venerdì 24 febbraio 2012

Gli sculaccioni? Controproducenti

Alzare le mani sui bambini aumenta le probabilità che da grandi diventino aggressivi con gli altri


 Ecco un buon argomento a sfavore di quei genitori convinti che le punizioni fisiche - schiaffi, sculacciate e scappellotti - siano salutari e contribuiscano a far crescere bene i propri figli. Uno studio scientifico ha appena dimostrato il contrario: i bambini cresciuti a suon di questo tipo di punizioni, diventano adulti aggressivi.

L'aggressività verso gli altri
Joan Durrant dell'University of Manitoba e Ron Ensom del Children's Hospital of Eastern Ontario (in Canada) hanno condotto uno studio basato sulla revisione di 20 anni di ricerca sul tema. Il lavoro, pubblicato sulla rivista scientifica "Canadian Medical Association Journal", dimostra che quanto più spesso i piccoli vengono sgridati, schiaffeggiati e sculacciati, tanto è più probabile che sviluppino un comportamento aggressivo da grandi.
"Gli studi presi in considerazione hanno scoperto che le punizioni fisiche sono associate a un più alto grado di aggressività verso genitori, fratelli, coetanei e partner", spiegano i ricercatori.

Rischio depressione
Dunque i due autori dell'indagine definiscono "controproducenti" le sculacciate e gli schiaffi ai figli, e puntano i riflettori in particolare su uno studio condotto su 500 famiglie, in cui si dimostra che i bambini tendono a sfidare di meno i genitori quando questi vengono abituati a non punirli fisicamente.
Molte delle ricerche passate al setaccio sottolineano ... che alzare le mani sui più piccoli aumenta le possibilità che sviluppino problemi di salute mentale come la depressione.

Quali alternative
I ricercatori canadesi precisano anche come negli ultimi 20 anni il punto di vista della società sulle punizioni fisiche sia cambiato notevolmente. Le botte non sarebbero più considerate, a detta degli esperti, il modo migliore per rapportarsi a bambini ribelli.
Negli Usa un recente sondaggio ha messo in evidenza che la maggior parte dei genitori preferisce usare altre strategie: quella del "time out" (isolare il piccolo per un po' dalle attività che sta svolgendo) o quella del "sequestro" dei giocattoli preferiti.

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