giovedì 27 novembre 2008

I sogni degli angeli

Nulla è per lo spirito più raggiungibile che l'infinito. (Novalis) 

A volte si pensa che gli angeli, se esistono, sono eterei, fatti di luce e non possano soffrire per se stessi o per gli altri. E non possano sognare. 
Io personalmente ho conosciuto un angelo che sognava di diventare la "sorella di tutti", cioè la suora. Amava i bimbi come fossero stati la sua vita, ma aveva preso la decisione di non averne di propri per stare con quelli degli altri. Per donare loro un sorriso, per allieviarne qualche pena, per farli vivere come bimbi e non come oggetti. E poi c'erano gli "ultimi", i tossici, i poveri più poveri, i disperati. Quelli che non avevano più voglia di vivere ma avevano il terrore di uccidersi: erano già morti e lo sapevano bene, ma erano ancora lì, davanti a noi ricchi e ben pasciuti che nemmeno li vedevamo. 

Se aveste avuto modo di fare un giro con Alice, a parte entrare in tutte le chiese (anche solo per dire "grazie Gesù per sono viva e perché anche oggi mi hai scelta come tua serva"), avreste notato quante persone bisognose abbiamo accanto a noi e noi nemmeno le vedevamo. Non parlo di chi chiede l'elemosina e di chi ti disturba ai semafori. Parlo delle decine di persone che stanno davanti a noi, mute, silenziosissime, composte e a volte anche dignitose. Ma che sono svuotate dalle prove della vita. Sono morte per loro stessi prima che per il becchino. 

Ci sono decine di bimbi privi di ogni espressione, di ogni sorriso, che hanno il "buio dentro gli occhi" (l'angelo che conoscevo io usava questa espressione: lei vedeva l'anima negli occhi della gente ed io ne sono certa di questo); ma poi ci sono anziani soli, tristissimi ma dignitosi, rimasti vedovi da poco o da una vita ma anch'essi morti col partner; ragazzi, uomini, donne scattanti e agili ma che non hanno più il senso della vita, di cosa è importante e di cosa è invece fondamentale: "il denaro è importante per assicurarsi la vita terrena ma l'essere amici di Gesù è fondamentale per la vera Vita" (parole angeliche). L'altro sogno era diventare Magistrato. Non so se avesse potuto farlo (lei diceva che si era informata e che avrebbe potuto studiare per questo). Ma l'articolo che ho trovato oggi mi fa pensare che Dio ha voluto così bene al suo angelo che le ha privato anche questa delusione. 





n. 284 del 2008-11-27 pagina 19

"Vi racconto il concorso da giudice: tutto truccato" di Luca Fazzo

Il racconto al Giornale di una candidata che ha partecipato al concorso di Milano: "Ho visto troppe irregolarità Sui banchi codici commentati o intere enciclopedie". Decine le denunce. Il ministero ha aperto un’inchiesta Milano - «Una scena che non dimenticherò facilmente. Marasma totale, candidati che chissà come erano riusciti a portarsi appresso intere enciclopedie giuridiche, nessuno che sapeva che pesci pigliare, e in mezzo al caos un membro della commissione che strillava “Fermate quello spelacchiato che incita le persone”. Sembrava di essere al mercato, non al concorso per una delle professioni più delicate della nostra società». Questo è il racconto di V. che ha trent’anni e - per motivi che spiegherà più avanti - non vuole vedere il suo nome sui giornali. Ma il suo nome ce l’ha il ministro della Giustizia Angiolino Alfano, in calce all’accorata lettera che V. gli ha mandato per raccontargli le condizioni surreali in cui si è svolto a Milano, dal 19 al 21 novembre, il concorso per 500 posti da magistrato. Delle decine di testimonianze come quella di V. si dovranno occupare in diversi. Il ministero, che ha avviato una inchiesta interna. Il Consiglio superiore della magistratura che - su richiesta dei Movimenti riuniti e di Md - stamattina aprirà una sua indagine. E la Procura della Repubblica di Milano sul cui tavolo sono arrivati gli esposti che alcuni candidati inferociti si sono precipitati a depositare dopo avere rinunciato a portare avanti la prova. «Io non voglio buttarla in politica», dice V., «non voglio ipotizzare che ci fossero forme di corruzione o di connivenza. Non sta a me accertarlo. A noi spetta denunciare le irregolarità macroscopiche che erano sotto gli occhi di tutti e che la commissione ha fatto finta di non vedere. Adesso leggo che il ministero per fare luce sulla vicenda ha chiesto una relazione al presidente della commissione. Che obiettività ci si può aspettare? Perché non vengono sentiti anche i candidati?». Tema dello scandalo: l’introduzione - da parte di numerosi candidati all’oceanica prova d’esame convocata presso la Fiera di Milano - di vietatissimi codici commentati. Tradotto per i profani: agli esami per magistrato i temi riguardano faccende astruse («diritto di abitazione del coniuge superstite e della tutela del legittimario nel caso di atti simulati da parte del de cuius», recitava una traccia di settimana scorsa) cui i candidati debbono rispondere basandosi unicamente sui testi di legge, e non sui codici assai diffusi in commercio che, in fondo alle pagine, forniscono le risposte a ogni dubbio. Peccato che alla Fiera di Milano i codici del secondo tipo circolassero quasi liberamente. Risultato: sollevazione degli onesti, assalto alla presidenza, la prova che si blocca, riparte, finisce a notte inoltrata tra urla di «vergogna, buffoni», minacce, metà dei 5.600 candidati che abbandonano senza consegnare il compito. Come è stato possibile? Il presidente della commissione d’esame, il consigliere di Cassazione Maurizio Fumo, rifiuta ogni spiegazione. Così per ricostruire i fatti - che rischiano di portare all’annullamento della prova - bisogna affidarsi al racconto di V. e degli altri candidati. «La mia non è una denuncia anonima - dice V. - il ministro ha il mio nome in mano. Ma io quell’esame voglio riprovare a affrontarlo, stanno per essere banditi altri 350 posti. E se il mio nome girasse ne uscirei enormemente penalizzata». Che una aspirante magistrata sia convinta che il «sistema» si vendicherebbe della sua denuncia civile la dice lunga sull’aria che tira. V. non si dichiara ancora ufficialmente una disillusa, ma poco ci manca. «Io da sei anni non faccio altro che prepararmi per questo concorso. Voglio fare il magistrato, e credo che lo farei bene. Non ho aspirazioni missionarie, non ho una visione giustizialista della società. Ma credo che ogni società abbia bisogno di una cultura delle regole, e che per questo servano magistrati equilibrati e preparati. Io credo di essere entrambe le cose. Consideravo il concorso per magistratura l’ultima trincea della meritocrazia, evidentemente mi sbagliavo. All’idea che questo concorso premi i furbi che “ci hanno provato” mi sento profondamente indignata». «Abbiamo passato un giorno intero - racconta - a fare controllare i testi di cui chiedevamo di servirci. A me hanno tolto persino i segnapagine. Il giorno dell’esame ci sono ragazze che si sono viste perquisire anche la busta dei Tampax. I controlli, insomma, sembravano seri. E invece quando siamo entrati nell’aula è arrivata la sorpresa. C’erano candidati che avevano sul banco, con tanto di autorizzazione, codici commentati, manuali di diritto, enciclopedie. A quel punto è partita la protesta». Ma chi è stato, a permettere l’ingresso dei testi vietati? «I controlli li facevano i vigilantes, gli stessi che poi giravano tra i banchi. Non so chi li abbia istruiti. Ma so che un codice semplice si distingue facilmente da uno commentato: c’è scritto in copertina, e uno è alto un terzo dell’altro. Impossibile non accorgersene». E allora? Come è stato possibile? «Non lo so. Era una situazione surreale. E il presidente diceva: la prova va avanti, non è successo niente. Nei due giorni successivi il concorso è andato avanti così, chi copiava dai testi e chi si arrangiava in qualche modo. Se provavi a guardare il banco del vicino quello ti saltava in testa: cosa vuoi, fatti i fatti tuoi, vattene». Ed era il concorso da cui sarebbero usciti i magistrati di domani.

1 commento:

dindondany ha detto...

Giada sai scrivere cose come poche persone sanno fare e sei riuscita a trasmettere parte dei sentimenti che la tua angela suscitava in te. Grande. Un grosso bacio e in bocca al lupo per il blog
Ps: io vorrei che nel blog parlassi solo di te e di quello che tu hai imparato da Alice e non solo di lei e non dirmi che sono gelosa =)
BACI Dan