lunedì 29 settembre 2008

Intorno agli angeli...

Intorno a ogni angelo che scende sulla terra ci sono in genere centinaia di persone che gli vivono accanto e, spesso, neppure si accorgono di lui. Così, intorno ad Alice giravamo in tantissimi e di questi non so quanti sappiano, ad oggi, ancora nulla di lei. L'elenco mi è arrivato da due compagne di classe (mie e di Alice), tali Paola e Ginevra: compagne "inseparabili", diciamo. Ma, sinceramente, io non me ne ero mai accorta di questo loro, ehm, "grande affiatamento" :-) )
Alba: una delle poche di questa carrellata che non abbiamo mai visto; amicissima di Alice e famiglia fino al giorno in cui Asia (vedi oltre) subì violenza sessuale, poi la famiglia di Alba l’allontanò. Non si hanno molte notizie in merito se non qualche discorso tra “le amiche” (Alice, Asia, Flavia, Francesca, Simona, Valeria)  
Aldo: due anni più di noi (quattro più di Alice) si fece vedere in ginocchio davanti ad Alice a chiederle di uscire con lui (eravamo in quinta ginnasio noi, in secondo liceo lui). Tenace fino al soffocamento nella sua opera di abbordaggio, peraltro sempre respinto per quello che sappiamo noi, fino alla sua maturità. Dopo di che sparì dai nostri occhi. Simpatico ma asfissiante.  
Alice: è la protagonista passiva del blog (a pensarla da viva credo che le sarebbe piaciuto moltissimo averne uno tutto suo: avrebbe parlato di sicuro di religione) e la più sfortunata della classe, anche molto più di Asia. Si è fatta notare in classe da noi, sin dal quarto ginnasio, dal giorno in cui chiese al prete-Prof di religione che ci accusava di essere “tiepidi verso le cose del mondo”: “cosa sta facendo lei per il mondo?”. Rispose il prete: “insegno e prego”. Alice: “vede che non fa nulla nemmeno lei? Come pensa che vivano i bambini del terzo mondo? Le preghiere sono importanti ma bisogna attivarci in modo concreto…….” E poi prese a parlare per un pezzo sui bambini che muoiono di fame, su quelli violentati nelle famiglie, e molto altro: arringa stupenda. Intelligente, molto preparata a scuola nonostante avesse quasi due anni in meno di noi, ma non ci fu particolarmente simpatica (sicuramente ricambiate) per il modo sciatto di vestire, per non curare mai la persona (si racconta di averla vista una sola volta, forse due, truccata bene). Prestò giuramento per entrare in convento ma doveva attendere di avere 16 anni per la conferma poiché i genitori si opposero. Da allora (cioè da quando la conosciamo noi) è sempre stata “la suora in classe” anche se si seppe di questa storia solo un anno prima che morisse (sua gemella Flavia la chiamava “suorella” anche pubblicamente già dai primi giorni di scuola del ginnasio). Amava scrivere forse più di ogni cosa: ha lasciato scritti, poesie, foglietti di catechesi e moltissimo altro quasi a tutti i suoi conoscenti. Affidabile, testona, tenace, dura con sé ed amorosa con gli altri. Una perdita di infinito valore. Una domanda su tutte: “Dio che cosa ha combinato a togliercela?”  
Asia: compagna di classe di Alice, molto introversa e complicata, sempre impaurita e piena di tic. Poco affidabile ma sostanzialmente non pericolosa o stronza. Entrò nella storia di Monza per il suo rapimento ed la successiva violenza carnale durata una notte (a quell’epoca noi non la conoscevamo ancora).
Betta: compagna di classe di Alice; detta “sputa-la-mela” per la sua faccetta gonfia. Simpaticissima e sempre a rischio bocciatura, però ce la siamo tirata dietro per tutti i cinque anni e forse si matura anche lei. Paciere per passione, amante dei gatti (pulci comprese) e di animali in genere. Amica di Alice ma mai “lingua-in-bocca” per via del suo buttare tutto sullo scherzo, compresa (ahi) la religione. Famosa la battuta, Alice: “Dio è come il trucco, c’è ma non si vede”. Betta: “a me sta sul c..o sia l’uno che l’altro”. Finita con due palle tante di catechismo puro: kg di ricreazioni bruciate da parte di Betta. Ben le sta.  
Carlo: fratello (più grande) di Alice. Carattere dispotico e prepotente. Utile per far diventare santi chiunque.  
Cristina: compagna di classe di Alice. Considerata furbetta (non è un complimento) per come riesce a essere “paracula” in tutto ciò che fa. Se interrogata sui compiti di casa rivela tutti quelli che non sono in regola: spiona. Per fortuna va male e si fa ghettizzare. Alice la prendeva sotto la sua ala protettrice ogni volta che aveva l’intera classe contro.  
Fabietto: nel giro delle “amiche di secondo grado” di Alice, grasso con faccia da suino, ma simpatico e dolce di carattere, è stato oggetto di scherno da parte di molti pretendenti (invano) al posto di fidanzatino di Alice fino a quando lei lo difese con tale calore da smerdare pubblicamente i detrattori (Aldo, Marchino, Simone secondo) che, si racconta, scomparvero quasi del tutto dalla sua vita. Scomparve anche Fabietto ma Alice lo vedeva spesso (testimone Valeria, vedi oltre). Non pericoloso ma viscido, non solo per la pelle.  
Flavia: gemella di Alice. Prepotente, manesca e sboccata, crede di essere il padrone del mondo ma se le entri nelle sue grazie (non come noi) diventa protettiva e perfino simpatica. Le ultime notizie su di lei ci danno che ha tentato due volte il suicidio (avvelenamento da farmaci e tagliandosi le vene di un polso con un coltello da cucina) , ora vive con i genitori che nel frattempo si sono ricomposti dopo un lungo periodo di separazione. Entra molto spesso nei discorsi di Alice e nei suoi documenti scritti.  
Francesca D.: compagna di classe di Alice, schiva ma molto simpatica. Entrata nel gruppo delle “amiche” solo in quinto ginnasio. Sostanzialmente affidabile anche se di poche parole.  
Giada: compagna di classe di Alice; la sua carriera scolastica è pari alla sua simpatia ed affidabilità. Detta “radio-scuola” o “non tiene il semolino” per dire sempre più di quello che sa, e sa sempre troppo. Inaffidabile, inopportuna e porta sfiga (in tandem con Asia).  
Marco: compagno di classe di Alice. Simpatico, belloccio, ma troppo narcisista per essere preso in seria considerazione. Famoso per i tanti “2 di picche” presi in classe e in tutta la scuola, compresa la mia amica, Alice, Robertona, Simona e Valeria, tanto per citarne alcune che qui abbiamo preso in esame.Divertente ma troppo preso da se stesso  
Marco (detto MZ): anche lui mai incontrato personalmente. Inizialmente la presenza nei discorsi di un fantomatico “quasi trentenne, sposato” amico di Alice (scovato su internet) ci fece pensare ad una storia inventata per sembrare più donna nei riguardi della classe (la gemella Flavia incontrava spesso gente conosciuta via internet per reciproci divertimenti), poi MZ diventò sempre più oggetto di discussione tra le “amiche”. Appiccicoso e misterioso.  
Maria Irene: compagna di classe di Alice. Spesso in giro con Alice per i corridoi a parlare a bassa voce. Secchiona, ipocrita, succhia sangue. Inutile.
Nicoletta (Nico): fidanzata “da una vita” del fratello di Alice, Carlo (vedi elenco). Bonacciona, simpatica, schiva e molto paziente. Insicura e timida ma colta e seria specie sullo studio.  
Noi due: entrambe compagne di classe di Alice sin dalla quarta ginnasio. Una di noi: di nazionalità austriaca (madre di Milano) ma vive a Monza dalle elementari; troppo timida, ma affascinante, elegante e perfino secchiona per essere simpatica ad Alice. L’altra: italianissima ma “del tacco” (cioè “terrona”) molto fine, elegante, genuina ed affascinante nei modi, sensibile in ogni occasione e dolcissima fino al diabete. Per nulla desiderosa di diplomarsi ma obbligata (e ce la farà) risulta concreta e coerente nei tempi. Fanno coppia fissa dal 2003 senza dare scandalo ma solo invidie. Chiuse, genuine, ribelli.  
Patrizia: amica “di secondo grado”, partecipò a qualche incontro “catechistico” a casa di Alice, poi ha trovato il moroso ed ha lasciato tutto e tutti. Si racconta tirasse di coca (mai confermato). Inaffidabile, estroversa fino alla paranoia, “morbida”.
Robertona: compagna di classe di Alice; porta i più grossi “meloni” della classe, cultura e simpatia appena sufficiente, spesso in squadra a ginnastica con Alice (cioè sempre nostra avversaria) e a pallavolo la sua altezza è devastante. Amicizia da conservare anche dopo la maturità.
Simona: compagna di classe di Alice, molto carina di corpo (molto gettonata dai ragazzi per il “viso da angelo” e per un sontuoso paio di tette). Elegante, intelligente, ma pericolosa per i suoi colpi di testa infantili. Entra tra le “amiche” di Alice già in quarta ginnasio ed è stata a lei molto legata fino all’ultimo.  
Topolino-turbo: compagno di scuola, durante il ginnasio sullo stesso pianerottolo nostro. Torbido nanetto guizzante e pieno di inventiva, purtroppo sprecata a fare scherzi da perfetto idiota. Si chiamerebbe Massimo ma il suo soprannome supera anche il nome. Inaffidabile, idiota nato (caduto dal seggiolone da bambino), bocciato in prima liceo (forse l’unico della classe). Da evitare.  
Valeria: compagna di classe di Alice, quasi subito amica fedele con un senso a volte eccessivo di protezione verso le sue amiche, specie Alice. Furono spifferate voci su sue tendenze sessuali atipiche ma mai confermate da lei e mai espresse in pubblico. Anzi risulta essere tra quelle che hanno avuto più rapporti sessuali con ragazzi della classe. Nostra amica, ma non troppo, ha cambiato radicalmente umore e carattere (e scuola) dopo la scomparsa di Alice. Attualmente “eccessiva” [probabilmente questa elenco di amici e conoscenti è stato scritto almeno 6 mesi fa: Valeria è morta per un incidente intorno a Marzo 2008. Nota della redattrice: Giada]

Contatti ripresi

Scusate i disagi ma la scorsa settimana avevamo avuto un bel po' di problemi, tra i quali:
1) un amministratore in più, che è entrato da solo
2) un pirla che mi ha mandato una email da qui dicendomi, in poche parole, che mi aveva pedinata
3) quando aprivo la mia posta elettronica ho notato ben 6 (sei) email già lette e cestinate quando io non ne conoscevo il contenuto
4) altre bastardate, come aver cancellato dei commenti e aver tolto la possibilità a lettori di commentare

Ho fatto fare un accurata pulizia da virus e nel frattempo che, il prossimo weekend, rendiamo definitiva la disinfestazione, riprendo i contatti con voi. E chiudiamo, spero definitivamente, ogni battibecco e ogni polemica.

Un grosso bacio a chi mi ha aiutata e a chi ci legge

venerdì 26 settembre 2008

Gli angeli.... quotidiani

Sono giorni un po' difficili per me, per tante ragioni. Ieri sera, dopo cena, mi sono vista un dvd, ma poi non avevo ancora sonno e così mi sono messa a rileggere delle lettere che ci spedivamo io e la dolce Alice. Ho imparato cose che all'epoca avevo ben chiaro: - in italiano si usano le lettere maiuscole per i nomi propri di persona, per i giorni della settimana e dei mesi - mai scrivere parolacce, perché se ne scrivi una significa che nel tuo linguaggio quotidiano ne dici almeno 10 (beh, io anche 15 o 20. Opsss) - se si usano i puntini di sospensione (...) questi vanno rigorosamente tre alla volta (negli sms invece ne metteva due!) - a fine lettera bisogna salutare e firmarsi (questo lo faccio sempre: chi mi conosce meglio lo sa) Poi tra le mani mi è capitata una e-mail di Valeria che mi ero stampata per rileggermela "in seguito" che spiegava le ore pazzesche successive alla notizia della morte di Alice. Alcuni brani:
...la madre era sconvolta dal pianto e guardava sempre in basso chiedendosi a bassa voce "perché proprio a noi, perché?"... ...il padre era sparito e solo il giorno dopo ho saputo che è stato impegnato a evitare che uscisse la notizia su nessun giornale.... ....mi dissero che addirittura rincorse il dott. Xxxxxx e con un dito sotto la gola gli urlò di sparire e di non scrivere nulla di nulla..... .....il telefono [del padre] sembrava bollente da quanto lo usava e da quanto fiato metteva per urlare ora minacce ora elargizioni di regalie.... ...sempre al fine di evitare "lo scandalo": può la morte di una figlia fare scandalo? Perché secondo te? Io ci ho pensato a lungo su e mi sono data un numero di risposte impressionante ma nessuna mi è sembrata tagliata sulla veste di Alice. il MIO Amore non meritava quella fine: ha studiato seriamente e duramente per tutta la vita per lasciarci da sola, lontana dai genitori e da me. ......... Ho raccolto delle cose interessanti e ancora di più esigo di sapere e so anche come pretenderlo. Hai presente il Cavallo di Troia? Io sarò ancora più troia di quel cavallo....
Poi si dilungava su particolari che ritengo non significativi. Io non credo di avere mai visto il padre di Alice ma saperlo che correva "goffamente e con la pancetta che ballava" per fermare chi voleva notizie su "quella bambina brianzola" (quando Alice odiava essere chiamata "bambina") "morta in vacanza" A due anni di distanza certe cose fanno ancora molto male, però una certa vena pittoresca Valeria ce lo ha regalata

L'angelo e gli uomini

Da una e-mail speditami da Simona, all'epoca compagna di classe mia e di Alice.
Questa cosa me l'ha mandata Franca Martina (scusa se metto nome e cognome ma è una ragazza che mi ha sempre fatta ridere un casino quando la chiamavo con la sintassi "cognome nome": Martina Franca), di una classe più alta della nostra e amica di Alice.
Alice non aveva una gran nomea di ragazza facile, tutt'altro: non l'ho mai vista con un ragazzo in pose diciamo "tenere", ma questo anche prima che venisse fuori che voleva diventare suora. Invece quella mattina secondo me ha toccato l'apice. Con Marcello (che Alice chiamava "Marcello Bello") che la marcava strettissima per cercare di portarsela in casa, Alice non era riuscita a farlo "pedalare" e quindi ogni 3 secondi se lo ritrovava davanti. Ero con Alice ed eravamo scese al parcheggio dei motorini per salutarci e andare a fare pappa quando ecco Marcello che impettito si fa avanti con Alice: "allora bella ci vieni da me questo pomeriggio?" Alice: "vedi Marcello Bello tu sembri di quei tipi che, se io scappassi in cima a un monte tu mi inseguiresti" Marcello annuisce con la testa e cerca di stare dietro al discorso, fatto con tono serio e impuntato. Alice: "io continuo a salire sulla montagna e tu sempre dietro..." Marcello: "sì, certo..." Alice: "anche se mi perdessi di vista mi cercheresti dappertutto. Fino a salire in cima alla montagna e urlare il mio nome. Alice, Aliceeee... Ma nulla accade" (qui Alice fa la voce grossa, seria, proprio presa nel discorso). Finché non urli: ALICEEEEE... E da sotto si sente l'eco che fa:.... c'è...c'è....c'èèèè.... E tu ancora: "ma quanto tempo devo aspettarti per fare l'amore?" E l'eco: ....ore....ore...oreeee... Ancora tu diresti: "Alice mi prendi in giro così?" E ancora l'eco: ....sì....sì.....sìììì... Ma tu non demordi e urli: "quando vuoi che vada via, allora?" Ancora l'eco: ....ora....ora....oraaaaa... Preso dalla rabbia stai per tornare indietro, vedi per terra una grossa pietra, la prendi e la lanci sul vuoto. E senti: AHIII! Allora ti giri, torni su e urli: "Alice.... Aliceee..." Nulla. Ancora più forte: "ALICEEEEE..." E senti l'eco: ....c'era....c'era....c'era...." Marcello rimase quasi a bocca aperta e, secondo me, non aveva capito assolutamente nulla di nulla.
Ecco, secondo me questa storia spiega bene come era Alice con i ragazzi che "avevano una sola cosa in testa": ci giocava, li faceva girare ma non li uccideva. Li rispettava ma si faceva rispettare. Nota per Marcello "Bello" se ci leggesse: ora hai capito?

giovedì 25 settembre 2008

Ecco Valeria

Vi ho già parlato del bel cigno e della paperella? Ora vi mostro la sua “grafia” (al liceo classico ci hanno insegnato che “calligrafia” significa “bella scrittura” e quindi da non usarsi proprio sempre sempre): la scritta nella foto da me scattata qualche settimana fa al parco giochi dei bimbi mi fa ricordare queste cose. Pochissimo dopo che era mancata mia mamma io ero una ragazzina sbandata, svogliata, pigra e irrequieta. A casa mio padre mi aveva già spiegato che avrebbe dovuto partire “per un po’, ma per ritornare e stare sempre con me” (mai viste bugie più grandi, ma andiamo avanti) e quindi stavo per diventare la reginetta di casa, cioè quella che comanda subito dopo la vera regina, mia nonna. In fondo in casa saremmo rimaste solo io e lei. Così ero diventata una ragazzina così peperina che almeno una volta a settimana bigiavo (cosa? Marinavo, schisciavo, saltavo le lezioni scolastiche. Ok ora?) e quella mattina avevo con me Valeria. Lei era triste perché la “sua” Alice stava in ospedale (in genere ci passava uno o due mesi ogni anno), io ero giù per via di mia mamma e del fatto che da lì a breve sarei rimasta con una persona che avevo conosciuto poco e poco amavo. Gira che ti rigira siamo arrivate al parco dei bimbi e lì tra una confessione tra donne, una risata alla faccia di chi era a scuola e una scivolata di coppia, Vale mi scrisse ciò che vedete in foto: sì, avete letto bene, la mitica Vale che faceva battere il cuore a decine di ragazzi per volta aveva scritto che mi voleva un casino di bene. Ero orgo- gliosa di questo e ad ogni mio ra- gazzi- no gli facevo vedere che io ero nel cuore di quell’amica tanto desiderata da tutti. Ho trascorso più di tre anni a far fare quella tappa a tutti i miei “boy”… Poi Alice vola in Cielo, Valeria impazzisce (letteralmente) di rabbia, lascia la scuola, va a vivere a Milano, riprende a schiumare rabbia anche contro di me… ma io avevo sempre la sua scritta acchiappa-ragazzi. Tra Natale e Capodanno del 2007 Valeria mi chiama e ci vediamo: nostalgia con nostalgia siamo tornate al parco bimbi e tra un ricordo, un insulto al mondo per ogni cosa, Vale rivede quella scritta. Si incazza da matti: “quei tempi sono finiti, morti con Alice” sbraita come una pazza….. Fruga in borsetta e trova il suo pennarellone, è scarico ma ancora degno di cancellare tutto. Vale, la mitica Vale, non mi vuole più un casino di bene. Infatti pochissimi giorni dopo si inizia a litigare per tutto: mi odia perché ho palesato di voler ricordare Alice, la “sua” Alice; non mi sopporta perché, secondo lei, io avevo già seppellito quella che per lei era la sua vita; non mi capisce: pensa che io la prenda in giro quando desidero farle coraggio, farla crescere sopra quel dolore e non dentro. Entra “in casa mia” (gioco di dama su Yahoo) e parla malissimo di me a chi trova, penetra nel “mio cuore” (Yahoo Answer) e scrive thread piccantissime su di me. E’ furibonda. La minaccio di farla smettere con le dure maniere se non la pianta e mi scrive email infuocate dove “puttana” e “figlia di…” sono la cornicetta di tutto. Scrivo a Yahoo, dico a loro cosa mi sta accadendo e da lì a poche ore e Valeria non ha più l’account su Yahoo, perdendo anche l’indirizzo email con tutte le lettere di Alice e di un loro amico incontrato solo mediante web. Vale non ci vede più dalla rabbia e dopo qualche settimana di attacchi, insulti, sms, telefonate…….. finisce sotto un camioncino. A Milano, vicinissimo alla casa dei genitori di Alice. Da un email di Valeria ad un amico comune si venne poi a sapere che quel giorno, non passava di li' per caso, ma aveva un sogno da realizzare, dei soldi da consegnare ... ma il suo sogno e' finito contro un camioncino, prima o dopo avere cercato di realizzarlo, questo lo può sapere solo la persona che desiderava incontrare, non io, non noi, ma qualcun altro che e' presente tra noi !

Giada sta per impazzire

Ok, io mi chiamo Giada. Fino a ieri sera... no: fino a questa mattina ero una ragazza di chiesa, dolce e con un cuore vigliacco ma ricco di sentimenti. Fino a quando non ho letto questa e-mail:
"Mia cara Giada Giorgi nata a .... il .... come si vive a ....? Ha chiuso tardi il bar di fronte a te ieri sera? Come mai te lo sei chiesto ieri sera quando sei tornata a casa? QUANTO SEI FICA DIO MIO. Perchè ti sei messa quel soprabito beige quando porti una mini gonna da capogiro? QUANTI GIRI CI FACCIAMO SOTTO QUELLA GONNA? GIRATI OGNI TANTO QUANDO CAMMINI. GRAZIE. L'amico del tuo blogg"
Ero già incavolata nera ieri sera quando ho dovuto subire un grave torto pur di restare qui a parlare con voi del mio grande e dolcissimo angelo Alice. Ma ora, addirittura pedinarmi... NO! Dicevo: fino a questa mattina ero la "cara" Giada, ma ora sono il demonio. E mi viene un dubbio: può il demonio urlare felice le gesta di un angelo? Ovvero: perché nessuno vuole che svuoti il mio cuore donando anche a voi quanto ho ricevuto da un angelo? Tanto io continuo, con o senza gli "amici del blogg" (domani sera mi vedo con un avvocato e parlo anche di questo "amico", tranki) E scriverà ancora la Giada-demonio, ancora di Alice: dei torti che le abbiamo fatto, di chi ce l'ha tolta e che schifo si teneva dentro quella bellissima e buonissima ragazza: mi stanno arrivando tante testimonianze, tanti scritti, tanti ricordi da amici, parenti e conoscenti che potrei aprirne tre di blog. Un solo esempio: Alice aveva uno zio genovese molto ghiotto di marmellata. Giovane e bionda marmellata. Ma non era corrisposto... (continua..., di certo questa storia andrà avanti, statene certi)

Poesia: Al Parco l'ho fatto ridere così

Premessa:
in questa poesia, chiaramente "post" (Dicembre 2001), si parla di un Parco: siamo a Monza e lei si è sempre tenuta un posto "segreto" (specie dalle amiche "rompine" come me) per poter studiare e rilassarsi, dato che in casa (viveva con un fratello e la madre a causa della separazione di fatto/legale? con suo padre che, invece, viveva a Milano con la sorella gemella, Flavia: l'aver diviso le due sorelle è stata una cosa che Alice ha vissuto malissimo; non ha mai capito perché hanno deciso così) si "stressava da matti (parole sue) e non riusciva a concentrarsi per studiare.  

Al Parco l’ho fatto ridere così 
(inventata sul momento per un angelo triste e non vedente). 
 
"In una bellissima giornata di tempesta 
Un ladro usciva dalla sua finestra"
"Ma che storia buffa è questa?"
Disse il bimbo più lontano. 
"Taci ed ascolta dalla fine!"
Strepitò iroso il favoliere. 

"Non vi narro di re e di fate, 
Questi dappertutto li trovate"
Io vi dico: 
"bimbi tristi fate festa 
Perché la più bella fiaba è nella vostra testa!"
Se la rapa mangia il contadino 
E se l’agnello il lupo 
La favola è più bella.. 
Se il bue nella stalla resta 
Ed il ladro al lavoro va 
Chi a mangiar tutta la cioccolata riuscirà? 
Aspettami 10 minuti e te la porto io… 
(Grazie Gesù per avermi donato questo piccolo stupendo angelo!)

Poesia: La mia vita

Un'altra poesia post.
E' dell'ultimo anno scolastico (2005/06)

La mia vita. 
(versi sciolti)

Il cielo senza Luna, 
Un cuore senza amore 
Ed un angelo che vaga 
Per trovare un bacio. 
Amici veri, quanti? 
Scatenati Prof
E genitori in fuga 
A cercar Legali… 
Se il Mondo fosse questo 
Io non sarei mai nata: 
Non posso viver solo 
Di ricordi e di speranza.
Che ci sto a fare 
In un Mondo senza amore? 
Non posso certo da sola 
Cambiar tutto questo andazzo. 
Un Qualcuno mi ha voluta 
Prima di ogni altro, 
Mi ama e mi rispetta 
E a me questo basta. 
Anche sola io, 
Ma con quell’Amico grande 
Che mi aiuta e mi protegge, 
Posso far di tutto. 
Mi serviran cent’anni? 
Bene, iniziamo già da oggi! 
Il tempo non mi è padrone 
Ed io ho tanta forza

Poesia: A me stessa

Invece questo è un esempio di poesia post "evento" (Dicembre 2001) A me stessa. 
(versi sciolti) 

Che Mondo incasinato, 
Quanta gente piena di odio. 
Che mi sono alzata a fare?

Alice, vestiti e vai! 
Urlano tutti, 
Grido anch’io? 
La voce più sottile 
E’ quella che più si sente. 

Per il freddo dell’Inverno 
O per il caldo dell’Estate, 
Qui nessuno è mai contento 
E dei sassi han sul cuore. 

"Ok!" mi ripeto 
Dove non c’è un sorriso ci sarò io:
A ridere e scherzare, 
A cantar canzoni allegre, 
A dire cose buffe 
O farmi anche insultare.

La mia vita 
L’ho già scelta, 
E’ questa: 
Ogni bimbo sarà gaio, 
Ricco di amore 
E sorridente. 
E non importa se per gli altri
Io conterò meno di niente! 

Gli occhi che ti baciano 
O la boccuccia che più non trema 
Di pianto, 
Queste saranno le mie vittorie.
Non poche, ma infinite. 
Voglio girare il Mondo, 
Anche nuda, 
Ma che importa?
Ed ognuno sarà felice. 
Viva tutti, abbasso Alice!

Poesia: Il volo di Simone

Posso definirmi una ragazza fortunata, visto che le amiche a cui ho chiesto di aiutarmi a trovare materiale su Alice hanno risposto quasi tutte positivamente: chi mi spedisce loro carteggi e-mail, chi poesie, chi le lezioni di Catechismo che Alice teneva solo per le amiche, chi manda favole, chi sms, chi....
Così volevo inframmezzare cose tratte dai miei diari del Ginnasio/Liceo con la moltitudine di cose lasciate dall'angelo prima di ritornare dal suo Padre.
La speranza è quella di non annoiarvi.

Per tutto il materiale che sto raccogliendo ho pensato di distinguerlo in prima del Dicembre 2001 (rapimento di lei e di un'amica, stupro dell'amica) e in dopo: la differenza risulta spesso evidente: come dicevo prima, è passata da "una brava ragazza di chiesa" a un angelo.

Questa poesia è di prima o molto prima del Dicembre 2001.  

Il volo di Simone. 
(Metrica: AABB) 

Chi ha rubato 
Il più bel fiore del mio prato? 
Sei stata forse tu, carina, 
Falsa ragazza, bambina? 

Ti ringrazio per sempre, ora, 
Vedere che lui solo te adora. 
E’ merito tuo, mia finta amica, 
Sapere che quel fiore era di ortica. 

Non avrò mai più un amore, 
Solo amiche, forse, nel mio cuore. 
Ora che sei andato via da me, tu, 
Nessun ragazzo il mio cuore calpesterà più 

O, con i suoi freddi occhi bui, 
Riderà dei miei, pieni di pianto per lui. 
Chiudi Alice questa triste poesia 
E va' a vivere. E così sia.

mercoledì 24 settembre 2008

Simona racconta Alice /4

Post: Ferragosto 2006 Da quello che sapevamo noi a scuola e da indiscrezioni date dalla sua gemella o le poche cose che uscirono di bocca dai suoi genitori si apprese che Alice soffriva di anoressia.Così circa ogni anno trascorreva dai due ai tre mesi in un famoso (forse il più famoso) ospedale milanese ideale per curare questa malattia.In Estate mentre era al mare nel sud Italia con sua madre (i suoi erano separati da un paio di anni) Alice si sente male e viene portata al pronto soccorso più vicino e due giorni dopo veniva operata di urgenza per carcinoma gastrico in stato avanzato. Durante l'operazione entrò in coma (emorragia interna) ma i suoi genitori ottennero il permesso per trasportarla a Milano per essere seguita meglio. Durante il tragittò Alice ci ha lasciati.L'odio che ho verso l'amica che, non solo seguì tutto, ma anche ha avuto l'opportunità di andare a trovarla in ospedale e non ci disse nulla, è immenso e durerà tutta la mia vita.L'ultima volta che ho visto il suo viso è stato quando mi ha accompagnata a casa a fine lezioni.In quell'occasione mi parlò di come sarebbe stato meglio salutare gli amici prima di lasciarli e mi propose due strade: 1) deluderli così tanto da non essere rimpianta poi2) continuare ad essere se stesse ma pronte a soffrire della sofferenza degli altri.Io ho pensato che intendesse i saluti prima di andare a vivere nel collegio del convento e si riferisse principalmente agli amici e ai suoi genitori (contrari alla sua scelta di vita), così le ho risposto molto duramente e seccata.Solo poi ho pensato che forse lei non intendeva quello che ho capito io. Non lo saprò mai e anche questo mi fa molto male.

Simona racconta Alice /3

Post: Dopo il dramma all'amica Dai racconti che Alice ci fece, mentre aspettava notizie sull'amica rimasta sull'auto, fece una specie di voto e giurò di dedicare la sua vita agli altri, cioè da quel giorno in poi inseguì i passi per diventare suora.Il passo più importante, credo ma io non me ne intendo molto di queste cose, doveva farlo appena compiva i 16 anni, ma a quell'età non ci arrivò mai....

Simona racconta Alice /2

Ancora un paragrafo scritto da Simona, compagna di classe e di vita di Alice e mia.
Post: I nostri primi passi Alice l'ho conosciuta in classe e per diverse settimane ho sempre cercato di evitarla poichè il suo eterno sorriso, il modo di atteggiarsi molto remissivo e il modo di vestire sempre "casual" me la faceva sembrare troppo diversa da me e quindi da scansare rispettosamente.Inoltre era sempre bacchettata dalle prof per via che parlava sempre ma, nonostante le sue distrazioni, era sempre una delle più brave (cioè "secchione") della classe.Nel frattempo io avevo molto legato con una tale valeria (la lettera minuscola è doverosa per gente come lei) e all'epoca eravamo a dir poco inseparabili.Una mattina arrivo a scuola con un buon anticipo e mi vedo Alice e valeria insieme che parlano come due amiche da sempre. Questo me l'ha fatta odiare e mai al mondo le avrei rivolto la parola. In palestra ero quasi sempre scelta come capitana di squadre da pallavolo ed io avevo come divertimento infantile quello di scegliere valeria e mai Alice. Speravo di vederla soffrire o almeno che mi chiedesse i motivi di tanto risentimento. Invece nulla, quando ci si incontrava viso a viso lei mi salutava (io mai) e mi sorrideva.L'avrei pensata una scema ma era una delle prime della classe ed il suo primo tema era stato letto da lei in persona a tutta la scolaresca: era come un libro stampato e poteva anche risultare scritto con uno stile scorrevole e simpatico, ma i miei prosciutti sugli occhi me la facevano detestare sempre più.Io avevo occhi solo per valeria e facevo di tutto per stare con lei, quando una tristissima mattina in classe organizzano le votazioni alle ragazze ed io e valeria ci siamo trovate testa a testa al primo posto, solo pochi punti sotto c'era lei, Alice. Non volevo crederci, la mia migliore amica del momento era LA mia diretta concorrente e la zimbella della classe poco dietro a me. Inoltre era bravissima in quasi tutte le materie. Traballava un po' in mate ed in inglese ma per il resto era tra le migliori.Pochi giorni dopo la svolta: in un compito in classe di latino me la mettono affianco e, dopo che ha finito la sua versione, mi chiede se volevo una mano. Io ero nella cacca fino al collo e lei senza dire altro mi ha preso il foglio della "brutta copia" e mi ha fatto la versione [della mia fila], tutta.Okay, lei prese 7 io "solo" 6,5 ma ormai era mia compagna di banco e pensavo che nulla al mondo me l'avrebbe tolta. Il ghiaccio era rotto e noi eravamo buone, buonissime amiche.

Simona racconta Alice /1

La Simo, mai stata mia grande amica, però l'ho sempre sopportata con pazienza e con un sorrisino migliore di quello "di circostanza" aveva aperto un blog su Alice e le 2-3 cose che ci sono sopra ve le propongo affinché possiamo conoscere il bellissimo angelo anche dalle parole di un'altra persona, ben diversa da me. Diversa come carattere e come aspetto (avete presente la carta moschicida? Ecco lei era così con i ragazzi)
Post: Di chi parliamo? Si chiamava Alice ed era la terza di quattro figli. Lei si definiva "ultima a pari merito" ma la sua gemella era, almeno per la legge italiana, più piccola di lei.Nata il 13 Novembre 1990 (Scorpione a tutti gli effetti), non la si poteva ignorare: o la si amava o la si odiava.Io sono stata capace di provare ogni tipo di sentimento per lei: l'ho ignorata a lungo, l'ho detestata, sono stata sua grande amica, poi l'ho odiata e respinta, quindi amata alla follia. Purtroppo solo dopo che lei non c'era più ho capito quanto lei era importante per me e quanto sono stata stupida nei suoi confronti.Questo blog vuole solo rendere giustizia di un'amica, una compagna di studi e di una ragazza come tante altre, ma speciale da fare paura.Cercherò di essere sincera al massimo raccontando delle sue debolezze e della sua forza, di momenti di gloria e di quelli da buttare nel cestino, cercando di costruire una specie di puzzle, alla fine del quale sarà come vederla ancora tra noi, festosa e sorridente come l'ho sempre vista.Una nota negativa sarà costante in tutti questi passaggi. La sua famiglia non desidera che io faccia questo e quindi non potrò essere troppo precisa e pignola sui dati legati alla privacy, ormai legge italiana da anni (credo dal 1994), così dovrò pubblicare qui solo le cose che lei ha lasciato a me e ad agli amici, i sentimenti, i racconti (suoi e nostri) e un ricco repertorio di scritti suoi: poesie, favole, temi e scarabocchi vari.Per mesi ci siamo riunite in casa sua e le affidavamo un argomento a nostro piacere (in genere di quelli che le teenagers amano) circa la religione e come questa è influente nella nostra vita quotidiana. Questo perchè lei aveva un sogno nel cassetto: diventare suora. Anzi, per dirla con parole sue, "la sorella di tutti".

martedì 23 settembre 2008

Poesia: Non chiedermi

NON CHIEDERMI
Lo so che mi stai guardando da lontano 
Con occhi avari di luce, 
so cosa stai osservando 
e cosa vuoi, 
pretendi, 
da me. 
Mi fai sentire nuda nel cuore 
E vuota nei pensieri, 
ma insisti e vorresti parlare. 
Ti prego, 
non chiedermi chi sono 
o a cosa sto pensando. 
Non chiedere alla Luna 
cosa non ti può dare; 
risparmia le parole, 
inutili strumenti 
per te 
che sai solo spogliare e distruggere. 
Sei già nel mio cuore, 
nel posto più bello che c'è: 
riservato a chi, 
come te, 
non ha che un corpo da guardare 
e nulla da dire. 
Ma tu apri la bocca 
e dici cose inutili, 
come te. 
Non chiedermi perché 
ma quando tu vorrai 
io non ci sarò.

Poesia: Ho visto

HO VISTO
Ho visto un bimbo, 
il più bello del Mondo: 
era vestito di mille colori 
e mi guardava con i suoi infiniti occhi, 
allegri, 
smarriti 
o di pianto. 
Ho visto che correva nei prati, 
seduto ai bordi di strade ignote 
o malfermo sulle gambe 
di bimbo che ha fame: 
di pane, 
di vita,
di un sorriso di grande, 
di essere guardato 
e non solo giudicato. 
Non ho visto un bimbo, 
ma tutti quelli del Mondo 
impressi nel tuo sorriso di bimbo 
che ha tutto 
ma di tutto che ha bisogno, 
di chi ha tutti 
ma si sente sempre solo 
e ha freddo 
quando fuori è Estate. 
Il cuore batte forte, 
ma l'anima è già lontana.

Poesia: Il cielo che sogno

IL CIELO CHE SOGNO 
Distesa su un prato 
sotto una grande mano blu, 
sogno. 
Se lo stelo 
che mi tocca la mano 
fosse un angelo 
e mi baciasse. 
Se la nube 
che si allarga su di me 
mi chiedesse in sposa. 
Una foglia 
scendesse su me 
e mi coprisse tutta 
fino a farmi sparire. 
Una lumachina pigra 
mi scambiasse per sua figlia 
e volesse baciarmi. 
Il cielo che sogno 
si aprisse 
ed io potessi tornare indietro, 
nei mesi. 
Negli anni di quando ero bambina 
e capivo nulla, 
come adesso. 
Perché c'è chi rapina 
le anime degli altri? 
Soddisfare il corpo 
vale uccidere una bimba? 
E se fossero due, 
o tre? 
I bambini devono vivere 
ed io, mai grande, 
ho voglia di crescere: 
per me; 
per i piccoli del Mondo; 
per Chi mi ha voluta qui.

Poesia: Amiche vere

Su questa poesia c'è anche il mio "zampino", anche se me ne sono sempre pentita e sentita una pezza di m..da mica da poco.

Ecco l'antefatto: siamo a pochissime settimane prima della morte di Alice (potevamo essere in Aprile/Maggio 2006: lei moriva a ferragosto) e in classe si era appena sparsa la notizia che Alice voleva diventare suora ("la sorella di tutti", come diceva lei).
Non vi dico le prese in giro che subiva giornalmente dai compagni e dai prof.
Valeria era la migliore amica di Alice e già sapeva la notizia ma se l'era sempre tenuta per sè. Vale voleva molto di più da Alice: voleva condividere la vita con lei e si inventava di tutto per farle cambiare idea: dal fare un'attività commerciale insieme, a scegliere la stessa Università, al vivere insieme ecc...
Io ero una buona amica di Valeria e, di rimbalzo, anche con Alice. Però i miei consigli erano per Vale, quando questi cozzavano con la volontà di entrambe. Così ho trovato "giusto" (per arrivare all'obiettivo che Vale si era data) avvertire la famiglia di Alice (che osteggiava da matti l'idea che lei diventasse suora) degli sviluppi di questa storia che Vale era costantemente aggiornata visti i rapporti che intratteneva.
In effetti non pensavo che la famiglia si sarebbe mossa come poi ho saputo da altri.

Non sapevo neppure che Alice ci fece su una poesia (forse per evitare di fare una strage di amiche).
E che se la fosse presa solo con Vale e non con la sua consigliera...  

Amiche vere. 
(Metrica: ABAB) 

Mia amica cara 
Ho saputo ciò che hai detto, 
Ma nella vita non si bara 
E questo è un grandissimo difetto. 

Tu dici che sei confusa 
Ma intanto fai di tutto 
Per lasciare me delusa 
Ed il mio sogno l’hai distrutto. 

Non mi ha fatto male poco, 
Certo per te è facile: 
Prendi tutto a gioco 
E rendi l’amicizia gracile. 

Hai lasciato me indifesa 
Ma per cosa, poi? 
Per una tua sciocca contesa 
Non con me, ma tra voi. 

Ti vorrò ancora più bene 
Nonostante questa cosa 
E, anche se non mi conviene, 
Tu rimani la mia migliore rosa. 

Ci vivevo con quel sogno 
E tu lo sapevi già; 
Ne avevo proprio bisogno 
Ed ora, eccoci qua. 

Dai, chiudiamo questo fatto, 
l’amicizia resti tale: 
Riprendiamoci il contatto 
Molto prima di sto Natale. 

Lascia che Gesù ci benedice, 
Tanto ognuno già lo sa 
Che “Vale vale e che Alice dice” 
E’ un’etichetta che abbiamo già. 

Quindi abbracciamoci forte 
Senza altri secondi fini, 
così superiamo anche la Morte 
e l’amicizia non avrà confini.

Chi ha ucciso Alice?

Io ho poche certezze per mia natura ma a questa domanda ho poche ma chiarissime risposte.
Vorrei illustrarvi schematicamente il mio pensiero, ma non le mie conclusioni, anche se chiare.

1) Alice era in cura per anoressia, questo da anni.

2) Sta male: da tre giorni non mangia e non beve nulla (in Calabria, ad Agosto). Non è in vacanza da sola, ma con sua madre, che dovrebbe conoscerla bene. Credo.

3) Sua madre, dopo tre giorni tre, la porta al "più vicino pronto soccorso": qui scoprono cosa ha, in un giorno, forse due. Ma non si trova l'ospedale dove ricoverarla. Siamo in Italia non in Congo.

4) Finalmente si trova l'ospedale, fanno le analisi del caso, e la operano. Entrerà in coma durante una "operazione tecnicamente riuscita" e 24-36 ore dopo muore.
Di chi la colpa? Di Tizio, di Caio, di Sempronia o di tutti e tre?
Almeno della malattia, conosciamola meglio.  

CARCINOMA GASTRICO (Tumore dello stomaco)  
COS’È? Il tumore gastrico è caratterizzato dalla degenerazione delle cellule della parete gastrica che nello stadio localmente avanzato possono diffondersi nei linfonodi perigastrici. La forma di tumore gastrico più frequente è quella di origine ghiandolare (adenocarcinoma) che si distingue in forma diffusa, più frequente nei soggetti giovani con gruppo sanguigno di tipo A, e forma intestinale, più comune nei pazienti anziani e localizzata normalmente nella parte distale dello stomaco. Si tratta di una neoplasia di frequente riscontro clinico. In Europa l’incidenza annuale è di 12-15 nuovi casi per 100.000 abitanti. Negli ultimi anni l’incidenza e la mortalità sono diminuiti, soprattutto nei Paesi più sviluppati: questo dipende dalle migliori condizioni di vita e dal maggior consumo dietetico di frutta fresca, verdura e vitamine oltre che da un più appropriato trattamento medico-chirurgico. Attualmente si è osservato come sia aumentata l’incidenza del tumore gastrico a sede prossimale (cardiale) mentre si è ridotta l’incidenza della sede distale (corpo-antro).

COME SI RICONOSCE? I sintomi del tumore gastrico non sono specifici. È questo uno dei motivi per cui nei Paesi occidentali la diagnosi è spesso tardiva. In presenza di dolore in epigastrio (solitamente tipo bruciore postprandiale), affaticamento, anoressia, sarcofobia (rifiuto ad assumere carne), maldigestione, calo ponderale, vomito ripetuto è fortemente consigliabile un controllo medico. Un sintomo tardivo, solitamente espressione di una complicanza è l’emorragia, che può manifestarsi con vomito ematico (sangue rosso vivo o color posa di caffè) o con emissione di feci color pece o di sangue più o meno digerito (melena).  

COME SI CURA? Sono possibili diverse terapie. La scelta combinata o meno delle varie possibilità e l’ordine di applicazione vengono determinati dallo stadio della malattia. Trattamento endoscopico: questa opzione è possibile solo in casi selezionati di tumore precoce dello stomaco in cui il rischio di metastasi linfonodali è nullo o vicino allo zero. Trattamento chirurgico: la chirurgia rimane la cura principale del tumore dello stomaco ed è tassativo nelle forme non localmente avanzate e in assenza di metastasi a distanza. Nelle forme localmente avanzate la chirurgia viene eseguita dopo chemioterapia neoadiuvante (preoperatoria). La scelta del tipo di intervento (gastrectomia subtotale o gastrectomia totale) dipende dalla sede e dalla estensione di malattia. All’ablazione dello stomaco o di parte di esso va sempre associata un’accurata asportazione dei linfonodi locoregionali. Negli ultimi anni è stata perfezionata la tecnica di gastrectomia per via laparoscopica che non necessita di ampie incisioni chirurgiche e perciò consente una degenza più breve, minor dolore postoperatorio, una più rapida ripresa dell’alimentazione e della vita di relazione. Chemioterapia: l’evoluzione della chirurgia è andata di pari passo con quella della chemioterapia. L’introduzione di nuovi farmaci antitumorali, più efficaci e correlati a un minor numero di effetti collaterali ha indotto la loro applicazione anche nel campo del tumore gastrico Radioterapia: non è ancora stata dimostrata una reale efficacia della radioterapia nel trattamento del tumore gastrico, ma recenti studi dimostrano che il suo utilizzo riduce l’incidenza di recidiva nella sede dell’intervento chirurgico. (aggiornato il: 28 Giugno 2007)  

DOLORE: Vomito; Ematemesi (vomito di sangue); Melena (perdita di sangue digerito); Anemia (diminuito trasporto di ossigeno da parte dei globuli rossi); Dimagrimento; Astenia (debolezza, mancanza di forze); Sarcofobia (rifiuto ad assumere carne)  
Incidenza e mortalità Il carcinoma gastrico rappresenta una delle più comuni forme di cancro in Europa (Ferlay 2004), dopo quello polmonare, mammario, colorettale, prostatico e vescicale con circa 174.000 nuovi casi all’anno nel 2002 (quasi il 6% dei nuovi casi di tumore) (Ferlay 2004) In Europa, negli anni 2000-2002 la sopravvivenza relativa al carcinoma dello stomaco (Verdecchia 2007) è stata modesta in entrambi i sessi, risultando a 5 anni del 25%. Nell’emisfero occidentale il carcinoma dello stomaco rappresenta la quinta causa di morte per cancro. La sua incidenza in Europa ed in America è in costante declino. Solo il 20% dei pazienti si presenta con malattia resecabile e chirurgicamente guaribile. La sopravvivenza globale a 5 anni è intorno al 5%. In Europa il cancro gastrico copre il 9-10% di tutte le morti per tumore e l’8-9% di tutti i nuovi casi di cancro. In tutti i Paesi sia l’incidenza che la mortalità sono due volte più elevate nei maschi rispetto alle femmine. Nell’ambito di una generale riduzione della mortalità l’Italia conserva ancora uno fra i più alti tassi di mortalità in Europa. I tassi standardizzati sulla popolazione italiana sono 29,1/100.000 negli uomini e 17,9/100.000 nelle donne, questo porta a circa 15.000 le morti all’anno per questa neoplasia.
Fattori di rischio Eccessivo consumo di cibi salati, carni, vino, quindi nitrati, nitriti, deficit nutrizionali di vitamine e proteine animali, flora batterica riducente e Helicobacter pilori (responsabile di gastrite cronica superficiale e della sua evoluzione e gastrite cronica atrofica, noto precursore del tumore). L’infezione da Hp è correlata alla comparsa di early gastric cancer di tipo differenziato. In questo senso l’identificazione e la conseguente eradicazione del batterio rappresentano una valida misura preventiva.  
Fattori protettivi Rimozione delle sostanze irritanti come il cloruro di sodio, miglioramento nutrizionale, consumo di vegetali e frutta fresca, blocco della nitrosazione, apporto di agenti differenzianti.  

ELEMENTI ESSENZIALI PER LA DIAGNOSI Sintomi non specifici: vaghi disturbi epigastrici e/o intestinali, perdita di peso, dolore epigastrico, vomito, anoressia, disfagia, nausea, eruttazioni, ematemesi, senso di pienezza epigastrica precoce.
Segni fisici: massa palpabile, adenopatia sovraclaveare sinistra, noduli sottocutanei periombelicali, epatomegalia ( tipici nella fase avanzata).
Segni radiologici: perdita di elasticità delle pareti gastriche, difetti di riempimento del normale profilo del viscere, alterazioni del rilievo mucoso con o senza immagine di ulcerazione, vaste zone di rigidità della parete.
Segni gastroscopici: le immagini sono caratteristiche a seconda della presentazione del tumore (vegetante, ulcerata, linite plastica).
Altri: sangue occulto nelle feci, anemia ipocromica iposideremica, acanthosis nigricans e/o dermatomiosite. I sintomi precoci sono estremamente vaghi: disturbi epigastrici (40-85%), lieve oppressione post-prandiale, senso di pienezza non giustificato dall’entità dei cibi assunti, raramente nausea, rifiuto di determinati cibi. Questo comporta spesso un fatale ritardo nella diagnosi. Spesso la comparsa di segni e sintomi più precisi come franca anoressia, calo ponderale, dolore epigastrico, vomito, disfagia e anemia corrisponde ad una situazione già avanzata. Le complicanze più frequenti sono l’emorragia (10%), la perforazione (2-6%), l’insufficienza respiratoria da interessamento metastatico, l’ascite e l’ittero.  

TERAPIA Come già precedentemente accennato spesso la diagnosi di carcinoma gastrico è tardiva, questo comporta l’impossibilità ad applicare terapie con intento curativo ma solo di tipo sintomatico o palliativo. In linea generale comunque nei casi di malattia loco-regionale la chirurgia rappresenta il presidio terapeutico principale al quale è possibile associare la radio e la chemioterapia a scopo aggiuntivo. Chirurgia Rappresenta l’unica reale possibilità di guarigione. Quando applicabile non sembra che la sua associazione con altri trattamenti possa portare ad un aumento della sopravvivenza, mentre quando usata a scopo riduttivo o palliativo viene sempre vista in un approccio integrato. Chirurgia radicale Per le localizzazioni al terzo superiore e medio l’intervento d’elezione è la gastrectomia totale, mentre nei casi a sede antrale è possibile eseguire una gastrectomia subtotale. Si associa all’asportazione del viscere anche la linfoadenectomia delle stazioni di primo e di secondo livello, il terzo livello è spesso considerato come una metastasi a distanza (M1). Chirurgia palliativa o riduttiva Nei casi di alterata canalizzazione si impone l’intervento derivativo con gastrostomia o digiunostomia. Dove possibile comunque si preferisce asportare lo stomaco in toto così da evitare le complicanze infettive o emorragiche.  

PROGNOSI Globalmente la mediana di sopravvivenza non supera il 13%, questo è dovuto essenzialmente al ritardo nella diagnosi. A conferma di ciò esistono i dati del Giappone dove invece viene applicata una rigorosa politica di diagnosi precoce e dove i dati dimostrano la possibilità di individuare le forme in fase iniziale passibili di intervento curativo.

I 2 angeli

Due Angeli viaggiatori Due angeli mentre viaggiavano si fermarono per trascorrere la notte a casa di persone benestanti. La famiglia era sgarbata e si rifiutò d'alloggiare gli angeli nella stanza degli ospiti. Diedero invece agli angeli una piccola stanza fredda nell'interrato. Mentre si prepararono il letto sul pavimento duro,l'angelo più anziano vide un buco nel muro e lo riparò. Quando l'angelo più giovane chiese il perchè, l'angelo più anziano rispose,'Le cose non sono mai quelle che sembrano.' La notte seguente la coppia si fermò presso la casa d'un contadino e sua moglie molto poveri, ma molto ospitali. Dopo aver condiviso il po' di cibo disponibile, fecero si che gli angeli dormissero nel loro letto così permettendogli d'avere una buona notte di riposo. Quando il sole si levò il mattino seguente gli angeli trovarono il contadino e sua moglie in lacrime. La loro unica mucca, il cui latte era la loro unica fonte di guadagno, era li che giaceva morta nel campo. L'angelo più giovane s'infuriò e chiese al più anziano come aveva potuto permettere che ciò accadesse?Accusandolo disse, il primo uomo aveva tutto e l'hai aiutato. La seconda famiglia aveva poco ma era desiderosa di condividere tutto e gli hai lasciato morire la mucca.'Le cose non sono mai ciò che sembrano', rispose l'angelo più anziano. 'Quando eravamo nell'interrato della grande casa, ho notato che nel buco c'era conservato dell'oro. Visto che l'uomo era così ossessionato dall'avidità e non era tanto desideroso di condividere la sua fortuna, ho sigillato il muro così non lo troverà mai più.'Ieri sera mentre dormivamo nel letto del contadino, l'angelo della morte venne per prendersi sua moglie. In sua vece gli ho dato la mucca.'Le cose non sono mai così come sembrano.'A volte è esattamente ciò che accade quando le cose non vanno così come dovrebbero.Se hai fede, c'è bisogno di credere che qualsiasi cosa accade è a tuo vantaggio. Forse non lo capirai se non più tardi... Delle persone vengono nella nostra vita e vanno via Altri divengono amici e rimangono per un po'... lasciando delle orme nei nostri cuori... e noi non siamo mai più gli stessi perché abbiamo trovato un buon amico!! Ieri è storia. Domani un mistero. Oggi è un dono. Ecco perché si chiama presente! L'oggi penso sia speciale... vivi e assaporane ogni momento... Non è un vestito da provare!

lunedì 22 settembre 2008

Profumi

Ciò che vi sto scrivendo mi è giunta come una „catena di S.Antonio”, tra le infinite che ne girano, ma mi ha colpita a tal punto da volervela presentare nel blog dedicato ad un vero angelo, Alice.

Perché lo faccio? Perché la conclusione sembra una cosa irreale se non si sanno cose che possono sapere solo chi frequentava Alice.
Mentre sembra un bellissimo ricordo se si sanno anche storie come quella da me vissuta che vi racconterò molto brevemente: questo ricordo mi è rimasto dentro come se lo avessi vissuto mezz’ora fa, da tanta emozione mi fece.

Alla fine della „ricreazione” rientro in aula e vedo Alice da sola, seduta al suo posto, mogia mogia, con le braccia conserte, strette strette sotto il suo piccolo seno.
- „Come stai, Alice?” le dico.
- „Così e così, ma mi passa. Tranquilla” mi risponde lentamente e a bassa voce, quasi sussurando, cercando di abbozzare un sorriso, ma svelando una smorfia di dolore.
- „Cos’hai?” le chiedo.
- „Un dolore qui” dice indicandomi in mezzo al petto, „tipo un forte pugno che mi toglie il fiato. Mi succede spesso, tranquilla. A volte anche molto più forte. E’ un angelo che mi bacia”
- „Coooooosa è?” chiedo io tra lo stupito e il divertito.
- „Quando sento un dolore tanto forte da poterlo donare a Gesù, chiudo gli occhi e mi sembra che un angelo si posi su di me e mi baci sulla fronte”
- „Stai scherzando?”
- „Tu puoi non credermi, ma è così. Ormai sento arrivare il dolore con molto anticipo perché sento nell’aria come se si avvicinasse un grosso mazzo di fiori appena colti. Le prime volte non ci facevo caso, ma poi, poco a poco, ho notato questa roba e mi aiuta moltissimo perché prevedo cosa sta per succedermi e lo aspetto calma...”.
Alice continuava a parlare, intanto l’aula si stava riempiendo di compagni ed anch’io stavo tornando al mio posto, quando l’ho vista chiudere lentamente gli occhi e fare un sorriso sereno, rilassato, soddisfatto.

Profumo di pioggia (tłumaczenie Katarzyna Pawłowska)
Marzo, un freddo vento soffiava contro una finestra di un ospedale di Dallas, in quel momento entrava un dottore nella camera di Diana Blessing, la quale era dopo un intervento chirurgico. Suo marito, David, le teneva stretta la mano mentre attendevano notizie. Il pomeriggio prima, il 10 Marzo, delle complicazioni l’avevano costretta ad un parto cesareo alla 24 settimana, che avrebbe dovuto far nascere la figlia della coppia, Danę Lu Blessing. I neo genitori erano a conoscenza che la neonata pesava 708 g. e raggiungeva 30 e mezzo cm. di lunghezza, che era ancora immatura, ma nonostante tutto le parole del dottore li colpirono. 
"Non credo che la bambina abbia molte probabilità di sopravvivere," disse loro più delicatamente che potè. 
"Ci sono solo il 10 per cento che sopravviva alla notte, ed anche se ciò accadesse per qualche miracolo le probabilità che abbia complicazioni future e’ molto alta" 
Paralizzati dalla paura i coniugi David i Diana ascoltavano le parole del dottore che descriveva loro tutti i problemi che avrebbe dovuto affrontare la neonata. Non essere mai in grado di camminare, parlare, di vedere, ritardata mentalmente e molto altro ancora. 
Diana con il marito David ed il loro figlioletto di 5 anni, speravano tanto che un giorno Dana avrebbe allietato la loro famiglia. Ed ora, nel giro di poche ore, vedevano tutti i loro sogni e desideri allontanarsi per sempre. Ma i loro guai non erano finiti, il sistema nervoso della piccola non era ancora sviluppato. Quindi qualunque carezza, bacio o abbraccio era per Dana pericoloso, i famigliari sconsolati non potevano neanche trasmetterle il loro amore, dovevano evitare di avvicinarsi a lei. Tutto quello che potevano fare era di pregare il Signore che si prendesse cura della loro piccola, che la cullasse e la facesse sentire amata. 
Non credettero alla loro fortuna quando Dana cominciò a migliorare. Passavano le settimane e la piccola continuava a prendere peso e diventare piu` forte. 
Finalmente, quando Dana compì 2 mesi i suoi genitori poterono abbracciarla per la prima volta. 
Due mesi dopo, mentre i dottori li avvertivano che avrebbe potuto peggiorare in qualunque momento, Dana uscì dall’ospedale e finalmente andò a casa con la sua famiglia. 
Cinque anni dopo Dana, era diventata una bambina serena che guardava verso il futuro con fiducia e con tanta voglia di vivere. Non c’erano segni di deficienza fisica o mentale, era una bambina normale che viveva la sua vita. 

Ma questa non e` la fine della nostra storia. 
Un caldo pomeriggio del 1996 Dana era seduta in braccio della mamma, erano in un parco non lontano da casa (Irving, Texas) dove suo fratello Dustin giocava a calcio con i suoi amici. Come sempre chiacchierava felice con la sua mamma, quando all’improvviso si zittì. Si abbraccio` e chiese alla mamma "Lo senti? " 
Diana sentendo nell’aria che si avvicinava la pioggia rispose "Si. Profuma come quando sta` per piovere." 
Dana chiuse gli occhi e ridomandò, "Lo senti?" 
Ancora una volta la mamma le rispose, "Mi sa che tra un po’ saremo tutte bagnate, sta per piovere." Dopo un po’, Dana, alzò la testa e accarezzandosi le braccia esclamò, "No, profuma come LUI. Profuma come quando Dio ti abbraccia forte." 
Diana cominciò a piangere calde lacrime mentre la bambina raggiungeva le sue amiche per giocare con loro. 

Le parole della figlia avevano confermato ciò che sapeva in cuor suo, da tanto tempo ormai. Durante tutto il periodo in ospedale, mentre lottava per la sua vita, Dio si era preso cura della piccola abbracciandola cosi` spesso che il suo profumo era rimasto impresso nella memoria di Dana.

giovedì 18 settembre 2008

Gli sms

Uno degli ultimi (credo nel Luglio-Agosto 2006) che ha mandato Alice.
 
Un buon Cristiano non deve essere lo specchio di chi gli sta di fronte e non si impone con nessuno, ma lascia le sue impronte ed aiuta chi le vuol seguire.

La Vita

E' sicuramente l'ultima poesia di Alice: trovata su un pezzettino di carta sul comodino dell'ospedale dove è stata operata e non ci è più stata restituita.
Le note "correggere e limare" sono scritte di suo pugno, forse perché così non le piaceva o notava qualcosa che poteva essere messa meglio.
Se per tutti gli scritti (poesie, racconti, favole...) Alice non penso avesse alcuna intenzione di rendere pubblici perché appartenevano alla sua "sfera privata" ed ai suoi "più profondi sentimenti" (ma che a noi servono come l'aria che respiriamo per capirla fino in fondo) questa poesia è proprio la più "profonda", cioè ancora in veste di bozza, di ultimo pensiero prima di farsi anestetizzare. E con i parenti e una sola amica (Valeria) a farle da contorno....

Conoscendola posso affermare che l'avesse scritta la sera prima, quando si sentiva sola (ricordo che aveva ancora 15 anni) e voleva fermare i suoi pensieri, magari per capirli lei stessa.

Un grosso bacio, amore mio.
Grazie di averci lasciato così tanto, grazie di esserci stata così vicina, anche se per troppo poco.  

Note: da notare le maiuscole e le minuscole: la "Vita" vera, quella ultraterrena e la "vita" carnale, quella che ci serve per guadagnarci quella vera.

La Vita. (correggere e limare)  
La vita è speranza, 
è bellezza; 
senso di libertà, 
anche quando libera non sei. 

La vita è un fiore che sboccia, 
una bimba che ti chiama papà 
e ti amerà per sempre 
anche quando le fai del male 
o non le parli per giorni. 

E’ la forza di alzarti alla mattina, 
di lavarti e di uscire nella nebbia e nel gelo, 
di studiare, 
di capire 
e di sopportare i molesti. 

Fermati 
ed annusa l’aria, 
alza gli occhi al cielo 
e conta le nuvole; 
accarezza un micino 
e dai un bacio ad un bimbo: 
solo così puoi dire che hai davvero vissuto. 

Non i rancori, 
le stupide gelosie 
o la rincorsa ai soldi 
o alla bellezza del corpo, 
ma il desiderio di fare del bene 
anche a chi non te lo farà mai 
e tu lo sai. 

Anche la vita ha un prezzo, 
come ogni cosa: 
ama gli altri almeno come ami te stessa. 
Vivendo così sarai felice 
e sempre serena. 

Ma ricorda che la vita non è tua: 
te la presta Dio 
ed è soltanto Sua. 
Te la dona ogni giorno, 
ma poi ti vorrà incontrare 
per giudicare ogni tua opera 
e per darti un Suo grandioso bacio. 
Ed il Suo immenso perdono! 
E così che inizia la vera Vita, 
quella che non finirà mai 
e che ti riempie l’anima di vera, inestinguibile, gioia...

Mio padre (pensierini in versi)

Una delle poesie che hanno girato di meno, ma che a me ha dato tantissimo.

Grazie Alice Mio padre (pensierini in versi)  
Ieri ti ho visto in tv: 
Eri bello, forte e simpatico. 
Tutti a dirti che sei intelligente 
E preparato, 
Professionale ed aggiornato. 
Ed io sono fiera di te! 
Ma a casa 
Ti dimostri solo forte, 
Oppure scontroso e cupo: 
Con la mamma sono sempre urli 
E con i figli, poi, 
Mai un sorriso 
O un complimento su nulla. 
Valiamo tutti davvero 
Così poco per te? 
Ci vuoi forse migliori? 
Perché non ne parliamo mai? 
Noi, lo sai, 
Saremmo lieti di impegnarci di più 
Per piacerti ancora. 
Non vedo l’ora di avere 
Quei sedici anni così lontani 
E mai meta è stata per me 
Tanto sospirata e lunga. 
Toglierò quel (poco di) disturbo 
Che tanto infastidisce tutti 
E ti porterò per sempre nel mio cuore 
(almeno questo non riuscirai a negarmelo). 
Così mi tratterai da estranea 
E non più come figlia 
Ed io potrò continuare 
Ad essere fiera di te. 
Sarà il mio cuore e la mia testa 
A ricordarmi di te 
E non più il dolore sul viso 
E sulle ossa. 
Non più pensieri avvolti nel sangue 
O lunghe attese senza fiato, 
Non più tristezza nei mie pensieri per te 
Ma finalmente la gioia di un incontro 
Come era da bambine 
Quando tornavi a casa e sembravi sereno 
E noi eravamo davvero felici.

mercoledì 17 settembre 2008

Due passi indietro: Dicembre 2001

Per capire quale caterpillar era passato sopra Alice per farla diventare da "una brava ragazza di chiesa" ad un vero angelo bisogna fare un paio di passi indietro e tornare a "poco prima di Natale, ultimi giorni di scuola" del 2001. Io non la conoscevo ancora e per questo vi descrivo questo fatto di cronaca usando le parole di Alice. Il passo seguente è una "poesia in prosa" scritta da Alice stessa, si pensa uno o due anni dopo (2002-2003).

Il buio nel cuore.  

Il cielo è buio. 
La mattina è nera. 
Pochi giorni ed è Natale. 
Delle amiche sono fuori da scuola. 
E parlano tra di loro. 
Di regali fatti. 
E di quelli da fare. 
Chi ha il ragazzo ancora non sa. 
Non sa che domani non l’avrà più. 
Chi ancora non l’ha, nemmeno lei sa. 
Non sa che da lì a pochi mesi sarà sposa. 

Anche un auto è lì. 
Buia nel buio. 
Nera nel nulla. 
E dentro c’è il diavolo. 
Che aspetta e guarda. 
Chiama un’amica. 
E lei ci va. 
Un passaggio a casa? 
Perché no? 
Perché sì? 
Perché, Dio, tu non c’eri? 
Un’amica ascolta l’angelo dietro a lei.
E se ne va. 
A piedi come è arrivata. 

Le altre due si perdono dentro l’auto. 
La più giovane è molto tesa. 
Come un’animale che fiuta il sangue, lei fiuta il pericolo. 
Ma no!? 
Il diavolo parla bene. 
E’ buono.
Quasi bello. 
Ma no!? 
Tutto è sereno. 
Fuori. 
Tutto è buio. 
Dentro. 
La più giovane vede nel nulla. 
E ciò che vede è notte. 
Tocca l’altra sulla spalla. 
Vuole uscire. 
Deve uscire. 
Urla. 
Dentro. 
Tace. 
Fuori. 
La più bella non sente. 
O forse è già morta? 
L’auto si ferma per un istante. 
La più giovane vola via. 
Lascia nell’auto solo un’unghia spezzata. 
Ed il proprio cuore. 
E la propria vita. 
E l’anima. 
E la migliore amica. 
E tutto ciò che non è corpo. 
Tutto! 
E l’auto riparte. 
Parte e porta via tutto. 
Tutto della più bella. 
Tutto della più giovane. 
Ma non il suo corpo. 
Cioè il suo niente. 

La più giovane e la più bella si rivedono. 
Dopo due giorni. 
La più giovane non è più la più giovane e la più bella non è più la più bella. 
Sono morte entrambe. 
Nasce Gesù. 
Le luci fanno festa. 
Anche sui morti. 
Una risorgerà. 
E si sposa. 
Con il Tutto. 
L’altra ha vivo solo il corpo. 
Non risorgerà. 
E’ ancora morta. 
I morti non vanno al Matrimonio delle amiche. 
Ci vanno gli occhi. 
Ci va una bocca. 
Ci vanno le gambe. 
Ed una mano. 

Ti amo amica. 
Ti amo sorella. 
Ti amo boia che ci hai uccise. 
Ti amo mio Sposo che ci dai la vita, ci dai la luce, gli occhi, la bocca e la voce, la mano e l’altra, le gambe; ci dai il Tuo Amore, ci dai la Tua voce, ci dai la Tua croce da portare insieme a Te; ci fai risorgere ogni giorno, ci fai sognare, ci fai capire, ci fai morire. 
E poi risorgere ancora! 
Per un giorno. 
Per una vita. 
Per sempre. 
Per sempre...  

Note: 
"l'amica più bella" è la nostra compagna di classe Asia 
"l'amica più giovane" è Alice 
"l'altra amica" è la sorella gemella di Alice, Flavia