lunedì 29 ottobre 2012

Berlusconi sui libri di storia: se lo merita!?


Non sarà un verdetto grottesco a cancellare Silvio dalla storia

Berlusconi è stato un leader democratico che in diciotto anni ha trasformato un grande Paese sulla scena mondiale. E che milioni di italiani rimpiangeranno


Non dico si debbano tributare onori divini, l’apoteosi del diritto romano, a Berlusco­ni: sarebbe il primo a riderne. Oltretutto giusto ieri ha dato la sua interpretazione del ritiro: mi ritiro, cioè no. Grandioso e surreale.
Ma comun­que vadano le cose, la damnatio memoriae ,con abolizione del nome per generazioni e sfregio del silenzio coatto imposto anche solo al suo ricordo, questo è un po’ troppo per un leader democratico che ha tra­sformato un grande Paese in di­ciotto anni di vita pubblica sulla scena europea e mondiale. La grottesca condanna per i diritti te­levisivi subito seguita alla sobria e molto onorevole uscita di sce­na del Cav, figura che milioni di italiani sono pronti a rimpiange­re, punta proprio a questo, fa da battistrada a questo progetto: è un atto simbolico, come tutti san­no, corredato di immediate moti­vazioni pronte all’uso, ma desti­nato alla cancellazione da parte della Corte costituzionale o alla prescrizione ultrasicura. Insom­ma è solo un modo della giusti­zia di rito ambrosiano di riconfer­mare che ci sono anche loro nel giorno fatale, e il loro contributo è di trasformare in un abominevo­le reo l’Arcinemi­co, il mitico froda­tore fiscale che nella realtà paga più tasse di un Creso.
Berlusconi ha preso la guida del­l’Italia tre volte grazie a libere ele­zioni, l’ha persa per due volte gra­zie a un ribaltone e a una manovra di palazzo aiutate e in certo senso anche obbligate dal circo mediati­co- giudiziario, l’ultima delle qua­li lo ha avuto sog­getto responsabi­le e consenziente un anno fa. (Le sue colpe politi­che nel procurarsi la difficile con­giuntura in cui è caduto non tol­gono il fatto di principio: gli italia­ni lo hanno eletto e il mandato gli è stato sempre revocato dagli ot­timati del partito senatorio e fi­nanziario, non dagli elettori.) Portiamoci avanti con il lavo­ro, nel tentativo di impedire l’al­lestimento in corso dell’avvilen­te messinscena: la «caduta di un grande criminale». Questo co­pione plateale è presupposto tri­ste e necessario dell’eliminazio­ne censoria della vera storia del berlusconismo dai radar dell’in­telligenza italiana; dovere politi­co e civile anticipare un lavoro che ha anche un valore decisivo per chi riuscirà, se ci riesce, a co­st­ruire qualcosa che rivesta un si­gnificato profondo al posto della leadership di Berlusconi, oggi nel ruolo di memoria e ispirazio­ne ( spero e credo rivestiti con l’al­legria non intrusiva già promes­sa).La parte spiccatamente giudi­ziaria è chiara. Il processo Ruby naufraga nel grottesco dell’in­quisizione talebana e guardona. Le risposte della signora Karima El Marough alla trasmissione di Michele Santoro fanno testo per­ché sono limpide e spontanee nel tratto. Berlusconi è persona corretta, ridanciana, amante del trastullo burlesco, ospitale, pri­vata nel suo modo di divertirsi, ma corretta, niente di predato­rio e di umiliante per le donne e per il loro retoricamente sban­dierato «corpo», perfettamente e gioiosamente violabile se in re­gime di adulti consenzienti e in­vece inviolabile alle propalazio­ni bacchettone di una magistra­tura in fregola di politica & etica al servizio di oscuri pregiudizi, con qualche abbondante e inde­cente aiutino mediatico. La con­cussione fa ridere tutto il mondo del diritto, perfino i persecutori. Una condanna in simile proces­so sarebbe il timbro finale di una persecuzione che solo la cecità faziosa dell’inimicizia politica consente di non vedere e giudica­re in tutto il suo orrore civile. Sim­bolo e gogna da aggiungere al simbolismo inutile, per suffra­garlo e rafforzarlo, della senten­za del giudice D’Avossa. Insom­ma, giustizia sommaria.Poi c’è la parte politica, civile. Berlusconi è stato potentissimo, ora merita la polvere. Buffonata. Tutti conoscono i limiti bestiali in cui opera un presidente del Consiglio italiano (basta guarda­re al trattamento elettoralistico che stanno facendo a Mario Mon­ti, già mezzo paralizzato e sfregia­to da campagne incivili, o alle cat­tive figure rimediate da Romano Prodi o da Massimo D’Alema). La forza elettorale è stata ben controbilanciata dalle fughe par­lam­entari ricorrenti e dal ribalto­nismo, malattie senili delle Re­pubbliche malate. Berlusconi ha fallito, dicono. Ma che vuol di­re? Ci ha dato un paesaggio di pa­role e cose di legno totalmente trasformato in emozioni e spon­taneità vivente, ha incarnato il maggioritario, ha dato potere al popolo che sceglie chi governa, ha tenuto a freno per anni la rapa­cità dello Stato, non ha smantel­lato il welfare ma ha fatto le gran­di riforme delle pensioni e del la­voro prima della Fornero, e in­somma, se di fallimento dell’eco­nomia e della finanza vogliamo parlare, parliamone: ma vedrete che è pieno di cause, di fattori di spinta, di remore e pigrizie, e di imputati potenziali che vengo­no nella lista quasi tutti prima di Berlusconi. Poi dire che il suo progetto ha declinato, questo è vero e Berlusconi è il primo a sa­perlo.Il tempo si prende cura di ridi­mensionare sogni e progetti, ma questo non autorizza i nani a de­cretare la damnatio memoriae , sotto la coltre censoria di un seg­mento di storia che si spera di consegnare prigioniero ai pre­sunti vincitori, ovvero la cancel­lazione legale della robustezza e anche della grandezza di un’esperienza politica unica al mondo.E ricordiamoci che abbiamo scelto Israele e gli Stati Uniti nel fuoco della battaglia, che Berlu­sconi è stato dalla parte giusta nei momenti cruciali delle gran­di sfide occidentali, e che ancora oggi l’Italia non è una sentina del­la secolarizzazione giacobina, una ridicola Repubblica ideolo­gicamente corretta, anche per merito suo. Chapeau e buon lavo­ro.
 

venerdì 19 ottobre 2012

Non solo post: la depressione è anche pre-parto

Dimostrata per la prima volta da uno studio norvegese: se il rapporto di coppia non è sereno, la gravidanza diventa fonte di ansia e tensioni

depressione pre-parto

Fino a oggi conoscevamo la depressione post partum, quella che colpisce le mamme subito dopo la nascita del figlio e che è capace di trasformare il momento di massima gioia nella vita di una donna in un periodo nero di angoscia e preoccupazione. La notizia è che esiste anche una depressione pre-parto: speculare alla “baby blues”, ecco a voi la “pre-baby blues”. Parola dei ricercatori dell’Istituto norvegese di sanità pubblica, che hanno messo tutto nero su bianco in un articolo in corso di pubblicazione sulla rivista scientifica “BMC Public Health”.



Tensioni nella coppia

Quando la coppia funziona male, quando il rapporto non è sereno e anzi ricco di tensioni, la gravidanza si trasforma in un periodo fonte di preoccupazione e angoscia per la donna, spiegano gli esperti norvegesi guidati da Gun-Mette Rosand. La mancanza di sostegno da parte del partner può infatti far sì che la gravidanza, destinata a essere un momento gioioso, si trasformi in un insieme di ansie e paure che possono portare a parti prematuri, a basso peso alla nascita e a diversi problemi di salute del bambino nei primi anni di scuola.



Quanto conta la serenità mentale

Lo studio ha coinvolto 50 mila future mamme norvegesi che sono state intervistate su come vivono il lavoro, la famiglia e il rapporto con il partner.

 Per ciascuna sono stati messi a confronto gli eventuali trascorsi in malattia e il consumo di sigarette e fumo. Tra le cause della depressione pre-parto, spiegano i ricercatori, in alcuni casi hanno fatto la differenza l'uso (e l’abuso) di alcol nell'anno precedente alla gravidanza, malattie sofferte da poco tempo e lo stress subito a causa di difficoltà sul lavoro. Tuttavia, la motivazione principale resta la mancanza di supporto da parte del compagno: le donne che hanno affermato di avere un buon rapporto con il proprio partner (o marito) sono risultate le future mamme più serene dal punto di vista mentale, mentre coloro che lamentavano una storia fatta di contrasti e incomprensioni erano le principali candidate a diventare depresse durante la gravidanza.

giovedì 18 ottobre 2012

Stamattina mi sento proprio giù...

Depressione, i 6 sintomi meno noti

Non solo apatia, tristezza, ansia. Il depresso può rivelarsi anche in altri modi


Cado in depressione. Sono depressa. Questa cosa mi deprime. Chissà quante volte, durante la giornata, ci capita di usare espressioni come queste… Nella stragrande maggioranza dei casi, lo facciamo a sproposito. La parola depressione, infatti, ha tante facce: può descrivere malesseri più o meno lievi, ma anche situazioni diverse come affaticamento, stress o tristezza legata magari a un fatto spiacevole. La depressione vera e propria, il disturbo mentale che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, entro il 2020, diventerà la seconda causa di invalidità nei Paesi occidentali dopo le malattie cardiovascolari, è qualcosa di ben preciso.


La depressione ha 4 volti
Secondo il professor Nicola Lalli, psichiatra e psicoterapeuta, già professore associato di Psichiatria e Psicoterapia presso l'Università “La Sapienza” di Roma, esistono quattro tipi diversi di depressione.
  • La depressione reattiva, causata da eventi traumatici: perdite affettive, difficoltà economiche e sul lavoro.
  • La depressione nevrotica, dovuta al carattere che rende alcune persone ipersensibili a stress e frustrazioni: chi ne soffre tende a colpevolizzare gli altri.
  • La depressione maggiore o endogena, in cui l’individuo di solito si colpevolizza.
  • La depressione mascherata, difficile da diagnosticare perché si manifesta con malesseri fisici vari.

I sintomi inequivocabili della depressione
La depressione, in tutti i suoi volti possibili, ha una serie di sintomi inequivocabili.


Ecco i principali, secondo gli esperti della Mayo Clinic, una delle più prestigiose e autorevoli strutture sanitarie ospedaliere degli Usa. Alcuni di questi ci sono abbastanza familiari e anche facilmente collegabili alla depressione; altri, invece, sono decisamente sorprendenti Cominciamo da quelli più evidenti.
  • Tristezza o comunque infelicità diffusa.
  • Irritabilità o frustrazione, anche per questioni apparentemente senza importanza.
  • Perdita di interesse nelle attività consuete e quotidiane.
  • Diminuzione dell’interesse per il sesso.
  • Insonnia o sonno eccessivo.
  • Distrazione, difficoltà di concentrazione, indecisione.
  • Indolenza, apatia: anche le incombenze di poco conto risultano faticose.
  • Pensieri di morte o suicidio.
  • Crisi di pianto senza motivo preciso.
  • Senso di colpa, inadeguatezza, rimorso per fatti passati.

I sintomi della depressione che non ti aspetti
E poi ci sono quei segnali che in apparenza non verrebbe mai da collegare alla depressione. Vediamone alcuni dei più “insospettabili”:

  • Più peso: la depressione sciupa lo spirito, ma fa ingrassare il corpo. Al contrario di quanto si possa immaginare, il depresso non è affatto sempre e soltanto magro e smunto, ma al contrario può essere anche ben in carne.
  • Più appetito: il depresso ha spesso molta fame, a qualunque ora del giorno. 

Un team di scienziati dello University of Texas Southwestern Medical Center (Usa) ha scoperto come tutto dipenda da una sostanza chimica prodotta nel cervello e nello stomaco, la grelina, un potentissimo stimolante dell'appetito i cui livelli aumentano prima dei pasti e in associazione con il senso di fame. La grelina cerca di tirare su il morale, ma fa anche provare piu appetito e cercare cibi "consolatori" come il gelato e la cioccolata.
  • Lentezza: il depresso pensa, agisce e parla lentamente. Come se tutto dipendesse da profondità d’animo. In realtà, a causa di un fortissimo disagio interiore.
  • Mal di schiena: dietro una lombalgia apparentemente inspiegabile, perché magari non si è mai sofferto di problemi simili, potrebbe nascondersi un principio di depressione.
  • Mal di testa: anche un’emicrania in chi prima non aveva mai avuto cefalee, potrebbe essere un segnale da non sottovalutare di un inizio di depressione.
  • Asma: secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Heidelberg di Mannheim (in Germania), le persone molto ansiose, una condizione tipica di chi soffre di un principio di depressione, sono tre volte più esposte al rischio di sviluppare l’asma.
  • mercoledì 17 ottobre 2012

    Conosciamo meglio i maschietti...

    I 3 chiodi fissi dell'uomo

    Non è più il sesso la prima "ossessione" maschile...

    sesso pensieri uomo


    L'uomo pensa sempre e solo a "quello". Verità o falso mito? Se vogliamo mantenerci alle ultime statistiche, sembra proprio che anche la certezza del sesso come punto fermo del pensiero maschile sembra vacillare. Addirittura, secondo alcuni, a crollare dalla posizione di assoluta preminenza che ha conservato fin qui. Sorpassata da altri bisogni primari, che pure avevano fino a oggi ceduto il passo al desiderio sessuale.



    Sesso, cibo o sonno?
    Un'équipe di ricercatori dell'Ohio State University (negli Stati Uniti) si è presa la briga di fare il punto sui pensieri fissi dell'uomo del 2011. E così, al termine di uno studio - pubblicato sulla rivista scientifica "Journal of Sex Research" - sono giunti a conclusioni sorprendenti.
    Il sesso continua a essere nel Gotha dei chiodi fissi maschili. Ma ha dovuto cedere la posizione di testa, rispetto al passato. Sì, perché gli uomini oggi pensano a come soddisfare la propria libido appena 19 volte al giorno; soprattutto, non troppo di più di quanto accade con il cibo (cui rivolgono i propri pensieri 18 volte al giorno) o con il sonno (che occupa il cervello 11 volte).
    In passato, i dati erano ben diversi.


    Qualcuno aveva stimato che il maschio pensasse al sesso ogni sette secondi circa, pari a circa 8 mila volte nell'arco di 16 ore.



    Molto più delle donne
    L'indagine conferma, però, un altro luogo comune: il sesso attraversa la mente maschile quasi il doppio di quella femminile. Le donne non ci pensano più di 10 volte al giorno, meno che al cibo (15 volte), che a quanto pare le ossessiona di più.
    I ricercatori dell'Ohio State University hanno coinvolto 160 uomini e 120 donne fra i 18 e i 25 anni, sottoposti a una serie di domande mirate prima di tenere sotto continuo controllo i loro pensieri con uno speciale, piccolo contatore da far scattare in avanti ogni volta che pensavano al tema oggetto d'indagine: sesso, cibo, sonno.

    martedì 16 ottobre 2012

    DONNE, arriva l'arrotino... no, molto meglio: la nostra igiene!

    L’igiene intima perfetta in 7 regole

    Quanto spesso lavarsi, quale detergente usare, come asciugarsi: tutti i consigli per proteggere al meglio la zona più delicata del corpo femminile

    igiene intima

    Quando si parla di igiene intima, bisogna partire da questo presupposto: è talmente fondamentale per la salute della donna, che non è concesso sbagliare. Ogni singolo aspetto dev’essere curato nei minimi particolari. Ecco perché vale la pena leggere queste regole che abbiamo individuato per voi: osservandola con cura, ridurrete drasticamente i rischi di avere quei tipici e fastidiosi problemi collegati a una cattiva cura di voi stesse…



    1) Quante volte - Non esagerate: se vi lavate troppo di frequente, rischiate di seccare la pelle. Di base, va bene 2 volte al giorno: al risveglio e la sera, prima di andare a dormire. In più, dopo ogni evacuazione, in modo da eliminare i batteri dalla zona genitale. E ogni volta che si cambia l’assorbente durante il ciclo mestruale.



    2) I punti su cui concentrarsi - Procedete sempre dalla vagina verso l’ano, mai viceversa: così eviterete le infezioni provocate dal passaggio dei germi dall’intestino all’utero. Meglio ancora sarebbe lavare le due parti separatamente.



    3) Usa tanta acqua - Sciacquate con molta cura e in abbondanza, evitando di lasciare residui di detergente.



    4) Quale detergente - Il livello di pH ottimale per rispettare il tasso di acidità della pelle, è tra il 5 e il 6. Quindi, il sapone con cui vi lavate le mani (che, anche quando è neutro, ha un pH 7) non va bene. In caso di infezioni è meglio utilizzare un detergente ad azione antisettica.



    5) Come asciugarsi - L’umidità è un terreno fertile per i batteri, dunque asciugatevi con molta cura e senza fretta. L’asciugamano va cambiato ogni giorno e non deve essere condiviso con nessun componente della famiglia, specie con i bambini. Quando non siete in casa, utilizzate solo salviette usa e getta.



    6) Quale deodorante - Se c’è un elemento capace di irritare la mucosa, quello è l’alcol. Controllate che il deodorante non ne contenga e che funzioni con un vaporizzatore. Non usatelo quando avete infezioni in atto e se state facendo una cura locale con ovuli o creme.



    7) Ogni età ha il suo prodotto - Il detergente della mamma non va bene per le bambine: l’acidità della loro pelle ha un pH più alto e basta un qualsiasi sapone neutro.
    Durante la menopausa, invece, la diminuzione degli estrogeni può provocare secchezza vaginale: meglio quindi un prodotto con sostanze idratanti.

    lunedì 15 ottobre 2012

    Quando giocano solo gli arbitri...

    Qui viene giù tutto

    Ci mancava l’assessore in odore di’n­drangheta nel cuore della Regione Lombardia. Le agenzie di stampa ag­giornano di ora in ora il bollettino della guerra alla malapolitica


    Ci mancava l’assessore in odore di’n­drangheta nel cuore della Regione Lombardia. Le agenzie di stampa ag­giornano di ora in ora il bollettino della guerra alla malapolitica. Arresti e indaga­ti a destra e sinistra, finanzieri che irrompono nei quartieri generali delle Regioni Piemonte e Molise mentre altri sono al lavoro da giorni in quelli del Lazio e dell’Emilia.
    A sera in reda­zione si tira il bilancio. Mi sembra di tornare ai tempi di Tangentopoli, inizio anni Novanta, quando prima di andare in macchina si spun­tava l’elenco di indagati e inquisiti per evitare che nella fretta un nome sfuggisse. Le analo­gie sono anche altre. Batman-Fiorito è il nuo­vo Mario Chiesa, il granello di sabbia che, sfila­to, fa franare la montagna che sembrava grani­tica. «Mariuolo», lo apostrofò Bettino Craxi pensando di chiudere così il caso. Mal lo incol­se, e come andò a finire è cosa nota. Applaudiamo a tanto attivismo delle procu­re: il malaffare di oggi è vero come vero era il sistema tangentizio della Prima Repubblica.
    Ma proprio perché l’esperienza insegna, re­stiamo guardinghi. La storia ha dimostrato co­me Di Pietro e soci operarono con precisione chirurgica solo su una parte della mela che in­vece era tutta marcia, e ora sappiamo che i me­todi furono assai disinvolti e gli errori, oltre che gli orrori, non pochi, con conseguenze drammatiche su persone innocenti o non pro­priamente criminali. L’opinione pubblica è assetata di sangue della politica, ed è più che comprensibile. Noi lo siamo più di verità e giustizia, principi che mal si conciliano con la nostra magistratura, la più sgangherata e faziosa dell’Occidente. Non è un caso che tutto ciò accada, altra analo­gia con il passato, alla vigilia di elezioni crucia­li che probabilmente rivoluzioneranno il qua­dro politico.
    Se non erro, due dei magistrati simbolo di Mani Pulite, Antonio Di Pietro e Ge­rardo D’Ambrosio, dopo aver smantellato Dc e Psi, sono stati portati in Parlamento (dove go­dono di tutti i privilegi della casta e di tutti i re­lativi finanziamenti ora sotto inchiesta) dalla sinistra. Speriamo di non vedere, tra qualche mese o anno, i pm che stanno smantellando le Regioni sedere sui banchi parlamentari di Grillo o di un futuro governo tecnico. In quan­to a partite truccate abbiamo già dato, non sol­tanto sui campi di calcio.

    sabato 13 ottobre 2012

    Coccola le tue mani in 5 mosse


    Devi proteggerle dal freddo con i guanti, lavarle con cura e idratarle a fondo: ecco le mosse giuste per curare le mani

    Coccola le tue mani in 5 mosse - Devi proteggerle dal freddo con i guanti, lavarle con cura e idratarle a fondo: ecco le mosse giuste per curare le mani
    Le mani sono un elemento di fascino indubbio per una donna. Inutile indossare anelli e braccialetti se la pelle non è morbida e liscia, le unghie pulite e impeccabili, prive di macchie e tagliate per bene. L'autunno e l'inverno mettono a dura prova l'idratazione delle mani, ma per averle sempre vellutate e belle da vedere basta seguire qualche consiglio:

    1  Lavarsi spesso le mani è importante, ma lo è altrettanto scegliere il prodotto giusto: optate per saponi non troppo aggressivi, magari arricchiti di sostanze emollienti come l'olio essenziale di lavanda. La sera, reidratate le mani con una buona crema per le mani, e rinforzate le unghie immergendole per qualche minuto in un pò d'olio d'oliva.

    2 Quando lavate i piatti o fate i lavori di casa, indossate sempre i guanti:
    i prodotti per la detersione degli ambienti sono troppo aggressivi, e seccano la pelle. In ogni caso, dopo usate sempre una crema idratante, e se vi è rimasto addosso uno sgradevole odore, sappiate che sfregandovi le mani con il dentifricio va via persino la puzza di pesce e aglio. I guanti -ovviamente un pò più carini!- vanno indossati anche appena il freddo comincia a farsi sentire.

    3 Non tagliate le unghie con le forbici, ma piuttosto usate la lima: ci vuole un pò di pazienza, ma il risultato è nettamente migliore. Stendete una base rinforzante, anche quando non applicate lo smalto. Evitate di fumare per non ingiallirle.

    4 Una volta a settimana fate uno scrub, per eliminare le cellule morte: mescolate mezza tazza di zucchero di canna a mezza tazza di rum e un pò di noce moscata in polvere; a parte versate in una ciotola di latte caldo qualche goccia di olio essenziale di cannella, e immergetevi le mani, lasciandovele per due-tre minuti. A questo punto strofinatevi le mani con lo scrub di rum e zucchero, massaggiando per bene in corrispondenza delle pellicine. Sciacquatevi con acqua tiepida, e dopo averle asciugate applicate la crema idratante.

    5 In mancanza di crema idratante, usate un ricciolo di burro, massaggiandolo per bene in modo che si assorba.

    venerdì 12 ottobre 2012

    Consigli per il weekend

    Cadaveri in mostra

    Sino al 13 gennaio 2013 grande appuntamento, presso il Palaolimpico, alla scoperta dei segreti dell'uomo, quelli sotto la pelle...

    Cadaveri in mostra - Sino al 13 gennaio 2013 grande appuntamento, presso il Palaolimpico, alla scoperta dei segreti dell'uomo, quelli sotto la pelle...
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    Arriva in Italia, al Palaolimpico di Torino, sino al 13 gennaio, The Human Body Exhibition, la grande mostra sul corpo umano che tanto ha fatto discutere. Il motivo è semplice: sono messi in mostra corpi veri trattati con il sistema della plastinazione. The Human Body Exhibition è stato anticipato con l'istallazione in piazza d'Armi di un enorme teschio di 3 metri per 3 per 3. Le polemiche sulle mostre di questo genere derivano dal fatto che sono esposti cadaveri veri trattati con la tecnica della plastinazione che permette la conservazione del corpo umano tramite la sostituzione dei liquidi con polimeri di silicone. Questa tecnica rende i reperti organici rigidi ed inodori, mantenendo inalterati i colori.

    La mostra The Human Body Exhibition intende stupire, spiegare e istruire i visitatori illustrando la bellezza e la funzione del corpo umano. Di fronte agli eccessi della vita moderna, la mostra ha anche lo scopo di infondere nei visitatori il desiderio di essere più rispettosi e attenti a quanto di più prezioso possiedono: il proprio corpo.

    Il fatto che si possa “trasformare le salme in una sorta di pupazzi di plastica a cui far prendere le posizioni più strane e grottesche” ha provocato l'indignazione di centinaia di persone. Che  sottolineano come “questi cadaveri sono anche oggetto di pratiche quali scuoiamento, coloritura dei tessuti, assemblamento di parti da salme diverse, smembramento”. E' quindi in corso una petizione on line per vietare la mostra ai minori di 14 anni. Si vedranno in seguito i risultati di questa protesta.

    Nel frattempo è possibile effettuare la visita della mostra accompagnati da una guida dedicata. Per usufruire del servizio è necessario effettuare la prenotazione scrivendo a info@thehumanbody.it indicando data e ora della visita ( i cui biglietti dovranno essere già stati preventivamente prenotati ). La richiesta dovrà essere inviata con almeno 4 giorni di anticipo. Per consentire ai visitatori di fruire della mostra nella massima tranquillità, l'ingresso alla mostra è previsto ogni 90 minuti, dalle 10.30 alle 21.00. Per ciascuna fascia oraria è previsto l'ingresso di max. 200 persone. Per ulteriori informazioni, http://www.thehumanbody.it.
    Francesco Salvatore Cagnazzo - Nexta

    Non c'è nemmeno la dignità da salvare...

    Consulta: "Niente tagli a stipendi di giudici e manager pubblici"

    Vietato toccare i privilegi della magistratura e gli stipendi dei manager statali. La Consulta: "Incostituzionali". Perché i sacrifici sono chiesti solo ai cittadini?

    Guai a toccare gli stipendi dei dipendenti pubblici.
    Non possono essere sforbiciati nemmeno di un centesimo. Mentre la crisi economica fa schizzare alle stelle il numero dei disoccupati e l'Unione europea chiede, contestualmente, al nostro governo sempre maggiori sacrifici che vanno a pesare sui portafogli dei contribuenti, la Corte costituzionale ha stabilito che le retribuzioni dei magistrati non possono essere abbassate. Non solo. La Consulta si è anche opposta anche alla riduzione dei dipendenti pubblici con stipendi superiori ai 90mila euro lordi all'anno. "Il Parlamento decide in modo sacrosanto dimettere dei limiti a stipendi fuori da ogni logica - tuona la Lega Nord - e la vera casta si difende".
    Altro che la casta dei politici. In parlamento, per lo meno, qualche taglio di facciata lo stanno facendo. Nei tribunali e nella pubblica amministrazione, invece non si può. A difendere i privilegi dei giudici e i maxi stipendi dei manager pubblici ci ha pensato la Consulta con due sentenze che legano le mani al governo in tema di spending review e che sono destinate a far sicuramente discutere. "I tagli sulla retribuzione dei magistrati previsti dal decreto legge sulla manovra economica 2011-2012 sono incostituzionali", ha spiegato la Corte stabilendo, appuntoo l’illegittimità del decreto nella parte in cui dispone che ai magistrati non vengano erogati gli acconti per il triennio tra il 2011 e il 2013 e il conguaglio del triennio tra il 2010 e il 2012 e nella parte in cui dispone tagli all’indennità speciale negli anni 2011 (15%), 2012 (25%) e 2013 (32%). Non solo. La Consulta ha, poi, azzerato i tagli per i dipendenti pubblici con stipendi superiori ai 90mila euro lordi all'anno (-5% per la parte eccedente questo importo) e 150mila euro (-10%) dal momento che, come già sostenuto dal Tar, la norma introdurebbe "un vero e proprio prelievo tributario a carico dei soli dipendenti pubblici". Per la Consulta un’imposta speciale prevista nei confronti dei soli dipendenti pubblici"viola il principio della parità di prelievo a parità di presupposto d’imposta" dal momento che "il prelievo è ingiustificatamente limitato ai soli dipendenti pubblici". Morale? La Consulta arriva addirittura a proporre al legislatore rimodulare i tagli con "un universale intervento impositivo", andando quindi a colpire tutti i cittadini.
    Contro la Consulta si è subito levata una selva di critiche da parte della politica. Ad attaccare duramente i giudici della Corte costituzionale sono stati soprattutto i parlamentari leghisti secondo i quali "non è possibile che si voglia trasformare la nostra Repubblica in una regime governato" dalle toghe. Ilresponsabile del Dipartimento Fisco, Finanze ed Enti Locali, Massimo Garavaglia, ha chiesto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di intervenire per "eliminare questa vergogna". "Non si può chiedere alla gente di andare in pensione a settant'anni e di vedere aumentare disoccupazione e crisi per rispetto dei vincoli europei - ha concluso l'esponente del Carroccio - quando poi i cosiddetti dirigenti dello Stato, veri e propri burocrati nel senso peggiore del termine, continuano ad avere privilegi ingiustificati".

    lunedì 1 ottobre 2012

    Perché piace Monti




    Scritto da Gianni Pardo   
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    Il bambino dei vicini è maleducato, il nostro è vivace. I nostri avversari politici sono tutti dei disonesti, nel nostro partito c’è qualche mela marcia. La differenza fra “buono” e “cattivo” spesso corrisponde semplicemente a “nostro” e “loro”. Per interi lustri, tutto ciò che ha detto o fatto Berlusconi è stato cattivo, a prescindere. Anche quando ha abolito l’Ici o ha costruito case per i terremotati a tempo di record. Ora invece, per l’intera Italia, tutto ciò che fa Mario Monti è buono. A prescindere. Il popolo italiano non ha subito il lavacro della Riforma protestante col suo pressante invito ad una autentica severità nei confronti di sé stessi. Ha dunque conservato il lato peggiore di un malinteso Cristianesimo: una facciata fastosa, superiormente etica e solenne, in cui l’ipocrisia, accoppiata ad una totale mancanza di scrupoli, tocca le più alte vette. Anche il politico indica senza sorridere, come parlasse seriamente, la via della perfezione attraverso un cammino di ammirevole qualità morale: e se infine non ottiene il paradiso in terra, è per colpa delle persone incapaci di voli ideali. Magari prone all’aritmetica.
    La nostra nazione ha una caratteriale mancanza di senso dell’umorismo, cosa che dimostra anche una “commedia all’italiana” che non va oltre la farsaccia plautina. Ciò fa sì che alla spregiudicatezza sostanziale si accoppi, nel dispensare retorica, la mutria pensosa dell’asceta. Noi italiani che non ci saziamo mai di illusioni, purché propinate con espressione quasi dolente, confondiamo l’essere seri con l’essere accigliati. E pur non avendo recepito un’oncia di calvinismo, crediamo al principio evangelico per il quale il gaudente difficilmente andrà in paradiso.
    Ciò spiega l’antipatia per Berlusconi. Non solo in pochi mesi fece scoppiare il palloncino della “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto; non solo, da outsider, entrò come un cane festoso nel gioco di birilli della politica, ma la cosa peggiore fu che sorrideva sempre. Raccontava barzellette, scherzava come un ragazzino di seconda media, facendo le corna dietro la testa di qualcuno in una foto ufficiale, amava il sesso e le donne, e la sua figura, come nei fumetti, sembrava circondata da simboli del dollaro. Era uno scandalo vivente. Non poteva essere una persona seria. Bisognava fargli le pulci. Bisognava buttarlo in galera.
    Monti è arrivato nel momento in cui la crisi europea era tanto grave, e la politica richiesta all’Italia tanto indigeribile, che Berlusconi ha preferito passargli il testimone. Era certo che in quel posto chiunque si sarebbe reso impopolare fino all’odio: all’Italia infatti è stata inflitta una pressione fiscale insopportabile e una recessione drammatica di cui non si vede la fine. Ma Monti galleggia. Naturalmente ha solo eseguito ciò che gli è stato chiesto, ma questa giustificazione non sarebbe mai stata formulata per Berlusconi: ci deve essere dell’altro.
    Se si ascolta la gente, si vede che il popolo guarda il proprio portafogli vuoto e stramaledice tutti. Viceversa l’Italia ufficiale si leva il cappello dinanzi a Supermario e lo implora di guidarci ancora e ancora verso la Terra Promessa. In questo miracolo c’entra indubbiamente il fatto che, essendo sostenuto dal Pd e dal PdR, il Premier è trattato con ogni riguardo dalla stampa. Ma pesa anche la sua aria funerea; il suo modo di parlare narcotico; l’impressione che dà di essere un povero professore che vive di stipendio; qualcuno del quale è impossibile immaginare che se la spassi a letto con una donna. È una persona seria: si vede da lontano quanto soffre, nello sforzo di fare il bene dell’Italia. Berlusconi era colpevole dello spread oltre 500, ma se esso risale a 500 con Monti, è colpa degli speculatori. Il Cavaliere conduceva l’Italia al disastro, il Professore ci ha salvati dal cadere nel burrone della recessione. O, per la verità, nel burrone ci siamo caduti, ma è come se non ci fossimo caduti. Anzi il Primo Ministro, con una vista d’aquila che nessuno di noi ha, vede la luce in fondo al tunnel.
    Ci si può anche gargarizzare con mille condanne di Berlusconi, nessuno nega i suoi torti e i suoi errori: ma è difficile tollerare la parzialità del giudizio costantemente negativo nei suoi confronti e costantemente positivo nei confronti di Monti. Nessuno dice del Professore che è un somaro, non è il figlio del vicino. Forse si impegna, anche. Ma venirci a dire che è bravissimo ed è colpa del professore, se non gli dà un bel voto, questo no. Dovrebbe essere troppo perfino per un antiberlusconiano.
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