lunedì 14 marzo 2011

Giappone: commenta un nostro lettore

Un nostro lettore, Ingegnere nucleare di Messina, ci scrive:

Carissimi,
Queste ad oggi le prime considerazioni di Filipponi, [autore dell'articolo da noi appena pubblicato. NdR: Flaviaccia], uno che (a quel che mi sembra) se ne intende.
Delle 6 "unità" della "centrale di Fukushima" (ogni unità ha un suo reattore), 3 erano in funzione al momento del sisma. I reattori delle tre unità funzionanti, tutte spentesi automaticamente per effetto delle scosse, necessitavano comunque di raffreddamento (perché un reattore appena spento produce ancora -purtroppo- circa il 7% della potenza che erogava prima dello spegnimento). Mancando anche energia elettrica nella rete (quando i cavi elettrici aerei si rompono gli interruttori automatici tolgono tensione) le pompe di raffreddamento dei reattori hanno funzionato grazie all'energia elettrica prodotta da appositi generatori elettrici d'emergenza azionati da motori diesel (soluzione presente in tutte le centrali nucleari). La centrale é evidentemente vicina al mare e ne usava l'acqua per il normale raffreddamento: il "principio di Carnot" dice che per trasformare del calore in energia meccanica (come fanno le "turbine a vapore") occorre prenderlo da "sorgente calda" (il combustibile nucleare) e consegnarlo ad un "pozzo freddo" (in questo caso il mare): l'energia che si ricava é tanto maggiore quanto maggiore é la differenza di temperatura tra "sorgente" e "pozzo".
 Un'ora dopo (dice Filipponi) lo tsunami é entrato nella centrale danneggiando anche i diesel, cosicché il raffreddamento del reattore é cessato, l'acqua ormai ferma dentro il reattore, a contatto con gli elementi di combustibile, é salita di temperatura e di pressione. Per evitare che la pressione producesse rotture si sono aperte le valvole di sicurezza che scaricano vapore all'interno del "safety containment", cilindro d'acciaio che contiene sia il reattore che i circuiti di raffreddamento primari. Questo cilindro, progettato per resistere ad una pressione interna di 400kPa (400 chilopascal sono circa 4 atmosfere) rischiava di doverne sopportare 840, cioé oltre 8 atmosfere: quindi meglio sfiatare il contenitore di sicurezza che rischiarne la rottura. Gli scarichi son rimasti all'interno dello scatolone in cemento armato che a sua volta contiene il contenitore di sicurezza. Se il cemento armato, com'é quasi certo, s'era fessurato causa sisma, parte del vapore in esso contenuto (ormai in parte condensato e divenuto acqua raffreddandosi a contatto con gli oggetti freddi trovati via via) fuoriesce all'atmosfera. Molte informazioni mancano: in un BWR (Boiling Water Reactor, soluzione brevettata dalla General Electric, Usa) l'acqua che raffredda il reattore é normalmente un pò radioattiva (l'O16="ossigeno 16" dell'acqua, bombardato dai neutroni al passaggio entro il reattore, s'é in piccola parte trasformato in N16="azoto 16" debolmente radioattivo) e debolmente radioattivo é pure il vapore che l'acqua produce. Ma se lo scarico del vapore é avvenuto troppo tardi, cioé quando già parecchi elementi di combustibile, ormai emergenti dall'acqua (il cui livello nel reattore si abbassa man mano che essa si trasforma in vapore) si sono fusi, allora molti "prodotti della fissione" dell'Uranio (e cioé Cesio, Iodio, Kripto, Xeno, ecc tutti radioattivi) sono finiti nell'acqua e nel vapore e han cominciato a diffondersi. Diversamente da Chernobil, però, qui le 3 barriere (reattore e circuito di raffreddamento; contenitore di sicurezza; scatolone di calcestruzzo) non si sono distrutte, quindi le fuoriuscite, più o meno radioattive per quanto detto sopra, non sono del tutto fuori controllo.
C'é poi stata (han detto) un'esplosione, cui probabilmente sono dovuti sia l'unico decesso lamentato finora, sia la più consistente rottura d'uno dei 3 scatoloni in cemento delle 3 unità. Sembra che l'esplosione si sia prodotta perché l'acqua, a contatto con oggetti caldissimi, ha sviluppato idrogeno che é esplosivo appena trova l'ossigeno dell'aria.

Tenuto conto del numero di vittime dovute a fenomeni "non nucleari" (diverse diecine di migliaia), finora si può dire che le centrali nucleari (1 morto e 11 contaminati) han risposto bene. Vedremo come andrà a finire.
Vi ricordo che il terremoto di Messina del 28 dic 1908 (potenza circa 100 volte inferiore) fece 150.000 morti, 90.000 a Messina e provincia, 60.000 a Reggio Calabria e provincia.
Un certo progresso c'é stato!

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