"Un angelo si è seduto accanto a me e quando mi sono voltata per chiedergli "perché?" ha aperto le sue lunghe e bianchissime ali ed è volato via..." Quell'angelo era mia sorella Alice. Flaviaccia
mercoledì 31 dicembre 2008
Giuro, non volevo
giovedì 25 dicembre 2008
Tanti auguri
martedì 23 dicembre 2008
E ora mi tocca.... il Papa
domenica 21 dicembre 2008
Risposte alle vostre domande
domenica 14 dicembre 2008
S.Gaspare del Bufalo
Per la Chiesa, intanto, correvano tempi duri: nella notte dal 5 al 6 luglio 1809 Pio VII fu fatto prigioniero e deportato. Il 13 giugno 1810 Gaspare rifiutò il giuramento di fedeltà a Napoleone e venne condannato all'esilio e poi al carcere, che sostenne con animo sereno per quattro anni. Tornato a Roma nei primi mesi del 1814, dopo la caduta di Napoleone, mise le sue forze e la sua vita al servizio del papa. Pio VII gli diede l'ordine di dedicarsi alle missioni popolari per la restaurazione religiosa e morale dell'Italia e Gaspare abbandonò la città, la famiglia ed ogni altro suo progetto per dedicarsi totalmente al ministero assegnatogli, al quale attese per tutto il resto della sua vita, con zelo instancabile. | |
| Morí a Roma il 28 dicembre 1837, in una stanza del palazzo Orsini sopra il Teatro di Marcello. S. Vincenzo Pallotti vide la sua anima salire al cielo in forma di stella luminosa e Gesú venirle incontro. |
Fu beatificato da s. Pio X il 18 dicembre 1904 e canonizzato da Pio XII il 12 giugno 1954 in piazza S. Pietro. Il suo corpo riposa a Roma nella chiesa di S. Maria in Trivio. Giovanni XXIII°, nel discorso tenuto in S. Pietro il 31 gennaio 1960 per la chiusura del sinodo romano, ha definito Gaspare: « Gloria tutta splendente del clero romano, che fu il vero e piú grande apostolo della devozione al Preziosissimo Sangue di Gesú nel mondo ».
venerdì 12 dicembre 2008
Cavalieri si nasce, assassini lo si diventa
venerdì 5 dicembre 2008
Da leggere: importante!
giovedì 4 dicembre 2008
Amore o amicizia?
mercoledì 3 dicembre 2008
Auguri Asia (in ritardo) e buon Natale (in anticipo)
martedì 2 dicembre 2008
Ogni promessa è debito.
A proposito di pelliccia, infatti, volevo pagare il pegno promesso: ho fatto un sondaggio e mi avete risposto per 66 % che vorreste un blog su di me e magari un po' spinto e per il 33% rimanente che dovrei continuare a parlarvi dell'angelo Alice. Così ora pago il mio pegno e da domani riprendo a parlarvi dell'angelo e di me, come è d'altronde il titolo del blog. Eccomi in un flash nell'albergo di Riccione dove ho alloggiato in vacanza. Devo chiedervi di chiudere gli occhi perché, lo so, un seno bicolore fa schifo. Ma la colpa è tutta di mio padre che mi ha sempre impedita di prendere il sole integrale come avevo fatto soltanto per un'oretta (prima che mi beccasse; stavo per scrivere "prima che mi scoprisse", ma ero già abbondantemente scoperta....) Ah, a scanso di equivoci: io tifo Monza calcio e Caserta basket, non sono.... juventina (tetta traditrice) P.S.: ho dovuto coprirmi parzialmente il viso perché, tra i lettori c'è anche mio padre che già è incazzatissimo con me... Ed ecco l'altro mio pegno, ma stavolta verso una cara amica: Daniela. Sono più che sicura che il voto contro il blog su di me in versione hard sia stato il suo e difatti, appena messo su il blog, mi ha detto: "se metti foto tue di nudo le devi mettere anche di me" Ho indagato a lungo se questa frase fosse dettata da gelosia (vuole dire che mi vuole bene, no?) o da altro (egocentrismo? Protagonismo? Hehehe), ma senza fortuna. Vabbè, mi serve per farmi perdonare la tetta juventina...
venerdì 28 novembre 2008
Noooo, non ditemi che....
Dolcissima, intensa e racconta molto riassuntivamente che tipo di vita conduceva... Attendo vostri commenti.
Baci Giada
Ah, la frase celebre di oggi:
La donna è stato il secondo errore di Dio. (Friedrich Nietzsche)
SCUSA GESU'
Quando mi sento depressa,
Quando sono delusa,
Quando stanca di tutto
E quando solo pigra.
Scusami quando non ce la faccio più,
Ma il lavoro è ancora tanto.
Scusami Gesù
Quando sono triste
E quando sono troppo allegra
Per ascoltarTi come si deve.
Quando vorrei dirTi mille cose,
Ma non riesco a parlarTi
Perché sono troppo rapita dal Mondo.
Quando sbaglio e non capisco
O quando capisco e ci ricasco.
Scusami Gesù
Quando il mio cuore
Bussa alla tua porta anche di notte.
E Tu mi apri lo stesso e mi perdoni.
Scusami quando esisto solo per me
E quando Ti chiedo di tornare a Te.
giovedì 27 novembre 2008
I sogni degli angeli
A volte si pensa che gli angeli, se esistono, sono eterei, fatti di luce e non possano soffrire per se stessi o per gli altri. E non possano sognare.
Io personalmente ho conosciuto un angelo che sognava di diventare la "sorella di tutti", cioè la suora. Amava i bimbi come fossero stati la sua vita, ma aveva preso la decisione di non averne di propri per stare con quelli degli altri. Per donare loro un sorriso, per allieviarne qualche pena, per farli vivere come bimbi e non come oggetti. E poi c'erano gli "ultimi", i tossici, i poveri più poveri, i disperati. Quelli che non avevano più voglia di vivere ma avevano il terrore di uccidersi: erano già morti e lo sapevano bene, ma erano ancora lì, davanti a noi ricchi e ben pasciuti che nemmeno li vedevamo.
Se aveste avuto modo di fare un giro con Alice, a parte entrare in tutte le chiese (anche solo per dire "grazie Gesù per sono viva e perché anche oggi mi hai scelta come tua serva"), avreste notato quante persone bisognose abbiamo accanto a noi e noi nemmeno le vedevamo. Non parlo di chi chiede l'elemosina e di chi ti disturba ai semafori. Parlo delle decine di persone che stanno davanti a noi, mute, silenziosissime, composte e a volte anche dignitose. Ma che sono svuotate dalle prove della vita. Sono morte per loro stessi prima che per il becchino.
Ci sono decine di bimbi privi di ogni espressione, di ogni sorriso, che hanno il "buio dentro gli occhi" (l'angelo che conoscevo io usava questa espressione: lei vedeva l'anima negli occhi della gente ed io ne sono certa di questo); ma poi ci sono anziani soli, tristissimi ma dignitosi, rimasti vedovi da poco o da una vita ma anch'essi morti col partner; ragazzi, uomini, donne scattanti e agili ma che non hanno più il senso della vita, di cosa è importante e di cosa è invece fondamentale: "il denaro è importante per assicurarsi la vita terrena ma l'essere amici di Gesù è fondamentale per la vera Vita" (parole angeliche). L'altro sogno era diventare Magistrato. Non so se avesse potuto farlo (lei diceva che si era informata e che avrebbe potuto studiare per questo). Ma l'articolo che ho trovato oggi mi fa pensare che Dio ha voluto così bene al suo angelo che le ha privato anche questa delusione.
n. 284 del 2008-11-27 pagina 19
"Vi racconto il concorso da giudice: tutto truccato" di Luca Fazzo
Il racconto al Giornale di una candidata che ha partecipato al concorso di Milano: "Ho visto troppe irregolarità Sui banchi codici commentati o intere enciclopedie". Decine le denunce. Il ministero ha aperto un’inchiesta Milano - «Una scena che non dimenticherò facilmente. Marasma totale, candidati che chissà come erano riusciti a portarsi appresso intere enciclopedie giuridiche, nessuno che sapeva che pesci pigliare, e in mezzo al caos un membro della commissione che strillava “Fermate quello spelacchiato che incita le persone”. Sembrava di essere al mercato, non al concorso per una delle professioni più delicate della nostra società». Questo è il racconto di V. che ha trent’anni e - per motivi che spiegherà più avanti - non vuole vedere il suo nome sui giornali. Ma il suo nome ce l’ha il ministro della Giustizia Angiolino Alfano, in calce all’accorata lettera che V. gli ha mandato per raccontargli le condizioni surreali in cui si è svolto a Milano, dal 19 al 21 novembre, il concorso per 500 posti da magistrato. Delle decine di testimonianze come quella di V. si dovranno occupare in diversi. Il ministero, che ha avviato una inchiesta interna. Il Consiglio superiore della magistratura che - su richiesta dei Movimenti riuniti e di Md - stamattina aprirà una sua indagine. E la Procura della Repubblica di Milano sul cui tavolo sono arrivati gli esposti che alcuni candidati inferociti si sono precipitati a depositare dopo avere rinunciato a portare avanti la prova. «Io non voglio buttarla in politica», dice V., «non voglio ipotizzare che ci fossero forme di corruzione o di connivenza. Non sta a me accertarlo. A noi spetta denunciare le irregolarità macroscopiche che erano sotto gli occhi di tutti e che la commissione ha fatto finta di non vedere. Adesso leggo che il ministero per fare luce sulla vicenda ha chiesto una relazione al presidente della commissione. Che obiettività ci si può aspettare? Perché non vengono sentiti anche i candidati?». Tema dello scandalo: l’introduzione - da parte di numerosi candidati all’oceanica prova d’esame convocata presso la Fiera di Milano - di vietatissimi codici commentati. Tradotto per i profani: agli esami per magistrato i temi riguardano faccende astruse («diritto di abitazione del coniuge superstite e della tutela del legittimario nel caso di atti simulati da parte del de cuius», recitava una traccia di settimana scorsa) cui i candidati debbono rispondere basandosi unicamente sui testi di legge, e non sui codici assai diffusi in commercio che, in fondo alle pagine, forniscono le risposte a ogni dubbio. Peccato che alla Fiera di Milano i codici del secondo tipo circolassero quasi liberamente. Risultato: sollevazione degli onesti, assalto alla presidenza, la prova che si blocca, riparte, finisce a notte inoltrata tra urla di «vergogna, buffoni», minacce, metà dei 5.600 candidati che abbandonano senza consegnare il compito. Come è stato possibile? Il presidente della commissione d’esame, il consigliere di Cassazione Maurizio Fumo, rifiuta ogni spiegazione. Così per ricostruire i fatti - che rischiano di portare all’annullamento della prova - bisogna affidarsi al racconto di V. e degli altri candidati. «La mia non è una denuncia anonima - dice V. - il ministro ha il mio nome in mano. Ma io quell’esame voglio riprovare a affrontarlo, stanno per essere banditi altri 350 posti. E se il mio nome girasse ne uscirei enormemente penalizzata». Che una aspirante magistrata sia convinta che il «sistema» si vendicherebbe della sua denuncia civile la dice lunga sull’aria che tira. V. non si dichiara ancora ufficialmente una disillusa, ma poco ci manca. «Io da sei anni non faccio altro che prepararmi per questo concorso. Voglio fare il magistrato, e credo che lo farei bene. Non ho aspirazioni missionarie, non ho una visione giustizialista della società. Ma credo che ogni società abbia bisogno di una cultura delle regole, e che per questo servano magistrati equilibrati e preparati. Io credo di essere entrambe le cose. Consideravo il concorso per magistratura l’ultima trincea della meritocrazia, evidentemente mi sbagliavo. All’idea che questo concorso premi i furbi che “ci hanno provato” mi sento profondamente indignata». «Abbiamo passato un giorno intero - racconta - a fare controllare i testi di cui chiedevamo di servirci. A me hanno tolto persino i segnapagine. Il giorno dell’esame ci sono ragazze che si sono viste perquisire anche la busta dei Tampax. I controlli, insomma, sembravano seri. E invece quando siamo entrati nell’aula è arrivata la sorpresa. C’erano candidati che avevano sul banco, con tanto di autorizzazione, codici commentati, manuali di diritto, enciclopedie. A quel punto è partita la protesta». Ma chi è stato, a permettere l’ingresso dei testi vietati? «I controlli li facevano i vigilantes, gli stessi che poi giravano tra i banchi. Non so chi li abbia istruiti. Ma so che un codice semplice si distingue facilmente da uno commentato: c’è scritto in copertina, e uno è alto un terzo dell’altro. Impossibile non accorgersene». E allora? Come è stato possibile? «Non lo so. Era una situazione surreale. E il presidente diceva: la prova va avanti, non è successo niente. Nei due giorni successivi il concorso è andato avanti così, chi copiava dai testi e chi si arrangiava in qualche modo. Se provavi a guardare il banco del vicino quello ti saltava in testa: cosa vuoi, fatti i fatti tuoi, vattene». Ed era il concorso da cui sarebbero usciti i magistrati di domani.
martedì 25 novembre 2008
Ma sì, ridiamo insieme...
Baci :-)))
Giada
Oggi mi sono svegliato presto, mi sono infilato i pantaloni, vestito con calma, preparato caffè, preso le mie mazze da golf e sono andato piano verso il garage, ho messo le mazze nell'auto e ho tirato fuori la macchina dal garage sotto una pioggia torrenziale.
La strada era totalmente inondata e il vento gelido soffiava a100 km orari.
Sono rientrato con l'auto in garage, acceso la radio e sentito che le previsioni dicevano che quel tempaccio sarebbe durato tutto il giorno. Che delusione!
Sono rientrato in casa, mi sono rispogliato e silenziosamente sono scivolato a letto. Piano mi sono avvicinato a mia moglie stringendola e, mettendole una mano sulla natica, le ho sussurrato all'orecchio: "Il tempo fuori è orribile..." Lei mezza addormentata mi ha risposto: "Sì, lo so... E tu pensa che quel cretino di mio marito è andato a giocare a golf!"
domenica 23 novembre 2008
Da ridere...
Data: 18/10/2008 13:24 |
L'uomo aveva già intascato 650 mila euro con altri raggiri |
Truffa alla Totò, tedesco prova a vendere l'ambasciata Usa |
Arrestato il 57enne Wolfgang Kroll: aveva tentato di cedere ad un intermediario immobiliare di Montecarlo la sede diplomatica della capitale e il Palazzo della Fao |
Roma, 18 ott. - (Adnkronos) - Aveva proposto la vendita immobiliare di due centri commerciali e addirittura dei palazzi dell'Ambasciata americana (nella foto) e della Fao. L'uomo, il 57enne tedesco Wolfgang Kroll, colpito da un mandato di arresto europeo richiesto dalla Germania per truffa aggravata e uso di documenti falsi, è stato arrestato dalla Polizia. L'uomo, già conosciuto nella capitale come truffatore internazionale, lo scorso settembre era stato denunciato in stato di libertà, sempre dalla Squadra mobile romana, per una truffa milionaria in danno di un imprenditore tedesco residente nel Principato di Monaco. Alla vittima, un consulente ed intermediario nel campo delle compravendite immobiliari di una società con sede a Monaco, l'arrestato aveva infatti inizialmente proposto il mandato in esclusiva per la vendita immobiliare dei centri commerciali 'Porte di Roma' e di quello 'Auchan' di Cesano Boscone (Milano) ottenendo in cambio 650.000 euro. Poi aveva proposto anche l'esclusiva per la vendita di altri due immobili di prestigio, ossia l'ambasciata americana e la Fao. |
sabato 22 novembre 2008
Visto in giro...
Morì a 16 anni di peritonite Il pm: processate sette medici
Due anni e mezzo d’indagini al cui coordinamento si sono succeduti due magistrati, perizie e controperizie, un coinvolgimento ad ampio spettro di sanitari dell’ospedale di Guastalla con ben quattro reparti nel mirino (pronto soccorso, chirurgia, cardiologia, medicina) ed ora la richiesta di rinvio a giudizio - per omicidio colposo - di sette medici, ritenuti responsabili, dalla procura, della morte della novellarese di 16 anni Greta Pavarini, spirata il 3 luglio 2006 per le conseguenze di una peritonite, dopo cinque giorni dall’intervento. E’ questo l’esito della soffertissima inchiesta chiusa dal procuratore capo Italo Materia.venerdì 21 novembre 2008
Il grande elefante
La fiaba africana sul perché l'elefante è così grande
Narra una leggenda africana che, all'origine del mondo, l'elefante aveva la statura degli altri animali, nonostante ciò era il più prepotente, voleva comandare su tutti ed essere servito e riverito come un re. Gli abitanti della savana, stanchi delle sue prepotenze, si riunirono di nascosto in assemblea e dissero: - Non vogliamo più sopportare le angherie dell'elefante, tutti noi viviamo nel terrore, ogni protesta e ogni ragionamento non sono serviti a niente. E' ora che facciamo qualcosa per fargli capire le nostre ragioni. Discussero a lungo fino a che, di comune accordo, decisero di dargli una sonora lezione. Invitarono il prepotente in un'ampia radura dove gli avevano apprestato un ricco banchetto per abbonirlo e per tenerlo occupato.
L'elefante aveva accettato ben volentieri, tutto contento di essere così ossequiato; mentre era assorto a gustare il pranzo, gli animali lo circondarono e cominciarono a dargli tante botte con le zampe e con le corna sino a gonfiarlo tutto, da capo a piedi! Il malcapitato, alquanto malconcio, andò a tuffarsi nel vicino fiume per dare refrigerio alle tante ferite che aveva sul corpo. Gli ci vollero parecchi giorni per guarire e, quando i dolori furono passati e le piaghe rimarginate, l'elefante, specchiandosi nell'acqua del fiume, vide che il suo corpo era rimasto tutto gonfio, enorme, pesante! Soltanto le orecchie erano rimaste come prima e certamente non facevano bella figura in quel suo grande testone! Era diventato il più grande animale della savana, ma il suo potere era finito!
Ora non avrebbe più potuto comandare nemmeno sugli animali più piccoli perché la sua grande mole avrebbe ricordato a tutti la lezione avuta nella radura. E fu così che l'elefante, da quel giorno, prese a camminare con le orecchie abbassate… per la vergogna.
giovedì 20 novembre 2008
Commovente, da leggere
No, no: l'ho conosciuta troppo bene per dirvi che non sto esagerando su di lei, era davvero una persona speciale, troppo rara per perderla senza sentirne la mancanza...
Un bacio a te, Alice, ormai 18enne angelo del Paradiso
Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice. Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00.
Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo. Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita.
Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita. Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta.
L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie.
Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'Alzheimer. Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi. Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.
Ne fui sorpreso, e gli chiesi. "E va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi è lei?"
L'uomo sorrise e mi batté la mano sulla spalla dicendo: "Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi è lei"
Dovetti trattenere le lacrime...
Avevo la pelle d'oca e pensai: "Questo è il genere di amore che voglio nella mia vita". Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
Spero condividerai questo messaggio con qualcuno cui vuoi bene, io l'ho appena fatto, condividendolo con voi.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia.
Sii più gentile del necessario, perché ciascuna delle persone che incontri sta combattendo qualche sorta di battaglia come te, come tutti noi...
mercoledì 19 novembre 2008
La Giraffa vanitosa
La giraffa vanitosa (una favola etnica proveniente dall'Africa)
Ai limiti di una grande foresta, in Africa, viveva tra gli altri animali una giraffa bellissima, agile e snella, più alta di qualunque altra. Sapendo di essere ammirata non solo dalle sue compagne ma da tutti gli animali era diventata superba e non aveva più rispetto per nessuno, né dava aiuto a chi glielo chiedeva. Anzi se ne andava in giro tutto il santo giorno per mostrare la sua bellezza agli uni e agli altri dicendo: - Guardatemi, io sono la più bella. -
Gli altri animali, stufi di udire le sue vanterie, la prendevano in giro, ma la giraffa vanitosa era troppo occupata a rimirarsi per dar loro retta. Un giorno la scimmia decise di darle una lezione. Si mise a blandirla con parole che accarezzavano le orecchie della giraffa: - Ma come sei bella! Ma come sei alta! La tua testa arriva dove nessuno altro animale può giungere... - E così dicendo, la condusse verso la palma della foresta.
Quando furono giunti là, la scimmia chiese alla giraffa di prendere i datteri che stavano in alto e che erano i più dolci. lì suo collo era lunghissimo, ma per quanto si sforzasse di allungarlo ancor di più, non riusciva a raggiungere il frutto. Allora la scimmia, con un balzo, saltò sul dorso della giraffa, poi sul collo e finalmente si issò sulla sua testa riuscendo ad afferrare il frutto desiderato. Una volta tornata a terra, la scimmia disse alla giraffa: - Vedi, cara mia, sei la più alta, la più bella, però non puoi vivere senza gli altri, non puoi fare a meno degli altri animali.
La giraffa imparò la lezione e da quel giorno cominciò a collaborare con gli altri animali e a rispettarli.
Fiaba Senegalese
La favola del Senegal, Perché ci sono tanti idioti
Tanto tempo fa c'erano pochissimi idioti nel mondo rispetto a oggi. Quando se ne trovava uno da qualche parte, subito era cacciato via dal villaggio. Oggi, invece, bisognerebbe cacciare via la metà del villaggio e ancora ciò non basterebbe. Ma come si spiega che ci sono in giro tanti idioti? Ecco come sono andate le cose... Un giorno tre idioti che erano stati cacciati via da un villaggio per colpa dei loro pettegolezzi, si ritrovarono ad un crocevia e dissero: «Forse arriveremo a qualche cosa di utile se riuniremo l'intelligenza di tre teste stupide».
E proseguirono il loro cammino insieme: dopo un certo tempo, arrivarono davanti a una capanna dalla quale uscì un vecchio uomo che disse loro: «Dove andate?». Gli idioti alzarono le spalle e risposero: «Dove ci porteranno le nostre gambe. Ci hanno cacciato via dal nostro villaggio per le nostre imbecillità». Il vecchio rispose: «Allora entrate. Vi metterò alla prova». Questo vecchio aveva tre figlie anche loro imbecilli e si dimostrò comprensivo. L'indomani, chiese al primo idiota: «Tu, vai alla pesca!» E al secondo: «Vai nel bosco e porta un masso legato con treccine di corde!» Poi al terzo: «E tu portami delle noci di cocco!» Gli idioti presero un recipiente ciascuno, un'ascia e un bastone e si misero in strada. Il primo si fermò vicino al mare e si mise a pescare. Quando il suo recipiente fu pieno, ebbe di colpo sete; ributtò tutto il pesce in acqua e tornò a casa a bere. Il vecchio gli domandò: «Dove sono i pesci?». Egli rispose: «Li ho rimessi nell'acqua. Mi ha preso la sete e sono ritornato veloce a casa per bere. Il vecchio si arrabbiò: «E non potevi bere al mare?» gli chiese. L'idiota rispose: «Non ci ho pensato&...» Durante questo tempo, il secondo idiota che era stato nel bosco, ma si preparava a ritornare a casa; si era reso conto che non aveva corda per legare i massi. Correva a casa appunto per cercarne una.
Il vecchio si arrabbiò di nuovo: «Perché non hai legato il tuo masso con una delle corde?». Egli rispose: «Non ci ho pensato...». Il terzo idiota montò sulla palma da cocco, mostrò alle noci di cocco il suo bastone e disse: «Tu devi buttare a terra queste noci di cocco, hai capito?» Scese e cominciò a lanciare il bastone sul cocco. Ma non fece cadere nessuna noce. Anche lui ritornò a casa a mani vuote. E una volta ancora il vecchio si arrabbiò: «Poiché tu eri sul cocco, perché non hai colto il frutto con le mani?». Egli rispose: «Non ci ho pensato...».
Il vecchio seppe che non avrebbe combinato niente di buono con quei tre scemi. Gli diede in moglie le sue tre figlie e li cacciò via tutti quanti. Gli idioti e le loro mogli costruirono una capanna e vi vissero bene e male. Ebbero figli tanto stupidi quanto erano loro, le capanne si moltiplicarono e gli idioti si disseminarono in tutto il mondo.
Favola Prova d'amore
Fiabe e favole africane per bambini.
Il racconto etnico africano: Prova d'amore
C'era una volta un re che aveva una figlia ammirata da tutti per la sua bellezza e bontà. Molti venivano a offrirle gioielli, stoffe preziose, noci di kola, sperando d'averla come sposa. Ma la giovane non sapeva decidersi. - A chi mi concederai? - chiese a suo padre. - Non so - disse il padre - Lascio scegliere a te: sono sicuro che tu, giudiziosa come sei, farai la scelta migliore. - Facciamo così - propose la giovane - Tu fai sapere che sono stata morsa da un serpente velenoso e sono morta. I membri della famiglia reale prenderanno il lutto. Suoneranno i tam-tam dei funerali e cominceranno le danze funebri. Vedremo cosa succederà.
Il re, sorpreso e un po' controvoglia, accettò. La triste notizia si diffuse come un fulmine. Nei villaggi fu un gran parlare sommesso, spari di fucile rintronavano in segno di dolore, mentre le donne anziane, alla porta della stanza mortuaria, sgranavano le loro tristi melopee. Ed ecco arrivare anche i pretendenti della principessa. Si presentarono al re e pretesero la restituzione dei beni donati. - Giacché tua figlia è morta, rendimi i miei gioielli, le stoffe preziose, le noci di kola. Il re accontentò tutti, nauseato da un simile comportamento. Capì allora quanto sua figlia fosse prudente. Per ultimo si presentò un giovanotto, povero, come appariva dagli abiti dimessi che indossava.
Con le lacrime agli occhi egli disse: - O re, ho sentito la dolorosa notizia e non so come rassegnarmi. Porto queste stoffe per colei che tanto amavo segretamente. Non mi ritenevo degno di lei. Desidero che anche nella tomba lei sia sempre la più bella di tutte. Metti accanto a lei anche queste noci di kola perché le diano forza nel grande viaggio.
Il re fu commosso fino al profondo del cuore. Si presentò alla folla, fece tacere ogni clamore e annunciò a gran voce: - Vi do una grande notizia: mia figlia non è morta. Ha voluto mettere alla prova l'amore dei suoi pretendenti. Ora so chi ama davvero e profondamente mia figlia. E' questo giovane! E' povero ma sincero. Dopo qualche tempo si celebrarono le nozze con la più bella festa mai vista a memoria d'uomo. I vecchi pretendenti non c'erano e non si fecero più vedere.
martedì 18 novembre 2008
Il leone ingrato
La favola africana: Il leone ingrato
Molto tempo fa, in un piccolo villaggio, viveva un leone. Disturbava continuamente la gente del villaggio e uccideva chiunque passasse vicino alla sua capanna. Il re del villaggio allora indisse una riunione straordinaria. In essa tutti i cacciatori del villaggio decisero di andare in cerca del leone e di ucciderlo.
Costruirono anzitutto una capanna molto resistente, dove potessero rinchiudere il leone prima di ucciderlo. I cacciatori riuscirono poi a catturare il leone e lo rinchiusero nella capanna in attesa di punirlo senza pietà. Il giorno dopo, un uomo stava passando vicino alla capanna: il leone lo supplicò di aprire la capanna e di farlo uscire. L'uomo all'inizio resistette, ma poi cedette alla continua implorazione del leone e aprì la capanna. Appena il leone usci fuori si avventò sul'uomo cercando di ucciderlo. Questi pregò il leone di risparmiarlo, ma inutilmente. La gente che passava di là informò il villaggio di quello che stava succedendo.
L'uomo e il leone raccontarono la loro versione dei fatti. Molti patrocinavano la morte dell'uomo, molti altri imploravano clemenza. Passava di là un lupo, che viveva nelle vicinanze del villaggio, e si fermò ad ascoltare la controversia. Chiese poi le diverse argomentazioni. L'uomo raccontò al lupo che il leone nella capanna stava soffrendo: lo aveva supplicato di aprire la capanna per poter uscire. Così aveva fatto, ma il leone dopo essere uscito aveva cercato di ucciderlo. Il lupo ascoltò molto attentamente il racconto dell'uomo. Il lupo, animale molto saggio e intelligente, disse che non gli erano chiari i termini della controversia, per cui proponeva una dimostrazione. Consigliò di tornare alla capanna per verificare sul posto l'accaduto. Allora l'uomo tornò alla capanna, aprì la porta e il leone vi entrò; il lupo chiese di riportare la porta nella posizione originaria. L'uomo e il leone dissero che era chiusa ermeticamente: l'uomo allora chiuse la porta con il lucchetto, cosi ché il leone non potesse uscire.
Il lupo parlò al leone e gli disse: «Sei un ingrato: una persona ti ha aiutato a uscire dalla capanna e tu volevi ucciderla. Perciò tu rimarrai nella capanna e vi morirai, mentre l'uomo andrà via libero.» L'uomo potè andarsene, mentre il leone rimase dentro la capanna a soffrire.
lunedì 17 novembre 2008
Una email a cui prestare attenzione
Per vostra opportuna conoscenza > > > > > > spargete la voce! > > > > > > La truffa si sta diffondendo dal Canada con velocità > > impressionante. > > > > In particolare si tratta di un modo piuttosto furbo per truffare > > i > > possessori di carte di credito, poiché questi bastardi hanno già > > i numeri di > > serie della carte e quindi NON VI CHIEDONO IL NUMERO DI SERIE > > DELLA VOSTRA. > > > > > > > > Questa mail potrà essere molto utile in quanto una volta capito > > come > > funziona la truffa sarete preparati e protetti dal pericolo. > > > > > > > > Funziona cosí. > > > > > > > > La persona vi chiamerà al telefono dicendo: > > > > 'Buongiorno, mi chiamo (Nome e Cognome) e La sto chiamando > > dall'ufficio > > antifrodi della VISA (oppure Mastercard, American Express, > > ecc.). > > > > La mia matricola di funzionario VISA è la 12460. > > > > Le telefono perché la Sua carta è stata segnalata dal nostro > > sistema di > > sicurezza per aver fatto un acquisto insolito e io sono qui per > > verificare > > insieme a Lei se si tratta di qualcosa di illegale oppure no. > > > > Guardi, si tratta della Sua carta di credito VISA emessa dalla > > Banca......... > > > > ( vi dirà il nome della Vostra Banca) > > > > Lei ha per caso acquistato recentemente dei biglietti aerei (o > > qualsiasi > > altra cosa) per 497.99 dollari (oppure Euro) da una società via > > Internet che > > ha sede in ....... ?' > > > > > > > > Mentre voi risponderete di no, il falso funzionario continuerà > > dicendo: > > > > > > > > 'Guardi, Le spiego brevemente, si tratta di una società che > > stiamo tenendo > > d'occhio poiché effettua degli addebiti tra 297 e 497 dollari > > (Euro) per > > volta e restando sotto i 500 dollari non è facilmente > > controllabile, dato il > > gran numero di transazioni che effettua ogni giorno in tutto il > > mondo. > > > > Ad ogni modo, se Lei mi conferma di non aver effettuato con la > > sua carta > > nessun acquisto Internet per biglietti aerei di questo importo, > > con il suo > > aiuto abbiamo potuto appurare che si tratta di un tentativo di > > frode e così > > questa somma Lei la vedrà addebitata sull'estratto conto del > > mese ma le > > verrà contemporaneamente eseguito lo storno per lo stesso > > importo non > > dovuto, così alla fine il saldo sarà pari. > > > > L'estratto conto verrà inviato come al solito al Suo indirizzo > > che ci > > risulta essere Via........., è corretto ?' > > > > > > > > E voi direte ovviamente di sì... > > > > > > > > Allora lui/lei continuerà dicendo: > > > > > > > > 'Ok, a questo punto apro una pratica interna antifrode. Se Lei > > avesse > > qualsiasi domanda o chiarimento da chiederci, chiami il nostro > > numero verde > > 800 ........ e chieda dell'ufficio antifrodi Internet: quando un > > mio collega > > le risponderà, abbia cura di dargli il codice di questa pratica > > che è il > > ............. (vi darà un numero a sei cifre) così che potrà > > rispondere a > > tutte le sue domande. Ha annotato il codice della pratica? Vuole > > che glielo > > ripeta?' > > > > > > > > A questo punto inizia la parte IMPORTANTE della truffa. > > > > > > > > il falso funzionario vi dirà: > > > > 'un'ultima cosa ancora. Avrei bisogno di verificare se lei è > > davvero in > > possesso della sua carta: ce l'ha in mano in questo momento ? > > > > Ok, allora dia uno sguardo ai numeri che trova sul retro: se > > guarda bene > > vedrà due numeri, uno di quattro cifre che è una parte del > > numero di serie > > della carta e l'altro di tre cifre (Codice di Sicurezza) che > > dimostra che > > Lei è in possesso della carta. > > > > Queste ultime tre cifre sono quelle che vengono normalmente > > utilizzate per > > gli acquisti via Internet, poiché sono la prova che Lei possiede > > fisicamente > > la carta. > > > > Me li può leggere per favore ?' > > > > Una volta che glieli avrete letti, lui dirà: > > > > 'Ok, codice corretto. Avevo solo bisogno della prova che la > > carta non fosse > > stata persa o rubata e che ne eravate ancora fisicamente in > > possesso. > > > > Ha qualche altra domanda da farmi ?' > > > > Dopo che voi avete risposto di no, lui risponderà: > > > > 'Molto bene, La ringrazio della collaborazione. > > > > In ogni caso non esiti a contattarci per qualsiasi necessità: > > buongiorno.' > > > > E metterà giù il telefono. > > > > > > > > > > > > Da parte vostra vi sentirete sollevati... hanno tentato di > > truffarvi, ma il > > solerte servizio antifrodi della VISA vi ha salvati in tempo. > > > > In fondo non gli avete detto quasi niente di importante e lui > > non vi ha mai > > chiesto il numero della carta... > > > > > > > > INVECE HA GIA' INCASSATO I VOSTRI SOLDI ! > > > > > > > > Già, perché gli avete letto i tre numeri del codice di sicurezza > > e > > CERTAMENTE li ha già usati per addebitare la vostra carta. > > > > > > > > Infatti quello che i truffatori vogliono è proprio il codice di > > sicurezza a > > tre cifre sul retro della carta: gli altri dati se li erano già > > procurati, > > compreso il titolare, la data di emissione, di scadenza, il > > numero di serie > > della carta e persino il vostro indirizzo.... > > > > Mancava solo il codice di sicurezza ! > > > > > > > > Se vi dovessero chiamare con le modalità appena descritte, non > > date nessun > > riferimento e ditegli che chiamerete direttamente la VISA > > (oppure > > Mastercard, ecc.) per la verifica della conversazione: > > le società che emettono le carte di credito NON VI CHIEDERANNO MAI DEI CODICI: > > > > LORO LI CONOSCONO PRIMA DI VOI !!! > > > > > > > > Per favore, diffondete queste informazioni ai vostri familiari > > ed amici. > >