Finalmente abbiamo terminato il racconto.
Anche in Svizzera, come in Italia, la maggiore età scatta a 18 anni: dopo che ho compiuto questa età potrei firmare e lasciare il nosocomio.
In teoria.
In pratica ci sono molte altre difficoltà: i miei sono spariti. Al telefono mi raccontano delle panzane, ma non si fa vedere nessuno.
Io friggo, voglio scappare....
Cosa mi manca? Tutto: soldi, vestiti, documenti.... un lavoro.
Cosa ho? Due paia di ciabatte, sei camicia da notte, intimo (no reggiseni), due vestaglie (inverno ed estate).
Per fortuna una mia amica (Kristina), figlia di facoltosi industriali tedeschi, compie i 18 anni prima di me; i suoi la vengono a prendere e lei riprende a volare.
Non si dimentica di me e torna dopo 4 mesi a trovarmi e, di nascosto dai suoi, mi lascia 500 Euro.
Bene, ma non posso lasciare l'ospedale nuda.
Scrivo a Kristina ma lei non può venire a trovarmi subito.
Aspettiamo le vacanze estive, quindi fine Luglio. E' travagliatissimo l'appuntamento ma alla fine riesce: i genitori di Kristina sanno tutto di me e vengono APPOSTA a prendermi.
Firmo che me ne vado e il giorno stesso sono fuori, con una borsina e molta voglia di tornare in Italia: voglio leggere i giornali in italiano, sentire una telenovela, fare la ragazza libera....
E in più schiumo rabbia da ogni poro.
Usciti dall'ospedale con i vestiti di Kristina i suoi genitori prendono 2 stanze nella stessa cittadina perché ci rimangano buoni ricordi come turisti e non come "recluse".
Il giorno dopo è spettacolo: negozi di abbigliamento, parrucchiere, scarpe, accessori..... uno shopping con l'amica di mesi tristissimi, ma ora in completa libertà.
La notte siamo libere di uscire e di "fare vita" come vogliamo: in genere la trascorriamo camminando mano nella mano lungo sentieri o per la città.
La sera prima di finire la settimana di vacanza mi arriva la proposta: siamo a cena in un sciccosissimo ristorante e il padre di Kristina le chiede di chiedermi cosa loro avevano pensato per me: "vuoi venire a stare da noi? La nostra villa ha una dependance attualmente vuota e tu potresti vivere lì, con la tua libertà...."
Credo che mi siano brillati gli occhi e, mentre stavo per dire di SI', ho risposto "no, grazie. Ora ho tutto: la libertà: voglio vivere la mia vita e viverla in Italia".
Ho chiesto un ultimo favore, se potevano farlo: accompagnarmi in Italia.
In realtà avevo paura che il mio passaporto che mi è stato dato in ospedale avesse qualche "problema" (conoscendo i trucchi dei miei ecc ecc...) e mi respingessero alla frontiera, così ho fatto il viaggio in Mercedes (con tv a bordo -LOL) e mi sono fatta accompagnare davanti alla casa di mia sorella grande, a Monza.
Avevo detto che mi ero messa d'accordo con lei per le prime notti (tutte balle, ovvio - LOL) e che, "forse ora è fuori casa; aspetterò qui un attimo. Tranquilli, andate pure......"
Lì ho salutato e con il borsone me ne sono andata in giro, a rivedere i luoghi della mia gioventù: una malinconia infinita. Una tristezza a rivedere l'albero sotto il quale studiava la mia sorellina...... o la "nostra" chiesa.......
A mezzanotte esatta (0.05 credo) prendo l'ultimo treno per Milano: non so cosa farò là, ma mi piaceva: con mio padre ci siamo stati bene e poi credo sia l'unica città italiana in grado di potermi dare un lavoro (mi ero messa in testa che i soldi mi potessero bastare non oltre una settimana se trovavo un alloggio in ostello).
Pensavo di dormire nell'ostello della gioventù e trovarmi qualche lavoretto saltuario.
Dio (o Alice) mi hanno riservato un trattamento da gran signora: arrivo a Milano quasi alla mezza e girando un po' intorno alla stazione trovo una pizzeria aperta e mi infilo dentro.
Ordino pizza Margherita (la mia passione sin da quando ero bambina) e una birra media e mi diverto a sentire il proprietario che continuamente rimprovera l'unica cameriera in sala.
Mi faccio coraggio e, più per scherzo che altro, chiedo alla cameriera se posso propormi al suo principale come seconda cameriera, per aiutarla. O per dividere i rimproveri.
Sembra non abbia capito un tubo, quando alla fine della pizza mi chiede di restare fino alla fine del suo turno.
Dopodiché chiacchieriamo di affari nostri (chi siamo e che cosa facciamo. La mia storia sembra affascinarla) e lei mi dice che aveva accettato di lavorare in centro perdendo una proposta che poteva essere anche meglio, specie per me: in un posto non molto lontano dalla periferia milanese c'era un signore straniero che cercava una cameriera che desse una mano a sua moglie "perennemente incinta", sia nel locale che in casa; poteva anche offrire una stanza visto il culo di posto che era....
Mi molla il telefono di questa persona, mi offre di chiamarlo col suo cellulare: prendo un appuntamento per il giorno dopo (lo straniero aveva appena mandato via l'ennesima cameriera perché "italiana" che, nel suo gergo, credo che voglia intendere pigra), pago le ordinazioni mie e della nuova amica e me ne esco a trovarmi un alberghetto in zona: per una notte, quella prima di iniziare un lavoro che sembra molto duro, voglio fare la "sciura" (in milanese vuol dire "signora")
Il resto è cosa nota: sono qui che lavoro, mangio e dormo come una pascià. Guadagno bene e non mi lamento, non mi manca nulla.... credo.
Ho una cameretta mia, posso usare il pc del principale (lui ne ha preso uno stupendo perché voleva impararlo da solo ma poi ci ha rinunciato) e con una chiavetta collegarmi a internet (100 ore al mese), un bagnetto tutto mio (e dei bimbi dei coniugi che mi ospitano)....
Sono cameriera, un po' di domestica in casa ma soprattutto baby-sitter di 3 marmocchi (1, 3 e 7 anni) simpaticissimi quanto vivaci: sono felice.
Bene, ho finito di dirvi proprio tutto su di me: vi avevo promesso di non parlarvi di me o di essere schematica, ma non ci sono riuscita. Poche cose mi riescono, specie mantenere le promesse (LOL)
Adesso aspetto di sentire le vostre avventurose vite: scrivetemi su "flaviaccia@libero.it" ed io sarò felicissima di pubblicarvi e, se me lo permetterete, di commentarvi.
Un grazie a tutti per avermi sopportata fino a qui e per la pazienza che mi avete dimostrato.
Da adesso posso dirvi le cose che più mi stanno a cuore (ora che ho assolto il mio impegno verso alcuni amici/lettori che hanno chiesto di conoscere persino le mie pulci)
Flaviaccia
Anche in Svizzera, come in Italia, la maggiore età scatta a 18 anni: dopo che ho compiuto questa età potrei firmare e lasciare il nosocomio.
In teoria.
In pratica ci sono molte altre difficoltà: i miei sono spariti. Al telefono mi raccontano delle panzane, ma non si fa vedere nessuno.
Io friggo, voglio scappare....
Cosa mi manca? Tutto: soldi, vestiti, documenti.... un lavoro.
Cosa ho? Due paia di ciabatte, sei camicia da notte, intimo (no reggiseni), due vestaglie (inverno ed estate).
Per fortuna una mia amica (Kristina), figlia di facoltosi industriali tedeschi, compie i 18 anni prima di me; i suoi la vengono a prendere e lei riprende a volare.
Non si dimentica di me e torna dopo 4 mesi a trovarmi e, di nascosto dai suoi, mi lascia 500 Euro.
Bene, ma non posso lasciare l'ospedale nuda.
Scrivo a Kristina ma lei non può venire a trovarmi subito.
Aspettiamo le vacanze estive, quindi fine Luglio. E' travagliatissimo l'appuntamento ma alla fine riesce: i genitori di Kristina sanno tutto di me e vengono APPOSTA a prendermi.
Firmo che me ne vado e il giorno stesso sono fuori, con una borsina e molta voglia di tornare in Italia: voglio leggere i giornali in italiano, sentire una telenovela, fare la ragazza libera....
E in più schiumo rabbia da ogni poro.
Usciti dall'ospedale con i vestiti di Kristina i suoi genitori prendono 2 stanze nella stessa cittadina perché ci rimangano buoni ricordi come turisti e non come "recluse".
Il giorno dopo è spettacolo: negozi di abbigliamento, parrucchiere, scarpe, accessori..... uno shopping con l'amica di mesi tristissimi, ma ora in completa libertà.
La notte siamo libere di uscire e di "fare vita" come vogliamo: in genere la trascorriamo camminando mano nella mano lungo sentieri o per la città.
La sera prima di finire la settimana di vacanza mi arriva la proposta: siamo a cena in un sciccosissimo ristorante e il padre di Kristina le chiede di chiedermi cosa loro avevano pensato per me: "vuoi venire a stare da noi? La nostra villa ha una dependance attualmente vuota e tu potresti vivere lì, con la tua libertà...."
Credo che mi siano brillati gli occhi e, mentre stavo per dire di SI', ho risposto "no, grazie. Ora ho tutto: la libertà: voglio vivere la mia vita e viverla in Italia".
Ho chiesto un ultimo favore, se potevano farlo: accompagnarmi in Italia.
In realtà avevo paura che il mio passaporto che mi è stato dato in ospedale avesse qualche "problema" (conoscendo i trucchi dei miei ecc ecc...) e mi respingessero alla frontiera, così ho fatto il viaggio in Mercedes (con tv a bordo -LOL) e mi sono fatta accompagnare davanti alla casa di mia sorella grande, a Monza.
Avevo detto che mi ero messa d'accordo con lei per le prime notti (tutte balle, ovvio - LOL) e che, "forse ora è fuori casa; aspetterò qui un attimo. Tranquilli, andate pure......"
Lì ho salutato e con il borsone me ne sono andata in giro, a rivedere i luoghi della mia gioventù: una malinconia infinita. Una tristezza a rivedere l'albero sotto il quale studiava la mia sorellina...... o la "nostra" chiesa.......
A mezzanotte esatta (0.05 credo) prendo l'ultimo treno per Milano: non so cosa farò là, ma mi piaceva: con mio padre ci siamo stati bene e poi credo sia l'unica città italiana in grado di potermi dare un lavoro (mi ero messa in testa che i soldi mi potessero bastare non oltre una settimana se trovavo un alloggio in ostello).
Pensavo di dormire nell'ostello della gioventù e trovarmi qualche lavoretto saltuario.
Dio (o Alice) mi hanno riservato un trattamento da gran signora: arrivo a Milano quasi alla mezza e girando un po' intorno alla stazione trovo una pizzeria aperta e mi infilo dentro.
Ordino pizza Margherita (la mia passione sin da quando ero bambina) e una birra media e mi diverto a sentire il proprietario che continuamente rimprovera l'unica cameriera in sala.
Mi faccio coraggio e, più per scherzo che altro, chiedo alla cameriera se posso propormi al suo principale come seconda cameriera, per aiutarla. O per dividere i rimproveri.
Sembra non abbia capito un tubo, quando alla fine della pizza mi chiede di restare fino alla fine del suo turno.
Dopodiché chiacchieriamo di affari nostri (chi siamo e che cosa facciamo. La mia storia sembra affascinarla) e lei mi dice che aveva accettato di lavorare in centro perdendo una proposta che poteva essere anche meglio, specie per me: in un posto non molto lontano dalla periferia milanese c'era un signore straniero che cercava una cameriera che desse una mano a sua moglie "perennemente incinta", sia nel locale che in casa; poteva anche offrire una stanza visto il culo di posto che era....
Mi molla il telefono di questa persona, mi offre di chiamarlo col suo cellulare: prendo un appuntamento per il giorno dopo (lo straniero aveva appena mandato via l'ennesima cameriera perché "italiana" che, nel suo gergo, credo che voglia intendere pigra), pago le ordinazioni mie e della nuova amica e me ne esco a trovarmi un alberghetto in zona: per una notte, quella prima di iniziare un lavoro che sembra molto duro, voglio fare la "sciura" (in milanese vuol dire "signora")
Il resto è cosa nota: sono qui che lavoro, mangio e dormo come una pascià. Guadagno bene e non mi lamento, non mi manca nulla.... credo.
Ho una cameretta mia, posso usare il pc del principale (lui ne ha preso uno stupendo perché voleva impararlo da solo ma poi ci ha rinunciato) e con una chiavetta collegarmi a internet (100 ore al mese), un bagnetto tutto mio (e dei bimbi dei coniugi che mi ospitano)....
Sono cameriera, un po' di domestica in casa ma soprattutto baby-sitter di 3 marmocchi (1, 3 e 7 anni) simpaticissimi quanto vivaci: sono felice.
Bene, ho finito di dirvi proprio tutto su di me: vi avevo promesso di non parlarvi di me o di essere schematica, ma non ci sono riuscita. Poche cose mi riescono, specie mantenere le promesse (LOL)
Adesso aspetto di sentire le vostre avventurose vite: scrivetemi su "flaviaccia@libero.it" ed io sarò felicissima di pubblicarvi e, se me lo permetterete, di commentarvi.
Un grazie a tutti per avermi sopportata fino a qui e per la pazienza che mi avete dimostrato.
Da adesso posso dirvi le cose che più mi stanno a cuore (ora che ho assolto il mio impegno verso alcuni amici/lettori che hanno chiesto di conoscere persino le mie pulci)
Flaviaccia
3 commenti:
Flaviaccia sei una grande, ora che hai finito di dirci la tua vita ce la fai vedere una tua foto? Sei vuoi solo di faccia ma meglio di tutta. Continua così anchio sono con te. Mirko
Ti interessa la sua storia o lei ??
Cmq non esaltarti ... e' bruttina, cicciotta, con acne giovanile simile a varicella ... , un occhio di vetro, amplifon potenziato, cellulite adiposa, alito caprino, ... manca qualcosa ????
Nooooo, non sono così mostruosa: l'acne giovanile mi è passata.
Flaviaccia
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