martedì 15 maggio 2012

Travaglio doloroso (con aborto)

di Alessandro Sallusti
C’è un Travaglio sofferente in corso. C'è dolore interiore e angoscia per le dichiara­zioni di Grasso che archi­viano definitivamente le accuse di mafio­sità per il Cav
Marco Travaglio, "giornalista"
C’è un Travaglio sofferente in corso. C'è dolore interiore e angoscia per le dichiara­zioni del procuratore capo dell'Antimafia, Piero Grasso, che archi­viano definitivamente le accuse di mafio­sità per Silvio Berlusconi e certificano la faziosità dei pm suoi accusatori, come Antonio Ingroia. Per Travaglio Marco ed Ezio Mauro, direttore de La Repubblica, pubblicare ieri una simile notizia è stato come partorire con dolore. Tanto che, più che un parto, il risultato è stato un aborto. La Repubblica l'ha nascosta in dieci righe a pagina 17 , il Fatto di Trava­glio non l'ha neppure pubblicata e, raro esempio di giornalismo, l'ha offerta ai suoi lettori sotto forma di una smentita (manco fosse l'ufficio stampa della Pro­cura di Palermo) firmata da Travaglio me­desimo.
L'Unità ha cambiato formato ma non pelle, e ha fatto ancora meglio: neppure un rigo. Su casi inversi, Emilio Fede è sempre stato più corretto e leale con i suoi ascoltatori, Augusto Minzolini ora appare, quale è, un gigante di libertà e professionalità.
Eppure di mafia Travaglio e Mauro se ne dovrebbero intendere. Ogni peto di pentito contro Forza Italia diventa titolo­ne, quando non libro, e il primo dei due con un presunto mafioso ci ha passato pure le vacanze (salvo trascinare in tribu­nale chi glielo ricorda, come è accaduto di recente a Gianni Riotta, altro cuor di le­one del giornalismo). Il mito di Ingroia, pm senza macchia, è a pezzi, ma i lacchè delle Procure stendono il cordone sanita­rio: tacere, nascondere, minimizzare o ri­vangare e vendere come fresche tesi ac­cusatorie già smontate e seppellite da sentenze definitive che ovviamente si tacciono.
Chi di pm ferisce, di pm perisce. Ma se fossi in Piero Grasso non starei tranquil­lo. Nei cassetti dei nostri eroi ci sono veli­ne per tutti, soprattutto per chi si sottrae al gioco del dagli al Berlusconi mafioso.

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