mercoledì 30 novembre 2011

Buon giorno, Mondo!

Mercoledì 30 novembre
Mt 15,29-37

Il brano evangelico di Matteo ci accompagna
con Gesù che, tornato in Galilea,
sale nuovamente sul monte. Nella tradizione
biblica il monte rappresenta il
luogo dell'incontro con Dio. Gesù, nota
l’evangelista, si fermò là, come a voler
radicare se stesso e tutta la sua opera
nella familiarità con il Padre. È facile
immaginare Gesù ancora una volta raccolto
in preghiera. Del resto, è dall’incontro
con il Padre che sgorga tutta la
sua opera di amore, di compassione, di
guarigione e di salvezza. Quel luogo di
preghiera diviene come un santuario a
cui i malati, i poveri, gli storpi accorrono
per essere guariti. E l’evangelista nota
che Gesù li guariva e rivolgeva a tutti la
sua parola. Per tre giorni continuarono
ad ascoltarlo. Quale differenza dalla nostra
avarizia e dalla nostra distrazione
davanti alla Parola di Dio! Al termine dei
tre giorni, scrive Matteo, Gesù sentì
compassione per quella folla. In effetti,
dopo aver nutrito i loro cuori con il pane
della Parola voleva ora nutrirli anche con
il pane materiale. Gesù ha a cuore l’intera
persona di ciascuno di noi, ha cura di
tutta la nostra vita. Sono i discepoli ad
essere insensibili di fronte alla situazione.
E quando Gesù lo fa notare e chiede
un aiuto, essi non sanno fare altro che
riproporre la solita rassegnazione. In
effetti, anche noi avremmo risposto come
loro. Gesù, che non si rassegna, si fa
portare quei sette pani e quei pochi pesci
e li moltiplica per tutti. È il miracolo
che nasce da un amore appassionato. Se
ci lasciamo coinvolgere da questo amore
anche noi potremo partecipare al miracolo.

martedì 29 novembre 2011

Buon giorno, Mondo!

Martedì 29 novembre
Lc 10,21-24

Il Vangelo ci mostra Gesù in preghiera.
È un invito anche a noi ad
essere uomini e donne dell’Avvento,
ossia di preghiera. La preghiera,
infatti, pone il credente in una
condizione di attesa, l’attesa del
Salvatore. Nota l’evangelista che
Gesù esultò nello Spirito. L’esultanza
di Gesù non nasce da una
sua esaltazione psicologica momentanea,
ma dallo Spirito che
plasma il cuore e lo dirige verso il
Padre. È un momento solenne:
Gesù si rivolge al Padre che è an-
che il creatore del cielo e della terra.
Gesù unisce al senso della familiarità
verso il Padre quello della grandezza
del Creatore. Questo è il nostro Dio:
Padre e Creatore. E lo ringrazia perché
questo Padre ha scelto di rivelare il mistero
della salvezza ai piccoli, nascondendolo
ai sapienti. È un comportamento
distante dalla logica umana. Dio,
infatti, sceglie i piccoli e i poveri come
suoi prediletti. E Gesù, che tutto ha
ricevuto dal Padre, a sua volta rivela
questo mistero nascosto nei secoli ai
piccoli e ai poveri. Si fa egli stesso piccolo
nascendo in una mangiatoia. In
tutte le pagine evangeliche appare questa
predilezione per i poveri. È questa
la ragione della loro beatitudine. Non
sono beati perché poveri, ma perché il
Signore li ha scelti come suoi primi
amici. Essi infatti vedono che Gesù si
avvicina a loro, anzi diviene debole e
povero accanto a loro sino a morire
sulla croce. Vedendo come Gesù li ama,
essi vedono Dio stesso e comprendono
fino a che punto sono da lui amati. Molti
profeti hanno desiderato vedere Gesù
e udire le sue parole, ma non hanno
avuto tale grazia. I discepoli, i poveri e
noi questa grazia l’abbiamo ricevuta.
Non sprechiamola!

lunedì 28 novembre 2011

Buon giorno, Mondo!

Lunedì 28 novembre
Mt 8, 5-11

Il brano evangelico di questo primo lunedì
di Avvento ci presenta un centurione
romano che si avvicina a Gesù per chiedergli
la guarigione del suo servo. Potremmo
dire che questo soldato romano è
un esempio per noi di come andare incontro
al Signore, di come vivere questo
tempo di attesa. È un uomo adulto, non
avvezzo al culto e neppure partecipe delle
tradizioni di Israele; oltretutto è anche un
occupante militare. Tutte queste ragioni
dovrebbero impedirgli di rivolgersi ad un
ebreo per chiedere un aiuto. Ha però un
servo malato. Per questo si rivolge a Gesù,
anche se non sa bene neppure come
presentargli il caso. Sa però che è sufficiente
mettere un po’ del proprio cuore
nelle mani di questo giovane profeta per
essere esaudito. Gesù, infatti, legge nel
cuore del centurione e, con la generosità
di chi sa commuoversi, subito gli
risponde che andrà a casa sua per
guarire il servo. Noi a questo punto
forse avremmo approfittato di una
generosità così gratuita. Quel centurione,
invece, si vergogna ancora
di più: si trova davanti a se stesso,
a un giudizio su di lui, e dice che
non è degno che il Maestro si rechi
da lui. Prova vergogna davanti a
un uomo così buono. E pronuncia
quelle splendide parole che ancora
oggi ripetiamo: «O Signore, io non
sono degno che tu entri sotto il
mio tetto, dì soltanto una parola e
il mio servo sarà guarito». Il servo
del centurione, in effetti, guarisce
sulla parola di Gesù. Ma anche
quell'uomo adulto guarisce dopo il
suo incontro con il Maestro: ha
scoperto di essere indegno, ma ha
trovato chi lo comprende nel profondo;
ha visto come l'interesse
per gli altri può trasformare in maniera
sorprendente la sua stessa
vita. Con questo atteggiamento ci
avviamo verso il Signore, certi che
ci verrà incontro.

mercoledì 23 novembre 2011

Mari...o Monti?

Su Mario Monti se ne dicono di tutti i colori, ridiamo (seriamente) con lui....



da     

          articolo di mercoledì 23 novembre 2011

Il Prof più serioso d'Italia
è già macchietta sul web

di Vittorio Macioce
Imperversa il "Monti Phyton": dalle banche al privato, SuperMario oggetto di freddure irriverenti. Alla faccia della sua compostezza
L’ultima è questa.«Monti è talmen­te istituzionale che quando è nato si è congratulato con la madre». Oppure questa. «Nella squadra di governo Di Paola, Cancellieri, Severino, Terzi, For­nero, Balduzzi, Clini, Milanesi, Giarda. L’unico precedente simile è il Foggia di Zeman». Eccolo. Il premier bocconia­no, con la sua truppa di professoroni, si sta lentamente guadagnando le atten­zioni della satira. È il segno che ormai è davvero uno che conta. Che ci vai a fare a Palazzo Chigi se nessuno racconta barzellette su di te? Neppure una battu­ta, uno straccio d’aforisma. È come un giapponese che viene in Italia senza macchina fotografica. Non ha visto nul­la.
Mario Monti è il vicino di casa che spunta inaspettato da chissà quale quartiere lontano. Nessuno lo conosce davvero bene, ma intanto lo salutano, sorridono, è un signore tanto distinto, davvero a modo, sembra una così bra­va persona. Intanto lo studiano,s’incu­riosiscono, chiedono che fa. E’ un pro­fessore, anzi di più un rettore, scrive sul giornale, va tutti i giorni a messa e la do­menica lavora. Ma in tv? No, no, in tele­visione non tanto. Ecco così che piano piano in Italia si va sviluppando la «monteide», la narrazione del meravi­glioso mondo del professor Monti, par­don rettore, e si inseguono gli aforismi, le battute di spirito, gli aneddoti, le cu­riosità, le manie, i caratteri del perso­naggio. Il nuovo vicino di casa è ormai uno di noi. Sappiamo già quasi tutto quello che c’è da sapere.Non l’essenzia­le, ma i contorni gustosi. Il rettore è un loden verde.È british,parla english,leg­ge economist, passa in Goldman, sente Obama, vede Merkel, saluta Sarkò. Il rettore è austero e serio, ma con la fred­dura in tasca quando serve. È europeo, tanto europeo, molto europeo, solo la macchina è italiana perché fa rappre­sentanza. Monti consulta, Monti prov­vede, Monti stravede. Monti ha un bi­glietto d’ingresso pronto per il Quirina­le. E intanto nei bar, negli uffici del quar­tiere, sul web, sui social network comin­ciano a raccontarlo così, un po’ sfotten­dolo, come si fa con le vecchie cono­scenze. Il professore, pardon rettore, ovverosia il premier, è ormai uno di noi, quasi un amico. Si scherza sull’età. Di­cono. «Monti ha cancellato il ministe­ro della gioventù. E ora al suo posto che c’è? Il ministero del “Ai miei tempi!”». Mario Monti è un predestinato. Arriva lui e i mercati scappano. Questo ci han­no raccontato e all’inizio gli italiani ci stanno credendo. Si sforzano. È un pa­rafulmine. Subito arriva la battuta, que­sta davvero bella e sottile. «La crisi del ’29 fu risolta annunciando che nel ’43 sarebbe nato Monti». Micidiale.

La popolarità dei ministri non è cer­to quella di uno Scilipoti. Così qualche sferzata sul «chi è chi» dei vari professo­ri è quasi scontata. Malignità. «La lista dei nuovi ministri dà un nuovo signifi­cato alla frase “ Lei non sa chi sono io”». Su Facebook un ragazzo scrive: «Mer­cati ancora incerti dopo la presentazio­ne del nuovo governo. Certo, ci vuole un po’ di tempo a cercare su Wikipedia tutti quei nomi».

Non c’è dubbio che il governo tecni­co piaccia alla Merkel. I tedeschi adora­no il loden di Monti. Non a caso il mini­stro degli esteri della Germania ha da­to il pieno appoggio al piano economi­co del nuovo premier. Subito. Prima addirittura che il piano fosse presenta­to. Una fiducia al buio.E allora c’è qual­cuno che scherza così: «Nel governo due banchieri, un ammiraglio e un am­­basciatore. Positive le prime reazioni della Prussia».

Il rettore e i poteri forti. «Quando Monti va a piazza Affari la scultura di Cattelan alza il pollice». Il rettore e le banche: «Cambia il governo in Italia: dal Pdl alla Bce». C’è lo spazio anche per il surreale, con una punta di fan­tasy: «I Monti? Sono i nascondigli pre­feriti dai Draghi». Ma più di tutto piace il Monti anti crisi. Solo il rettore poteva rassicurare tutti sulle sue ricette.
Niente più onorevoli e senatori, que­sta è la stagione dei tecnici. Il rettore ci ha provato, ma alla fine si è dovuto ac­contentare dei suoi amici di briscola. Gli italiani ironizzano: «Monti ramma­ricato per l’assenza di politici. E dire che ha perlustrato tutto il Parlamen­to ». Come ha detto il giorno dell’insediamento? Servono sacrifici, non lacri­me e sangue. Qualcuno a penna ha ag­giunto: «Quindi soffrite pure, ma sen­za sporcare»

sabato 19 novembre 2011

ESERCIZI NEUROBICI (seconda parte)

Riesci a vedere 3 donne? Tra l'altro sono nude, quindi, maschietti, aguzzate la vista! Hehehe