
1) Quando ho incontrato Sara (sorella maggiore di Alice) con lei c’era anche sua figlia di 3 anni, Tiziana. Ci ha sentiti parlare di Alice e a un certo punto ha preso la parola e ha detto: “mia zia Alice è volata in cielo andando con l’altalena. Si è data una spinta un po’ più forte… e voilà. Ora non c’è più ma poi ritorna appena si accorge che è in cielo e non più qui da noi”
2) Trovato un foglio di quaderno strappato con su queste frasi scritte una appresso all’altra, rimasta sotto il banco di Alice e da lei stessa regalatomi dopo l’ultimo sproloquio ricevuto.
17 maggio 2003 Alice, tu sei il mio amore più bello della mia vita. Dimmi di sì e io sono l’uomo più felice della terra. Riccardo Capitale della cultura brianzola,
19/05/’03 Riccardo, ti posso dire quanti “sì” desideri ma non a quello che pensi tu. Io sono già felicemente sposata e non credo possa essere il tuo tipo esatto di ragazza. Evidentemente non mi conosci bene e quindi non puoi dire che sono il tuo amore. Non trovi? Alice
21 maggio Tu sei bellissima e se ti tocco trovo il cielo, ti conosco meglio di ogni altra ragazza e a me basta solo poter uscire con te a mangiare una pizza o a fare un giro in centro. Ti amo mia bellissima ragazza. Riccardo
23/05/’03 Ho capito Riccardo, se io fossi una mela tu mi vorresti per tenerti la buccia e buttare via il tutta la mela. Non sono per te, credimi. Lascia perdere. Grazie infinite. Alice
24 maggio Sei tu che non capisci che io ti amo da impazzire e che voglio che tu diventi presto la mia ragazza. Io voglio solo che tu mi dai una possibilità e io sono più che certo che tu mi vorrai vedere ancora. Io sono un ragazzo gentile che sa ascoltare gli altri e sono molto generoso, tu con me potrai diventare una regina di quante cose preziose ti regalerò. Devi solo darmi una possibilità. Io sono un anno più grande di te [sbagliando: Alice era praticamente avanti di 2 anni su di noi e quindi aveva almeno 3 anni in meno di questo ragazzo] e devi fidarti della mia esperienza molto più vasta della tua. Capisci? TI AMO [parola ripetuta per 32 volte]
3) Sentita in diretta, Novembre 2005 (noi siamo in II Liceo):
Marcello, detto Marcellino per la statura (I Liceo), appena usciti da scuola: Alice lo vuoi un passaggio [in moto]? Alice: nemmeno morta, grazie Marcello: dai, lo sai che io posso farti felice Alice: questo è uno dei motivi del no, grazie infinite Marcello, ai suoi amici che gli stavano intorno, a bassa voce: che stronza Alice: sento che hai già iniziato a farmi felice. Potevi evitartelo, a me bastava il pensiero
4) Primi giorni di scuola del V Ginnasio (circa settembre/ottobre 2004), dentro l’anticamera del bagno delle femmine. Giuseppe: Alice, ma sei ancora nel bagno degli uomini? Ah ah ah ah Alice: ma dai, sei tu che sei nel bagno delle ragazze. Giuseppe: come vedi io sono qui e quindi tu sei nel bagno degli uomini Alice: acci, è vero: se tu sei qui sono finita nel bagno dei maiali. Un attimo che vado via subito
5) Inverno (forse Gennaio) 2006, in classe Alice era appena entrati in aula all’esterno rispetto a Valeria e ci fu un giorno che ad ogni lezione le professoresse chiedevano a lei di pulire la lavagna e poi di rimanere lì o per aiutarla a spiegare (scienze) o per scrivere (filosofia e storia) o per essere interrogata (matematica e greco) Ore 12,10 entra in aula la quinta professoressa (Greco): Alice per favore pulisci la lavagna Alice: bene Prof: sì, sì pulisci bene. Poi rimani qui così ti interrogo [mentre Alice pulisce la lavagna e la prof sta cercando sul registro gli altri tre da interrogare] Alice: di bene in meglio, grazie [e a bassa voce a quelli dei primi banchi]: un paio di giorni così e ho tutti i voti. Poi però tocca a voi [sorridendo e facendo la sua risatina da presa in giro]

Si inventa di fare la “professoressa al contrario”: noi la interroghiamo e lei risponde, poi noi le diamo il voto. Pretende il silenzio assoluto, una domanda alla volta e uno che scrive alla lavagna le sue risposte. Noi dobbiamo trascrivere domande e risposte e 15 minuti prima della fine della lezione ognuno deve dire che voto assegnarle.
Una delle domande che le viene posta è questa:
- Alice, tu parli tanto di dare amore agli altri, ma se io lo do a uno non ne rimane più a me e non posso darlo più ad altri. Non ti pare?
E Alice: - tu vedi l’amore come un fiore che si coglie per essere donato, cosicché dopo non lo possiedi più e non puoi più donarlo ad altri. Invece l’amore è un prato fiorito dove tu puoi cogliere interi mazzi di fiori e donarli a chiunque. Quando avrai finito tutti i fiori, voltati a vedere il prato: saranno spuntati nuovi fiori, ancora più numerosi e belli di quelli che avevi prima. Quindi: chi più ama e più amore avrà per se stesso e da donare agli altri
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