domenica 11 gennaio 2009

Ecco di cosa parlava Alice

Sì, lo so, sono cose difficili da dire e da capire: come fai a capire se un bambino è come dice l'articolo seguente o no?

Alice lo capiva al volo e anche se sembrava un bimbo "normale" gli si

accostava e gli donava il sorriso perduto. Lei guardava negli occhi e vedeva l'anima (lo diceva spesso, anche se ridendo). Ecco perché lei è un angelo e molti altri no, io per prima.

Voleva diventare "la sorella di tutti" per donare a tutti quel sorriso che spesso non si conosce nemmeno. Ecco di cosa parlava Alice con il Mondo e di cosa avrebbe voluto parlare sempre.

Non togliermi il sorriso

L'importanza di rompere il circolo. Perchè "nontogliermiilsorriso"?

Perchè spesso vediamo bambini che non sorridono. E non stiamo facendo riferimento a bambini che non sorridono perchè si sono appena sbucciati un ginocchio, o perchè piove e non possono uscire a giocare. Bambini che mentre giocano, mentre passeggiano, corrono, vivono, sono seri, o addirittura tristi. Spesso, sempre. Come se sorridere costasse loro fatica, come se non fosse la cosa più spontanea da fare, quel sorriso che per antonomasia ti fa pensare all'infanzia felice e spensierata. Ci siamo chiesti perchè sono così seri, ci siamo chiesti dove fosse finito quel sorriso. Abbiamo così iniziato un percorso che ci ha portato a scoprire quanto l'infanzia venga sacrificata, e quanto poco ci sia da sorridere in tutto questo. Abbiamo scoperto, pian piano, che la violenza sui bambini è diffusa capillarmente, abbiamo capito che non solo gli schiaffi sono violenza: la derisione, la mancanza di rispetto, i ricatti, materiali ed affettivi, i mostri delle fiabe, gli orchi cattivi, le befane che portano il carbone, i santi che sanno tutto, un immaginario costruito appositamente per mantenere fisso il rapporto fondamentale di potere: io grande ho ragione, sempre e comunque, io so cosa è meglio per te, tu piccolo mi devi ubbidire, ti devi piegare ai miei desideri. Non c'è spazio oggi per i desideri dei bambini, non c'è tempo per ascoltarli, tutto è accuratamente pianificato e scandito da ritmi fissi, da regole incorruttibili. I bambini che rompono gli schemi sono diversi, difficili, sbagliati. Se fossero adulti li definirebbero artisti, filosofi, sognatori e poeti, geniali e stravaganti. Ma sono solo bambini. Abbiamo capito che l'unica speranza per un mondo diverso e migliore è riuscire a cambiare noi: noi genitori che siamo stati bambini, spesso maltrattati, feriti, resi tristi, dobbiamo trovare la forza, il coraggio, per non riproporre lo stesso schema di comportamento con i nostri bambini, con quelli che sono affidati alle nostre cure. Dobbiamo rompere questo circolo, questa ripetizione di errori, per cui da sottomessi abbiamo imparato a sottomettere. Dobbiamo vivere accanto ai nostri bambini, non pretendere di coltivarli. Con loro gioire dei loro successi, dolerci delle loro sconfitte. Applaudire oppure asciugare le lacrime, non dimenticare mai l'influenza che possiamo avere nelle loro vite. „Mi asterrò dal recar danno e offesa“, come in un nuovo giuramento di Ippocrate, ci rimanga questo ben saldo in mente.

Concludiamo con Tagore:

Il bambino adorno di vesti principesche, con al collo monili ingemmati, perde ogni piacere nel gioco, la sua veste lo impaccia a ogni passo. Per paura che si possa stracciare o che s'imbratti di polvere si tiene appartato dal mondo e ha timore persino di muoversi. Madre, a che vale tutta questa eleganza Se ci tiene lontani dalla salutare Polvere di questa terra, se ci priva del diritto d'entrare nella grande festa del mondo?

1 commento:

Unknown ha detto...

Ciao, credo di non aver compreso la tua domanda: in che senso se un bambino "è come dice l'articolo o no"?

Vieni a parlarne sul forum di nontoglermiilsorriso, se vuoi...
Lucilla