lunedì 11 febbraio 2013

Tempi duri per chi ama i Monti: da Mario a MPS


Condoniamo noi 

Non solo banche e senatori a vita

Il sistema bancario italiano, tanto caro a Monti e tanto contiguo a Bersani, si sfalda, intasato da derivati e titoli spazzatura. Che cosa dovremmo fare? Restituire soldi e condonare banche e banchieri invece dei lavoratori?

Il sistema bancario italiano, tanto caro a Monti e tanto contiguo a Bersani, si sfalda, intasato da derivati e titoli spazzatura frutto della finanza facile che ha arricchito negli anni scorsi finanzieri e manager (che non contenti, come evidenzia l'inchiesta Montepaschi, si tenevano pure tangenti). Per questo in Borsa gli investitori scappano da titoli a rischio. Ma la colpa di chi è? Di Berlusconi, ovviamente, sostengono i contendenti elettorali e, in parte, le centrali mediatiche internazionali, tipo Financial Times eWall Street Journal. I mercati, secondo questa tesi, sarebbero contrari ai provvedimenti annunciati da Berlusconi in caso di ritorno al governo: la restituzione dell'Imu e, cosa di ieri, una possibile sanatoria per le cartelle Esatri.
Non è così, e la prova sta nel fatto che le Borse sono crollate ieri in tutta Europa (e pure in America) e che lo spread è risalito anche in altri Paesi, Spagna in testa. Ma anche se così fosse, che cosa dovremmo fare? Restituire soldi e condonare banche e banchieri invece dei lavoratori rapinati e tartassati da un fisco impazzito? In questa trappola ci siamo già caduti nell'ottobre del 2011, affidando il comando al governo dei tecnici, cioè delle banche, degli speculatori e dei potentati europei. Adesso basta, che paghino un po' anche loro e si ridia fiato, anche attraverso un condono, non agli evasori ma a persone in difficoltà che hanno dovuto scegliere tra salvare la famiglia, pagare i dipendenti o ingrassare uno Stato sprecone. E che giustamente hanno scelto la prima opzione.
Non fidatevi di Monti, uno che per mettersi, come dice lui, al servizio del Paese ha preteso e ottenuto di essere nominato senatore a vita (25mila euro al mese fin che campa). Ieri il Pdl ha chiesto le sue dimissioni. Che abbia il coraggio di mettersi alla pari con i suoi contendenti. Non lo farà, e la cosa non stupisce. Uno che ha dato quattro miliardi a una sola banca (il Monte di area Pd) e si indigna perché Berlusconi quei quattro miliardi (di Imu) li vuole dare a tutti noi, o è in malafede o non è attrezzato per fare il leader del Paese. O forse tutte e due le cose insieme.

domenica 10 febbraio 2013

Mettiamo un dito nell'occhio della crisi


Quando si pensa che i propri soci siano tutti degli imbecilli si fa malissimo a tenerli. Si pensa di sfruttarli e di bere il loro sangue ma si vede solo il presente, non il futuro. Ed una statista che si rispetti deve pensare al futuro altrimenti è lei fuori gioco, magari domani: oggi è "bella" e brava, ma domani si vedono le trame del suo piano, del suo aver preso per il naso i soci che, magari, di lei si erano fidati.
Stiamo parlando di Angela Merkel, di quella persona, tanto per capirci, che il quotidiano "La Repubblica" scrisse per settimane che Berlusconi la definì "una inchiavabile culona"! Ok, è proprio quello che tutti al Mondo pensano (forse non lei visto che si è sentita offesa), ma, dopo un anno, si è saputo che quella frase era stata inventata da "La Repubblica" stessa per "sputtanare" il premier italiano. Come se, così facendo, non avesse "sputtanato" tutti gli italiani.
Ma a "La Repubblica", come a tutti i sinistrorsi italici, cosa importa se l'Italia, TUTTI NOI (loro compresi) affondiamo nella cacca: pur di affondare anche LUI, Silvio Berlusconi, tutto è lecito, tutto è giusto e tutto va fatto per "la causa".

Angela Merkel: non beve per dimenticare, ma come alibi alle cose che dice (e che fa)
Ma torniamo alla "culona": è così convinta di essere la più furba al Mondo che non si è accorta che il Mondo l'ha sgamata da tempo; deve solo liberarsi dai lacciuoli con cui si è fatta ingabbiare quando a governare i singoli Stati c'erano persone NON sprovvedute o ignoranti o incapaci, MA IN MALA FEDE: in Italia abbiamo ancora chi si vanta di questo, di averci portato in casa l'Euro in cambio di TUTTI i nostri soldi e di molto del nostro sangue. Questo "bel tomo" è Romano Prodi!
In realtà non si è dimostrato nè "romano", ovvero attaccato ai solidi valori di Patria e di rispetto verso chi (quelli sì, ingenuamente) l'avevano votato, e nè, tanto meno, "prode": anzi si è dimostrato un vigliacco a fare le cose alle nostre spalle mostrando un ghigno di falso moralismo, rubato ai vetero democristiani di stampo vaticano/curiale.

Dopo la carrellata sui personaggi chiave ecco un passo che ci chiarisce meglio di cosa stiamo parlando, del perché siamo noi in crisi e non la Germania.


E’ uno dei tanti paradossi dell’euro: ai tedeschi, ai severissimi tedeschi, è concessa una facoltà che è negata agli altri membri dell’eurozona e che è fondamentale per tenere bassi i tassi di interesse sul debito pubblico. Trattasi del diritto, accordato alla Bundesbank, di comprare i Bund quando non ci sono abbastanza acquirenti. Come spiega Mario Grigoletti nel sito “capire davvero la crisi”, di cui sono uno dei cofondatori, questo diritto è negato all’Italia. E si tratta di una discrepanza tutt’altro che secondaria, perché quano i titoli di Stato di un Paese sono sotto attacco, il fatto che la banca centrale possa acquistare quelli invenduti, sostituendosi agli acquirenti privati, permette di tenere bassi i tassi di interesse e, in ultima analisi, di scongiurare un default.
Per intenderci: se la Banca d’Italia avesse avuto questa possibilità, lo spread non sarebbe schizzato alle stelle. Ma non l’aveva e sappiamo com’ è andata a finirte, mentre la Bundesbank ce l’ha e se ne avvale molto più frequentemente di quanto si immagini (leggete l’articolo di www.capiredavverolacrisi.com ). E così riesce a rifinanziarsi a tasssi molto più bassi dei nostri.
Trattasi di un espediente, utilissimo ma molto italiano e poco tedesco. Eppure negato agli italiani e praticato dai tedeschi. In un gioco delle parti invertito, che grida vendetta. Perché le regole dell’Eurozona, applicando il sillogismo, anche morale, tanto caro alla Merkel, devono valere per tutti. E allora Berlino dia l’esempio e rinunci al privilegio oppure  la Ue lo estenda a tutti i membri.
Perché l’Italia tace? Perché non solleva il problema nel Consiglio europeo? L’Italia deve sempre e solo subire?