venerdì 22 ottobre 2010

Un nuovo "tag": preghiamo con Alice

Come ogni fine settimana sono con mio padre a Milano (transumando da "casa mia", cioè di mia madre, a Monza) e in questo grande appartamento (11 vani) c'è una camera con le "cose" di Alice.
Insomma lei vive in noi non solo nei nostri cuori ma anche dentro una dozzina di scatoloni.
In uno (credo di due) cartoni con su scritto "manufatti di Alice" ho prelevato un quadernone, a righe (lei "odiava" i quadretti, non per nulla aveva scelto di fare il Liceo classico) e sulla copertina riporta questo titolo:
"Il mio amico del cuore"

State tranquilli non aveva ragazzi o ragazzetti per la testa, anche se aveva molti "ammiratori" (a Roma li chiamano "mosconi") pronti a saltarle addosso, di tutte le età, i gusti e le razze.
L'unico "amico del cuore" era il "suo" Gesù e questo è il quaderno dove appuntava ricordi, emozioni, ringraziamenti ma anche arrabbiature ecc ecc... rivolte a Dio. Al suo Gesù.

Da oggi desideravo scrivervi qualcosa da questo quadernone.

Il nostro destino ce lo costruiamo da noi stessi, giorno per giorno, sulla base della nostra libertà. Ma la nostra libertà ci fa correre il rischio di giocarci tutta la nostra vita su un' "ombra". Se così non fosse sarebbe peggio: correremmo il rischio di non giocarcela su niente


Oppure questa bella preghiera:

Signore, Ti ho trovato nel mare tempestoso, nelle nevi e nei ghiacciai della mia vita; ma anche nella voce del vento, nelle notti di stelle, in ogni fiore ed in ogni filo d'erba. In tutta la bellezza della natura Ti ho trovato e Ti ritrovo ogni istante, o Signore. Ma devo imparare a cercarTi dove c'è il dolore, la miseria, la fame, dove gli uomini soffrono: là Ti posso trovare, perché Tu soffri con i sofferenti, muori con i moribondi. Perché ovunque noi scorgiamo l'impronta del dolore possiamo essere certi di ritrovarTi, o Signore. E finché due mani ferite e due braccia aperte ci aspetteranno dalla Croce noi saremo sicuri di raggiungerTi un giorno in Paradiso. Perché ogni qualvolta sulla Terra saremo andati in cerca del dolore per consolare uomini che soffrono, fisicamente o moralmente, noi non avremo aiutato il bambino affamato, l'uomo ferito, la donna disperata, ma il Creatore del Cielo e della Terra.

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