sabato 31 dicembre 2011

martedì 27 dicembre 2011

Nessuno di voi ha la curiosità su cosa fa Babbo Natale subito dopo Natale?
Forse avete ragione voi.... io tremo al solo pensiero :D (hihihihihi)

può essere che abbia delle turbe date dal suo luuungo girare DIETRO le renne?

... o che stia "festeggiando" con qualche cattiva erba?

A me piace pensarlo mentre si riposa, UBRIACO, dal suo duro lavoro

lunedì 26 dicembre 2011

buurp... (scusate!)


Babbo Natale è uscito da ogni abitazione...
Come avete trascorso ieri? 
Siate sereni (almeno voi), io riprenderò i miei luuuunghi discorsi con voi solo a nuovo anno iniziato


... e torna a costruire altri "balocchi" per il prossimo anno...
Un grosso bacio a tutti!

domenica 25 dicembre 2011

Buon Santo Natale!

 Questa notte è arrivato il "mitico" Babbo Natale: moltissimi bimbi lo hanno visto così, mentre attingeva al suo sacco stile "tasche di Eta Beta" sempre piene di oggetti, dalle forme e dimensioni più svariate.

 Altri giurano di averlo visto addirittura nudo
che sculettava gioioso....




... o anche lui "cassaintegrato" da Monti, se in Italia, o Sarkò in Francia o altri nelle varie Nazioni...













Fatto sta che io adesso non ho nulla da donarti e quindi ti prego di accontentarti di questa risata in mia compagnia:

"L'uccello in chiesa" (klikkaci su e sorridi con me)




Ciao ciao Babbo Natale, grazie di tutto, 
torna a trovarci presto...

sabato 24 dicembre 2011

La vigilia....


Ogni vigilia è carica di speranze, ma anche di ansie: sul regalo "se piacerà", su quanti saremo a tavola o "solo" su cosa succederà domani...

Io desidero che tu, ogni "tu" che legge, sia felice; o almeno sereno; o che, alla peggio, trovi un piccolo sorriso in questo blog in mia compagnia.
Clikka su Babbo Natale e sorridi con me :D







Ed è per questo che cerco di mescolare una concreta visione della realtà con una sana risata (quando ci riesco)

tanti auguri, amico!

Buone feste!!

Buon giorno, Mondo!

Sabato 24 dicembre
Lc 1,67-79

Siamo alla vigilia di Natale e il
Vangelo ci mette sulle labbra il
canto di gioia del vecchio sacer-
dote Zaccaria che ha visto il miracolo
di una nuova nascita. E,
come è accaduto per Maria, anche
lui non può trattenere la
gioia della novità di Dio e prorompe
in un canto di letizia – è il
noto canto del Benedictus - per il
piccolo Giovanni. Egli «Andrà
innanzi al Signore a preparargli
le strade». Il Signore ha scelto di
farsi precedere da qualcuno che
gli prepari la via. È così ancora
oggi: ciascuno di noi ha bisogno
di un fratello o di una sorella che
ci aiuti ad incontrare il Signore.
Non si può credere da soli. Tutti
abbiamo bisogno di un angelo.
Se ci lasceremo aiutare, anche
noi vedremo cose nuove e potremo
cantare come Zaccaria perché
il Signore ha ancora una volta
visitato il suo popolo.

venerdì 23 dicembre 2011

Buon giorno, Mondo!

Venerdì 23 dicembre
Lc 1,57-66

Zaccaria di fronte al miracolo
della nascita del Battista non
può trattenere la sua gioia. Ha
riconosciuto - dopo il momento
della incredulità - che la Parola
di Dio è forte ed efficace. È diventato
un credente. Non è più
muto, la sua lingua si scioglie, e
può parlare; il suo cuore è pieno
di gioia per questo figlio, frutto
dell’ascolto della Parola di Dio.
La nascita di Giovanni crea meraviglia
non solo nella casa di
Zaccaria, ma anche tra i vicini,
come sempre accade ogni volta
che il Vangelo viene ascoltato e
messo in pratica. Il Vangelo crea
sempre un clima nuovo tra la
gente: inizia trasformando il
cuore del credente e quindi an-
che i cuori di chi lo circonda. È
questa la via del cambiamento
del mondo che il Vangelo percorre;
una via non superficiale ma
profonda, interiore. Noi siamo
chiamati ad accogliere il Vangelo
che sta per nascere nel nostro
cuore e a comunicarlo a chiunque
incontriamo. Ben conoscendo
questa dinamica della fede un
mistico del Seicento, il Silesius,
diceva: «Nascesse Cristo mille
volte a Betlemme, ma non nel
tuo cuore, saresti perduto per
sempre».

Il Natale s'avvicina...

in città c'è qualcuno che giura di averlo visto già partire adesso...
è l'ora di fare il presepe (annuncio ai ritardatari)

 



fate rapidi, il Babbo è proprio vicino a ognuno di noi...


giovedì 22 dicembre 2011

Buon giorno, Mondo!

Giovedì 22 dicembre
Lc 1,46-56

Maria appare sin dall'inizio segnata
dalla beatitudine di chi ascolta
la Parola di Dio. È la prima beatitudine
del Vangelo, ed è legata
all’ascolto della Parola di Dio. Scrive
l’evangelista: «Beata colei che
ha creduto all'adempimento della
Parola del Signore». L’ascolto dopo
aver provato turbamento conduce
alla gioia di chi si sente sicuro
nelle mani di Dio. La felicità di
Maria, la prima discepola del
Vangelo, si esprime nel Magnificat,
un canto pieno della gioia dei
poveri di Jahveh di coloro cioè che
tutto si attendevano dal Signore.
Maria, in effetti, non si reputa degna
di considerazione, come in
genere ciascuno di noi reclama
per se stesso. Sa che tutto le viene
da Dio; da quello stesso Dio
che ha liberato Israele, che ha
protetto i poveri, che ha umiliato i
superbi e che ha ricolmato di beni
gli affamati, si è chinato su di lei e
l’ha amata. E lei lo ha accolto nel
suo cuore. Da quel giorno, attraverso
di lei, Dio ha posto la sua
dimora in mezzo agli uomini. È lei
la prima vera mangiatoia, il primo
luogo dove il Verbo si è fatto carne.
Ed è lei la via indicata anche a
noi.

mercoledì 21 dicembre 2011

Buon giorno, Mondo!

Mercoledì 21 dicembre
Lc 1,39-45

Maria, dopo aver saputo dall'angelo
che Elisabetta era incinta,
subito corre da lei. «In fretta»
scrive Luca. Il Vangelo mette
sempre fretta, spinge ad uscire
dalle proprie abitudini, dalle proprie
preoccupazioni e dai propri
pensieri. E quanti pensieri aveva
Maria in quei momenti, dopo che
la Parola di Dio le aveva sconvolto
completamente la vita! Il Vangelo
fa alzarci dalle nostre abitudini
stanche e ci spinge ad andare accanto
a chi soffre e ha bisogno.
Anche l'anziana Elisabetta che
stava affrontando una difficile maternità
aveva bisogno di aiuto. E
Maria andò da lei. Appena la vede
venire a casa, Elisabetta gioisce
fin nelle viscere. È la gioia dei deboli
e dei poveri nel sentirsi visitati
dalle serve e dai servi del Signore,
da coloro cioè che «Hanno
creduto all'adempimento delle parole
del Signore». La Parola di Dio
crea una alleanza nuova nel mondo,
un’alleanza inusitata, quella
tra i discepoli del Vangelo e i poveri.

martedì 20 dicembre 2011

Buon giorno, Mondo!

... e rieccoci "in pari" :)
Fla'





Martedì 20 dicembre
Lc 1,26-38

Maria è una ragazza come tutte
e vive la vita ordinaria del
suo villaggio. Eppure su di lei
si era posato lo sguardo del
Signore; fin dal concepimento
fu scelta per essere la madre
di Gesù. Un giorno l'angelo
entrò a casa sua e lei ascoltò
le sue parole. Si turbò, come
accadde anche a Zaccaria. La
Parola di Dio, infatti, non lascia
mai indifferenti quando la
si ascolta. Ma a differenza di
quel sacerdote, Maria, pur cosciente
della sua debolezza,
dice il suo si al Vangelo. Da
quel giorno la storia del mondo
cambia. Sono passati duemila
anni da quando «La Parola si è
fatta carne». Maria, con il suo
sì è divenuta la prima dei credenti,
la prima che ha accolto
con il cuore la Parola di Dio, al
punto che è diventata carne
della sua carne. Ella sta da-
vanti a noi e continua ad insegnarci
la via della fede. Assieme a
lei anche noi possiamo dire: «Ecco
la serva del Signore, avvenga per
me secondo la tua parola».

Buon giorno, Mondo!

Recuperiamo il "buongiorno" di ieri, perdonate il ritardo... ;)
Fla'

Lunedì 19 dicembre
Lc 1,5-25

Il Vangelo di Luca si apre con l’angelo
che parla a Zaccaria nel tempio e gli
annuncia la nascita di Giovanni Battista.
Zaccaria ed Elisabetta erano sterili,
non avevano figli, e per di più erano
ormai vecchi. Non aspettavano altro
che la conclusione della loro vita. Il futuro
era già, in certo modo, segnato
senza nessuna altra speranza. In essi
possiamo vedere la vita di tanti anziani
e anziane, rassegnati a passare gli ultimi
anni della vita in modo più o meno
triste. Ma Dio interviene con la sua Parola
e annuncia a Zaccaria che la moglie
avrà un figlio. È impossibile, è
troppo, pensa Zaccaria. E resta muto.
La forza e l’amore del Signore si scontrano
spesso con la nostra incredulità
e, pur avendo il tesoro del Vangelo,
diventiamo come muti, incapaci
di parlare e di sperare. Chi
non ascolta non riesce neanche
a parlare. L’amore di Dio
vince anche la nostra incredulità
e la nostra sterilità. Elisabetta,
nella sua vecchiaia, concepì
un figlio. Nessuno è tanto
vecchio da non poter vedere e
operare cose nuove e belle.

sabato 17 dicembre 2011

Buon giorno, Mondo!

Sabato 17 dicembre
Mt 1,1-17

Matteo, attraverso un lungo elenco
di nomi, vuole condurci a scoprire
la centralità di Gesù, «Figlio di Davide,
figlio di Abramo». Egli ha
scritto il suo Vangelo per una comunità
composta da persone provenienti
sia dall'ebraismo che dal
paganesimo. Con i due titoli dati a
Gesù, «figlio di Davide» e «figlio di
Abramo», vuole spiegare ai due
gruppi che Gesù è il compimento
della promessa di Dio per entrambi.
La tavola genealogica traversa la
storia di Israele sino a giungere a
«Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla
quale nacque Gesù, che è chiamato
Cristo». Gesù non vive al di fuori
della storia, ne è anzi il compimento.
In lui tutte le generazioni trovano
conforto e salvezza; non appartiene
a una sola cultura, o a una
razza o a una sola civiltà. Non a
caso nella lista genealogica entrano
anche alcune donne pagane, come
Racab e Rut, oppure donne che sono
macchiate di colpa come Tamar
e la moglie di Uria. Gesù è il re
d'Israele e di tutti i popoli, è colui
che salva e redime, è il culmine della
storia. In quell'elenco perciò possiamo
inserire anche i nostri nomi e
quelli dei nostri cari o di chi incontriamo.
Il Signore Iddio ha scelto di
camminare con noi: Gesù è davvero
l'Emmanuele, Dio con noi.

venerdì 16 dicembre 2011

Buon giorno, Mondo!

Venerdì 16 dicembre
Gv 5, 33-36

Gesù torna a parlare di Giovanni
Battista che ha reso testimonianza
alla verità. Egli non era la luce, ma il
testimone della luce, che era, appunto,
Gesù (Gv 1,8) come si legge
nel prologo del quarto Vangelo. La
testimonianza di Giovanni è stata
comunque efficace, sottolinea Gesù.
Basti pensare, possiamo aggiungere
noi, che due dei suoi discepoli lo
hanno lasciato per seguire il giovane
profeta di Nazaret che aveva appena
battezzato nel Giordano. Ma ora
Gesù rivendica una testimonianza
più grande di quella venutagli dal
Battista. E la fa discendere direttamente
dal Padre. Gesù chiede di
guardare le opere che lui compie. È
Dio stesso che gli ha comandato di
portarle a compimento. È un tema
che ritorna nel quarto Vangelo. Durante
la predicazione al tempio nella
festa della Dedicazione dice alla folla:
«Le opere che io compio nel nome
del Padre mio, queste mi danno
test imonianza» (Gv 10,25).
E nell’ultima cena rivolgendosi ai
discepoli dice loro: «Credetemi: io
sono nel Padre e il Padre è in me;
se non altro, credetelo per le opere
stesse» (Gv 14,11). La missione di
Gesù non è fatta di affermazioni
astratte e lontane dalla vita. Egli è
venuto a cambiare il mondo concretamente.
È a dire che la fede
richiede necessariamente di esprimersi
in una novità di vita. Questa
è l’opera nuova che sgorga dalla
sequela di Gesù. E l’opera di trasformazione
inizia a partire dal
cambiamento del cuore. Potremmo
dire che è questa la prima opera
che il Padre ha affidato da compiere
a Gesù. E per questo egli viene
nel mondo.

giovedì 15 dicembre 2011

Buon giorno, Mondo!

Giovedì 15 dicembre
Lc 7,24-30

Dopo che i discepoli del Battista si
sono allontani, Gesù tesse l'elogio di
questo profeta davanti a tutta la folla.
Dice che Giovanni è più che un
profeta, perché è venuto per preparare
la strada al Messia. In questo
senso, potremmo dire che ogni credente
e la stessa comunità cristiana
sono un po’ come il Battista: debbono
cioè preparare i cuori ad accogliere
Gesù. Il discepolo, infatti, non vive
per parlare di se stesso e delle sue
imprese, e neppure per affermare le
proprie idee o le proprie convinzioni.
Tutta la vita del discepolo è al servizio
del Vangelo. Egli opera perché il
Vangelo raggiunga i confini della terra,
tocchi il cuore degli uomini e si
convertano a Dio. Ai discepoli e alle
comunità cristiane è chiesto di continuare
a indicare al mondo Gesù e a
dire: «Ecco l'agnello di Dio». È necessario
dirlo con le parole e con la testimonianza
di vita, appunto come fece
il Battista con Gesù, affrettandoci così
incontro al momento della sua venuta.

mercoledì 14 dicembre 2011

L'ultima scoperta del Cern: ecco la particella di Dio

Il Bosone, detta anche "Particella di Dio"
di Antonino Zichichi
Trovate le prime tracce del "bosone di Higgs". Ma la conferma che esiste davvero arriverà alla fine del 2012
La «Particella di Dio» ha due proprietà straordinarie: anzitutto essere una autentica «pallina», non dotata di moto intrinseco rotatorio come sono le «trottoline». Eppoi essere dotata di massa immaginaria. Non come concetto filosofico astratto. Ma come componente effettiva di quella cosa individuata dal grande fisico francese Joseph-Louis Lagrange (1736-1813) e per questo detta Lagrangiana. In termini semplici la Lagrangiana è la densità di energia legata a un fenomeno fisico. Il primo passo per affrontare un problema fisico è infatti riuscire a trovare qual è la densità di energia legata al problema che si vuole cercare di capire. Ed ecco come nasce l’importanza della «Particella di Dio». Essa permette di fare calcoli senza avere risultati divergenti. Vediamolo con un esempio.
Se facciamo un calcolo per sapere quanto possiamo spendere per i regali di Natale diamo per scontato che il risultato deve essere ragionevole: esempio 350 euro. Se venisse fuori un numero come 350mila euro, dovremmo cercare di capire dove abbiamo sbagliato. Se ripetendo il calcolo trovassimo un numero ancora più grande, addirittura infinito, dovremmo concludere che quel calcolo ha dentro un errore che ci porta a risultati divergenti. È ciò che accade quando nei calcoli dei fenomeni fisici fondamentali si introduce la massa.
Un bel piatto di spaghetti non potrebbe esistere se la sua massa fosse zero. Il Sole, la Luna, le montagne, gli oceani, l’aria che respiriamo, noi stessi, non potremmo esistere se non ci fosse la massa. Eppure quando si cerca di descrivere in modo rigoroso l’Universo nelle sue proprietà fondamentali ci si accorge che sarebbe molto meglio se la massa potesse essere eliminata dalla descrizione matematica dei fenomeni fisici. Volendo insistere nel tenere la massa, vengono fuori calcoli con risultati infiniti cui si dà il nome di «divergenze»: un bel guaio in quanto serve a poco descrivere tutto ciò che esiste come se fosse privo di massa.
Tornando all’altra proprietà della «Particella di Dio» - essere pallina - ricordiamo che qualsiasi cosa è fatta di «trottoline», non di palline. Le trottoline per fare il mondo a noi familiare sono di appena tre tipi: protone, neutrone ed elettrone. Il protone e il neutrone sono fatti ciascuno con tre trottoline fondamentali dette «quark». L’elettrone invece è esso stesso trottolina fondamentale. Non esiste alcun esempio di particella fondamentale che sia di tipo «pallina» con massa immaginaria.
Furono sei fisici (Englert, Brout, Higgs, Guralnik, Hagen, Kibble) ad avere l’idea di mettere nella Lagrangiana una «pallina» con massa immaginaria. E infatti per diversi decenni la particella ipotizzata dai sei fisici venne per semplicità definita «bosone di Higgs». Poi «Particella di Dio», per due motivi. L’enorme difficoltà nel provarne l’esistenza e il miracolo che avrebbe dovuto produrre: dare la massa a tutto ciò che esiste senza produrre le catastrofi dette divergenze. Evitare le divergenze non è un dettaglio banale. E infatti sono stati due grandi fisici, Gerardus ’t Hooft e Martinus Veltman, a dimostrare che l’introduzione di una pallina con massa immaginaria permette di superare i guai delle divergenze. Ecco quindi il grande miracolo: produrre la massa reale per tutte le «trottoline» fondamentali e cioè quark (necessari per fare protoni e neutroni) e leptoni (di cui l’elettrone è un esempio) che sono indispensabili per fare il mondo. E produrre anche la massa zero per quella trottolina detta «fotone» di cui la luce è un esempio. Come se non bastasse la «Particella di Dio» con massa immaginaria genera una «Particella di Dio» con massa reale. È questa particella che da diversi anni noi abbiamo cercato di produrre nei nostri Laboratori al Cern, prima con la macchina Lep e oggi con la macchina Lhc.
Con la macchina Lep (il collisionatore di elettroni e antielettroni) siamo riusciti a stabilire che la «Particella di Dio» non poteva esistere con massa inferiore a 114 miliardi di elettronvolt; qualcosa come 120 volte la massa dei nostri protoni (chi scrive è stato co-autore del progetto per cercare il bosone di Higgs con Lep). Con la nuova macchina del Cern (Lhc Large Hadron Collider operante a 7mila miliardi di elettronvolt) sembra che i primi segni della sua esistenza con massa superiore a quanto stabilito con Lep comincino a venir fuori. I due gruppi di ricerca (Cms e Atlas) hanno portato i risultati finora ottenuti ed è fuori discussione che le notizie sono incoraggianti. Ieri al Cern, nell’Aula Magna strapiena di fisici, giornalisti e invitati d’eccezione, il responsabile supremo del Cern, Rolf Heuer, ha giustamente messo in evidenza il messaggio scientifico che nasce da queste nuove rigorose ricerche. E cioè che c’è una sola certezza: entro il 2012 - prima dell’interruzione per venti mesi di Lhc - sapremo se la «Particella di Dio» esiste veramente o se toccherà a Lhc, operante a 14mila miliardi di elettronvolt, dare la risposta. È bene essere prudenti, essendo in gioco un problema la cui soluzione è attesa da circa mezzo secolo. E infatti la prima volta che questo problema venne trattato fu alla Scuola internazionale di fisica subnucleare di Erice: correva l’anno 1964.

Buon giorno, Mondo!

Mercoledì 14 dicembre
Lc 7,19-23

Giovanni sta in carcere, e anche da
lì, quasi a rappresentare le catene
che bloccano il mondo, attende il
Messia liberatore. L’uomo della giustizia
non ha smesso di attendere e
di sperare, non si è lasciato addormentare
dal clima molle e superficiale
del mondo. Manda i suoi da
Gesù perché gli chiedano: «Sei tu
colui che viene, o dobbiamo aspettarne
un altro?», Giovanni crede alle
promesse di Dio e, in certo modo, le
vuole affrettare. La risposta di Gesù
richiama un brano del profeta Isaia
ove si descrive quanto accade all’arrivo
del Messia: «I ciechi vedono, gli
zoppi camminano, i lebbrosi sono sanati,
i sordi odono, i morti risuscitano,
ai poveri è annunciata la buona
novella». Giovanni comprende che
questa profezia si è avverata. Ancora
oggi sono questi i segni che manifestano
la venuta imminente del Messia
e la vicinanza del regno di Dio. Servire
i malati e i deboli, ridare la vista a
chi non vede e la forza a chi non
cammina, annunciare il Vangelo ai
poveri, è la risposta più autentica e
chiara alla domanda di salvezza che
nasce dagli uomini.

martedì 13 dicembre 2011

Buon giorno, Mondo!

Martedì 13 dicembre
Mt 21,28-32

La parabola che il Signore ci annuncia
è semplice: un padre invia
i due figli a lavorare la vigna.
Il primo dice sì ma poi non va,
mentre il secondo fa esattamente
il contrario. È il secondo a
compiere la volontà del padre.
Aveva detto no; ma si pente.
Forse ha scorto il volto del padre
addolorato per la stupidità della
sua risposta, oppure ha visto lo
stato deplorevole in cui la vigna
è ridotta. Insomma, si pente. E
il pentimento cancella un gran
numero di peccati. Non è un
male non aver voglia; è male
continuare a dire no. Questa
parabola evangelica mette a nudo
la contrapposizione tra il dire
e il fare che spesso caratterizza la
nostra vita. È, infatti, una contrapposizione
che non divide gli uomini
tra loro: da una parte quelli che fanno
e dall’altra quelli che parlano. In
verità, divide piuttosto la vita di
ognuno di noi, talora sprecata nelle
troppe parole. Il Signore viene a dirci
che contano i comportamenti. Lo
aveva detto già un’altra volta: «Non
chiunque mi dice Signore, Signore,
entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa
la volontà del Padre mio che è nei
cieli» (Gv 7,21). La fede non è pronunciare
delle formule ma mettere
in pratica il Vangelo. Oggi il mondo
ha bisogno di testimoni, ossia di discepoli
che sanno mostrare con la
loro vita la verità e la bellezza del
Vangelo. Così ha fatto Gesù per primo,
nascendo in mezzo a noi come
un umile bambino, forte solo
dell’amore di Dio.

lunedì 12 dicembre 2011

Claudia Koll testimonial

L'incontro tra il VIS e Claudia Koll è nato dalla scelta di credere nei medesimi valori etici e dalla condivisione della certezza che è possibile costruire un mondo più giusto.

In oltre 15 anni di impegno, il VIS ha posto come base del proprio agire la Persona, che deve essere protagonista della propria crescita e consapevole delle proprie potenzialità.

Claudia si è riconosciuta nei principi che animano e sostengono l'operare di ogni volontario, che ogni giorno pone le fondamenta per una cultura che permette di aiutare chi è nella sofferenza e di costruire per ogni essere umano un futuro sotenibile.