Buon sabato notte a tutti.
By Flaviaccia.
I rischi della «democrazia» scolastica
Caro Severgnini,
giugno, tempo di risultati scolastici. Milano, due figli, scuola pubblica primaria, prima e terza. Il più grande non prova il minimo interesse per la scuola, fatica a svolgere i compiti e persino a capire quali siano. Tirerebbe a campare, dal punto di vista didattico, attirato (giustamente?) da tutto ciò che è altro rispetto alla scuola. Forse ha preso da me e, anche spinto da un impercettibile senso di colpa, cerco di motivarlo. Il più piccolo è il classico outstanding, brillante, capace, determinato, va ben oltre i suoi doveri, scrive, legge e - addirittura - si pone come tutor per i compagni. Un primo della classe che, non per nulla, ha preso dalla madre. Il punto è: perché la loro pagella è identitica, costellata di buono e distinto? Perché in risposta ai miei sforzi motivazionali sull'impegno, il mio figlio grande trova un formidabile argomento nei giudizi non negativi presenti in pagella? Perché il mio figlio piccolo, non trovando riscontro reale nei medesimi giudizi, ha già espresso la considerazione «quindi anche se faccio meno prendo sempre buono e distinto come i miei compagni?». Non sarà, per caso, che la democrazia scolastica trasforma l'entusiasmo dei migliori in appagamento dei peggiori fin da piccoli?
Saluti,
Eligio Degli Angeli, degliangeli@fastwebnet.it
Caro Severgnini,
giugno, tempo di risultati scolastici. Milano, due figli, scuola pubblica primaria, prima e terza. Il più grande non prova il minimo interesse per la scuola, fatica a svolgere i compiti e persino a capire quali siano. Tirerebbe a campare, dal punto di vista didattico, attirato (giustamente?) da tutto ciò che è altro rispetto alla scuola. Forse ha preso da me e, anche spinto da un impercettibile senso di colpa, cerco di motivarlo. Il più piccolo è il classico outstanding, brillante, capace, determinato, va ben oltre i suoi doveri, scrive, legge e - addirittura - si pone come tutor per i compagni. Un primo della classe che, non per nulla, ha preso dalla madre. Il punto è: perché la loro pagella è identitica, costellata di buono e distinto? Perché in risposta ai miei sforzi motivazionali sull'impegno, il mio figlio grande trova un formidabile argomento nei giudizi non negativi presenti in pagella? Perché il mio figlio piccolo, non trovando riscontro reale nei medesimi giudizi, ha già espresso la considerazione «quindi anche se faccio meno prendo sempre buono e distinto come i miei compagni?». Non sarà, per caso, che la democrazia scolastica trasforma l'entusiasmo dei migliori in appagamento dei peggiori fin da piccoli?
Saluti,
Eligio Degli Angeli, degliangeli@fastwebnet.it
1 commento:
Oddio ... che l'Italia non sia un paese meritocratico gia' si sapeva !
Cmq non mi pare una visione corretta della cosa, anche se a un ragazzino, forse, sembra la cosa piu' evidente ... faccio poco, tanto me la cavo come gli altri.
Anzi se faccio di piu' son pure un secchione e mi prendono per il culo.
Son ore troppo piccole per fare altri ragionamenti ... vado a letto va !
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