domenica 29 novembre 2009

L'intervista ad Alice

Domanda: "Qual è l'animale che secondo te detiene i più grandi record?"

Risposta: "Indubbiamente l'essere umano: sa fare del bene e sa fare del male molto più di ogni altro animale sulla Terra!" (Alice)

sabato 28 novembre 2009

Per togliere i "grilli"

Basta mettere il muting nel giochino "CRAB BALL"........
Purtroppo ogni volta che si rientra nel blog il muting si toglie: se non lo volete posso toglierlo sto giochino...

Buona Domenica a tutti (io sono in festa fino a staseraaaaaa......)

 Mi chiedono di pubblicare e io pubblico.

Grazie. Flaviaccia

 

Perché non fai un figlio?

 


Avere un bambino, oltre alla sopravvivenza della specie, è ora una norma sociale. E sono in tanti a ricordartelo. Soprattutto se hai passato da tempo la trentina e sei senza prole. Eppure ci sono donne che ne fanno a meno


Hai passato da tempo la trentina e il pensiero di mettere al mondo un bambino non ti sfiora neppure. Non è solo il tuo orologio biologico a tormentarti, ma gli altri. Come se avere un figlio fosse diventato un obbligo sociale. E c'è sempre qualche amica, felicemente sposata (si dice così, no?) e con prole, che si sente in dovere di farti la tremenda quanto solita domanda : ma cosa aspetti per fare un figlio? Chissà perché un donna senza prole fa aumentare repentinamente la voglia di chi le sta vicino di impartire lezioni e distribuire consigli . Ecco alcune tra le frasi più sciocche che ci si sente dire in questi casi.

Finirai la tua vita come una vecchia solitaria - Ma siamo sicure che sia proprio così? Una ricerca dell'università della Florida dimostra l'infondatezza di questa osservazione. Non esisterebbe una sostanziale differenza tra l'incidenza della depressione tra le persone senza figli e quelle con prole. Insomma, vecchiaia non necessariamente è sinonimo di solitudine. L'importante è essere capaci di mantenere i legami sociali nel corso della propria vita anche in assenza di quelli che avrebbero potuto fornire i figli.

Ma tu saresti una mamma fantastica - Quando senti questa frase ti viene voglia di dare un morso a chi l'ha pronunciata. Ci sono persone che adorano i bambini mentre altre preferiscono non averene. Non per questo sono delle persone ingrate ed egoiste. In un mondo complesso come il nostro, i bambini hanno un gran bisogno della presenza degli adulti nella loro vita. Se sei capace di infondere fiducia nei più giovani e hai una grande capacità di ascolto non è importante se lo fai da mamma o da "zia". Per rendersene conto basta pensare a quanti adulti al di fuori della tua cerchia familiare hanno avuto effetti positivi su di te. Quindi, non preoccuparti, le tue doti di ascolto empatico non sono buttate al vento. Se non hai figli tuoi, saranno altri i bambini che ne approfitteranno.

I bimbi sono così teneri! Cosa aspetti? - Questa è un'altra di quelle frasi che ci sente dire quando si è già oltre la soglia dei quaranta. Degli angeli loro? Ma li avete visti scorrazzare tra le pareti domestiche come piccoli Attila scatenati? Altro che angioletti. Ma poi a chi è venuto in mente questa baggianata dell'innocenza dei bambini? Spesso si pensa ai figli come alle persone che ci rappresentranno nel mondo e che ci ameranno incondizionatamente. Mah, non per gufare ma qualche sano dubbio è sempre prudente averlo.

Non hai il desiderio di una famiglia tutta tua? - Gia sentita questa, no? Un po' come quando si sente l'espressione "home sweet home" e poi si scopre che i delitti compiuti fra le mura domestiche sono al primo posto nella classifica degli omicidi volontari compiuti in Italia. Non per frenare gli entusiasmi ma...

Avere un figlio è una cosa naturale - Peccato che il concetto di "naturale" sia un termine dalle connotazioni estremamente scivolose. La nudità è naturale ma se vai a spasso per le vie del centro come natura ti ha fatta rischi l'arresto, mentre se fai un calendario ti pagano pure.

Dovresti averne almeno uno tutto tuo - Non sempre quando si pensa ai bambini si pensa alla bellezza, alla gioia e al miracolo della vita. Vengono anche i mente i pannolini , il lavoro che ci sta dietro, la mancanza di sonno durante i primi anni am anche le risorse necessarie per farlo crescere, la crisi economica e il futuro incerto.

venerdì 27 novembre 2009

Giada Vincenti /2

Mi siedo al tavolo di Daniela che stava rosicchiando un toast.
Mi chiede se gradisco della sua cocacola e mi guarda come un marziano.
Io tiro fuori il mio panino (sono a risparmio di money) e la mia bottiglietta d'acqua fregata al ristorante dove lavoro e inizio a chiederle le prime ovvietà: "come stai?" "tutto ok?"
Daniela mi risponde: "tra 50 minuti devo tornare al lavoro, cazzo vuoi dalla mia vita?"
"Raccontami di Giada, cosa ne è di lei.
E' una ragazza che avrò visto si e no 4 volte ma sempre di sfuggita: veniva in casa con altre amiche di mia sorella Alice, ma era timidissima e se ne stava sempre in disparte.
Poi ho letto il suo blog e l'ho trovata tenera e buona. Almeno fino a quando non ho letto che lei e mia sorella si chiamavano tra loro "gemellina": l'unica VERA gemella di Alice SONO IO"

E lei mi risponde:
"Lo sai che Giada viveva con sua nonna?
Quando la nonna stava male l'hanno ricoverata in ospedale e Giada andava a trovarla appena poteva: passava con le 18 ore, giorno e notte. Escluse solo 2-3 ore di sonno la mattina e il tempo per fare compere e sistemare la casa per quando la nonna sarebbe tornata a casa.
Dopo 2 settimane così la nonna morì e Giada entrò in depressione. Io la sentivo anche 5-6 volte al giorno e l'ultima volta mi ha detto che andava tutto bene, doveva solo riposare un po'.
Era Lunedì [Daniela mi ha detto anche il giorno esatto ma non scrivendomelo l'ho dimenticato] e da qual momento in poi Giada non rispose più al telefono fisso e il suo cellulare risultava spento.
Il primo momento libero, il sabato successivo, sono andata insieme a un amico a Monza: ho suonato a lungo in casa e infine ho denunciato la sua scomparsa.
Nel tardo pomeriggio vigili e pompieri hanno iniziato a entrare nella sau casa passando dal balcone della vicina di sopra, ma la casa risultava perfettamente in ordine (le tendine profumavano di fresco), un po' impolverata, e vuota.
Hanno scassinato il lucchetto della cantina e, su mia indicazione, hanno aperto la porta basculante del garage: lì c'era l'auto del padre di Giada con una portiera aperta, le chiavi inserite e il motore spento, senza nemmeno un goccio di benzina. In fondo al garage, tra un grosso armadio di metallo e il muro c'era Giada: seduta con le spalle contro il muro, le braccia conserte che tenevano un peluche. Davanti a lei una busta con su scritto "per mia mamma" e sopra il cellulare spento
Giada respirava e il cuore era debolissimo ma c'era. L'hanno portata subito al san Gerardo dove è rimasta una decina di giorni"

Il racconto è molto suntato ma quando parlava di come è stata trovata Giadina, Daniela sottolineò:
"Ai vigili sembrò subito un tentativo di suicidio ma poco dopo le hanno riscontrato dei segni sui polsi come di una corda o di un qualcosa che le bloccò le mani.
Giada non aveva alcun motivo di scrivere a sua mamma quando era morta da anni e le frasi non sembravano il suo modo di parlare."
Disse ancora 1-2 altre cose che a lei sembravano "conseguenziali" e sbottò: "l'hanno uccisa!!"

In realtà Daniela disse che Giada non è morta. E' rimasta lesa ai nervi e al cervello: non parla, non si muove e ha lo sguardo sempre fisso a sè, come un' "handicappatina" (parole di Daniela)
La faccio breve: Daniela si tiene in casa Giada, si è vista per 2 volte con suo padre che, contento che qualcuno se ne curi, le passa un RID bancario di 1.760 euro (non so da che conteggio esca fuori tale cifra; Daniela ha provato a dirmelo 2 volte poi si è stufata e ha detto che non era importante).
Ora Daniela mantiene una badante che sta con Giadina 10 ore al giorno, da Lunedì a Sabato; il resto ci sta Daniela.

Dovrebbe essere contenta, invece è sempre immusonita e incazzata nera, Daniela, e dice che io sono la figlia di chi ha ucciso l'anima della sua amica.
Ho chiesto di portarmi a vedere ma "non se ne parla nemmeno. Hai voluto la storia, ora sei contenta"
Mi saluta, mi da la mano come se fossimo a chiudere un affare e mi dice: "a te la dovevo una spiegazione: sei la sorella dell'amica più cara di Giadina. Ha fatto tutto per tua sorella, capisci?"
Capisco. Ma non tutto.

Non commenterò ora questa storia, lo farò (forse) più avanti.
Perché?
Perchè i miei commenti potrebbero risultare graffianti e poco adatti a una storia d'amore come questa.
Ho sonno e sono distrutta dalla stanchezza, potrei dire solo cavolate.
A domani amici miei.
Flaviaccia

mercoledì 25 novembre 2009

Giada Vincenti

Carissimi, oggi si è conclusa una pesante giornata da zerozerotette (00tette), o meglio vista la molta fortuna e la poca perizia, da giornalista.
Ad essere sincera solo poche ore fa ho promesso che non avrei fatto alcun cenno alla vicenda, però:
1) io non mantengo mai o quasi mai le promesse
2) secondo me quella che vi sto per raccontare è una storia troppo commovente e bella, di vera amicizia, che merita di infrangere l'ennesima promessa.

Partiamo con ordine.
La settimana scorsa ho scritto a Daniela (dindondany) una mail davvero tipica delle mie di un tempo:
Cara Dindondan, sentimi bene: non ho voglia di incazzarmi con te e sfogarmi le mie depressioni e frustrazioni con te. In fondo mi hai aiutato e mi sei stata amica. Perché allora mi stai prendendo per il culo? Mi hai scritto che Giada è morta e, con l'aiuto di un amico, ho scoperto che non esiste alcuna tomba a nome Giada Vincenti nè a Monza nè al Cimitero Maggiore di Milano. Cosa vogliamo fare? Vengo lì e ti spacco la testa? Dammi un appuntamento di mercoledì e ce la vediamo a 4 occhi, se hai un briciolo di spina dorsale. Flavia

Passa una settimana e ieri l'altro mi arriva da "dindondany" questa mail:
Anche a me fa piacere vedere in faccia la figlia di un assassino, se hai le palle fammele vedere mercoledì 25 dal bar della stazione di cesena. Mi trovi tra le 12.35 alle 13.25. Così finalmente vediamo cosa hai nel sangue.



 Appena ho letto la risposta mi si sono illuminati gli occhi e ho subito studiato il percorso per non arrivare nemmeno un secondo di ritardo: finalmente avrei saputo notizie fresche di Giada, quella che ha creato il blog da cui vi sto scrivendo, qualsiasi queste siano.

Così stamattina la mia sveglia è suonata alle 4.30.
Suonata come un tamburo inca mi sono alzata e organizzata lo zaino visto che ieri sera mi ero dimenticata diverse cose. E sono uscita ad aspettare il pulman per Milano.
Partenza dalla stazione centrale ore 9.15 (treno numero 553 con un nome buffo che non ricordo più) per scoppiarmi quasi 3 ore di viaggio.
Con in spalla lo zainetto del mio principale sembravo una kamikaze e pensavo "ma la gente non può abitare in posti meno affanculonia?"

Arrivo in stazione quasi alla mezza e mi precipito al bar.
Cazzo ma come la riconosco quella? Ho visto la foto della sua tetta ma dubito che la ritroverò nella stessa foto plastica? (LOL)
Il bar è colmo di esseri abbietti ed io mi trovo benissimo: mi avvicino ad ogni ragazza sui 20 anni e chiedo se è "Dindondan" (pensavo che dire solo Daniela fosse riduttivo e avrei "rimorchiato" una decina di amiche).
Mi guardano come si fa con gli zombie fino a quando da un tavolino mi sento tirare per la cinghia dello zainetto stile kamikaze e una tipa mi fa "Daniela Franco, tu sei Flavia?"

Woooow.... l'avevo trovata

Però ora sono troppo morta per continuare, a domani.
PERDONATEMI vi pregoooooo.....
Un bacio a tutti (escluso i miei parenti)

martedì 24 novembre 2009

La vergine e la puttana /2


Ieri vi ho parlato della puttana come una ragazza che ha deciso col suo cervello di darla a tutti, ma senza mai pretendere nulla in cambio, perché vive la propria vita come una cosa cadùca. Unendo rabbia, rancori, ingiustizie mai digerite e profondo disamore verso se stessa (a volte proprio odio), oltre al disprezzo verso gli altri, specie l'essere maschile: potevo colpire un gatto solo perché maschio, o un cane per lo stesso motivo.... o uccidere un insetto con la certezza di avere ucciso un maschio che mi stava intorno....

Oggi desidero presentarvi la vergine (con la "v" minuscola: non è la Madonna).
Mia sorella Alice ha da sempre considerato la propria sessualità come un dono: da bambina (9-11 anni) vedeva nel proprio sesso come il dono da offrire al suo "principe azzurro". Un po' come ancora oggi si usa nel profondo Sud.
Dopo la sua conversione (in realtà sono certa che lei è nata per essere suora: per fare del bene, per pregare, per aiutare tutti specie chi la respinge e la odia; con una predilezione verso i deboli, i disadattati, gli umili, quelli che nessuno "vede") il dono della verginità è diventata ancora più profondo, visto che aveva trovato il Principe azzurro e che questi non era niente di meno che il nostro Signore Gesù.

Il corpo era un tempio, una chiesa, la casa di Dio: non poteva profanarla nemmeno se avesse voluto.
Questo Dio lo sapeva bene: delle due amiche rapite Alice si era salvata, condannando l'amica Asia al calvario e alla frustrazione della violenza carnale.
Il senso di sconforto che Alice ebbe subito dopo quella disavventura passò da un iniziale senso di inferiorità verso l'amica più sfortunata per poi sfociare verso il senso di gratitudine verso tutte le creature di Dio, sia esse buone (a trovarle!) che stronze. Questi ultime persone Alice le chiamava "i più sfortunati" (non i più bastardi ma i più sfortunati!!!): perché non potevano dimostrare agli altri l'amore che Dio aveva per loro.

Capite perché io non potevo proprio nemmeno assomigliare alla mia gemella?

lunedì 23 novembre 2009

La vergine e la puttana /1


Come vedete, via via sto imparando a fare sempre più cose (oh Giada come sono lontana dalla tua esperienza).

Questo post è per parlarvi di due persone, due ragazze nate insieme ma con caratteri opposti: una sono io, l'altra è la mia gemella Alice.

La prima, Flavia (la sottoscritta), pensa che il corpo è nostro e solo noi abbiamo facoltà di usarlo perchè, crediamo, di essere gli unici a poterlo usare al meglio.
Ci sono anche molte eccezioni a questo: per esempio chi si droga sa per certo che sta uccidendo il proprio corpo. Però ha il "libero arbitrio" (Dante Alighieri) di decidere per se stesso: se farà bene sarà il primo a goderne, se farà male il primo a soffrirne.

Alice, invece, è convinta che il corpo è "il tempio di Dio" e che quindi bisogna usarlo sempre in relazione a Lui (Dio).

La puttana di questo post ha iniziato molto presto a pensarla come vi dicevo.
La prima volta è stata con il fratello maggiore (un'esperienza tutto sommato "indimenticabile"), ma subito dopo con alcuni compagni di classe. Avevo quasi 13 anni.
Poco dopo la mia voglia di ribellione mi aveva preso la testa e l'unico modo che avevo per contestare le istituzioni (famiglia e scuola in primis)  era quella "di darla". Avevo appena sofferto per il rapimento di mia sorella e di una nostra amica e della violazione di quest'ultima, ero incazzata con il mondo, gli uomini e con Dio.
Chattavo per coinvolgere "amici da una botta e via", facevo la "gattina" alle fermate dei bus, nei bar, a scuola...
Ho avuto rapporti sessuali in camera mia, in quella dei miei, nei bagni della scuola, in quelli di un bar, in auto, in un cantiere aperto, sull'erba bagnata.... in piedi, seduta, sdraiata....
Non me ne bastava più uno, volevo esagerare: sono stata oggetto di quello che chiamano bukkake (specie di orge con una sola ragazza a tutti maschi) per due volte (una terza era già organizzata ma sono stata "rapita" una settimana prima, da mio padre per andare a vivere con lui a Milano): ho avuto fino a 12 ragazzi alla volta; ma anche un signore adulto, un nonnino (poverino, forse ora è già crepato) e una ragazza.
Ecco perché posso definire che,  almeno all'epoca, sono stata una puttana.

Non sono mai stata pagata, nè ho mai chiesto un centesimo. Se mi offrivano una cena ne pagavo sempre metà, se si andava al cine mi pagavo sempre il mio biglietto.
Non ho mai accettato regali o favori. Se non potevo/volevo offrire io al mio "ragazzo di turno" di certo non esiste nessuno che possa dirmi che mi ha offerto qualcosa.

Sì, puttana. Ma per un modo (se vogliamo anche filosofico) di vedere la vita: aggredendola, mai stando passivamente seduta ad aspettare.......
Incazzata, rabbiosa, mai rozza, ecco come era Flavia fino a 3 anni fa.
Come sono ora? Booooh, questo dato non è ancora pervenuto.

domenica 22 novembre 2009

L'intervista ad Alice

Domanda: "La cosa più bella che hai fatto finora nella vita?"

Risposta: "Pregare: mi ha fatto conoscere Gesù. E' con lui ho potuto conoscere il meglio di ogni essere umano." (Alice)


Domanda: "E la cosa più bella che vuoi fare in futuro?"

Risposta: "Incontrarlo, Gesù" (Alice)

sabato 21 novembre 2009

L'angolo dei lettori

Come mi arriva, la giro: è un allegato a una lunga mail.

Buon sabato notte a tutti.
By Flaviaccia.




I rischi della «democrazia» scolastica
Caro Severgnini,
giugno, tempo di risultati scolastici. Milano, due figli, scuola pubblica primaria, prima e terza. Il più grande non prova il minimo interesse per la scuola, fatica a svolgere i compiti e persino a capire quali siano. Tirerebbe a campare, dal punto di vista didattico, attirato (giustamente?) da tutto ciò che è altro rispetto alla scuola. Forse ha preso da me e, anche spinto da un impercettibile senso di colpa, cerco di motivarlo. Il più piccolo è il classico
outstanding, brillante, capace, determinato, va ben oltre i suoi doveri, scrive, legge e - addirittura - si pone come tutor per i compagni. Un primo della classe che, non per nulla, ha preso dalla madre. Il punto è: perché la loro pagella è identitica, costellata di buono e distinto? Perché in risposta ai miei sforzi motivazionali sull'impegno, il mio figlio grande trova un formidabile argomento nei giudizi non negativi presenti in pagella? Perché il mio figlio piccolo, non trovando riscontro reale nei medesimi giudizi, ha già espresso la considerazione «quindi anche se faccio meno prendo sempre buono e distinto come i miei compagni?». Non sarà, per caso, che la democrazia scolastica trasforma l'entusiasmo dei migliori in appagamento dei peggiori fin da piccoli?
Saluti,

Eligio Degli Angeli, degliangeli@fastwebnet.it

venerdì 20 novembre 2009

La fuga e il lavoro

Finalmente abbiamo terminato il racconto.

Anche in Svizzera, come in Italia, la maggiore età scatta a 18 anni: dopo che ho compiuto questa età potrei firmare e lasciare il nosocomio.
In teoria.

In pratica ci sono molte altre difficoltà: i miei sono spariti. Al telefono mi raccontano delle panzane, ma non si fa vedere nessuno.
Io friggo, voglio scappare....
Cosa mi manca? Tutto: soldi, vestiti, documenti.... un lavoro.
Cosa ho? Due paia di ciabatte, sei camicia da notte, intimo (no reggiseni), due vestaglie (inverno ed estate).

Per fortuna una mia amica (Kristina), figlia di facoltosi industriali tedeschi, compie i 18 anni prima di me; i suoi la vengono a prendere e lei riprende a volare.
Non si dimentica di me e torna dopo 4 mesi a trovarmi e, di nascosto dai suoi, mi lascia 500 Euro.
Bene, ma non posso lasciare l'ospedale nuda.
Scrivo a Kristina ma lei non può venire a trovarmi subito.
Aspettiamo le vacanze estive, quindi fine Luglio. E' travagliatissimo l'appuntamento ma alla fine riesce: i genitori di Kristina sanno tutto di me e vengono APPOSTA a prendermi.
Firmo che me ne vado e il giorno stesso sono fuori, con una borsina e molta voglia di tornare in Italia: voglio leggere i giornali in italiano, sentire una telenovela, fare la ragazza libera....
E in più schiumo rabbia da ogni poro.

Usciti dall'ospedale con i vestiti di Kristina i suoi genitori prendono 2 stanze nella stessa cittadina perché ci rimangano buoni ricordi come turisti e non come "recluse".
Il giorno dopo è spettacolo: negozi di abbigliamento, parrucchiere, scarpe, accessori..... uno shopping con l'amica di mesi tristissimi, ma ora in completa libertà.
La notte siamo libere di uscire e di "fare vita" come vogliamo: in genere la trascorriamo camminando mano nella mano lungo sentieri o per la città.
La sera prima di finire la settimana di vacanza mi arriva la proposta: siamo a cena in un sciccosissimo ristorante e il padre di Kristina le chiede di chiedermi cosa loro avevano pensato per me: "vuoi venire a stare da noi? La nostra villa ha una dependance attualmente vuota e tu potresti vivere lì, con la tua libertà...."
Credo che mi siano brillati gli occhi e, mentre stavo per dire di SI', ho risposto "no, grazie. Ora ho tutto: la libertà: voglio vivere la mia vita e viverla in Italia".

Ho chiesto un ultimo favore, se potevano farlo: accompagnarmi in Italia.
In realtà avevo paura che il mio passaporto che mi è stato dato in ospedale avesse qualche "problema" (conoscendo i trucchi dei miei ecc ecc...) e mi respingessero alla frontiera, così ho fatto il viaggio in Mercedes (con tv a bordo -LOL) e mi sono fatta accompagnare davanti alla casa di mia sorella grande, a Monza.
Avevo detto che mi ero messa d'accordo con lei per le prime notti (tutte balle, ovvio - LOL) e che, "forse ora è fuori casa; aspetterò qui un attimo. Tranquilli, andate pure......"

Lì ho salutato e con il borsone me ne sono andata in giro, a rivedere i luoghi della mia gioventù: una malinconia infinita. Una tristezza a rivedere l'albero sotto il quale studiava la mia sorellina...... o la "nostra" chiesa.......

A mezzanotte esatta (0.05 credo) prendo l'ultimo treno per Milano: non so cosa farò là, ma mi piaceva: con mio padre ci siamo stati bene e poi credo sia l'unica città italiana in grado di potermi dare un lavoro (mi ero messa in testa che i soldi mi potessero bastare non oltre una settimana se trovavo un alloggio in ostello).
Pensavo di dormire nell'ostello della gioventù e trovarmi qualche lavoretto saltuario.
Dio (o Alice) mi hanno riservato un trattamento da gran signora: arrivo a Milano quasi alla mezza e girando un po' intorno alla stazione trovo una pizzeria aperta e mi infilo dentro.
Ordino pizza Margherita (la mia passione sin da quando ero bambina) e una birra media e mi diverto a sentire il proprietario che continuamente rimprovera l'unica cameriera in sala.
Mi faccio coraggio e, più per scherzo che altro, chiedo alla cameriera se posso propormi al suo principale come seconda cameriera, per aiutarla. O per dividere i rimproveri.

Sembra non abbia capito un tubo, quando alla fine della pizza mi chiede di restare fino alla fine del suo turno.
Dopodiché chiacchieriamo di affari nostri (chi siamo e che cosa facciamo. La mia storia sembra affascinarla) e lei mi dice che aveva accettato di lavorare in centro perdendo una proposta che poteva essere anche meglio, specie per me: in un posto non molto lontano dalla periferia milanese c'era un signore straniero che cercava una cameriera che desse una mano a sua moglie "perennemente incinta", sia nel locale che in casa; poteva anche offrire una stanza visto il culo di posto che era....
Mi molla il telefono di questa persona, mi offre di chiamarlo col suo cellulare: prendo un appuntamento per il giorno dopo (lo straniero aveva appena mandato via l'ennesima cameriera perché "italiana" che, nel suo gergo, credo che voglia intendere pigra), pago le ordinazioni mie e della nuova amica e me ne esco a trovarmi un alberghetto in zona: per una notte, quella prima di iniziare un lavoro che sembra molto duro, voglio fare la "sciura" (in milanese vuol dire "signora")

Il resto è cosa nota: sono qui che lavoro, mangio e dormo come una pascià. Guadagno bene e non mi lamento, non mi manca nulla.... credo.
Ho una cameretta mia, posso usare il pc del principale (lui ne ha preso uno stupendo perché voleva impararlo da solo ma poi ci ha rinunciato) e con una chiavetta collegarmi a internet (100 ore al mese), un bagnetto tutto mio (e dei bimbi dei coniugi che mi ospitano)....
Sono cameriera, un po' di domestica in casa ma soprattutto baby-sitter di 3 marmocchi (1, 3 e 7 anni) simpaticissimi quanto vivaci: sono felice.

Bene, ho finito di dirvi proprio tutto su di me: vi avevo promesso di non parlarvi di me o di essere schematica, ma non ci sono riuscita. Poche cose mi riescono, specie mantenere le promesse (LOL)
Adesso aspetto di sentire le vostre avventurose vite: scrivetemi su "flaviaccia@libero.it" ed io sarò felicissima di pubblicarvi e, se me lo permetterete, di commentarvi.

Un grazie a tutti per avermi sopportata fino a qui e per la pazienza che mi avete dimostrato.
Da adesso posso dirvi le cose che più mi stanno a cuore (ora che ho assolto il mio impegno verso alcuni amici/lettori che hanno chiesto di conoscere persino le mie pulci)
Flaviaccia

giovedì 19 novembre 2009

la zerozerotette rapita

Riassunto delle puntate precedenti: Alice ed io nasciamo, siamo 2 e siamo femmine. Alle medie stringiamo forte amicizia con Asia, un'amica carinissima. Il Natale del 2001 cambia la vita a lei, ad Alice e un po' anche a me: Alice inizia la "carriera" per diventare suora. Scopro che Alice era stata seguita da mesi e che qualcuno stava chiudendo le porte che mia sorella voleva aprirsi.

Fine del riassunto delle puntate precedenti.

Nuova puntata: Il tempismo, la dote che mi è mancata.

Mi occorreva ancora qualche ulteriore prova per poter andare spavalda da mio padre: almeno capire il MOTIVO di questi suoi movimenti.
Come mai, cioè, si aveva paura del ricordo di una ragazza, mia sorella, che non ha mai fatto e nemmeno pensato di far del male a nessuno...

Non mi sembrava di essere pazza ma un sabato mattina, dopo aver fatto una sostanziosa colazione, mio padre mi fa salire in auto "per parlarmi".
Mentre mi chiede come sto e se sto studiando, guida.
Arriviamo dentro un importante ospedale milanese e mi dice che aveva prenotato un appuntamento per me, per "aiutarmi".

Questo aiuto è durato tre anni, suddiviso in 7-8 mesi in questo ospedale e in 2 anni presso un ospedale psichiatrico svizzero.

Nel frattempo ho provato a tornare insieme a mia sorella in diversi modi: il più spettacolare è senz'altro stato il tagliarmi le vene dei polsi con una lametta da barba nell'ospedale italiano...
Quello che mi ha portato disturbi permanenti è stato un volo dal terzo piano (ero ancora in casa dei miei): ho ancora dolori al polso sinistro e a ogni cambio del tempo zoppico lievemente....

mercoledì 18 novembre 2009

Zerozerotette: sono davvero pazza?

Riassunto delle puntate precedenti: Alice ed io nasciamo, siamo 2 e siamo femmine. Alle medie stringiamo forte amicizia con Asia, un'amica carinissima. Il Natale del 2001 cambia la vita a lei, ad Alice e un po' anche a me: Alice inizia la "carriera" per diventare suora.
Fine del riassunto delle puntate precedenti.

Nuova puntata: Da "maschiaccio" a pazza in poche settimane.

Di come sono venuta a conoscenza che mia sorella aveva un cancro ed era ormai al lumicino vi ho già scritto.

Il dopo è buffo: vi ho scritto che mi sono visto per 2 volte con una suora che ci era molto amica.
la prima volta le ho telefonato e ci siamo viste apposta: mi disse di lasciarla stare e di "non pensare più a mia sorella, ora vive in pace".
La seconda volta ha finto di non riconoscermi ed è letteralmente scappata via.

Sono andata a trovarla nel suo convento, che poi è dove Alice andava spesso per parlare con la Madre superiora.
La suora non ha mai voluto ricevermi, la Madre superiora, invece, dopo 2 o 3 volte che mi ha fatta respingere, mi ha dedicato qualche minuto.
Non si ricordava di mia sorella, zero. Poi, parlandone più nei dettagli, dicendole che l'accompagnavo io da lei, ecc ecc... sono riuscita a farmi aprire l'archivio dove tengono gli elaborati, le note di merito/demerito, ecc...

Alice aveva una cartella ma era incredibilmente vuota.
Chiedo alla Boss del convento i motivi e lei non sa rispondere: "sinceramente non so".
Quando le chiedo quanto è costato alla MIA famiglia questo "scherzetto", la Superiora chiama 2 suore vecchine e mi accompagnano fuori dalla porta.
Così ho la certezza che qualcosa non funzionava. O mi sbaglio?

O ero già pazza e non lo sapevo?

Da lì a pochi giorni il demonio ci ha messo un altro zampino.
Sono al pub con un mio compagno dell'epoca e a lui dico che mi sono rotta le palle di lui e che voglio scaricarlo. Lì vicino, in piedi, c'è un ragazzo belloccio e inizio a fargli le fusa, così ingelosisco il mio ormai "ex" e ho tutte le carte inregola per mollarlo in diretta.
Il ragazzo muy carino sembra lusingato delle mie attenzioni e mi da il suo numero di cellulare.
Ci vediamo con lui: già alla prima occasione sembra stracotto di me e si lascia andare a dichiarazioni fuori dal normale.
Durante la prima scopata addirittura viene fuori una frase che, subito dopo, decido di approfondire.
Non la faccio lunga: questo ragazzo (4-5 anni più grande di me) è stato quello che aveva pedinato per mesi Alice quando i miei genitori si erano intagliati che qualcosa in lei era cambiato: così avevano saputo che lei andava in chiesa anche 3-4 volte al giorno, NON si vedeva con le amiche come diceva, ma andava di frequente anche al convento, ecc ecc....
Questo topo di fogna aveva seguito Alice. Forse anche me, ma lui negò sempre questo fatto.

Avevo, in meno di 2 mesi dalla morte di Alice, un po' di prove per andare a parlare con i miei, specie con mio padre.
Inoltre avevo le prove che non ero io la pazza ma che stavo vivendo un momento molto particolare della mia vita: avevo età, tempo e mezzi per andare a grattare le pulci di chi ci aveva divise e rovinato gli ultimi anni di vita di mia sorella.

......... TO BE CONTINUED ..........

martedì 17 novembre 2009

Divise ma... che vizi!

Forse vi ho già scritto della separazione dei miei.

Il tutto è iniziato perché i miei genitori avevano notato dei forti cambiamenti in Alice.
In un prossimo post spiegherò come il Fato mi ha fatto conoscere chi aveva avuto il compito di pedinare mia sorella (forse anche me).
Così i miei sapevano bene che Alice era spessissimo a Messa e che aveva iniziato la sua strada per arrivare a poter diventare suora (lei diceva "sposa di Gesù"): mia madre aveva un atteggiamento severo ma permissivo verso mia sorella, per lei poteva giocarsi la propria vita come voleva.
Mio padre era un toro infuriato. Diverse volte si udirono le sue parole "meglio morta che suora".
Ovviamente quelle parole erano dettate più dalla rabbia cieca che da un vero e proprio ragionamento: in fondo lui era (è) nostro padre, si diceva..........

Tra i miei genitori si alzava una bruttissima maretta.
Le urla a cena era quotidiane ma stavano diventando quotidiane anche le punizioni a mia sorella: per ogni cazzata veniva presa a cinghiate (con al cinghia dei pantaloni) o a schiaffoni, una volta a terra spesso era riempita di calci che sembravano alla "do cojo cojo" che studiati per "non fare troppo male".
Un paio di volte sono intervenuta io ed entrambe le volte sono finita contro il muro. La seconda e ultima volta sono rimasta paralizzata per almeno 30 secondi prima di sentire di nuovo le mani e le gambe, dalla schienata micidiale che ho dato contro lo stipite della porta di camera nostra....

I frutti erano maturi per una separazione consensuale.
Una mattina, verso le 5, venivo presa di peso dal letto, portata in bagno, lavata sommariamente il volto e mi è stato aggiunto al pigiama un paio di jeans e un maglioncino. Infilata in auto e .......... risvegliata in un altro letto.
Per mesi ho avuto gli incubi di risvegliarmi in un letto diverso da quello di dove mi addormentavo.
Oppure sognavo di risvegliarmi nella mia vecchia cameretta.........

Non ero più a Monza ma a Milano, in un posto centralissimo, comodissimo alla Metro e da lì alla mia nuova scuola.
La casa era stupenda: piano alto, soleggiato e grandissimo.
Avevamo la stiratrice e la cuoca. E la mia camera era enorme.

Così mi venne l'idea di chiedere un letto matrimoniale, "più consono al mio status di ragazza e non più bambina". Non più tardi di una settimana dopo, al ritorno da scuola, ecco la mia camerona col letto matrimoniale.
Allora mi venne in mente che mi mancava la tv.
Poi il frigorifero, la stirella tutta per me, un mondo di vestiti, scarpe, una scarpiera gigante dietro la porta.
E poi una colf tutta per me: in questo caso siamo arrivati all'accordo di una "ragazza alla pari" che avrebbe dormito nella stanza vicino alla mia, in comune avevamo il bagno.
Con la ragazza alla pari (tedesca, carina e possente) le mie richieste aumentavano: le tv in camera mia diventarono 2 (anche la sua cameretta era dotata di tv), poi registratori, video, ecc....
E poi una stanza solo per stirare e lavare; e una montagna di altre richieste, tutte puntualmente rispettate.

Facevo la vita della viziata: poco studio (giusto la sufficienza rubata), molto sesso, molto casino, quasi nessun dovere e nessun obbligo in casa.
L'ultima mia richiesta (accordata) è stata di cenare in camera, mentre mio padre, da solo, cenava in sala. Da solo: con la cuoca.

Ogni giorno mi sentivo con mia sorella e mia madre, potevo disporre di una cifra settimanale quasi dieci volte quella che prendevo quando ero in famiglia.
Non ricordo la cifra esatta ma se Alice prendeva 50 Euro al mese io penso di averne presi almeno 500.
Una vita noiosissima, triste, ma ricca di stravizi (LOL)

Basti un aneddoto per capire che momenti vivevo: la sera dopo un pomeriggio di "studio" con un  mio compagnuccio di scuola la Ingrid scoprì una larga macchia biancastra sul mio copriletto, fino al cuscino. L'amore reciproco che avevamo le impose di riferire il fatto a mio padre la sera stessa.
Mio padre mi chiamò e mi chiese cosa fosse successo ed io gli risposi che ormai ero grande e potevo "studiare" con chi volevo.
Non ricordo se trascorse una settimana, ma poco dopo mi ritrovai un blisterdi "Lucille" sul comodino: giuro che impiegai ben più di qualche minuto per capire cosa erano.... in fondo ero un'ingenua bambina viziata.

lunedì 16 novembre 2009

La conversione

Riassunto delle puntate precedenti: Alice ed io nasciamo, siamo 2 e siamo femmine. Alle medie stringiamo forte amicizia con Asia, un'amica carinissima. Il Natale del 2001 cambia la vita a lei, ad Alice e un po' anche a me.
Fine del riassunto delle puntate precedenti.

Nuova puntata: La conversione (non a U: si vede che sto studiando per la patente?)

Già dai primi giorni del 2002 Alice inizia ad andare a Messa non solo la Domenica con tutta la famiglia, ma anche durante la settimana.
I miei genitori sono strabiliati e a mio padre viene in mente che il terrore di avere avuto 2 femmine anziché l'agognato maschio è superato da un terrore molto peggiore: una figlia di chiesa.
E ancora non si aspetta il peggio che verrà nei successivi anni...

Una Domenica Alice si sveglia prestissimo (potevano essere le 6 - 6.30), mi sussurra e io mi sveglio.
Mi chiede se ho ancora desiderio di sapere il suo segreto (l'avevo cercato nel suo diario ma lei di questo segreto non ne aveva mai fatta menzione).
"Urka che lo voglio sapere" le dico subito senza nemmeno pensarci (cosa che faccio spesso: parlare senza pensare) e mi fiondo giù dal letto.
In meno che niente siamo pronte, si salta colazione, biglietto ai miei che siamo a Messa e via....
Mano nella mano con Alice andiamo verso la chiesa, ma non ci entriamo.
"Non entriamo a Messa?" chiedo ad Alice.
"Ora no. Ora abbiamo cose più importanti" risponde lei.
Io penso che lei abbia un fighetto e finalmente voglia.... beh ci siamo capiti no?

Finiamo davanti a un palazzaccio.
"Entri o resti qui?" mi dice lei.
"Resto qui, tu cosa fai? Quanto ci stai?" rispondo io.
Ho aspettato Alice quasi fino all'ora di pranzo. Mi sono fatta due palle così.

Esce Alice, raggiante come poche volte nella sua vita (da mesi non sorrideva quasi più....... dopo il fatto di Natale).
Cosa era successo là dentro?
L'ho saputo dopo.... molto dopo, la vera verità: Alice aveva iniziato la sua carriera da suora.

Poi ci vorrà di tutto, compreso il placet dei genitori. Cosa che non verrà mai, ma che Alice bypasserà abilmente e che all'età di 16 anni potrebbe coronare del tutto: minorenne sì ma con dei diritti civili (tipo sposarsi.... o farsi suora)

... TO BE CONTINUED....

domenica 15 novembre 2009

Domanda e risposta

Domanda: "La vita è dolore?"

Risposta: "No, la vita è un dono che va guadagnato ogni giorno" (Alice)



Purtroppo (e parlo per me) molto spesso siamo troppo pigri per guadagnarci il dono della vita e ci lasciamo andare a "sopravvivere", a chiudere un giorno dietro l'altro senza pensare che stiamo facendo come le falene che girano intorno alla luce fino a che, esauste, piombano a terra attendendo la morte.
Flavia

sabato 14 novembre 2009

La posta della settimana

Brutta giornata oggi, ma ve ne parlerò più avanti.
Sono cose che, purtroppo, si prolungheranno nel tempo e quindi temo che avrò molto tempo per parlarvene....

Meglio postarvi una lettera che proviene da una lettrice.
Milena scrive (a me ma, quando le ho chiesto se potevo pubblicarla, mi ha risposto positivamente: devo solo cambiarle il nome; quindi scrive anche a voi).

carissima Flaviaccia che ne dici di parlare anche di quelle donne picchiate dai propri uomini?
Hai letto di Rihanna che nel febbraio scorso era stata malmenata dal suo fidanzato Chris Brown?
Dice Rihanna ora: "Non perdonate, non seguite il mio esempio".
Chi subisce violenza da chi ama non deve "raccontarsi bugie". Deve capire che è finita. hai fatto una gran cazzata ma che devi mollarlo quel gran bastardo.
Tu cosa ne pensi bella mia?
Bisogna avere coraggio di reagire, specie se hai bambini da salvare. Non mollare mai.
Non si perdona, si va alla polizia, si denuncia e si denuncia sempre. Inoltre poi è meglio cercare di cambiare posto di allontanarti e di evitare di farti vedere e quindi di poter ricadere sulle tue posizioni. Questo io penso ma vorrei sentire cosa ne pensi te e se ne vuoi parlare più ampiamente nel blog.
Continua così sei fortissima
Tua amica

***************************
Cosa ne penso io?
A me i maschi mi hanno messo le mani addosso poche volte per farmi male perché ho sempre reagito.
L'ultima volta è stato mio cugino, un armadio di uomo.
Lui voleva "solo divertirsi" con me (parole sue di pochi giorni fa) ed io gli ho tolto il divertimento. E anche la voglia di vivere con una ginocchiata sui marroni da lasciarlo al pub di Genova in ginocchio. Forse era ancora là quando ci risiamo sentiti gironi dopo...
Ma capisco che se ti mette le mani addosso chi ami, e per di più se hai bimbi da salvare, devi andartene.
Mollare tutto. Prendi i bimbi e vai dai Carabinieri (ritengo, forse a torto, siano migliori della Polizia): fai denuncia e re-inizi una nuova vita. Meglio se un po' distante da prima, togliersi dalla vista, dai ricatti, dalle suppliche di ricominciare, dai "ho sbagliato, perdonami, cambierò"...
Si, cambierai. Hai già cambiato, direi io. Hai cambiato partner/moglie/fidanzata/ecc... ora cercatene un'altra che sopporti come vittima sacrificale un carnefice in casa, nel tuo letto.
Proprio come dicevi tu, amica cara...
Nella Bibbia riporta il passo di uno che doveva uccidere proprio figlio per sacrificarlo a Dio.
Poi Dio è stato buono e, quando ha visto che l'amore verso Lui era più grande dell'amore verso il proprio figlio, lo ha salvato mandando degli angeli a togliergli il coltello dalle mani.
Ecco, io vedo quel bimbo innocente che sta per essere ucciso da suo padre, da quello preposto (per natura, per amore e per ruolo) a proteggerlo, ad aiutarlo in ogni piccola o grande difficoltà; dicevo: vedo come quel bimbo la figura della donna percossa sia fisicamente che moralmente dal proprio uomo, da chi ha promesso di amarla e difenderla da tutto e da tutti. Ma non da se stesso, evidentemente: per gelosia, per pazzia o solo per stupidità non importa. Queste persone vanno additate, denunciate, messe in condizioni di non delinquere più!
Un forte abbraccio a te e a tutte le donne nelle tue condizioni.
Flaviaccia

venerdì 13 novembre 2009

Tanti auguri gemellina!

Oggi Alice avrebbe compiuto 19 anni.
E invece si è fermata a 15 piccoli piccoli...

Conoscendoti come solo la tua gemellina può conoscerti, da lassù stai sorridendo a tutti mentre i tuoi occhi brillano di gioia... chi è più felice di te, ora?
Sicuro che pensi che siamo noi, qui, a tribolare. Mentre tu ora sei beata e serena.

Oggi sei stata tu a fare un regalo a me: sono tornata libera e ho avuto la fortuna di poter parlare di te a chi non ti conosce, a chi non ti ha mai incontrata, a tutti.
Alice, forse non te l'ho mai detto: TI VOGLIO TANTO TANTO BENE!!!!
Flaviaccia

giovedì 12 novembre 2009

Un Natale indimenticabile :-(

Riassunto delle puntate precedenti: Alice ed io nasciamo, siamo femmine e siamo in due. Alice vive da bambina, io da maschiaccio. Conosciamo Asia, 2 anni più di noi, una ragazza stupenda ma, diciamocelo ora, un po' zoccoletta (perdonami Asia)
Fine del riassunto delle puntate precedenti

Inizio della puntata: Un Natale di m.... ehm, indimenticabile.
A lungo ho pensato che fosse il Natale peggiore della nostra vita. Solo di recente ho dovuto ricredermi: era solo un leggero antipasto.

Torniamo alle tre amiche: Alice, Asia e Flavia, io (in ordine alfabetico)
Ciò che è accaduto una mattina all'uscita da scuola lo ha descritto molto bene Alice in una sua bellissima poesia, e grazie a Giada ve la ripropongo qui di seguito.


Il buio nel cuore.
Il cielo è buio. La mattina è nera. Pochi giorni ed è Natale.
Delle amiche sono fuori da scuola. E parlano tra di loro. Di regali fatti. E di quelli da fare.
Chi ha il ragazzo ancora non sa. Non sa che domani non l’avrà più.
Chi ancora non l’ha, nemmeno lei sa. Non sa che da lì a pochi mesi sarà sposa. 

Anche un auto è lì. Buia nel buio. Nera nel nulla. E dentro c’è il diavolo. Che aspetta e guarda.
Chiama un’amica. E lei ci va.
Un passaggio a casa? 

Perché no?
Perché sì? 

Perché, Dio, tu non c’eri?
Un’amica ascolta l’angelo dietro a lei. E se ne va. A piedi come è arrivata. 

Le altre due si perdono dentro l’auto.
La più giovane è molto tesa. Come un’animale che fiuta il sangue, lei fiuta il pericolo.
Ma no!? Il diavolo parla bene. E’ buono. Quasi bello.
Ma no!? Tutto è sereno. Fuori.
Tutto è buio. Dentro.
La più giovane vede nel nulla. E ciò che vede è notte.
Tocca l’altra sulla spalla. Vuole uscire. Deve uscire.
Urla. Dentro. 

Tace. Fuori.
La più bella non sente. O forse è già morta?
L’auto si ferma per un istante. La più giovane vola via. Lascia nell’auto solo un’unghia spezzata. Ed il proprio cuore. E la propria vita. E l’anima. E la migliore amica. E tutto ciò che non è corpo. Tutto!
E l’auto riparte. Parte e porta via tutto. Tutto della più bella. Tutto della più giovane. Ma non il suo corpo. Cioè il suo niente.
La più giovane e la più bella si rivedono. Dopo due giorni. La più giovane non è più la più giovane e la più bella non è più la più bella. Sono morte entrambe. Nasce Gesù. Le luci fanno festa. Anche sui morti. 

Una risorgerà. E si sposa. Con il Tutto. 
L’altra ha vivo solo il corpo. Non risorgerà. E’ ancora morta.
I morti non vanno al Matrimonio delle amiche. Ci vanno gli occhi. Ci va una bocca. Ci vanno le gambe. Ed una mano.
Ti amo amica. Ti amo sorella. Ti amo boia che ci hai uccise. Ti amo mio Sposo che ci dai la vita, ci dai la luce, gli occhi, la bocca e la voce, la mano e l’altra, le gambe; ci dai il Tuo Amore, ci dai la Tua voce, ci dai la Tua croce da portare insieme a Te; ci fai risorgere ogni giorno, ci fai sognare, ci fai capire, ci fai morire. E poi risorgere ancora! Per un giorno. Per una vita. Per sempre. 

Per sempre...

Note: "l'amica più bella" è la nostra compagna di classe Asia
"l'amica più giovane" è Alice; l'altra amica è la sorella gemella di Alice, Flavia [Nota della Redattrice Giada]



Alice l'ha raccontata bene ed io ora non sono in grado di fare nemmeno un milionesimo di lei.
Ecco la mia versione dei fatti.
Usciamo da scuola, infreddolite ma felicissime: è l'ultimo giorno di scuola, mancano 2-3 giorni a Natale, tutto di fuori è allegro e festoso.
Parliamo davvero dei fatti nostri mentre aspettiamo l'uscita di qualche altra amica.
Asia dice ad alta voce "NO, non ci vengo!"
Io e Alice ci giriamo e vediamo un auto nera grossa, credo fosse una Mercedes. Non vediamo dentro ma intuiamo che da dentro qualcuno fa dei cenni per far salire Asia.
Nel frattempo vedo un'amica, le vado incontro e quando mi giro vedo Asia che si dirige verso l'auto. Alice cerca di trattenerla, poi mi dice "quella pazza non la lascio sola" e la segue. Quindi io seguo entrambe le "pazze".
Quando vedo che Asia apre la porta affianco al guidatore dico che non le seguo e che me ne torno a piedi a casa.
La frase esatta che dissi è questa: "affanculo voi e il freddo, io me ne torno come sono venuta"

Mentre tornavo a casa avevo il presentimento che qualcosa stava accadendo ma era stupido pensarci e quindi riflettevo sui cavoli miei.
A casa ho detto subito alla nostra Tata del fatto e che, a quell'ora avrebbero dovuto essere arrivate da un pezzo, molto prima di me.
"Aspettiamo ancora 10 minuti e poi avvisiamo qualcuno" ripeteva.
I minuti passavano ma non si faceva nulla.
La mamma di Asia ci ha telefonato per sapere se sua figlia era a pranzo da noi come a volte accadeva.
Dopo un casino di tempo la Tata ha chiamato mia madre e lei la Polizia.
Nel pomeriggio arriva una poliziotta con Alice: sembra viva, ma come scrive nella sua poesia è già morta.
Secondo me il tumore che se l'è portata via le è venuto proprio in quelle ore.
Nella notte abbiamo saputo che Asia è stata trovata ed era all'ospedale.
Non il giorno dopo ma quello ancora dopo siamo andate a trovarla: la foto che ho impressa nella testa quando l'ho vista è indelebile e non provo nemmeno a tentare di descriverla.
Asia si ritira da scuola e con l'anno scolastico seguente sarà in classe con me e Alice. Poi la seguirà al liceo classico mentre io andrò allo scientifico...

... TO BE CONTINUED ...

mercoledì 11 novembre 2009

Le cose che presto non potrò più dire

Questo post è di Giada (almeno credo): l'ho trovato nelle Bozze e, dato che non l'ho trovato pubblicato ho ritenuto giusto pubblicarlo ora.
A leggerlo capisco che ho fatto male a prendere il liceo scientifico, avessi fatto il classico forse avrei scritto anche io così....
Flaviaccia

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Sono troppe e non so se riuscirò a dirle tutte prima del mio 18mo genetliaco. Iniziamo. Le fonti: in genere sono cose che mi ha riferito Valeria che viveva 22 ore al giorno con Alice (spesso dormivano insieme anche di notte) e a volte pranzavano con la famiglia di Alice. Poi ci sono delle amiche e ultimamente si è aggiunta anche una "gola profonda" in seno alla stessa famiglia di Alice. Quindi, in genere, tutte cose attendibili.
GLI OSPEDALI DEL SUD. E' giunta voce che il padre di Alice ripetesse spesso che con l'insediamento del nuovo Governo gli ospedali del Sud dovevano subire una grandissima riforma in seno agli amministratori, ai manager, alle strutture, ai troppi casi di morti sospette e strane. Di gente che si ricovera per piccole cose e non torna più a casa... Le prime battute le abbiamo già viste ma le cose grosse ancora le aspettiamo
POLITICI DEL SUD. C'era un Sindaco di un paese calabrese (che ospita il corpo di Alice) che ebbe "parole dure" verso il padre. E' notizia di questi giorni del suo arresto poiché "camorrista"... E quelli degli ospedali che non avevano posto per Alice e i cui Sindaci hanno fatto spallucce? Aspettiamo anche loro? In fondo si sa che in prigione... c'è posto per tutti
GIORNALISTI "NON ALLINEATI". Sei un giornalista e vuoi scrivere cosa vedi e non cosa ti dicono di scrivere? Mo' so' 'azzacci tua. Ora rischi il posto. Quanta gente ha accettato soldi o gli è bastata la sola minaccia per non scrivere una riga su come è morta Alice? Quelli sono salvi, ma gli altri 4 o 5 "non allineati" al volere paterno che hanno scritto le loro poche righe. Poche e banalotte righe, ripeto. Anche quelli sono camorristi e finiranno in prigione?
IO Anche io vi farò compagnia in prigione? Io che non ho accettato il diktat di sparire con il cuore gonfio di amore verso un'amica che mi ha davvero aiutata e amata senza che le corrispondessi un solo cenno di aiuto quando ne aveva bisogno. Anche io in prigione.... come cantava Bennato.
BENNATO. Anche tu finirai in prigione con tutti noi. Perché? Sei "rosso" e avrai certamente votato male... Dai ti va anche di culo: se avessero vinto i tuoi "amici" finivi dritto nei gulag siberiani e lì ci marcivi, altro che "solo canzonette"... Ops, suonano alla porta: apro o non apro alla Polizia che viene ad arrestarmi? Dai.... apro.

Tutte a scuola...

Riassunto della puntata precedente: io ed Alice siamo nate, femmine e in due.
Fine del riassunto della puntata precedente.

Nuova puntata: a scuola
Alle elementari eravamo proprio un'amore (me lo dico da sola visto che ben pochi lo hanno fatto finora): diligenti, secchione, sveglie e, diciamocelo, anche carine.

Con la prima media tutto cambia.
Non nel carattere: Alice continuava ad essere una bambina ed io un maschietto.
Da Milano andiamo a vivere a Monza.
Mio padre, anni a cavallo del millennio, è già in politica. Ha già ricevuto un grossissimo assegno da un ospedale del nord Italia per aver rovinato mio fratello Carlo. Insomma è già un signore "molto rampante".
A scuola siamo insieme (come sempre) io ed Alice. Nostra grande amica (Asia) è una ragazza più grande di noi di 2 anni ma è in seconda (noi siamo avanti un anno a scuola) ed ha un corpo stupendo: alta, bel seno, un viso da attrice. Veste sempre in minigonna, con finte calze a rete, lucidalabbra e pettinatura da vamp...
Noi siamo quasi le uniche che lei considera, e poi abitiamo a 3 isolati da lei.
(Anni dopo andremo ad abitare nel suo stesso palazzo, ma con entrata da un altro portone: la finestra di camera nostra darà sul balconcino della cucina di lei).
Asia si fa beffe dei maschietti e ha solo amici grandi, non è molto brava a scuola ma è sempre sopra la sufficienza...
Alice è molto brava a scuola e si scopre avere un talento innato per scrivere in italiano: fa temi così belli che verranno appesi in bacheca della scuola...
Io sono un pochino meno brava di Asia, penso solo a giocare e a fare la lotta. Esigo rispetto e lo ottengo con le buone (raramente) o con le cattive (quasi sempre).

Tutto fila liscio (si fa per dire) fino a pochi giorni dal Natale 2005: io e Alice siamo in 2a media. Asia, ormai diventata la nostra migliore amica in assoluto, è in 3a media. Siamo sempre insieme noi tre.

... TO BE CONTINUED ...

martedì 10 novembre 2009

Da prima dei primordi

L'angolo dei lettori del blog ora tocca ben 6 di voi e, tolto un amico che mi scrive anche cose private, siamo a ben 9 mail. Già 3 di queste vogliono che vi parli di Alice e della sua famiglia.
Farò veloce, anche perchè odio parlare di me e nella famiglia di Alice c'ero anche io.

Prima ancora che io ed Alice fossimo concepite la mia famiglia constava di 4 elementi (begli elementi davvero! LOL):
mio padre, all'epoca preside di scuola media inferiore, politicamente "liberale", laureato in Giurisprudenza a Milano.
Mia madre, molto più giovane, biologa: all'epoca aveva iniziato a pubblicare dei suoi elaborati, esperimenti, ecc... Ad oggi tali pubblicazioni superano i 100.
Mia sorella (Sara) all'epoca studentessa, molto più grande di noi. Sposata nel 2002 o 2003 con una bimba, Titti (Tiziana).
Mio fratello (Carlo), all'epoca andava al Nido (quasi 2 anni più grande di noi).
Purtroppo Carlo nacque con un problema alla testa tanto da essere considerato "un poverino" più che un "figlio maschio".
Questa carenza di "figli maschi" (sono tra virgolette perché non sono parole mie ma dei miei genitori) ha portato al desiderio di avere "un VERO figlio maschio" e quindi i miei a scopare come dei mandrilli per procurarselo...

Ecco, quindi, come e perché quando i miei seppero che, non solo non eravamo "veri figli maschi" ma eravamo addirittura in due, sorsero delle turbe ai miei.

E non solo a loro: io ed Alice siamo cresciute tra soldatini, macchinine, costruzioni lego, trenini e palloni, tanto che entrambe già a 10 anni giocavamo benino a calcio.

All'età scolare (abbiamo iniziato la prima elementare nel 1995, quindi facevamo 5 anni da lì a due mesi) io ho proseguito ad avere solo amici maschi, giocavo a fare la lotta, a sputare più lontano, a macchiarci i pantaloni con tutto ciò che trovavamo e, soprattutto, a giocare a pallone.
Mia sorella iniziava a dare dei grattacapi ai miei: scriveva a Babbo Natale che voleva delle barbies, le pettinava e giocava a fare la mamma. Aveva molte amiche e gli amici maschi che conosceva erano i miei.
Mio padre credo non l'avesse uccisa già a 5-6 anni solo perchè, giocando a calcio, nutriva speranze segrete...

... TO BE CONTINUED ...

lunedì 9 novembre 2009

W la vita

Amica e amico,
copia e incolla questo link e vedi perché sto portando avanti questa battaglia PER la vita.
Non "contro" chi abortisce o altri, io NON sono CONTRO nessuno, ma A FAVORE di qualcosa, che tocca ognuno di noi.
Ognuno di noi è vivo perché altri hanno creduto in noi e ci hanno dato la possibilità di vivercela tutta questa nostra vita, bella o brutta che sia.
By flaviaccia

http://www.youtube.com/watch?v=zrSQDGESBX4

domenica 8 novembre 2009

Le frasi celebri di mia sorella

<< A viver la vita si impara che, per quanto forte sia il dolore, l'essere umano può sopportarne sempre un altro ancora maggiore. Questo è davvero il miracolo della vita >> (Alice)

Se pensiamo a quando e a quanto abbiamo sofferto per amore quando eravamo ragazzine: pensavamo di morirne e invece siamo diventate ancora più forti e coraggiose.
Invece Alice ha detto questa frase circa un anno prima di morire, appena uscita da un famoso ospedale del Nord Italia, dopo quasi tre mesi di ricovero per anoressia.
Meno di 17 mesi dopo moriva di cancro allo stomaco: non so quanto può avere sofferto, ma credo che già lo immaginava per dire questa frase.
Flavia

venerdì 6 novembre 2009

"Gita" in Liguria

Mercoledì, mio giorno libero, mi sono regalata una specie di gita a Genova, capoluogo ligure.
In realtà sono stata in visita di un paio di cuginetti e dei miei zii che "tanto volevano vedermi" ma che non sono mai riusciti a scrivermi nemmeno un "vaffa" quando ero in ospedale.
Vabbè, tutto normale direi.

Il bello di Genova è che è una città finta.
Mi spiego meglio: quando un sindaco (loro hanno una donna, quindi una sindaca) dice che la sua città ha la metropolitana un turista ci crede. Poi capita di doverla prendere e conta uno, due, tre.... sette stazioni in tutto. Stop, tutta qui.
Sette stazioni, compresi i due capolinea, ovvio no?
Non voglio paragonare Genova a Londra, questo mai, ma anche Milano e Roma sono mille volte avanti, che cavoli.
Altra cosa buffa: i bus hanno l'orario invernale. Ok, ci sta direte voi, fa freddo, siamo quasi in inverno...
Ma il bello che il loro orario "invernale" inizia il 14 settembre (che è ancora ESTATE) e finisce il 21 giugno (sempre ESTATE). Cosa avrà mai di invernale non si sa.
Secondo me la cosa più carina è questa: il Porto antico. Loro chiamano "antico" la cosa che hanno appena finito di costruire (credo finita meno di 10 anni fa). Insomma la costruzione più nuova per loro è "antica".

Cosa ci facevo a Genova? Eeeeeh, ero in veste di zero-zero-tette.... e quindi ve la racconterò un altro giorno.

Ah dovrei chiedere scusa a mio cuginetto, poiché dopo che ha provato a infilarmi la sua manina sotto la gonna si è preso un tale calcio sugli zebedei che credo li stia ancora cercando.
Ma dato che se lo meritava tutto quel calcione, anche queste scuse gliele farò un altro giorno.............
By flaviaccia

giovedì 5 novembre 2009

I casi della zero-zero-tette Flavia

Torniamo nella vecchia casa (a Monza) per trovare una foto di Alice da mettere sulla tomba. Intanto rivedo la mia vecchia cameretta, il mio lettino e quello di lei.
Mi fermo a leggere nel suo diario "segreto" (da sempre sapevo dove lo teneva e penso che anche lei sapesse di questo).
Leggendo mi viene voglia di incontrare una vecchia conoscenza, una suora, che stava sempre con Alice. La chiamo e la incontro; le parlo di Alice ma lei non sembra esserne troppo colpita, sembra sapere già tutto. E sembra spaventata. Alla fine le chiedo di incontrarla ancora ma mi dice, frettolosamente, che è meglio di no, non vederci più: "Nessun problema ma è meglio così"
La settimana dopo la incontro per caso, andando al parco dove si fermava Alice a studiare. La chiamo, lei mi vede ma finge (giuro che fingeva) di non riconoscermi più.
"Suor J... sono io, Flavia, la sorella di Alice...."
Cavoli... Non sapevo ancora che stava per entrare in azione "Flaviaccia, la zero zero tette": al Liceo scidentifico mi hanno insegnato di andare a fondo a ogni cosa. A ogni dubbio bisogna risalire fino a che non ci siano solo certezze. E dalle certezze ridiscendere fino a che non si presenta un altro dubbio che deve essere chiarito.

mercoledì 4 novembre 2009

La fine di un sogno

I miei erano separati da 2 anni e con la separazione si erano divisi tutto. E nel tutto c'erano anche i figli: una gemella di qua e l'altra di là. Non sapendo che i gemelli, vale per tutti, sono come i calzini: o li tieni insieme o non ti servono a nulla. Fine della digressione. Così Alice era rimasta con mia mamma e mio fratello, io ero andata a vivere con mio padre a Milano. All'appello manca un'altra sorella, la più grande: lei era ed è sposata e viveva per gli affari suoi... Finisce la scuola e Dio solo sa come mai io risulto tra i promossi: quarta liceo scientifico, un anno alla maturità e quindi all'addio ai libri. Insomma quell'anno l'avevo sgamata per bene. Quindi vacanze: mio padre ed io andiamo a Lugano dove lui ha una bella casetta. Città stupenda, pulita, ordinata, ma morta. Almeno se la vivi insieme a un vecchio rompino. Al rompino le arriva un sms di mia madre che nel frattempo era in Calabria con Alice: "appena puoi chiama, urgentissimo". Mia madre non telefonava mai, per non disturbare e farsi mandare affanc.., così mandava sms. Cosa vietata ad Alice, visto che qualche giorno prima proprio mia madre aveva sequestrato il cellulare di Alice proprio perché lei mandava sms in giro. Ma i vecchi, si sa, fanno proprio quello che vietano agli altri. Mio padre la chiama e sento una telefonata molto concitata: mia madre, dall'alto della sua intelligenza (è una biologa, anche famosa, visto che ha scritto una decina di libri pubblicati) si era accorta che mia sorella non mangiava nè beveva da oltre 3 giorni. TRE giorni, d'estate in Calabria!!!! "E' vitale, ride e scherza, ma non vuole mangiare nè bere nulla. Che dici la faccio vedere da un medico?" Ovvio che appena sfiorano un pronto soccorso, anche se sono in pieno sud Italia, si trattengono Alice: capiscono subito che è grave e sta male. Lei parla, scherza, come fa sempre. Ma chi la conosce sa bene che più cerca di fare così e peggio sta. Ma mia madre, evidentemente, non la conosceva bene.... E' grave Alice ma non ci sono posti per ricoverarla. La tengono nei corridoi, le fanno delle flebo e delle analisi. Noi siamo molto allarmati ma ancora in Svizzera a girarci i pollici. Passano 2 giorni di silenzio poi la telefonata. Stavolta mia madre chiama, non manda sms: Alice ha un tumore allo stomaco, va operata subitissimo. Ma non c'è un ospedale in tutto sto cavolo di sud Italia che è capace di ospitarla e di operarla. Voliamo giù (un volo che dire penoso fa pensare ancora bene). Mio padre riesce a far ricoverare Alice e si fanno i preparativi per operarla. Alice è serena e scherza, parla con tutti. Ma è stanchissima, bianca e magrissima. Se non parlasse sembrerebbe già morta. Il resto è storia nota: la operano. L'operazione è "riuscitissima", purtroppo Alice la riportano su in coma. I miei organizzano un viaggio in ambulanza per portarla nel migliore ospedale italiano, a Milano, ma a metà viaggio Alice, il giorno 15 Agosto poco dopo le ore 8 del mattino, muore. L'ambulanza torna a Reggio Calabria, ma Alice la rivedrò giorni dopo dentro la bara ancora aperta: sorrideva ai parenti e agli amici tutti e sembrava serena e rilassata. Riposava in pace, poverina, dopo aver tanto sofferto...........

martedì 3 novembre 2009

Ieri mi sono dimenticata che era il giorno dei morti, quindi mi sembra doveroso ricordarli tutti ora con voi: L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen. Vi confesso che ho dovuto fare copia/incolla per scrivervela :( Sono proprio arrugginitissima per internet, e pensare che fino a 3 anni fa chattavo ed ero famosa su molti siti. Non tornerò più a chattare per diletto o per acchiappare, anzi sarò una ragazza a modo su questo: nascosta ma parlante, anzi scrivente.... Il ricordo dei morti mi ha buttata a terra e così vi prometto che domani vi scrivo i miei ricordi su come ho perso mia sorella...... baci, Flaviaccia

lunedì 2 novembre 2009

Perché qui?

Se fossi una brava cristiana darei la "paternità" di questa bella scoperta (il blog di Giada) a Dio, ma sono una peccatrice, infedele e puttanella. Quindi vi dirò che è tutto merito del caso. Sono tornata all'ovile (Milano) dopo mesi e mesi di permanenza all'estero, e prima ancora rinchiusa in reparti "pazzeschi" (termine esatto) in Italia. Lavoro (cameriera in una pizzeria) e abito in una camera in casa del mio datore di lavoro. Qui ho un portatile, chiavetta Vodafone e molta voglia di urlare la mia rabbia. Cercando con specifiche chiavi su google mi sono imbattuta su questo blog. Ne sapevo l'esistenza e volevo commentarci su con molta precisione sui fatti che vi sono descritti. Ho scritto alla sua creatrice (Giada) ma senza risposta. Ho scritto all'altra lettrice chiedendo di farmi capire. Mi ha risposto, ci siamo litigate, offese e mandate reciprocamente a cag...re, io perché sono una fumina di natura, lei perché sbagliava a giudicarmi. Dopo che ci siamo chiarite, Daniela mi ha scritto (cito senza virgolette perché "assolutamente" non vuole che pubblichi le nostre email, anche simpatiche in un certo qual modo) che pensava che io ero legata ai miei (lei ha scritto "pagata dai miei") e che volevo far saltare il blog a cui lei era molto legata perché nato da una sua cara amica (Giada). Insomma, come vedete, il caso ci ha messo su le mani e ora ho password e user per scriverci su. Purtroppo non ho ancora capito come togliere il "da Giada" così sembro lei e quindi fino al momento in cui non riuscirò a mettere "by flaviaccia" mi firmerò ogni volta sotto perché si capisca che sono io che scrivo, ecc ecc... Baci, Flaviaccia

domenica 1 novembre 2009

Purtroppo per voi.... ci sono io :-)

Saluti a chi legge. Mi chiamo Flavia, Flavia Ceccarelli. No, anzi, preferisco presentarmi col cognome di mia madre, Succi, proprio come facevo quando chattavo e avevo relazioni con tantissime persone in tutto il mondo. Sono la sorella (gemella) di Alice. Sì, la persona che fin qui è stata rappresentata come un angelo e spesso contrapposta a Giada che si raffigurava come una diavoletta. Io Giada l'ho vista di sfuggita solo 2 o 3 volte, insieme a mia sorella, e quindi non sarò io a dirne bene o male, ma ho leggiucchiato qua e là il blog e mi sembrava proprio una ragazza "doc". Sono qui perché ho una stragrande marea di cose da scrivervi. No, non di me. O, se sarà, saranno pochissime cose, molto stringate, molto schematiche. Siete più sereni adesso? Ora la nota stonata: non sono brava a scrivervi come Giada nè tanto meno come Alice: in fondo loro erano alte del diploma di liceo classico, io sono una povera scientifica: una ex liceale con poca voglia di studiare e molto di fare casino. Cosa aspettarvi dai prossimi post? Innanzi tutto volevo dirvi che ci faccio qui e come e da chi ho avuto user e password visto che finora non mi pare aver letto nulla su di me. Cioè sarò subito a contraddirmi parlandovi di me. Sob! (lo dico per voi). Subito dopo volevo dirvi, quando mi arriva l' e-mail dalla mia nuova amica (cioè quella che mi ha dato pass e user insomma), la storia di Giada, di cosa ha combinato, visto che fino allo scorso post era lei che vi intratteneva. E visto che rappresenterà, anche se di straforo, l'oggetto di un mia prossima apparizione qui, dove vi parlerò di mia sorella e di cosa sta combinando da lassù. Ma poi volevo dirvi la mia versione dei fatti, che poi credo che sia LA versione dei fatti, almeno di quelli che finora vi hanno raccontato. Dico che è LA versione dei fatti, visto che in moltissimi c'ero anch'io, ho vissuto, se non in prima persona almeno in seconda o terza. E di tanti altri fatti che nessuno vi ha mai raccontato e che in pochissimi sanno. Vorrei evitare di parlare dei miei genitori ma temo dovrò farlo, dato che la mia recente storia (cioè quella che dovrò per forza raccontarvi, almeno per farmi capire con che razza di pazza avete a che fare) parlerà di un mio amore tradito (i miei genitori, appunto) e di come hanno voluto fottermi appena hanno capito che avevo età, mezzi e modo di scavare nei fatti. Insomma ogni giorno vi dirò qualcosa..... Vorrei fare almeno un paio di angolini fissi: la Domenica (il giorno che sono più impegnata) scrivere una breve frase della mia gemellina o postarvi (una domanda per volta) una sua lunga intervista che ha risposto via e-mail, insieme ai suoi compagni di liceo. E, se c'entra, una mia piccola riflessione Il Giovedì per esempio, oppure (forse meglio dato che non sono per nienta brava a mantenere gli impegni)ogni tanto dirvi, a puntate, le tante scoperte che ho fatto e che sto via via facendo: su mia sorella, sui miei genitori, sulla politica, sulla chiesa, ecc.... Sì amici lettori, avete capito bene: prima di approdare a questo blog e conoscere l'amica che mi ha dato password e user e quindi agevolata a scriverci su, ho fatto l'agente segreto zero zero tette. Volevo capire tante cose: perché Alice è stata tanto osteggiata, perché ora riposa in Calabria e non qui a Monza o al limite a Milano, perché in molti avevano terrore di lei che, buona come il pane, non avrebbe fatto del male nemmeno a una zanzara scoperta a pungerla. Sono stata "beccata", mi hanno fatta passare per pazza e ho così conosciuto i peggiori reparti di psichiatria d'Italia e d'Europa. E ora ho la possibilità di far sapere queste cose a chi ha voglia di saperle... Un secondo/terzo angolino fisso (potremo metterlo di Sabato: altro mio giorno di durissimo lavoro) per mettere le cose che mi manderete voi e che desiderate abbiano l'attenzione dovuta (cioè non come commento, insomma). Ringrazio la signora Daniela Franco che ha risposto al mio "urlo di dolore" come l'ha chiamato lei, anche se con settimane di ritardo. E ringrazio chi mi ha preceduta al posto di "comando" del blog (Giadina): è stata bravissima (a me occorreranno mesi per raggiungere la metà della sua dimestichezza col blog. Un po' ve ne sarete accorti, sicura). Ha ricevuto in cambio solo merdate in faccia, specie da persone ignobili, tra le quali cito i miei genitori (specie mio padre) che voglio disconoscere e prendere sin da adesso le massime distanze. A queste 2 ragazze chiedo scusa per conto loro, specie di mio padre, perché per colpa loro hanno sofferto molto più del dovuto. Datemi solo il tempo di studiare ancora meglio come si usa il blog e di finire di leggermi tutto, prima di riprendere a scrivere. Poi sarò con voi ogni giorno. O almeno ci proverò. Promesso. Un bacio e una carezza a voi tutti, la vostra "nuova" amica Flavia (ma potete anche chiamarmi Flaviaccia)