lunedì 22 settembre 2008

Profumi

Ciò che vi sto scrivendo mi è giunta come una „catena di S.Antonio”, tra le infinite che ne girano, ma mi ha colpita a tal punto da volervela presentare nel blog dedicato ad un vero angelo, Alice.

Perché lo faccio? Perché la conclusione sembra una cosa irreale se non si sanno cose che possono sapere solo chi frequentava Alice.
Mentre sembra un bellissimo ricordo se si sanno anche storie come quella da me vissuta che vi racconterò molto brevemente: questo ricordo mi è rimasto dentro come se lo avessi vissuto mezz’ora fa, da tanta emozione mi fece.

Alla fine della „ricreazione” rientro in aula e vedo Alice da sola, seduta al suo posto, mogia mogia, con le braccia conserte, strette strette sotto il suo piccolo seno.
- „Come stai, Alice?” le dico.
- „Così e così, ma mi passa. Tranquilla” mi risponde lentamente e a bassa voce, quasi sussurando, cercando di abbozzare un sorriso, ma svelando una smorfia di dolore.
- „Cos’hai?” le chiedo.
- „Un dolore qui” dice indicandomi in mezzo al petto, „tipo un forte pugno che mi toglie il fiato. Mi succede spesso, tranquilla. A volte anche molto più forte. E’ un angelo che mi bacia”
- „Coooooosa è?” chiedo io tra lo stupito e il divertito.
- „Quando sento un dolore tanto forte da poterlo donare a Gesù, chiudo gli occhi e mi sembra che un angelo si posi su di me e mi baci sulla fronte”
- „Stai scherzando?”
- „Tu puoi non credermi, ma è così. Ormai sento arrivare il dolore con molto anticipo perché sento nell’aria come se si avvicinasse un grosso mazzo di fiori appena colti. Le prime volte non ci facevo caso, ma poi, poco a poco, ho notato questa roba e mi aiuta moltissimo perché prevedo cosa sta per succedermi e lo aspetto calma...”.
Alice continuava a parlare, intanto l’aula si stava riempiendo di compagni ed anch’io stavo tornando al mio posto, quando l’ho vista chiudere lentamente gli occhi e fare un sorriso sereno, rilassato, soddisfatto.

Profumo di pioggia (tłumaczenie Katarzyna Pawłowska)
Marzo, un freddo vento soffiava contro una finestra di un ospedale di Dallas, in quel momento entrava un dottore nella camera di Diana Blessing, la quale era dopo un intervento chirurgico. Suo marito, David, le teneva stretta la mano mentre attendevano notizie. Il pomeriggio prima, il 10 Marzo, delle complicazioni l’avevano costretta ad un parto cesareo alla 24 settimana, che avrebbe dovuto far nascere la figlia della coppia, Danę Lu Blessing. I neo genitori erano a conoscenza che la neonata pesava 708 g. e raggiungeva 30 e mezzo cm. di lunghezza, che era ancora immatura, ma nonostante tutto le parole del dottore li colpirono. 
"Non credo che la bambina abbia molte probabilità di sopravvivere," disse loro più delicatamente che potè. 
"Ci sono solo il 10 per cento che sopravviva alla notte, ed anche se ciò accadesse per qualche miracolo le probabilità che abbia complicazioni future e’ molto alta" 
Paralizzati dalla paura i coniugi David i Diana ascoltavano le parole del dottore che descriveva loro tutti i problemi che avrebbe dovuto affrontare la neonata. Non essere mai in grado di camminare, parlare, di vedere, ritardata mentalmente e molto altro ancora. 
Diana con il marito David ed il loro figlioletto di 5 anni, speravano tanto che un giorno Dana avrebbe allietato la loro famiglia. Ed ora, nel giro di poche ore, vedevano tutti i loro sogni e desideri allontanarsi per sempre. Ma i loro guai non erano finiti, il sistema nervoso della piccola non era ancora sviluppato. Quindi qualunque carezza, bacio o abbraccio era per Dana pericoloso, i famigliari sconsolati non potevano neanche trasmetterle il loro amore, dovevano evitare di avvicinarsi a lei. Tutto quello che potevano fare era di pregare il Signore che si prendesse cura della loro piccola, che la cullasse e la facesse sentire amata. 
Non credettero alla loro fortuna quando Dana cominciò a migliorare. Passavano le settimane e la piccola continuava a prendere peso e diventare piu` forte. 
Finalmente, quando Dana compì 2 mesi i suoi genitori poterono abbracciarla per la prima volta. 
Due mesi dopo, mentre i dottori li avvertivano che avrebbe potuto peggiorare in qualunque momento, Dana uscì dall’ospedale e finalmente andò a casa con la sua famiglia. 
Cinque anni dopo Dana, era diventata una bambina serena che guardava verso il futuro con fiducia e con tanta voglia di vivere. Non c’erano segni di deficienza fisica o mentale, era una bambina normale che viveva la sua vita. 

Ma questa non e` la fine della nostra storia. 
Un caldo pomeriggio del 1996 Dana era seduta in braccio della mamma, erano in un parco non lontano da casa (Irving, Texas) dove suo fratello Dustin giocava a calcio con i suoi amici. Come sempre chiacchierava felice con la sua mamma, quando all’improvviso si zittì. Si abbraccio` e chiese alla mamma "Lo senti? " 
Diana sentendo nell’aria che si avvicinava la pioggia rispose "Si. Profuma come quando sta` per piovere." 
Dana chiuse gli occhi e ridomandò, "Lo senti?" 
Ancora una volta la mamma le rispose, "Mi sa che tra un po’ saremo tutte bagnate, sta per piovere." Dopo un po’, Dana, alzò la testa e accarezzandosi le braccia esclamò, "No, profuma come LUI. Profuma come quando Dio ti abbraccia forte." 
Diana cominciò a piangere calde lacrime mentre la bambina raggiungeva le sue amiche per giocare con loro. 

Le parole della figlia avevano confermato ciò che sapeva in cuor suo, da tanto tempo ormai. Durante tutto il periodo in ospedale, mentre lottava per la sua vita, Dio si era preso cura della piccola abbracciandola cosi` spesso che il suo profumo era rimasto impresso nella memoria di Dana.

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