venerdì 30 aprile 2010

Cosa dice il tuo corpo?

In pillole

* Per la medicina ippocratica le singole persone sono inserite in una di queste quattro tipologie: il 'bilioso', il 'sanguigno', il 'linfatico' e il 'nervoso'
* Una volta identificato il proprio gruppo d'appartenenza, facendosi aiutare dal medico specializzato in terapie naturali, è possibile mettere in atto una serie di correzioni del proprio stile di vita.



C'è un altro modo per guardarsi allo specchio per riconoscere alcuni elementi essenziali del fisico, un mix di elementi ereditari (genetici) ed acquisiti (dall'ambiente, dalla vita e dai rapporti con gli altri).



L'insieme di queste caratteristiche tratteggiano una particolare personalità psicologica legata ad una precisa costituzione fisica che per la medicina ippocratica è inserita in una di queste quattro tipologie: il 'bilioso', il 'sanguigno', il 'linfatico' e il 'nervoso'.

Una volta identificato il gruppo di appartenenza, facendosi aiutare dal medico specializzato in terapie naturali, è possibile mettere in atto una serie di correzioni del proprio stile di vita che sostengano i punti deboli e prevengano i disturbi tipici del gruppo di appartenenza.


TIPO 'BILIOSO'

Aspetto: magro dal colorito piuttosto olivastro. Ha spalle larghe, ossa e muscoli ben definiti con la tendenza ad essere gracile. Le mani sono proporzionate e robuste, le dita sono nodose. Il viso è leggermente rettangolare, la voce è forte e chiara. Gesti, sguardo e scrittura sono decisi

Carattere: estroverso, creativo, pieno di iniziativa ma tendente al collerico, con punte di aggressività e di polemica, a volte risulta logorroico.

Salute: i disturbi principali sono legati alle emozioni non risolte che scatenano allergie, eczemi, orticaria, il mal di testa 'biliare' che prende l'angolo dell'occhio e scende verso il collo. Questa sintomatologia è legata all'attività del fegato e dello stomaco (digestione, gastrite). A volte possono comparire i reumatismi.

Azioni volte al benessere: scaricare l'aggressività dopo un'arrabbiatura facendo una passeggiata oppure facendo delle attività domestiche intense (sbattere il tappeto, lavare i vetri). Evitare carni rosse ed insaccati, puntare su frutta (in particolare agrumi) e verdura, cereali integrali, ridurre uova e latticini. Depurare il fegato con un infuso a base di tarassaco, carciofo, rafano nero e cardo mariano in parti uguali.


TIPO SANGUIGNO

Aspetto: figura elegante, corpo con linee armoniose ma a volte abbondanti. Il viso ha una forma esagonale, con zigomi sporgenti ed alti ed un colore rossastro. Le mani sono lunghe con dita agili. La voce è esuberante e lo sguardo vivace.

Carattere: allegro, socievole, passionale, ama i piaceri della vita, la compagnia e il buon cibo. E' una persona ansiosa che affronta la vita di petto.

Salute: si alza piena d'energia che esaurisce durante la giornata. Il punto debole è il cuore e la circolazione, bisogna tenere sotto controllo la pressione e le ansie. Possono comparire aritmie, ipertensione, cefalee frontali, disturbi della memoria.

Azioni volte al benessere: sono indicate le pratiche di rilassamento come lo yoga. Bisogna evitare di mangiare carni rosse, cibi contenenti grassi, alcolici e caffè. In estate è necessario mangiare il più possibile verdure crude e puntare sui legumi. Sono di aiuto il cobalto-manganese (una fiala due volte alla settimana) e il magnesio (una compressa da 200 mg al giorno)


TIPO LINFATICO

Aspetto: corpo esile, allungato a volte ricurvo verso avanti con spalle strette. Il viso è a forma conica (più largo nella parte inferiore) con colorito pallido e mascelle larghe. Voce calma e profonda, gesti lenti e grafia rotonda.

Carattere: calma, contemplativa, sognatrice. Ama vivere lentamente a volte diventando pigra, disordinata, perfino triste e indifferente.

Salute: tende a stancarsi velocemente durante il giorno. Il sistema linfatico è pigro e non riesce ad eliminare le scorie. Possono comparire infiammazioni alla ghiandola linfatica e ritenzione idrica oppure disturbi all'apparato respiratorio, riniti, bronchiti e sinusiti.

Azioni volte al benessere: camminare lentamente, meglio se in mezzo alla natura, senza fare sforzi cercando di eliminare i pensieri negativi. Eliminare tutti i carboidrati raffinati e i latticini che rallentano la circolazione linfatica. Ripulire le vie respiratorie con un infuso di liquirizia ed echinacea ed assumere manganese-rame (una fiala due volte al giorno).


TIPO NERVOSO

Aspetto: figura slanciata e portamento eretto. La mano è corta ed ha la tendenza a gonfiarsi, le dita hanno unghie fragili. Il viso è di forma triangolare e solitamente di un colorito scuro. La voce è flebile e lo sguardo irrequieto. Gesticoli molto e la grafia è piccola ed instabile.

Carattere: sensibile, curiosa, grandi capacità intellettuali a volte hai difficoltà di concentrazione diventando suscettibile ed apatica.

Carattere: già al mattino si sente stanca e spreca molte energie a rimuginare.

Salute: la predisposizione è verso infiammazioni all'apparato urinario ed infiammazioni ai nervi (nevralgie, nevriti). Possono comparire mestruazioni dolorose o assenti.

Azioni volte al benessere: è importante lavorare sulla propria autostima. Sono di aiuto le alghe e gli azuki (fagioli scuri giapponesi), l'alimentazione deve puntare sul pesce, le verdure cotte, le patate. Assumere rame-oro - argento in fiale (a giorni alterni) nei cambi di stagione e preparare un infuso a base di solidago, equiseto, echinacea e zenzero.

mercoledì 28 aprile 2010

da "Il Giornale"

(articolo di martedì 27 aprile 2010)

Il feto sopravvissuto? È l’aborto choc che nessuno racconta

di Melania Rizzoli
Il piccolo è rimasto in vita due giorni. Succede spesso se l’interruzione avviene oltre la metà della gravidanza. In questi casi i neonati vengono lasciati morire senza assistenza
Il cappellano del nosocomio di Rossano, in provincia di Cosenza, sabato scorso aveva saputo che la mattina presto era stato eseguito un aborto terapeutico nel suo ospedale, e verso le 12, dopo aver celebrato la messa e aver fatto il giro dei malati nelle corsie, si è avviato nella sala operatoria dove era avvenuta l’interruzione di gravidanza, per pregare per un’altra anima mai venuta al mondo.
Il prete si è avvicinato al tavolo di metallo dove, in un fagottino di tela bianca, era stato deposto il feto di 22 settimane abortito da oltre quatto ore… e con orrore ha notato un movimento. Quando ha scostato il telo ha potuto constatare che il feto non solo non era morto, ma era ancora vivo, respirava e si muoveva, nonostante il cordone ombelicale non legato, il tempo trascorso dall’uscita dall’utero materno, e il freddo dell’aria condizionata, sempre accesa in sala operatoria. Fatta la drammatica scoperta il cappellano ha chiesto aiuto, ha protestato per la mancanza di cure e di assistenza e quindi il piccolo bambino abortito è stato infilato in un’incubatrice di Neonatologia nell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza dove ha smesso di respirare ben due giorni dopo, lunedì mattina.
La Procura ha aperto un’inchiesta e l’opinione pubblica griderà allo scandalo e all’orrore per questo caso. Ma è necessario sapere che casi del genere succedono di frequente. Proprio così.
Una gravidanza regolare dura quaranta settimane, per cui se un feto viene abortito oltre la metà delle settimane di gestazione, ma spesso anche prima, è molto probabile che nasca vivo. Anzi molto spesso nasce vivo. In sala operatoria il medico abortista consegna il feto abortito, a cui non viene legato il cordone ombelicale per accelerarne la morte, né viene riservata alcun tipo di assistenza, ad un’infermiera che lo avvolge in un fagotto di garze, appunto, e lo pone su un tavolino lì vicino, mentre le attenzioni di tutti i presenti si concentrano nuovamente sulla donna adulta e viva, che ha appena partorito, spesso in anestesia, mentre il feto appena nato viene abbandonato in solitudine al suo destino, che è appunto quello di essere stato abortito. Nessuno dell’équipe medica e infermieristica operativa e in nessun modo ha l’autorizzazione, il compito, e la facoltà di sopprimere il feto nato vivo, né di accelerare la sua fine, per cui si attende, lasciandolo senza assistenza medica né assistenza terapeutica, che la vita, o la morte, faccia il suo «naturale» decorso.
Molte volte, come nel caso di Cosenza, un feto, anche se malformato, può resistere in vita anche diverse ore, con grande disagio ed imbarazzo del personale infermieristico che non può interrompere il servizio, né rendere agibile la sala operatoria per un altro intervento, prima che tutto il precedente sia compiuto e che la procedura sanitaria successiva sia terminata e certificata.
Non c’è nemmeno una norma o legge che impegni il personale sanitario a monitorare il feto che nasce vivo, o a praticare su di lui alcunché, anche perché il medico che interrompe la gravidanza è abilitato appunto all’esecuzione dell’aborto, e quindi alla eliminazione definitiva del feto stesso.
Coloro che parleranno di questo caso come «caso raro», mentono o non conoscono, o non hanno mai frequentato le sale ginecologiche né le sale operatorie, in genere allestite per la salvaguardia e la tutela della vita umana, ma talvolta adibite a scopi opposti.
Fortunatamente le molte madri mancate non conoscono queste storie dolorose, non conoscono nemmeno il sesso del proprio bambino, non vengono a conoscenza e non sanno quasi mai se il loro figlio abortito abbia respirato, vagito, o mosso gli arti in attesa della fredda morte, vissuta in completa solitudine e abbandono terapeutico, anzi nessuna di loro si pone proprio il problema, mai reso pubblico e tanto crudele da sembrare inverosimile tanto da invocare la strage degli innocenti.
In proposito mi vengono solo in mente i versi del poeta francese Guillaume Apollinaire il quale, scrivendo delle madri rinunciatarie, recitava: «Mettono bruscamente al mondo dei bambini, che hanno appena il tempo di morire».
Ecco, alcuni di loro, i più sfortunati certamente, hanno «abbastanza» tempo di morire…

venerdì 2 aprile 2010

Il silenzio...

Desidero augurare delle serene feste di Pasqua a tutti voi offrendo le parole della mia sorellina Alice (chiacchierona ma sempre portata ad ascoltare tutti) riguardo al silenzio.

Nutriamo lo spirito come nutriamo il corpo: costantemente ed abbondantemente.
Ma come si fa a rinforzare le difese del nostro vero essere?

Occorre ritornare alla fonte, a Colui che ci ha pensati prima ancora che noi esistessimo; è solo Lui che ci può ricaricare e lo fa tutte le volte che noi vogliamo.
Ce lo ha detto Gesù con la sua vita e la sua missione, portata avanti fino in fondo, fino a mantenere ogni promessa fatta dal Padre nostro a tutti noi, per infinite generazioni: l'incontro con il nostro Creatore avviene con l'Eucarestia, il miracolo dell'Ostia che si trasforma in Carne e Sangue di Gesù appena viene in contatto con il nostro corpo, tempio di Dio.
Personalmente e in pratica per poter rimanere in contatto con Lui bisogna che dentro di noi ci sia silenzio.

Ma che cosa è il silenzio e come si ottiene?
Gesù, quando dovette scegliere che "Messia essere" (cioè in che modo manifestare l'Amore del Padre per noi uomini)  andò nel deserto e qui vi rimase 40 giorni, affrontando le tentazioni del diavolo (dal latino: divisione): cioè ciò che il corpo-mortale voleva imporre allo spirito-immortale e divino (che ognuno di noi ha ricevuto in dono nel momento del concepimento):
Gesù avrebbe potuto rivelarsi agli uomini come un "dio-giocoliere", se avesse seguito la tentazione di buttarsi da un dirupo e farsi sollevare da schiere di angeli? Decise che non "avrebbe tentato Dio", come è scritto nella Bibbia.
Poteva comprarci tutti, se avesse portato a compimento la tentazione di cedere al "dio-potere"; oppure avrebbe potuto soddisfare ogni sua "voglia" trasformando le pietre in pane...
Gesù sceglie la strada più difficile, quella che porta a compiere ogni passo verso la morte, più umile, più devastante per il corpo che potesse esistere all'epoca. Si sottomette agli uomini per poterli innalzare tutti con il Suo sacrificio di vero uomo e di vero Dio.
Questo è raggiunto solo riscoprendo se stesso, nel silenzio del corpo, ma soprattutto dello Spirito.

Il silenzio non è solo quello esterno (a volte non facile da trovare), ma quello che ci svuota dentro di ogni "parte di noi" come uomo-corpo e che ci fa emergere come uomini-spirito.
Il silenzio è preghiera senza parole, è richiesta di aiuto senza chiederlo  (Dio sa già cosa ci occorre), è aprirci a Lui, spontaneamente e senza tentennamenti ("dove andremo senza Lui?"); è la volontà attiva e reattiva di confrontarci con noi stessi, con il nostro sentirci deboli ma voler "camminare con Gesù verso la meta" (il Padre).
Quindi fare silenzio dentro di noi significa volerlo, desiderarlo tanto fortemente quanto la volontà di salvarci e di seguire l'unica via che ci porta alla Vita: seguire l'esempio che Gesù ci ha lasciato; ed i consigli che ogni volta che lo desideriamo ci offre.
Amiche care, fateci caso: ogni miracolo di Gesù avviene solo dopo che c'è stata una partecipazione umana (Dio non fa nulla "contro" o senza il nostro volere): moltiplica pani e pesci ma c'è un bambino che li mette in comunione; trasforma l'acqua in vino ma ci sono dei servi che, senza chiedersi i motivi, riempiono le orcie d'acqua; ecc...
Per poterci attivare a favore del miracolo che desideriamo Dio compia in noi occorre togliere da noi stessi tutti i fardelli (a me piace chiamarli "escrementi") che il Mondo terreno ci ha riempiti nella testa, nel cuore, nella volontà: prima avevo detto "svuotarci" dal di dentro. Questo perché non possiamo essere riempiti dello Spirito Santo, dono del Creatore, senza aver prima fatto spazio per Lui.
Qui il foglio diventa illeggibile e quindi evito di ricopiare cose che potrebbero essere stupidate.
Spero di avervi fatto cosa gradita e vi auguro ogni bene.
Un bacio
Flavia