Lunedì 12 dicembre
Mt 21,23-27
Il Vangelo ci presenta Gesù che, tornato
a Gerusalemme, si reca nel tempio.
Il giorno prima aveva scacciato i mercanti
dall’atrio e guarito molti malati.
Ora inizia ad insegnarvi. Il primo segno
messianico l’aveva compiuto: guarire i
malati; ora si aggiunge l’altro, quello di
parlare con autorità. In verità, fin
dall’inizio della sua predicazione i Vangeli
notano che Gesù insegnava con
autorità, e non come gli scribi. La sua
predicazione non era un esercizio di
dottrina, ma esigeva il cambiamento
del cuore, una vera e propria trasformazione
della vita. Di fronte a questa
pretesa gli scribi gli chiedono di spiegare
questa sua pretesa. In realtà vogliono
eludere la sua parola e privarla dell’autorevolezza.
Gesù prende spunto
dalle loro obiezioni e, attraverso
l’esempio del Battista, afferma
ancora una volta che la via della
salvezza è la conversione del
cuore, è vivere questo tempo di
attesa della sua venuta come
un’occasione per un rinnovamento
interiore. Nessuno può
ostinarsi, come quei sacerdoti e
anziani del popolo, nel ritenere
di possedere la salvezza da se
stessi. Non ci sono meriti o privilegi
che esimono dal cercare,
dal camminare, dal seguire il
Vangelo. Chi crede resta sempre
discepolo di Gesù. La reazione
infastidita dei capi del popolo
nasce proprio dal rifiuto di essere
figli per restare schiavi di se
stessi e delle proprie tradizioni.
Mt 21,23-27
Il Vangelo ci presenta Gesù che, tornato
a Gerusalemme, si reca nel tempio.
Il giorno prima aveva scacciato i mercanti
dall’atrio e guarito molti malati.
Ora inizia ad insegnarvi. Il primo segno
messianico l’aveva compiuto: guarire i
malati; ora si aggiunge l’altro, quello di
parlare con autorità. In verità, fin
dall’inizio della sua predicazione i Vangeli
notano che Gesù insegnava con
autorità, e non come gli scribi. La sua
predicazione non era un esercizio di
dottrina, ma esigeva il cambiamento
del cuore, una vera e propria trasformazione
della vita. Di fronte a questa
pretesa gli scribi gli chiedono di spiegare
questa sua pretesa. In realtà vogliono
eludere la sua parola e privarla dell’autorevolezza.
Gesù prende spunto
dalle loro obiezioni e, attraverso
l’esempio del Battista, afferma
ancora una volta che la via della
salvezza è la conversione del
cuore, è vivere questo tempo di
attesa della sua venuta come
un’occasione per un rinnovamento
interiore. Nessuno può
ostinarsi, come quei sacerdoti e
anziani del popolo, nel ritenere
di possedere la salvezza da se
stessi. Non ci sono meriti o privilegi
che esimono dal cercare,
dal camminare, dal seguire il
Vangelo. Chi crede resta sempre
discepolo di Gesù. La reazione
infastidita dei capi del popolo
nasce proprio dal rifiuto di essere
figli per restare schiavi di se
stessi e delle proprie tradizioni.
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