sabato 31 marzo 2012

All'inferno e ritorno. E ora...?

Va bene che siamo prossimi alla Pasqua ma io non avevo alcun desiderio (nè alcun diritto) di provare a togliere il record del nostro Signore: morire e risorgere in meno di 3 giorni.
Io ci ho messo 5 giorni.

Adesso non so se essere contenta, o triste o...
Sì, forse lo so: ora sono più responsabizzata. Ma il futuro è ancora più oscuro e misterioso che mai in vita mia.

Per cercare di chiarire le mie idee provo a sunteggiare cosa mi è successo in questi ultimi giorni.

Negli ultimi 20 giorni ho notato che il mio "ciclo" era a ritmo quasi settimanale e al terzo evento mi sono decisa di recarmi da un ginecologo qui vicino. Tenendoci alla mia vita mi sono informata del migliore della città.
Così, Lunedì scorso, quasi 45 minuti e 250 Euro dopo, mi trovo faccia a faccia col dottore che mi prescrive una serie di analisi e, alla mia richiesta di spiegazioni, se ne esce con un "probabile presenza tumorale al collo dell'utero".
Insomma: nel migliore delle ipotesi rimarrò sterile; nella peggiore voi vi liberavate definitivamente di me.

Sono uscita dal medico con la testa frastornata: "certe cose" accadono agli altri, mai a noi. Allora perché stavolta mi trovo io in mezzo a questi triboli?
Io sono una che ha tentato per ben 7 volte il suicidio (un'ottava volta era quasi uno scherzo) e non dovrei aver paura della morte, ma adesso che mi ero messa in ricerca del mio Creatore, che avevo (o pensavo di avere) mia sorella accanto a me anche se non con una presenza corporea, adesso ne sento il fetore disgustoso dell'alito della Signora Morte. Ora sento il terrore scorrere dentro le mie vene al solo accenno che "stavolta tocca a me" lasciare questo schifo di Mondo.
Così mi sono appellata alle ultime mie energie fisiche, al mio inesistente sangue freddo, e ho prenotato con urgenza gli esami: sangue e urine tra le prime.
(intanto cercavo di arruffianarmi Dio e tutti i miei cari estinti, promettendo tutto ciò che mi è più caro, per poter continuare a vivere la mia schifosa vita di prima. Paragonata alla morte andava bene anche quella!)

Ieri mattina ho ritirato gli esami e sono volata dal medico personale (una giovane e burbera donnona): inutile leggere gli esiti, intanto non capisco certe parole mediche in italiano, figurarsi in francese.
La dottoressa prende il plico, lo apre con un fare da pokerista incallita; poi posa il plico, mi chiede di togliermi la maglietta, abbassarmi la gonnella e mi fa sdraiare sul lettino.
Mi chiede del motivo della mia prima visita col "professorone da 250 Euro a botta" e le spiego i miei problemi fisici degli ultimi 20-25 giorni.
Questa dottoressa non ride mai e mai muove la bocca, nemmeno quando parla: sembra finta, se non fosse per una serie di respiri affannosi quando muove i suoi 100 kg e passa di peso.
Mi alza meglio la maglia, mi cosparge il pancino di un gel ghiacciato e inizia a giocare con un mouse tra il pube e l'ombelico. Poi si sposta, mi fa girare da un lato. Alza il volume di un monitor e sento il rumore di un velocissimo tamburino.
Con la sua solita aria seria e senza muovere la bocca mi dice: "cara ragazza, tu non hai un tumore dentro di te, tu hai un bimbo".
"E adesso ti dico di quante settimane è"
Prende una rotellina di cartone, mi chiede la data delle mie ultime "reali" mestruazioni, non capisce la mia poca loquacità e mi dice: "tra le 7 e le 8 settimane"

Io cerco una difesa e le dico: "dott, io prendo regolarmente la pillola"
E lei, senza muovere un muscolo facciale: "lo vuoi tenere o... vuoi interrompere la gravidanza?"
Io ero allibita, non per la sua ultima domanda ma per tutto ciò che avevo sentito prima.
A un certo punto si alza in piedi, sbuffa e mi ripete, forse per la milionesima volta, se il pupo lo tengo o lo elimino.
A un mio cenno del capo lei mi ordina: "allora smettila immediatamente di prenderla e prendi queste" (inizia a scrivere); ogni tanto una pausa, poi una frase, detta tipo abbaio di cane: "riposo assoluto"... "intesi signora?"
... "niente sforzi!".... "fai sport?"... "niente corse"... "vieni a trovarmi ogni Martedì e ogni Venerdì"... "rivestiti"... "tieni" (mi porge un paio di foglietti)... "ci vediamo Martedì"... "bonjour"

Esco da lì, ieri, e non mi reggevo in piedi.
Pensavo a tutto. E pensavo a nulla.
Adesso come lo dico alla mia compagna?
E cosa ne faccio dello studio universitario?
Il lavoro...
I soldi...
E la mia vita di "ragazza"...
Dove vado a vivere...?
Dove faccio questo bimbo?
Cosa succederà da oggi in poi?
.... ??????

Tutto ieri ero in stato confusionale, tipo pugile dopo un "ko" durato una settimana.
Non ho chiuso occhio per tutta la notte e sto "partorendo" le prime decisioni:
* dirlo subito a Helen
* smettere immediatamente ogni cazzeggio, gioco, perdita di tempo,...
* e ogni spesa inutile (parrucchiere compreso?)
* darci sotto con gli esami e portare a casa la tesi prima della nascita del mio "erede" (di un bel nulla)
* molte, moltissime altre cose, tagli sul tempo e sulle spese, sulle cose inutili, sul mio tempo libero, sulle brevi pause, sul mangiare schifezze, sulla birra, sulle siga, su... sulla mia vita da 21enne (tanto era una vita di merda!!!)

Oggi non ho nemmeno sonno, finisco qui e torno a studiare e riempire fogli di tabelle di marcia, di cose da comprare, da fare, da sistemare... non dormo da quasi due giorni e sono piena di vita, fuori e... dentro di me.
E' una cosa spaventosa, specie per chi non ha un compagno di vita maschio, una casa e un futuro. Ma nemmeno un presente, diciamolo con franchezza.
E ripenso a tante cose dette in questi casi ad amiche o a mia sorella grande; alle cose che ho fatto per evitarmi di essere a questi punti e a cosa non ha, evidentemente, funzionato. Al fatto se dirlo o no al padre del piccolo, ecc...
Eccovi spiegato perchè sarò latitante a lungo... perdonatemi!

giovedì 22 marzo 2012

Ehm, ehm... Professoroni universitari desidero una risposta. Grazie!!!

"Rifiutata al colloquio di lavoro perché ho la laurea". Su Affari la denuncia choc di una 29enne


esami studenti
Mentre si discute dell'abolizione del valore legale della laurea, con l'avvio di una consultazione online da parte del governo, ad Affaritaliani.it arriva la denuncia di una 29enne, laureata e in cerca di un nuovo impiego. Che lancia una proposta provocatoria: "Forse non sarebbe meglio eliminare del tutto la laurea? Io sto per toglierla dal curriculum. Nel mio ultimo colloquio di lavoro mi è stato chiaramente detto: se non fossi stata laureata, ti avremmo assunto".
In breve racconta l'esperienza del suo colloquio 'non andato a buon fine': "Lo scorso settembre mi sono candidata per la posizione di archivista e document controller per una società di progettazione che ha l'appalto di un grosso cantiere a Milano. La candidatura si doveva fare attraverso una società di recruitment. Il primo colloquio, avvenuto già a settembre con la società di intermediazione, era andato molto bene, ma poi non mi hanno scelta. E sottolineo che ho fatto questo lavoro per 5 mesi: un periodo non troppo lungo, ma sufficiente per capirne le dinamiche".

A dicembre viene contattata di nuovo perché si sta aprendo un'altra posizione. Nuovo colloquio con il direttore del personale, con la ragazza che sarebbe dovuta andare in maternità a breve e con un'altra "responsabile": "Erano molto interessati alla mia specifica esperienza, mi hanno dato buone chance di essere inserita. Dopo qualche giorno, però, ho saputo che a causa di problemi interni alla società non avrebbere per il momento preso nessuno".
L'odissea continua con una nuova puntata il mese scorso, quando la 29enne viene contattata di nuovo: "Mi dicono che la ricerca si era ri-aperta  e che sarei stata di sicuro una delle candidate favorite perchè ero piaciuta molto. Ho sostenuto allora un colloquio identico al primo, con il direttore del personale e altre due ragazze del team per il quale avrei dovuto lavorare".
Di nuovo un contratto di sostituzione di maternità: "Il colloquio è andato oggettivamente bene: mi hanno fatto molte domande pratiche sul lavoro che avevo fatto e anche su alcune esperienze precedenti che sarebbero comunque potute servire anche per questa posizione. Sapevo che c'erano una o due altre ragazze nella rosa dei candidati. Non avendo più ricevuto chiamate ho pensato che di nuovo la selezione non fosse andata a buon fine. Questa volta però ho voluto chiamare il direttore del personale in questione per esserne sicura e per magari sapere che cosa nn fosse andato bene. Questa persona mi ha gentilmente risposto le testuali parole: "So che oggi pomeriggio hanno scelto e purtroppo anche per questa volta la scelta non è ricaduta su di lei. Io avrei scelto lei."
A questo punto la candidata chiede che cosa non abbia funzionato il colloquio e il direttore risponde: "Le altre due ragazze del suo stesso sesso hanno preferito un'altra. Loro non sono laureate (hanno un percorso differente dal suo) e secondo me non volevano una persona che a lungo andare avrebbere potuto dimostrare una cultura più ampia della loro. Non si scoraggi. Per me era andata molto bene".
"Sono rimasta delusa, ma soprattutto incredula - conclude la giovane -. Tra l'altro io sono laureata in beni culturali, una laurea che non c'entra nulla con una società del genere e con il lavoro che avrei dovuto fare".

martedì 20 marzo 2012

mamma, obbedisco!

Quando non vedi i genitori da 16 mesi e ricevi una mail da tua madre, cosa puoi risponderle?

Mia madre mi ha inviato una mail venerdì scorso scrivendomi:
figlia cara mi farebbe piacere vederti e scambiare con te qualche parola, io alloggerò all'hotel......... a Parigi da domenica mattina e fino a tutto mercoledì. So che sei poco distante da lì e avevo intenzione di pranzare con te domenica poichè è il giorno che sono meno impegnata. Ti aspetto
Letta una roba del genere l'unica cosa che potevo fare era risponderle con una mail dicendo solo una parola:
Obbedisco!

Così, Domenica, con mooolta calma, ho preso il treno e in poco più di 2 ore ero all'albergo dove alloggiava mamma: si erano già fatte le 14 e poco più. Entro nella hall, mi faccio annunciare e attendo che lei scenda.
Mi vede, ci abbracciamo a lungo e mi invita al bar dell'albergo.

Avrei già dovuto andarmene quando mia madre mi ha fatto notare che avrei dovuto arrivare all'ora di pranzo; o, pochissimo dopo, quando ha ripreso la storia del mio ex (ultimo) fidanzato (o comunque avrei dovuto risponderle:"sono tutti affari miei!") o quando ha iniziato ad elencarmi le "malefatte" che ho combinato dalla più tenera infanzia fino a oggi. In ogni caso una donna che si rispetti avrebbe dovuto prendere la borsetta e dargliela sul muso quando le scappò detto: prima di scriverti la mail ho sentito l'avvocato.
Ovvio che l'avvocato era per via della sua (eterna) separazione da  mio padre, niente contro me. Però mi è suonato così sgradevole quella frase che, dentro la mia mente, sono scattata in piedi e me ne sono andata.
Invece il corpo è rimasto: avevo voglia di rivedere un volto "amico"; ops, "conosciuto e familiare" (è più onesto dire così, dai).
Ma quando il mio cervello era ben saturo di "frasi materne" ho fatto il gesto di guardare l'orologio e lei, prendendo la borsa e tirando fuori il libretto degli assegni ha sbottato: quanto vuoi per tornare a casa?

Ho contato fino a cento, mille e poi un milione. Ho preso fiato, ho ingoiato qualche parolaccia e poi le ho detto, con un filo di voce (tipo telefonista hard): mamma, quanto vuoi per smetterla di trattarmi come una troia? E me ne sono andata...

Poi sul treno di ritorno mi sono venute in mente milioni di frasi che le avrei dovuto/voluto dire in quella circostanza: peccato! Non potrò più usarle poiché ho il terribile sospetto che Domenica scorsa sia stata l'ultima volta che ho visto mia madre.
A questo pensiero mi sono scesi grossi lacrimoni (più di rabbia che di tristezza) ma, a distanza di oltre 2 giorni, sono ancora scossa, triste e, soprattutto, nervosissima.

E proprio stamattina ho rifiutato il 28/trentesimi dell'esame dato Venerdì scorso: avrebbe dovuto essere il mio penultimo esame. Beh, spero con tutto il cuore che sia stato il terz'ultimo.
Comunque, "mamma, obbedisco!" ma proseguo la strada che mi sono creata io da sola.
E grazie del pensiero!

venerdì 16 marzo 2012

Ecco come la RAI spende i soldi del canone: una vergogna!!

Una vergogna grande come una casa, come la sede RAI a Roma. Ecco come il Direttore di RAI4 risponde alle critiche mossegli da un giornalista poiché ritiene poco edificante mostrare in RAI, in un orario mattutino (e quindi accessibile anche a minorenni), rapporti omosessuali espliciti; o rapporti di donne con più uomini!
Roba da giornaletti pornografici, non da chi usa i soldi pubblici degli italiani!
Ascoltiamo come i sinistri al potere diano del "fascista" a chiunque osi dire ciò che pensa: vergognoso!
Ma smettiamola, smettetela, di pagare questo furto "legalizzato"!

Clikka qui per ascoltare la telefonata tra il direttore di RAI4, Freccero, e un giornalista di Libero, Borgonovo

mercoledì 14 marzo 2012

Ahi ahi ahi, poveri maschietti! (e povere noi!!!)

Quando il sesso si farà col microchip

di Marcello Veneziani
Da giorni attendo invano rassicu­razioni e sm­entite dopo la ricer­ca dell'università di Padova secondo cui il pene degli italiani perde un centimetro ogni 50 anni
Da giorni attendo invano rassicu­razioni e sm­entite dopo la ricer­ca dell'università di Padova, apparsa su Libero , secondo cui il pene degli italiani perde un centimetro ogni 50 anni a causa dello smog e dell'obesi­tà. Secondo i ricercatori saremmo passati dalla media di 10 cm del dopo­guerra a una media di 89 millimetri. E già misurare su base millimetrica è un brutto presagio. È esclusa la causa politica, secondo cui l'ideologia viri­le e megalomane del fascismo favori­va falli imperiali; poi nell'era demo­cristiana le pudenda si accorciarono e ora, dopo i tagli dei tecnici, la larva si è ridotta a un pen driver di minima funzionalità. I ricercatori spiegano che l'inquinamento, il cibo e la ciccia modificano ghiandole e ormoni. Im­magino che i cittadini delle metropo­li più inquinate, dove si mangia pure nei fast food, abbiano organi sessuali lillipuziani; mentre in provincia e in campagna il gusto ci guadagna. Re­stano da capire due cose: se il calo ri­guarda solo gli italiani decaduti a la­tin pover; e se riguarda pure le don­ne, tra vagine ristrette e tette ridotte a mimose. Stando ai dati regressivi, nel giro di poche generazioni saremo depenalizzati. Il sesso si renderà irre­peribile, passerà alla clandestinità e si farà solo sesso virtuale sul web. Il pene sarà ridotto a un cursore ed en­trerà nei corpi femminili solo con pas­sword.
Alla farfalla di Belén il ma­s­chio latino risponderà col pungiglio­ne di zanzara.
Per indossare profilat­tici serviranno microscopi di alta pre­cisione.Sulle mutande sorgerà una lapide in memoria.

lunedì 12 marzo 2012

sabato 10 marzo 2012

Jack lo Squartatore è tornato!


Jack lo Squartatore a Londra? 


Scotland Yard conferma:


 la ragazza mutilata era 


l'attrice Gemma McCluskie


Da una settimana si erano perse le tracce e un centinaio di persone avevano setacciato l’East End londinese, mettendo manifesti con la foto della ragazza ovunque. Sino alla macabra pesca che ha fatto svanire le speranze di ritrovarla e riportato alla luce il fantasma di Jack The Ripper.   
I dubbi (viste le condizioni del cadavere) sono divenuti delle certezze proprio in queste ultime ore: la polizia ha confermato che la vittima è Gemma McCluskie.Professione attrice. E non in fiction di serie B, ma in una trentina di puntate della più popolare soap opera del Regno Unito; la 29enne era infatti apparsa in EastEnders (che va in onda su Bbc One dal 19 febbraio 1985) nella parte di Kerry Skinner.
                                    

    Londra è ancora sotto c
hoc
 per un truce omicidio avvenuto nei giorni scorsi e sta dilagando la paura. E' tornato Jack lo Squartatore?Se non sotto forma di fantasma, di sicuro potrebbe aggirarsi per le vie della capitale londinese un suo emulo. Tutto è iniziato, quando dal Tamigi è stato ripescato un corpo senza testa, senza braccia e senza gambe.
Omicidio senza un colpevole?La polizia ha fermato il fratello maggiore della donna, Tony McCluskie, ma nulla è certo. L’uomo aveva detto che Gemma "non era proprio il tipo che scompare senza lasciare tracce".

mercoledì 7 marzo 2012

Riportiamoli a casa, subito!!!



l'ipocrisia SINISTRA di certe persone...

La Sgrena ha orrore
delle divise ma non
se servono a salvare lei

di Gian Micalessin
La giornalista del Manifesto liberata in Irak al prezzo della vita di Calipari adesso condanna senza pudore i marò. È il simbolo dell’Italia che odia i militari
Quando lunedì il sindaco Giuliano Pisapia e la giunta di Milano han rifiutato di esporre uno striscione per chiedere la liberazione dei nostri due marò qualcuno ha fatto un sogno. S’è illuso che il gesto innescasse la protesta delle due Simone, di Giuliana Sgrena e della pattuglia di «prigionieri» afghani, tra cui il collega di Repubblica Daniele Mastrogiacomo e i volontari di Emergency Marco Pagani, Matteo dell’Aira e Matteo Garatti. A loro nessuna istituzione negò mai solidarietà partecipazione e spazi durante i difficili momenti della prigionia.
Ma era solo un sogno. Nessuno ha aperto bocca. Nessuno ha mosso un dito per chiedere che a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone fosse riconosciuta la stessa solidarietà. Le ragioni del distratto silenzio di molti ex prigionieri restano ignote. Conosciamo però quelle di Giuliana Sgrena. La giornalista del Manifesto - salvata grazie all’impegno del governo Berlusconi e al sacrificio del funzionario del Sismi Nicola Calipari - le ha chiarite in un articolo dello scorso 22 febbraio. Nell’articolo la Sgrena agita il sospetto che un successo della nostra diplomazia si possa «tradurre facilmente in impunità». Insomma i due marò sono probabilmente colpevoli e se per caso tornassero in Italia sarebbero velocemente scagionati.
La Sgrena manco si sogna di ricordare che l’attacco dei pirati all’Enrica Lexie e la morte dei due pescatori, sono due episodi distinti e separati. Per lei le ricostruzioni della nostra Marina militare e il rapporto dei nostri marò vale zero. Per lei il Verbo è quello della polizia indiana.
In questa chiave anche i tentativi di allontanare i pirati e le raffiche sparate in aria diventano espressione di una logica violenta. «Ancora una volta si parla di avvertimenti, quali avvertimenti (luci, spari in aria) e contro chi? – si chiede la Sgrena - avvertimenti che se anche ci fossero stati non sarebbero nemmeno stati compresi da pescatori che nulla avevano a che fare con logiche militari in acque non abituate ad atti di pirateria». Insomma per Giuliana i pirati non esistono. Per lei esistono solo le «logiche militari».
E quelle logiche hanno trasformato i due fucilieri di marina in assassini. «Il caso dei marò è di estrema gravità – spiega la giornalista - perché sancisce il diritto di uccidere chiunque venga sospettato di poter essere un pirata: la guerra si trasferisce dai paesi sotto occupazione alle acque più o meno internazionali, poco importa». Poco importa, vien da pensare, che la Sgrena debba la propria salvezza al sacrificio di un uomo in divisa. Dietro ragionamenti come questi fan capolino, purtroppo, gli stessi schemi mentali e gli stessi odii di mezzo secolo fa quando i comunisti italiani non consideravano i militari figli della stessa bandiera, ma servi di un sistema colpevole di contrapporsi all’Unione Sovietica. «Mutata mutandis» l’estrema sinistra riciclata sotto le bandiere del pacifismo continua a detestare le forze armate e a riproporre l’antica contrapposizioni. Chi milita nelle sue fila è preventivamente buono od innocente. Chi ha scelto la professione del militare è un nemico del popolo, un potenziale criminale da abbandonare e dimenticare.
Le frange più estreme di quella sinistra si trastullano ancora con slogan come «10 100 1000 Nassirya». Quelle slegate da logiche così aberranti, continuano ad esibire nei confronti delle Forze armate sentimenti che spaziano dall’estraneità all’ostilità. La Sgrena continua a mal digerire l’immagine televisiva di lei ferita tra le braccia di un funzionario dei nostri servizi segreti. Emergency e Gino Strada si guardano bene dal collaborare con i nostri militari in Afghanistan. E un sindaco di Milano, reduce di Democrazia proletaria prima e di Rifondazione comunista poi, si guarda bene dall’esprimere un briciolo di solidarietà per i nostri fucilieri di marina. A tutti costoro non devono ancora aver spiegato che il comandante supremo dei due marò detenuti in India e delle nostre Forze armate è un ex comunista chiamato Giorgio Napolitano.