mercoledì 31 dicembre 2008

Giuro, non volevo

Mi ero ripromessa di non aprire più il blog almeno fino al mio ritorno a casa, ma la noia è tanta e le palle ancora mi girano (come in quella canzone di Jannacci, ricordate?)
Tra pochissimi minuti chiudo un anno di merda, iniziato con la nascita di Michele, figlio di una ex compagna di classe, con il matrimonio ecclesiastico della sua mamma, con la nascita di un primo blog, con la scoperta di amici cari e di nemici vigliacchi.
Insomma, alti e bassi, come sempre.
E ora che l'anno bisestile è finito, vediamo il prossimo....
Ah, TANTI AUGURI A TUTTI (io mi infilerò da qualche cavolo di parte a brindare, spero da sola.....)
Come dimenticarsi dei lettori maschietti? Tanti auguri anche a voi e.......... SOGNI D'ORO!!!

giovedì 25 dicembre 2008

Tanti auguri

Sono in un lussuosissimo albergo a Roma. Mia nonna dorme da più di due ore e mio padre sta in sala a conversare amabilmente con una baldraccona (ops, cortese signora in abito rosso vivo scintillante) e io mi sto rompendo l'impossibile. Non posso nemmeno bere alcolici perché in contrasto con gli antidolorifici (e altre schifezze) che prendo, così ho pensato a voi. Un bacio e tanti dolci auguri Giada

martedì 23 dicembre 2008

E ora mi tocca.... il Papa

Ecco come è mio padre: vulcanico. Non ci sono altre parole per descriverlo. Non mi telefonava da quasi due mesi ma leggeva il blog. Non per farmi gli auguri per il 18mo compleanno, no. Non per sentire se la nonna fosse viva o no. Per il Natale con la figlia ai minimi termini... E quando ha letto che sono stata male ha chiamato e ha deciso di trascorrere il Natale con noi. Cioè, mi correggo: ha deciso di frullarci anche a Natale. Ora si va a Roma per incontrare il Papa (ma poi lo si incontra davvero o è andato in ferie a Castel Gandolfo?) per la sua solenne benedizione. Poi chissà... E intanto mi trascinerò dietro a lui e alla nonna, sbuffanti e a pezzi. Ah, la novità di oggi? Vi ricordate il mio precedente post al punto 6 dove rispondevo ad una ex compagna di classe? Sarà un caso ma guardate cosa si legge sulla staccionata di fronte al mio portone (un paio di metri dove stava la povera moto e proprio in faccia a chi esce da casa mia)? Mah, riprenderemo il blog a dopo le feste, sempre che mio padre deciderà di non trasferirci tutti in Kuwait :-)))) Smetterla? E perché mai!? Buone feste a voi che potete..... Un bacio

domenica 21 dicembre 2008

Risposte alle vostre domande

Mentre i miei vecchi si godono il meritato riposo io faccio presenza qui come attestato di esistenza in vita, intanto mi prendo due minuti per rispondere in ordine sparso a qualche vostra domanda che mi avete fatto via mail e via sms. 1) Non bevo alcolici da una "vita" e quindi mi reputo lucida nei pensieri, per quanto possa il mio criceto che ho nella testolina supportarmi 2) Ritengo impossibile che una donna, qualsiasi donna, possa portare un paio di jeans senza mutandine. A meno che non sia nei pressi di un pronto soccorso già allestito per lei. Inoltre io le indosso sempre, garantito (fidati) 3) Attualmente non ho alcuna intenzione di incontrare nessuno, men che meno chi non conosco già e non consideri più che innocuo. Il futuro è nelle mani di Dio e come tale non a mia portata. 4) Una fidanzata si distingue da una suocera per una miriade di cose, una di queste che non ti chiede nulla in cambio di ciò che ti dà. Nessuna eccezione. 5) Sono cattolica ma per nulla perfetta e tra i miei innumerevoli difetti c'è anche la difficoltà al perdono. Però credo nella giustizia terrena e ancor più in quella divina, quindi evito di mettermi alla stessa stregua di cialtroni, figli di puttana ed assassini 6) Allo stato attuale non ho nè "ganzi" nè "gonzi" accanto a me e rispondo appieno solo delle mie azioni, però difendo totalmente ciò che "l'amico in questione" ha scritto sulle mie vecchie compagne di classe 7) Ringrazio Viviana, Marco/odx, Claudio, Carlo e tutti quelli che mi sono stati vicini in questi giorni di m..da. Ringrazio anche Marco Opp. per essere stato di parola e spero gradirà quanto promessogli (appena riesco, giuro) Un grosso bacio a tutti i buoni e buone feste

domenica 14 dicembre 2008

S.Gaspare del Bufalo

Il dolore alle dita della mano sinistra è troppo forte e solo con la destra ho seri problemi a scrivere, specie le lettere maiuscole dove devo usare il control, cioè 2 tastini contemporaneamente. Così vi posto le cose usando copia e incolla, spero vi piaccia lo stesso. Un bacio a tutti e una preghiera: non prendetevela gli uni con gli altri, abbiamo una giustizia terrena ed una divina: io credo in entrambe. Giada
San Gaspare del Bufalo Nato a Roma il 6 gennaio 1786 da Antonio ed Annunziata Quartieroni, fin dai primi anni si fece notare per una vita dedita alla preghiera e alla penitenza e per segni non dubbi della chiamata alla vita religiosa. Tentò anche di fuggire di casa per recarsi ad evangelizzare i pagani, sognando la gloria del martirio. Completati gli studi presso il Collegio Romano che in quei tempi, data la soppressione della Compagnia di Gesú, era diretto dal clero secolare, nel 1798 indossò l'abito talare e si diede ad organizzare opere di assistenza spirituale e materiale a favore dei bisognosi. Si deve a lui la rinascita dell'Opera di S. Galla, della quale fu eletto direttore nel 1806. Ordinato sacerdote il 31 luglio 1808, intensificò l'apostolato fra le classi popolari fondando il primo oratorio in S. Maria in Pincis e specializzandosi nella evangelizzazione dei «barozzari », carrettieri e contadini della campagna romana, che avevano i loro depositi di fieno nel Foro Romano, chiamato allora Campo Vaccino.
Per la Chiesa, intanto, correvano tempi duri: nella notte dal 5 al 6 luglio 1809 Pio VII fu fatto prigioniero e deportato. Il 13 giugno 1810 Gaspare rifiutò il giuramento di fedeltà a Napoleone e venne condannato all'esilio e poi al carcere, che sostenne con animo sereno per quattro anni. Tornato a Roma nei primi mesi del 1814, dopo la caduta di Napoleone, mise le sue forze e la sua vita al servizio del papa. Pio VII gli diede l'ordine di dedicarsi alle missioni popolari per la restaurazione religiosa e morale dell'Italia e Gaspare abbandonò la città, la famiglia ed ogni altro suo progetto per dedicarsi totalmente al ministero assegnatogli, al quale attese per tutto il resto della sua vita, con zelo instancabile.
Quale mezzo efficacissimo per promuovere la conversione dei peccatori, per debellare lo spirito di empietà e di irreligione, scelse la devozione al Sangue Preziosissimo di Gesú e ne divenne ardentissimo apostolo. Si attuava cosí la predizione fatta dalla pia religiosa suor Agnese del Verbo Incarnato nel 1810, da lei confidata al suo direttore spirituale, Francesco Albertini, in seguito direttore di Gaspare e suo compagno di prigionia secondo cui, in tempi calamitosi per la Chiesa sarebbe sorto uno zelante sacerdote il quale avrebbe scosso i popoli dalla indifferenza mediante la devozione al Prezioso Sangue, del quale egli sarebbe stato la « tromba ». Non minore fu la pietà verso Maria S.ma: s'era impegnato con voto a difenderne l'Immacolata Concezione; la scelse in seguito come guida di tutte le sue missioni, cui Maria presiedeva col titolo di « Madonna del Calice »; con la sua immagine ottenne molti prodigi e insperate conversioni. Per meglio raggiungere il suo nobile intento, il 15 agosto 1815 fondò la Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, a cui si iscrissero uomini di grande santità, come il ven. servo di Dio d. Giovanni Merlini, Giovanni Mastai Ferretti, il futuro Pio IX, Biagio Valentini, Vincenzo Tani ed altri ancora, morti in concetto di santità. Nel 1834, inoltre diede inizio all'Istituto delle Suore Adoratrici del Preziosissimo Sangue, coadiuvato dalla b. Maria De Mattias, che egli stesso aveva chiamato a tale missione. Le due famiglie religiose trovarono il terreno fecondatore nella Pia Unione del Preziosissimo Sangue, oggi Unio Sanguis Christi, che insieme con Francesco Albertini, Gaspare aveva istituito fin dal 1808, a vantaggio di tutti i fedeli e che si era propagata in Italià e in altre nazioni.
L'apostolato di Gaspare segnato da fatiche e sofferenze non comuni, benedetto da Dio con frequenti manifestazioni soprannaturali, fu di enorme efficacia. Al suo passaggio fiorivano la fede e la pietà cristiana, cessavano gli odii e il malcostume, si verificavano strepitose conversioni. S. Vincenzo Strambi, che gli fu compagno in qualche missione, lo definí « terremoto spirituale »; le masse lo acclamavano « angelo di pace ».

Sostenne con straordinario coraggio la lotta accanita che gli mossero le società segrete, in parti colare la massoneria. Ma nonostante le loro minacce e gli attentati alla sua stessa vita, non cessò mai di predicare apertamente contro tali sette, fucine di rabbioso laicismo ateo; convertí intere logge massoniche e non si stancò di mettere in guardia il popolo contro la loro propaganda satanica. Per questo era chiamato col titolo glorioso di « martello dei settari ».

Ma un'altra piaga vessava lo Stato Pontificio, come, del resto, anche altre regioni: il brigantaggio. Sorto all'inizio come reazione all'occupazione francese, al fisco e alla leva obbligatoria, degenerò presto in vera delinquenza organizzata. Orde di malviventi si diedero a rapine, a vendette e a violenze, calando dai loro sicuri rifugi sui monti. Pio VII e poi i suoi successori Pio VIII e Leone XII avevano tentato di estirparne la piaga, ma senza successo. Leone XII, allora, dietro consiglio del card. Belisario Cristaldi, affidò la rischiosa impresa a Gaspare, che, con le sole armi del crocifisso e della misericordia evangelica, riuscí a ridurre la terribile piaga nei dintorni di Roma ed a riportare pace e sicurezza tra le popolazioni.
Morí a Roma il 28 dicembre 1837, in una stanza del palazzo Orsini sopra il Teatro di Marcello. S. Vincenzo Pallotti vide la sua anima salire al cielo in forma di stella luminosa e Gesú venirle incontro.
La fama della sua santità si diffuse subito anche fuori d'Italia specialmente in Francia, sia per la guarigione di Francesca De Maistre, figlia del governatore di Nizza e nipote di Giuseppe De Maistre, sia per opera di Gastone de Ségur, che lo fece conoscere con la parola e gli scritti e di Pietro Giuliano Evmard, fondatore dei Sacerdoti e delle Ancelle del S.mo Sacramento, che esortava pressantemente ad invocare Gaspare quale apostolo della devozione al Sangue Preziosissimo di Gesú.

Fu beatificato da s. Pio X il 18 dicembre 1904 e canonizzato da Pio XII il 12 giugno 1954 in piazza S. Pietro. Il suo corpo riposa a Roma nella chiesa di S. Maria in Trivio. Giovanni XXIII°, nel discorso tenuto in S. Pietro il 31 gennaio 1960 per la chiusura del sinodo romano, ha definito Gaspare: « Gloria tutta splendente del clero romano, che fu il vero e piú grande apostolo della devozione al Preziosissimo Sangue di Gesú nel mondo ».

venerdì 12 dicembre 2008

Cavalieri si nasce, assassini lo si diventa

Oggi non volevo inserire la frase celebre perché sono proprio incazzata e depressa, ma, per dispetto verso certi lettori, lo farò lo stesso. Yogi Berra: "Se non andate ai funerali degli altri, loro non verranno al vostro" Cronaca di una lunga assenza dal blog. Da settimane che quasi ogni sera e a volte 4-5 volte nella stessa sera sono costretta a scendere dal portone e a sfilare un ferretto/graffetta infilzata nel citofono che fa suonare continuamente il mio campanello. Stufa di questo e di dove stare in eterna veglia notturna per un imbecille, ecco l'idea del genio: non aspetto in casa ma faccio ronda intorno al palazzo. La mia idea fu stroncata nel giro di sei notti (avevate notato che non vi scrivevo più di notte, vero?) quando scese su Monza un gelo siberiano. Da qui il genio mostra il suo vero volto: attendo sì fuori casa ma sulle scale, dentro il portone. Mossa astutissima, posizione felice e.... tanti cordiali saluti ai vicini di casa dagli occhi strabuzzanti e dalle frasi stupide come loro. Ho trascorso quattro nottate con il cellulare in modalità foto notturne in mano, la chiave di casa dall'altra e pronta a tutto come una 007 ormai in carriera. Ero certa che la mia idea avesse la migliore fortuna quando vedo un tipo (descritto molto bene alla polizia) adulto che si avvicina al citofono e sembra armeggiarci su. Mi alzo, punto il cellulare e... scatto. Scatto una sega di nulla perché quel figlio di p... che ha progettato il Nokia 6151 ha previsto che dopo una lunga assenza senza fare foto la modalità "fotografia" si mette in stand by. Il tipo mi vede dentro e fa qualcosa, io giro i tacchi e procedo lestamente verso casa mia, al primo piano. Non appena mi volto puntando dritta verso la prima delle due rampe di scale sento che qualche vicino di casa, "furbacchione", ha aperto il portone. La mia fuga si fa pazza, perdo una ciabatta sulle scale ma me ne infischio, mi infilo il cellulare negli slip e scelgo la chiave di casa; la infilo nella toppa di casa ma questa stronza non gira, si inceppa. Tiro fuori la chiave per vedere se è quella o l'ho sbagliata e la mia testa si infila a velocità 100 km/h contro lo stipite del portoncino di casa. Mi giro, guardo in faccia la morte e il bastardo che in quel momento la rappresenta e non capisco più nulla: so che l'ho morso, graffiato, tentato di accecarlo e lui mi ha sbatacchiata per terra. Ho un flash di me che sto per dare una clamorosa musata contro uno scalino e d'istinto decido di girare la testa e salvarmi i denti, ma a scapito dell'orecchia destra e del mento. Mi ricordo un fortissimo colpo ricevuto in pancia che mi ha lasciata a bocca aperta mentre lo guardavo e sapevo che stavo incontrando mia mamma. A meno che non uscisse quella deficiente che ha aperto il portone alle 5 di mattino a uno sconosciuto! Il resto non lo so. Ho visto due foto di me a terra con un'aureola di sangue intorno alla mia testa, io sembro morta, bianchissima. Le foto sono state scattate dalla figlia dei miei dirimpettai, mentre l'ambulanza veniva a portarmi via. Io riprendo a raccontare davanti a due medici che mi guardano dall'alto in basso e si parlottano tra loro. Quando inizio a capire qualcosa sento dire che "va tutto bene, tua nonna è in ingresso e ti aspetta". Invece stava pregando: pregava per la mia vita, pregava per la mia testa che dopo certe botte così forti inizi a ragionare meglio di prima. Pregava San Gennaro e un santo dal nome buffissimo ma "potente assai" per mia nonna: San Gaspare del Bufalo. Ora sono a casa (da ieri pomeriggio) e sto bene, se ci eccettua metà viso gonfio e bluastro, tre fratture alle dita anulare e medio della mano sinistra, due costole incrinate, una "rima" nel bacino. Mi hanno rasata a zero in testa e bucata polsi, dita e avambracci peggio di una tossica. Dolore in ogni millimetro quadrato di me, dentro e fuori, soprattutto nel mio orgoglio di donna ferito a morte davanti e dietro lo specchio. Un grande sabato mattina insomma. Ora dopo una settimana dall'incontro di un vero assassino riprendo a scrivere. L'avvocato amico di mio padre deve pur vivere ed io gli sto dando più cause di molti suoi affezionatissimi clienti: sia civili che penali. Mi dicono che ho una certezza: qualcuno prima o poi mi rimborserà tutto questo. A meno che non sia un nullatenente disperato...... E disperata, ora, lo sono io: perché mia mamma non mi ha voluta con sè?

venerdì 5 dicembre 2008

Da leggere: importante!

Un bacio a tutti! Giada
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giovedì 4 dicembre 2008

Amore o amicizia?

Penso, dunque sono single. (Lizz Winstead) Quando incontravo un amico simpatico ma brutto e "appiccicoso" e questi mi ossessionava con la domanda tipica dei teenagers innamorati "Giada, usciresti con me?" o, peggio, "ci fidanziamo?" la risposta preconfezionata era: "sei un carissimo amico, perché rovinare tutto mischiando amicizia con l'amore?" In genere ci rimanevamo malissimo, offesi nell'onore. Si erano esposti ed erano stati rifiutati. Anzi, peggio: ti avevano dato in mano un'arma per ucciderli davanti ai loro migliori amici. O ai peggiori nemici, a scelta. Ieri notte questo è capitato anche a me. Sono arrivata ad un punto di "cottura", di innamoramento, di perdizione verso un'amica che, dopo giorni di interminabili telefonate, di risate, di pianti, di accenni, gliel'ho detto: "Amore ci fidanziamo?" Devo dire che è stata dolcissima e non mi ha umiliata: "Credo che tra me e te ci manca solo fare del sesso tra noi. Se è questo ciò che vuoi scordatelo. Per il resto siamo già.......... AMICHE!" Non mi sono infilata nel discorso, altrettanto interminabile, del "ma cosa volevi dirmi con......" ma, dopo una notte interamente trascorsa a pensarci su ora credo di aver capito: cambia la frase ma il concetto è sempre lo stesso :-(((

mercoledì 3 dicembre 2008

Auguri Asia (in ritardo) e buon Natale (in anticipo)

Persino gli amici più inseparabili non possono partecipare l'uno ai funerali dell'altro. (Kehlog Albram) Ok, vi confesso che sono un bel po' giù: ogni volta che arriva il Natale mi ricordo di mia mamma che attese di festeggiarlo con mio padre e me prima di sottoporsi ad accertamenti per un "doloretto". Prima della fine dell'anno già sapevamo che ci stava per lasciare e 42 giorni dopo se ne andò per sempre, lasciando nelle ultime settimane della sua vita il peggiore ricordo che ho di lei. Però non voglio togliere a nessuno il gusto della meritata festa e quindi..... magari io soprassiederò e vi parlerò di altro. ieri una mia ex compagna di classe ha compiuto 20 anni: auguri di vero cuore Asia e, se ti ho detto o scritto qualcosa di male, perdonami. Il mio ricordo di te è buono. Molto buono se togliamo quei 2-3 mesi che ti eri incaponita con un'altra nostra compagna di classe per farla abortire "a tutti i costi" anteponendo la sua libertà a non essere madre al diritto alla vita del più debole in gioco.

martedì 2 dicembre 2008

Ogni promessa è debito.

Alessandro Bergonzoni: "Di questo potrei parlare all'infinito, ma odio Leopardi e tutti i poeti da pelliccia."

A proposito di pelliccia, infatti, volevo pagare il pegno promesso: ho fatto un sondaggio e mi avete risposto per 66 % che vorreste un blog su di me e magari un po' spinto e per il 33% rimanente che dovrei continuare a parlarvi dell'angelo Alice. Così ora pago il mio pegno e da domani riprendo a parlarvi dell'angelo e di me, come è d'altronde il titolo del blog. Eccomi in un flash nell'albergo di Riccione dove ho alloggiato in vacanza. Devo chiedervi di chiudere gli occhi perché, lo so, un seno bicolore fa schifo. Ma la colpa è tutta di mio padre che mi ha sempre impedita di prendere il sole integrale come avevo fatto soltanto per un'oretta (prima che mi beccasse; stavo per scrivere "prima che mi scoprisse", ma ero già abbondantemente scoperta....) Ah, a scanso di equivoci: io tifo Monza calcio e Caserta basket, non sono.... juventina (tetta traditrice) P.S.: ho dovuto coprirmi parzialmente il viso perché, tra i lettori c'è anche mio padre che già è incazzatissimo con me... Ed ecco l'altro mio pegno, ma stavolta verso una cara amica: Daniela. Sono più che sicura che il voto contro il blog su di me in versione hard sia stato il suo e difatti, appena messo su il blog, mi ha detto: "se metti foto tue di nudo le devi mettere anche di me" Ho indagato a lungo se questa frase fosse dettata da gelosia (vuole dire che mi vuole bene, no?) o da altro (egocentrismo? Protagonismo? Hehehe), ma senza fortuna. Vabbè, mi serve per farmi perdonare la tetta juventina...