non sono serviti a niente. E' ora che facciamo qualcosa per fargli capire le nostre ragioni.
Discussero a lungo fino a che, di comune accordo, decisero di dargli una sonora lezione.
Invitarono il prepotente in un'ampia radura dove gli avevano apprestato un ricco banchetto per abbonirlo e per tenerlo occupato.
L'elefante aveva accettato ben volentieri, tutto contento di essere così ossequiato; mentre era assorto a gustare il pranzo, gli animali lo circondarono e cominciarono a dargli tante botte con le zampe e con le corna sino a gonfiarlo tutto, da capo a piedi! Il malcapitato, alquanto malconcio, andò a tuffarsi nel vicino fiume per dare refrigerio alle tante ferite che aveva sul corpo. Gli ci vollero parecchi giorni per guarire e, quando i dolori furono passati e le piaghe rimarginate, l'elefante, specchiandosi nell'acqua del fiume, vide che il suo corpo era rimasto tutto gonfio, enorme, pesante! Soltanto le orecchie erano rimaste come prima e certamente non facevano bella figura in quel suo grande testone! Era diventato il più grande animale della savana, ma il suo potere era finito!
Ora non avrebbe più potuto comandare nemmeno sugli animali più piccoli perché la sua grande mole avrebbe ricordato a tutti la lezione avuta nella radura.
E fu così che l'elefante, da quel giorno, prese a camminare con le orecchie abbassate… per la vergogna.
Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedeva. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza agli uni e agli altri dicendo: - Guardatemi, io sono la più bella. -
Gli altri animali, stufi di udire le sue vanterie, la prendevano in giro, ma la giraffa vanitosa era troppo occupata a rimirarsi per dar loro retta. Un giorno la scimmia decise di darle una lezione. Si mise a blandirla con parole che accarezzavano le orecchie della giraffa: - Ma come sei bella! Ma come sei alta! La tua testa arriva dove nessuno altro animale può giungere... - E così dicendo, la condusse verso la palma della foresta.
Quando furono giunti là, la scimmia chiese alla giraffa di prendere i datteri che stavano in alto e che erano i più dolci. lì suo collo era lunghissimo, ma per quanto si sforzasse di allungarlo ancor di più, non riusciva a raggiungere il frutto. Allora la scimmia, con un balzo, saltò sul dorso della giraffa, poi sul collo e finalmente si issò sulla sua testa riuscendo ad afferrare il frutto desiderato. Una volta tornata a terra, la scimmia disse alla giraffa: - Vedi, cara mia, sei la più alta, la più bella, però non puoi vivere senza gli altri, non puoi fare a meno degli altri animali.
La giraffa imparò la lezione e da quel giorno cominciò a collaborare con gli altri animali e a rispettarli.
Tanto tempo fa c'erano pochissimi idioti nel mondo rispetto a oggi. Quando se ne trovava uno da qualche parte, subito era cacciato via dal villaggio. Oggi, invece, bisognerebbe cacciare via la metà del villaggio e ancora ciò non basterebbe. Ma come si spiega che ci sono in giro tanti idioti? Ecco come sono andate le cose... Un giorno tre idioti che erano stati cacciati via da un villaggio per colpa dei loro pettegolezzi, si ritrovarono ad un crocevia e dissero: «Forse arriveremo a qualche cosa di utile se riuniremo l'intelligenza di tre teste stupide».
E proseguirono il loro cammino insieme: dopo un certo tempo, arrivarono davanti a una capanna dalla quale uscì un vecchio uomo che disse loro:
«Dove andate?».
Gli idioti alzarono le spalle e risposero:
«Dove ci porteranno le nostre gambe. Ci hanno cacciato via dal nostro villaggio per le nostre imbecillità».
Il vecchio rispose: «Allora entrate. Vi metterò alla prova».
Questo vecchio aveva tre figlie anche loro imbecilli e si dimostrò comprensivo.
L'indomani, chiese al primo idiota: «Tu, vai alla pesca!» E al secondo:
«Vai nel bosco e porta un masso legato con treccine di corde!»
Poi al terzo:
«E tu portami delle noci di cocco!»
Gli idioti presero un recipiente ciascuno, un'ascia e un bastone e si misero in strada. Il primo si fermò vicino al mare e si mise a pescare. Quando il suo recipiente fu pieno, ebbe di colpo sete; ributtò tutto il pesce in acqua e tornò a casa a bere.
Il vecchio gli domandò: «Dove sono i pesci?».
Egli rispose: «Li ho rimessi nell'acqua. Mi ha preso la sete e sono ritornato veloce a casa per bere.
Il vecchio si arrabbiò: «E non potevi bere al mare?» gli chiese.
L'idiota rispose: «Non ci ho pensato&...»
Durante questo tempo, il secondo idiota che era stato nel bosco, ma si preparava a ritornare a casa; si era reso conto che non aveva corda per legare i massi. Correva a casa appunto per cercarne una.
Il vecchio si arrabbiò di nuovo: «Perché non hai legato il tuo masso con una delle corde?». Egli rispose: «Non ci ho pensato...». Il terzo idiota montò sulla palma da cocco, mostrò alle noci di cocco il suo bastone e disse: «Tu devi buttare a terra queste noci di cocco, hai capito?»
Scese e cominciò a lanciare il bastone sul cocco. Ma non fece cadere nessuna noce. Anche lui ritornò a casa a mani vuote.
E una volta ancora il vecchio si arrabbiò: «Poiché tu eri sul cocco, perché non hai colto il frutto con le mani?».
Egli rispose: «Non ci ho pensato...».
Il vecchio seppe che non avrebbe combinato niente di buono con quei tre scemi. Gli diede in moglie le sue tre figlie e li cacciò via tutti quanti. Gli idioti e le loro mogli costruirono una capanna e vi vissero bene e male. Ebbero figli tanto stupidi quanto erano loro, le capanne si moltiplicarono e gli idioti si disseminarono in tutto il mondo.
C'era una volta un re che aveva una figlia ammirata da tutti per la sua bellezza e bontà. Molti venivano a offrirle gioielli, stoffe preziose, noci di kola, sperando d'averla come sposa. Ma la giovane non sapeva decidersi. - A chi mi concederai? - chiese a suo padre. - Non so - disse il padre - Lascio scegliere a te: sono sicuro che tu, giudiziosa come sei, farai la scelta migliore. - Facciamo così - propose la giovane - Tu fai sapere che sono stata morsa da un serpente velenoso e sono morta. I membri della famiglia reale prenderanno il lutto. Suoneranno i tam-tam dei funerali e cominceranno le danze funebri. Vedremo cosa succederà.
Il re, sorpreso e un po' controvoglia, accettò.
La triste notizia si diffuse come un fulmine. Nei villaggi fu un gran parlare sommesso, spari di fucile rintronavano in segno di dolore, mentre le donne anziane, alla porta della stanza mortuaria, sgranavano le loro tristi melopee. Ed ecco arrivare anche i pretendenti della principessa. Si presentarono al re e pretesero la restituzione dei beni donati.
- Giacché tua figlia è morta, rendimi i miei gioielli, le stoffe preziose, le noci di kola.
Il re accontentò tutti, nauseato da un simile comportamento. Capì allora quanto sua figlia fosse prudente.
Per ultimo si presentò un giovanotto, povero, come appariva dagli abiti dimessi che indossava.
Con le lacrime agli occhi egli disse: - O re, ho sentito la dolorosa notizia e non so come rassegnarmi. Porto queste stoffe per colei che tanto amavo segretamente. Non mi ritenevo degno di lei. Desidero che anche nella tomba lei sia sempre la più bella di tutte. Metti accanto a lei anche queste noci di kola perché le diano forza nel grande viaggio.
Il re fu commosso fino al profondo del cuore. Si presentò alla folla, fece tacere ogni clamore e annunciò a gran voce:
- Vi do una grande notizia: mia figlia non è morta. Ha voluto mettere alla prova l'amore dei suoi pretendenti. Ora so chi ama davvero e profondamente mia figlia. E' questo giovane! E' povero ma sincero.
Dopo qualche tempo si celebrarono le nozze con la più bella festa mai vista a memoria d'uomo.
I vecchi pretendenti non c'erano e non si fecero più vedere.
Molto tempo fa, in un piccolo villaggio, viveva un leone.
Disturbava continuamente la gente del villaggio e uccideva chiunque passasse vicino alla sua capanna.
Il re del villaggio allora indisse una riunione straordinaria. In essa tutti i cacciatori del villaggio decisero di andare in cerca del leone e di ucciderlo.
Costruirono anzitutto una capanna molto resistente, dove potessero rinchiudere il leone prima di ucciderlo. I cacciatori riuscirono poi a catturare il leone e lo rinchiusero nella capanna in attesa di punirlo senza pietà. Il giorno dopo, un uomo stava passando vicino alla capanna: il leone lo supplicò di aprire la capanna e di farlo uscire. L'uomo all'inizio resistette, ma poi cedette alla continua implorazione del leone e aprì la capanna. Appena il leone usci fuori si avventò sul'uomo cercando di ucciderlo. Questi pregò il leone di risparmiarlo, ma inutilmente. La gente che passava di là informò il villaggio di quello che stava succedendo.
L'uomo e il leone raccontarono la loro versione dei fatti. Molti patrocinavano la morte dell'uomo, molti altri imploravano clemenza.
Passava di là un lupo, che viveva nelle vicinanze del villaggio, e si fermò ad ascoltare la controversia. Chiese poi le diverse argomentazioni.
L'uomo raccontò al lupo che il leone nella capanna stava soffrendo: lo aveva supplicato di aprire la capanna per poter uscire. Così aveva fatto, ma il leone dopo essere uscito aveva cercato di ucciderlo.
Il lupo ascoltò molto attentamente il racconto dell'uomo.
Il lupo, animale molto saggio e intelligente, disse che non gli erano chiari i termini della controversia, per cui proponeva una dimostrazione. Consigliò di tornare alla capanna per verificare sul posto l'accaduto.
Allora l'uomo tornò alla capanna, aprì la porta e il leone vi entrò; il lupo chiese di riportare la porta nella posizione originaria. L'uomo e il leone dissero che era chiusa ermeticamente: l'uomo allora chiuse la porta con il lucchetto, cosi ché il leone non potesse uscire.
Il lupo parlò al leone e gli disse:
«Sei un ingrato: una persona ti ha aiutato a uscire dalla capanna e tu volevi ucciderla. Perciò tu rimarrai nella capanna e vi morirai, mentre l'uomo andrà via libero.»
L'uomo potè andarsene, mentre il leone rimase dentro la capanna a soffrire.
Per vostra opportuna conoscenza > > > > > > spargete la voce! > > > > > > La truffa si sta diffondendo dal Canada con velocità > > impressionante. > > > > In particolare si tratta di un modo piuttosto furbo per truffare > > i > > possessori di carte di credito, poiché questi bastardi hanno già > > i numeri di > > serie della carte e quindi NON VI CHIEDONO IL NUMERO DI SERIE > > DELLA VOSTRA. > > > > > > > > Questa mail potrà essere molto utile in quanto una volta capito > > come > > funziona la truffa sarete preparati e protetti dal pericolo. > > > > > > > > Funziona cosí. > > > > > >> > La persona vi chiamerà al telefono dicendo: > > > > 'Buongiorno, mi chiamo (Nome e Cognome) e La sto chiamando > > dall'ufficio > > antifrodi della VISA (oppure Mastercard, American Express, > > ecc.). > > > > La mia matricola di funzionario VISA è la 12460. > > > > Le telefono perché la Sua carta è stata segnalata dal nostro > > sistema di > > sicurezza per aver fatto un acquisto insolito e io sono qui per > > verificare > > insieme a Lei se si tratta di qualcosa di illegale oppure no. > > > > Guardi, si tratta della Sua carta di credito VISA emessa dalla > > Banca......... > > > > ( vi dirà il nome della Vostra Banca) > > > > Lei ha per caso acquistato recentemente dei biglietti aerei (o > > qualsiasi > > altra cosa) per 497.99 dollari (oppure Euro) da una società via > > Internet che > > ha sede in ....... ?' > > > > > > > > Mentre voi risponderete di no, il falso funzionario continuerà > > dicendo: > > > > > > > > 'Guardi, Le spiego brevemente, si tratta di una società che > > stiamo tenendo > > d'occhio poiché effettua degli addebiti tra 297 e 497 dollari > > (Euro) per > > volta e restando sotto i 500 dollari non è facilmente > > controllabile, dato il > > gran numero di transazioni che effettua ogni giorno in tutto il > > mondo. > > > > Ad ogni modo, se Lei mi conferma di non aver effettuato con la > > sua carta > > nessun acquisto Internet per biglietti aerei di questo importo, > > con il suo > > aiuto abbiamo potuto appurare che si tratta di un tentativo di > > frode e così > > questa somma Lei la vedrà addebitata sull'estratto conto del > > mese ma le > > verrà contemporaneamente eseguito lo storno per lo stesso > > importo non > > dovuto, così alla fine il saldo sarà pari. > > > > L'estratto conto verrà inviato come al solito al Suo indirizzo > > che ci > > risulta essere Via........., è corretto ?' > > > > > > > > E voi direte ovviamente di sì... > > > > > > > > Allora lui/lei continuerà dicendo: > > > > > > > > 'Ok, a questo punto apro una pratica interna antifrode. Se Lei > > avesse > > qualsiasi domanda o chiarimento da chiederci, chiami il nostro > > numero verde > > 800 ........ e chieda dell'ufficio antifrodi Internet: quando un > > mio collega > > le risponderà, abbia cura di dargli il codice di questa pratica > > che è il > > ............. (vi darà un numero a sei cifre) così che potrà > > rispondere a > > tutte le sue domande. Ha annotato il codice della pratica? Vuole > > che glielo > > ripeta?' > > > >
> > > > A questo punto inizia la parte IMPORTANTE della truffa. > > > > > > > > il falso funzionario vi dirà: > > > > 'un'ultima cosa ancora. Avrei bisogno di verificare se lei è > > davvero in > > possesso della sua carta: ce l'ha in mano in questo momento ? > > > > Ok, allora dia uno sguardo ai numeri che trova sul retro: se > > guarda bene > > vedrà due numeri, uno di quattro cifre che è una parte del > > numero di serie > > della carta e l'altro di tre cifre (Codice di Sicurezza) che > > dimostra che > > Lei è in possesso della carta. > > > > Queste ultime tre cifre sono quelle che vengono normalmente > > utilizzate per > > gli acquisti via Internet, poiché sono la prova che Lei possiede > > fisicamente > > la carta. > > > > Me li può leggere per favore ?' > > > > Una volta che glieli avrete letti, lui dirà: > > > > 'Ok, codice corretto. Avevo solo bisogno della prova che la > > carta non fosse > > stata persa o rubata e che ne eravate ancora fisicamente in > > possesso. > > > > Ha qualche altra domanda da farmi ?' > > > > Dopo che voi avete risposto di no, lui risponderà: > > > > 'Molto bene, La ringrazio della collaborazione. > > > > In ogni caso non esiti a contattarci per qualsiasi necessità: > > buongiorno.' > > > > E metterà giù il telefono. > > > > > > > > > > > > Da parte vostra vi sentirete sollevati... hanno tentato di > > truffarvi, ma il > > solerte servizio antifrodi della VISA vi ha salvati in tempo. > > > > In fondo non gli avete detto quasi niente di importante e lui > > non vi ha mai > > chiesto il numero della carta... > > > > > > > > INVECE HA GIA' INCASSATO I VOSTRI SOLDI ! > > > > > > > > Già, perché gli avete letto i tre numeri del codice di sicurezza > > e > > CERTAMENTE li ha già usati per addebitare la vostra carta. > > > > > > > > Infatti quello che i truffatori vogliono è proprio il codice di > > sicurezza a > > tre cifre sul retro della carta: gli altri dati se li erano già > > procurati, > > compreso il titolare, la data di emissione, di scadenza, il > > numero di serie > > della carta e persino il vostro indirizzo.... > > > > Mancava solo il codice di sicurezza ! > > > > > > > > Se vi dovessero chiamare con le modalità appena descritte, non > > date nessun > > riferimento e ditegli che chiamerete direttamente la VISA > > (oppure > > Mastercard, ecc.) per la verifica della conversazione: > > le società che emettono le carte di credito NON VI CHIEDERANNO MAI DEI CODICI: > > > > LORO LI CONOSCONO PRIMA DI VOI !!! > > > > > > > > Per favore, diffondete queste informazioni ai vostri familiari > > ed amici. > >