venerdì 12 settembre 2008

Dicembre 2002 - Febbraio 2003

Parliamo di me. 

Mi considero molto timida ma a fine 2002 la mia situazione era addirittura imbarazzante: preferivo scomparire (e ciò mi riusciva di un bene) piuttosto che farmi notare e magari doveri dire anche delle cose. 
Se poi, oltre a 2-3 amiche, c'erano altre persone era pazzesco. Insomma ero una chiavica. La mia 4a Ginnasio era iniziata malissimo: per i voti, per l'impatto con le "cacchine" piene di soldi e per l'odio verso il Greco (il Latino era più sopportabile); ero chiusa in me, come rannicchiata in un bozzolo da me stessa costruito; ero senza amici maschi; però avevo fatto amicizia con qualche amica in classe, tra tutte: Valeria, Alice e Francesca.

Appena dopo Natale mia madre si decide di "farsi vedere" da un medico di sua fiducia: non sta male, ha solo "debolezza e fiacchezza, voglia di fare nulla". Io la prendevo in giro perché per quei sintomi io sarei stata già bella e seppellita. 
Così fu anche per lei: dopo le "debite" analisi, le "debite" visite, i "debiti" accertamenti........ e, soprattutto dopo 42 giorni da quando mia madre si è fatta vedere la prima volta, è stata seppellita: tumore al pancreas. 

Di per sè la cosa non ti sconvolge troppo, se si eccettua che: 
- per almeno un mese mia madre è stata odiosa (ODIOSA): solo anni dopo mi è stato detto che era un modo "tipico" di chi sa di dover morire per non lasciare i propri affetti troppo lacerati dalla propria scomparsa; c'è chi prega, chi la prende a scherzo, chi finge di non sapere, ecc... 
- per i successivi 5-6 mesi mio padre mi avrà rivolto la parola, beh diciamo 20 volte in tutto (escluso il "passami il sale per piacere" o... "tua madre cucinava molto meglio ma bisogna adattarsi tutti" e simili): terribile, specie se sei figlia unica e hai appena "ereditato" una nonna (madre di mio padre) un "tantino" assillante; 
- ma il peggio è stato come mi hanno detto che mia madre era volata in Cielo: ero a scuola, trepidante per un'interrogazione quasi scontata (ero rimasta una delle pochissime ancora senza voto) e intenta in un ripasso (cioè: studio; ovvero: prima lettura) velocissima, quando in classe entra il Preside. Mi chiama alla cattedra ("signorina Giorgi, prego. E' qui la signorina Giorgi?") e mi legge un foglietto che teneva in mano. Il foglio diceva all'incirca così: 
"L'intero istituto Xxxx, da me prof Yyyyy rappresentato, si dichiara costernato per la scomparsa della PARENTE STRETTA della signorina Giada Giorgi. Le porgiamo le più SENTITE condoglianze bla bla bla....". 
Poi ha chiamato la bidella e mi hanno messo in mano un mazzo di fiori, che ho riposto sotto il banco. crisantemi Io non capivo nulla: pensavo a un incidente d'auto di uno zio... O di mia nonna investita da un missile a testata nucleare. Cosa dovevo pensare? 
Ho chiamato mio padre e lui mi ha detto che "ormai ero sola. Ma la mamma pregherà per me da lassù".. 

Anche in quel momento è passato l'angelo a consolarmi con parole su: la fede in Dio che mi ama (anche se ora non ti sembra), la speranza di rivedere un giorno mia madre, la carità che devo dimostrare verso tutti i sofferenti come me e più di me. Anche all'epoca ero una ragazza di chiesa, di aiuto al prossimo e di catechismo. Ma quelle parole non mi sono entrate subito dentro, mentre mi aveva colpito e forse anche un poco consolato il tono di voce, il sorriso calmo, il viso disteso e pieno di amore. 
Le parole, anche se non capite, sembravano dette da chi ci credeva, da chi le stava vivendo, da chi mi voleva bene anche se era "soltanto" una compagna di classe. 

L'angelo era Alice Amalia. Ma io ancora non lo sapevo.

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