Martedì 12 aprile
Gv 8,21-30
Questa giornata del percorso
quaresimale è per farci rendere
conto che non abbiamo abbastanza
la prospettiva del
Cielo: siamo mediocri e segnati
dalla logica del mondo. Ogni
uomo, per essere davvero se
stesso, ha bisogno di misurarsi
con Dio e di recuperare spazi
ampi e limpidi del suo pensare.
Ci è chiesto quest'oggi di
riconoscere la presenza di Dio
nella Sua alterità dal mondo.
L'innalzamento di Gesù è la
sua croce. Nella sfida che il
Signore fa alla morte si svela il
di più che appartiene alla sua
natura divina. Sì, abbiamo Dio
per amico, come riuscirono a
capire Pietro e Giovanni la
mattina di Pasqua, correndo al
sepolcro vuoto, primi testimoni
del Risorto. Gesù usando
come suo nome «Io sono», si
fa riconoscere in «Colui che
è», il nome Santo di Yawhè,
adorato nei secoli da Israele.
Abbiamo Dio accanto a noi
nelle tribolazioni e nelle difficoltà
della vita. Diventeremo
alternativi al pensare vecchio
del mondo, solo imparando a
fidarci di Dio e della sua misericordia.
Gv 8,21-30
Questa giornata del percorso
quaresimale è per farci rendere
conto che non abbiamo abbastanza
la prospettiva del
Cielo: siamo mediocri e segnati
dalla logica del mondo. Ogni
uomo, per essere davvero se
stesso, ha bisogno di misurarsi
con Dio e di recuperare spazi
ampi e limpidi del suo pensare.
Ci è chiesto quest'oggi di
riconoscere la presenza di Dio
nella Sua alterità dal mondo.
L'innalzamento di Gesù è la
sua croce. Nella sfida che il
Signore fa alla morte si svela il
di più che appartiene alla sua
natura divina. Sì, abbiamo Dio
per amico, come riuscirono a
capire Pietro e Giovanni la
mattina di Pasqua, correndo al
sepolcro vuoto, primi testimoni
del Risorto. Gesù usando
come suo nome «Io sono», si
fa riconoscere in «Colui che
è», il nome Santo di Yawhè,
adorato nei secoli da Israele.
Abbiamo Dio accanto a noi
nelle tribolazioni e nelle difficoltà
della vita. Diventeremo
alternativi al pensare vecchio
del mondo, solo imparando a
fidarci di Dio e della sua misericordia.
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