Narraci questo, Nichi
Nichi Vendola |
di Alessandro Sallusti
Vediamo se il governatore Vendola saprà narrare anche la retata che ha portato all'arresto di un suo ex assessore, ora senatore, del suo caposcorta e di funzionari nominati dal suo governo
«Narrazione» è un termine molto caro a Nichi Vendola, governatore della Puglia, leader della sinistra radicale, moralista tuttologo a tempo pieno. Lui non parla, narra. C’è la narrazione della politica, dell’economia, della giustizia, del mondo intero. Vediamo se saprà narrare anche la retata che ha portato all’arresto di un suo ex assessore, ora senatore, del suo caposcorta e di funzionari nominati dal suo governo. L’inchiesta, nella quale anche lui è stato indagato, riguarda una maxi truffa nel giro della sanità pubblica pugliese. Per la sinistra è un brutto colpo.
Qui non si parla di questioni e di soldi privati, ma di malandrini e denari pubblici. Se Berlusconi deve essere processato per non aver selezionato eticamente gli ospiti delle sue serate, che si dovrebbe fare a Vendola che è stato, nella migliore delle ipotesi per lui, incapace di scegliersi gli uomini a cui affidare i soldi e la salute di una intera regione? Non lo vogliamo vedere alla sbarra ma - se proprio non si può mandarlo a casa - almeno che la pianti di fare il maestrino narratore che dà voti a tutti. Ovviamente, per lui varrà a prescindere la tesi che poteva non sapere (cosa non applicata a politici di centrodestra) che cosa stavano combinando i suoi uomini. Probabilmente era distratto dalle comparsate in tv e da qualche «narrazione» antiberlusconiana.
Del resto, a sinistra, cadono sempre dalle nuvole. Anche se poi, come dimostra il caso Unipol, che il Pd si stesse per fare una banca, Fassino e D’Alema l’avevano intuito al punto che già si preparavano a festeggiare (salvo poi negare tutto). Ora sarà interessante vedere se il Pd concederà l’autorizzazione all’arresto per il suo malcapitato senatore Tedesco. Se fosse coerente dovrebbe farlo, e anche con un certo entusiasmo. Ma siccome, dicono le malelingue, l’ex assessore è stato messo al Senato proprio per garantirgli l’immunità almeno dalle manette, prevedo che il voto sarà sfavorevole. Perché da quelle parti sono tutti bravi a stare con i magistrati, ma solo se nel mirino non ci sono loro. D’Alema insegna.
Qui non si parla di questioni e di soldi privati, ma di malandrini e denari pubblici. Se Berlusconi deve essere processato per non aver selezionato eticamente gli ospiti delle sue serate, che si dovrebbe fare a Vendola che è stato, nella migliore delle ipotesi per lui, incapace di scegliersi gli uomini a cui affidare i soldi e la salute di una intera regione? Non lo vogliamo vedere alla sbarra ma - se proprio non si può mandarlo a casa - almeno che la pianti di fare il maestrino narratore che dà voti a tutti. Ovviamente, per lui varrà a prescindere la tesi che poteva non sapere (cosa non applicata a politici di centrodestra) che cosa stavano combinando i suoi uomini. Probabilmente era distratto dalle comparsate in tv e da qualche «narrazione» antiberlusconiana.
Del resto, a sinistra, cadono sempre dalle nuvole. Anche se poi, come dimostra il caso Unipol, che il Pd si stesse per fare una banca, Fassino e D’Alema l’avevano intuito al punto che già si preparavano a festeggiare (salvo poi negare tutto). Ora sarà interessante vedere se il Pd concederà l’autorizzazione all’arresto per il suo malcapitato senatore Tedesco. Se fosse coerente dovrebbe farlo, e anche con un certo entusiasmo. Ma siccome, dicono le malelingue, l’ex assessore è stato messo al Senato proprio per garantirgli l’immunità almeno dalle manette, prevedo che il voto sarà sfavorevole. Perché da quelle parti sono tutti bravi a stare con i magistrati, ma solo se nel mirino non ci sono loro. D’Alema insegna.
2 commenti:
Ho voluto pubblicare qualcosa di simile sul mio sito e questo mi ha dato un'idea. Cheers.
Lo ricopio direttamente dal quotidiano, giusto per non sbagliarmi.
NICHI «AD PERSONAM»
Un’intercettazione tra Vendola e Tedesco, insiste il gip, sottolinea «la prassi politica dello spoil system che era di fatto talmente imperante nella sanità regionale da indurre il governatore Vendola, pur di sostenere alla nomina di direttore generale un suo protetto, addirittura a pretendere il cambiamento della legge per superare con una nuova legge ad usum delphini, gli ostacoli che la norma frapponeva alla nomina».
- Tedesco:«Quello non ha i requisiti (…)».
- Vendola: «Oh madonna santa, porca miseria, la legge non la possiamo modificare?».
COMMENTO: e questi personaggi, in italia, si permettono di ergersi a giudici morali di tutti?
Ma che si vergognino!!!
E, dalla vergogna, facciano come Piero Marrazzo (ex Governatore della Regione Lazio beccato a usare soldi pubblici per drogarsi e farsi fare dai trans di Via Cassia, a Roma): spariscano dalla pubblica vista!!
Posta un commento